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Le relazioni
Per tradizione sono pericolose. Le Relazioni, policentrica opera terza di Sara Ventroni, segue a due concept-album, di contro, ossessivamente centripeti: Nel Gasometro e La sommersione. S'interseca a questi libri nonché a uno, narrativo, che non ha mai visto la luce; ed è frutto di un'esistenza che, negli interstizi fra un libro e l'altro («ritiri temporanei» come quello dell'amazzone che vola più in alto, reculer pour mieux sauter), è stata tanto altro dalla poesia. "Altro", sempre, è il soggetto poetico: insonne della «loro insonnia», nell'episodio più traumatico. Ma soprattutto ci sono gli altri: «la verità di qualcun altro» è la regola delle «relazioni» che - mi scrive Sara - non sono i «legami». Se questi tengono «ferme le cose», le relazioni sono invece «l'imprevisto», «l'inconosciuto tra persone, oggetti e paesaggi». Sta di fatto che «da una relazione si può uscire. Anche se la relazione lascia tracce». Le tracce degli altri materiavano la lezione del maestro che più manca, la pietà oggettiva del Pagliarani cui sono dedicati non solo le Ottave e gli Epigrammi della prima parte. Ce l'ha insegnato lui, che la forma della vita è consustanziale alla forma dell'opera: e infatti «le relazioni»,...
La letteratura come spazio spirituale della nazione
In una epoca di crisi dei valori, un poeta, un grande poeta, si discosta dalla poesia per volgersi in pensatore politico della nobile "rivoluzione conservatrice", un fenomeno europeo e un moto di ribellione spirituale che ebbe tra i suoi alfieri Nietzsche e Dostoevskij. Una 'filosofia politica' mitteleuropea, in contesa con il razionalismo occidentale. Dove si adunano lo spirito della nazione oltre il nazionalismo, la Tradizione, il ruolo fondante della lingua e della letteratura, dei creatori e soprattutto i poeti, gli esemplari più alti dell'umanità che lo stesso Hofmannsthal definiva "persone di spirito". Questi scritti del poeta austriaco svelano il volto di un mondo in rovina, e la resistenza di chi assunse su di sé lo strenuo compito di immaginare un nuovo destino. L'eco di queste parole ispirate si ripercuotono ancora oggi su di noi. Siamo posti nell'urgenza dello stesso compito: quello di ripensare l'Europa.
EUR 14.25
Addizioni
Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione PoesiaQueste "Addizioni" sono quelle di un poeta che scopre nel numero il ritmo basilare di un ragionamento con se stesso, con i suoi simili e con la cosiddetta natura: una compagna di viaggio capace di condurlo a dare ascolto e a interpretare tutto ciò che ricade sotto i sensi. Ne scaturisce una lezione anti-antropocentrica, in cui le ragioni poetiche sono cercate lontano dalla "dittatura dell'io", all'incrocio fra privato e collettivo, poesia e prosa, scrittura e oralità, umanesimo ed "ecosofia". Nell'ultima sezione le "Addizioni" danno luogo a un bilancio provvisorio che rinviene in un'opera cinquantennale le tracce di un "filo verde" da Angiuli sempre più nettamente seguito come strada maestra per affrontare il labirinto della contemporaneità.
EUR 14.25
Lettere disperse
Perché Disperse? La risposta, come in molti casi, va trovata nell'opera dell'Autore stesso. È infatti Petrarca che - in conclusione delle Familiari 24 13 6-7 - accenna a lettere non comprese nelle sillogi organiche delle Familiari, delle Senili e delle Sine nomine e, pertanto, non riconducibili ad una sistemazione canonica: «extra ordinem». Sono ottanta lettere che si riferiscono agli anni 1339-1372, tutte dotate di un particolare valore storico e documentale. Con una scelta stilistica che predilige, via via, verso i destinatari, il «tu umanistico» (dall'iniziale e reverenziale voi), in quanto, in una repubblica delle lettere, il senso della comunità riveste più che mai il significato di una vicinanza di intenti, Petrarca si apre, di volta in volta, ai suoi interlocutori, con una particolare vitalità argomentativa che ci fa riflettere sull'importanza del considerare o del riconsiderare l'Autore - sul fondamento del suo epistolario latino - non solo come Poeta del Canzoniere, ma come attento e sensibilissimo osservatore della sua contemporaneità politica, sociale, culturale. Ciò grazie anche alla sua opera di rilettura della tanto amata cultura classica nelle nuove prospettive culturali. I destinatari tutti di queste lettere - da Giovanni Boccaccio a Ludovico di Beringen,...
Riflessioni su Piero Gobetti
Manlio Brosio (Torino, 10 luglio 1897 - 14 marzo 1980). Si formò nella città di Piero Gobetti, il direttore di «La Rivoluzione Liberale» a cui sarà sempre criticamente fedele. Laureatosi in Giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato civilista, prima di intraprendere una brillante carriera diplomatica. Fu ambasciatore italiano a Mosca (1947-1951), Londra (1952-1954), Washington (1955-1961), Parigi (1961-1964) e segretario generale della NATO (1964-1972). I Diari delle rispettive stagioni sono pubblicati da Il Mulino. Nell'ultima parte della sua vita tornò all'attività politica, come senatore del Partito Liberale. «Sobrio, asciutto, coltissimo» lo ricordava Alessandro Galante Garrone. «Eloquente senza parole superflue» lo ha ritratto Franzo Grande Stevens.
EUR 14.25
L' annessione dell'Austria al Reich tedesco e altri scritti (1918-1931)
In questa antologia sono raccolti nove testi che Hans Kelsen scrisse tra il 1918 e il 1931. I primi sette si soffermano sul problema dell'annessione (Anschluss) all'Impero tedesco (Reich) dell'Austria tedesca, uno degli Stati nazionali nati dal collasso dell'Impero Austro-Ungarico dopo il Primo conflitto mondiale. Kelsen ribadì la compatibilità dell'annessione con i Trattati di pace e si concentrò sulle necessarie modifiche costituzionali da adottare in Austria e nel Reich. Gli scritti si muovono tra profonde convinzioni giuridiche - tra cui le valutazioni sulla sovranità e sul primato del diritto internazionale - e opportunità politiche: d'accordo con la Socialdemocrazia austriaca, Kelsen scorgeva nell'Anschluss la possibilità di rafforzare la democrazia tedesca. Si trattava di una nuova riunificazione della Germania, profondamente diversa da quella realizzata da Bismarck nel 1871. Kelsen invitava, pertanto, gli Stati europei a non ostacolare quell'unificazione, che avrebbe favorito la pace sul continente. Il suggerimento non fu accolto e, all'inizio degli anni Trenta, a Germania e Austria fu impedito persino di realizzare una semplice unione doganale, alla quale sono dedicati gli ultimi due scritti, entrambi del 1931. Con l'unione doganale Kelsen pensava a un progetto non solo nazionale ma pienamente europeo, bocciato, però,...
Selbstdenken. Atti delle Giornata in ricordo di Lea Ritter Santini
In occasione del decennale della scomparsa, nel 2018 la Fondazione Centro studi storico-letterari Natalino Sapegno, che di Lea Ritter Santini custodisce l'archivio e parte della biblioteca, ha promosso una mostra documentaria e una giornata internazionale di studi, della quale questo volume raccoglie gli atti.
EUR 17.10
La scoperta dell'America
«Non mi dispiaceva che Joan o Mary, o LeRoi Jones ( che non era ancora Amiri Baraka) o Cassius Clay (che non era ancora Mohammad Alì) mi chiamassero Marco (che è il mio primo nome e il più facile in inglese), all'inizio del lungo viaggio che mi portava e riportava in un'America non ancora narrata. E non mi dispiaceva che Ted Kennedy gridasse un potentissimo "Fiuriii" quando mi vedeva arrivare dall'alto delle scale del Senate Russell Building dove c'era il suo ufficio. Del resto Cesar Chavez, il leggendario leader sindacale dei raccoglitori di uva messicani nella Napa Valley, un geniale contadino analfabeta amico fraterno di Robert Kennedy, mi chiamava "don Furio". E Lauren Bacall preferiva il rotondo Colombo (detestava gli errori di pronuncia) come James Baldwin e Dizzy Gillespie (venuto con me a Torino per un concerto all'Auditorium Rai), mentre Henry Kissinger usava un quasi corretto Fiurio, a patto che io lo chiamassi Henry, invece di dottor Kissinger, un evento rarissimo in quell'America. Le estrose e spesso affettuose variazioni nella pronuncia americana del mio nome mi aiutano a ricordare le tappe del lungo viaggio tra un'Italia mai abbandonata e un'America diventata casa, vita,...
Opere politiche. Vol. 1: La politica.
Il volume, che inaugura la serie delle Opere politiche di Giusto Lipsio (1547-1606), comprende il testo latino, la prima traduzione integrale in italiano e il commento dei Politicorum libri sex (1589), un trattato politico nato dalla compilazione di sentenze tratte dai libri di Aristotele, Tacito, Seneca e Cicerone e di altri scrittori antichi che l'umanista fiammingo cuce insieme in una sintesi eclettica alla ricerca di una conciliazione tra stoicismo e pensiero cristiano. Molteplici, e tutte inerenti a problemi di natura strettamente filosofico-politica, sono le tematiche affrontate nel testo: i diversi modi del governare, il potere statale e la sovranità, l'obbedienza dei sudditi e la dissimulazione dei principi, il dispotismo, il diritto di resistenza e il diritto alla guerra, il problema dei rapporti tra politica e morale. Un confronto con il pensiero di Niccolò Machiavelli, segnato anche dai continui ripensamenti causati dalla censura ecclesiastica, costituisce lo sfondo e il pretesto per un'approfondita interpretazione della storia d'Europa e dell'individuazione di una tradizione comune del nostro continente.
EUR 38.00
Corrispondenza 1880-1882
«Dovevo incontrare così tardi il solo scrittore originale che io conosca? Non divoro le Nouvelles asiatiques perché le assaporo. Fieno delle Mille e una notte!». Wagner non trova altre parole per dire tutto il suo entusiasmo alla lettura delle novelle di Gobineau. Il quale dal canto suo così si esprime riguardo alla musica del Maestro: «Ah il Lohengrin! Non c'è niente al mondo di comparabile!». Ma nonostante l'amicizia e la stima reciproca Wagner e Gobineau non erano disposti a transigere sulle loro convinzioni. L'uno impegnato nell'opera di rigenerazione della razza superiore mediante la vera arte, e l'altro con la certezza che le civiltà, organismi viventi, subiscono la necessità della vita: nascita, crescita, fecondità, deperimento e morte. Tanto da far supporre che se le relazioni tra i due non fossero state interrotte dalla morte, sarebbero sfociate in un dissidio come quello sorto tra Nietzsche e Wagner al tempo della rappresentazione del Ring nel primo festival di Bayreuth.
EUR 14.25
La vita di Iesu Cristo
A Ferrara nel 1540 il medico Antonio Musa Brasavola (1500-1550) viene invitato da suor Eleonora Barbara d'Este (1515-1575) figlia del duca Alfonso I d'Este e di Lucrezia Borgia, a chiarirle i dubbi che le sono nati sulla vita e sull'insegnamento di Cristo nell'ascoltare le divergenti opinioni di tanti predicatori. Il medico non può rifiutarsi. Intanto lui stesso ha un forte interesse personale per l'argomento, come dimostra la sua giovanile vocazione a entrare in convento. Inoltre Eleonora è membro importante e autorevole della famiglia regnante. È vero che ha scelto spontaneamente di farsi religiosa nel severo convento del Corpus Domini, legato alla memoria della beata Caterina Vigri e prediletto da sua madre Lucrezia, ma è pur sempre una figura pubblica di grande risalto in città dove compare spesso in pubblico per eseguire le musiche di cui è maestra esperta e appassionata. Comincia così il lunghissimo eppur incompiuto dialogo intorno alla "Vita di Cristo". Brasavola vi dedicò un intenso lavoro, anche se altri impegni gli impedirono di portarlo a termine. Pensava di pubblicarlo a stampa, come mostra un parere favorevole dell'Inquisizione domenicana di Ferrara da lui sollecitato. Il dialogo è importante anche perché permette di...
Il taccuino segreto
A settant'anni dalla scomparsa di Cesare Pavese, lontani ormai i clamori suscitati dalla prima segnalazione sulle pagine culturali del quotidiano «La Stampa » nel 1990, viene infine presentata in volume l'edizione del Taccuino segreto dello scrittore torinese. Curata da Francesca Belviso, corredata di una introduzione dello storico della cultura Angelo d'Orsi, arricchita della testimonianza inedita dello scopritore, Lorenzo Mondo, nonché di un saggio della curatrice, l'edizione permette infine di inserire a pieno titolo questo scritto nella biografia intellettuale pavesiana. La ricostruzione della genesi scrittoria del Taccuino, redatto in uno dei periodi più tormentati del percorso esistenziale di Pavese, induce a contestualizzare questa scrittura diaristica e offre una chiave di lettura per la comprensione di alcuni dei frammenti più problematici dal punto di vista ideologico. Una opportuna antologia degli articoli usciti all'indomani della pubblicazione sulla « Stampa » fornisce un campione delle reazioni più vive espresse da coloro che ebbero Pavese come sodale e definisce il contesto storico del dibattito. Nell'appendice documentale, la pubblicazione delle immagini del block notes di 29 fogli permette infine di allontanare ogni dubbio sull'autenticità del documento. La prima edizione del Taccuino segreto di Pavese sembra dunque imporsi come un'operazione...
Saggio sullo Zarathustra
"Così parlò Zarathustra", uno dei cinque libri titanici dell'umanità secondo T.E. Lawrence, è il vero Ecce homo, non sbandierato al pubblico ma sussurrato a se stesso in timore e tremore; è, nel "sistema Nietzsche", l'opera che illumina le precedenti e le seguenti come il sole i suoi pianeti. In essa il grande moralista di Umano, troppo umano, Aurora e La gaia scienza ("il Montaigne, il Pascal e il Diderot della Germania" secondo Buno Bauer), si trasforma in genio religioso, costruttore del "tempio sereno dello Zarathustra" (M. Von Meysenbug); si rivela un Lutero II, rappresentante laico della missione riformistico-religiosa della Germania. Lo Zarathustra è il vangelo della purezza contrapposto al vangelo della carità, è l'esaltazione della vita caduca impregnata di eternità e infinità, contro ogni trascendenza. In tal modo e nonostante le sue pecche, essa non solo è l'opera principale di Nietzsche e di tutta la letteratura tedesca, ma è l'opera principale dell'età moderna, come suo culmine e approdo finale del processo di secolarizzazione con cui essa era cominciata ad opera degli eroici filosofi rinascimentali della natura e che le conferisce il suo carattere fondamentale, rispetto al quale vanno reinterpretati i personaggi e gli...
Visti da vicino
«Sono centinaia i miei incontri ogni anno. In molti casi si tratta di persone che vedo distrattamente e che non lasciano il segno. A volte invece nasce un rapporto di stima e curiosità e si crea un'amicizia che dura nel tempo. Ho scelto alcuni personaggi che per me hanno, o hanno avuto, grande significato. Di ognuno ho cercato di raccontare un flash della loro vita soprattutto nel momento in cui si è incontrata con la mia. Facendo l'insegnante il giornalista ed il banchiere non mi sono mancate le occasioni.»
EUR 22.80
Creatori di eccellenza. Dolci d'autore
Il dolce appaga, affascina, aggrega. È il sapore che più tra tutti unisce gli uomini attraverso i secoli, i continenti e perfino le religioni. È il fil rouge che accompagna popoli e culture, diventando abile messaggero di tradizioni e di saperi. Il suo ruolo sociale, unico e inimitabile, trova vigore in una sapiente miscela di creatività e qualità artigianale. Da sempre considerato il migliore dei sapori, il dolce, nelle sue innumerevoli declinazioni, diventa il prodotto più prezioso dell'artigianalità nella pasticceria. Ai pasticceri, ai cioccolatieri e ai gelatieri, e alle loro creazioni tradizionali che s'intrecciano con la storia e l'arte del nostro territorio, Confartigianato Imprese Cuneo ha scelto di dedicare l'iniziativa "Dolci d'autore". Prosegue quindi, in una miriade di dolcezze profumate, il viaggio intrapreso con i "Creatori di Eccellenza nel food", alla ricerca dell'alta qualità gastronomica del territorio cuneese, orientando le sue tappe verso abili artigiani capaci di emozionare con i loro dolci straordinari anche i palati più esigenti. E proprio attraverso il dolce, dai più definito "re dei sapori", Confartigianato Imprese Cuneo propone un itinerario tra le piazze e i monumenti più rappresentativi della Granda, che idealmente si trasformano in tavola per ospitare...
Dossier Italia I. saggi siciliani
"Sicilia come metafora" si intitolava una intervista che Leonardo Sciascia rilasciò, nel '79, a Marcelle Padovani, raccontando lo spirito più profondo dell'isola, colto nell'attitudine a disegnare un approccio al mondo problematico, contagioso per l'intera cultura occidentale. Il rapporto difficile con le idee e le passioni, con un linguaggio sempre teso tra l'immaginazione e la ragione: la Sicilia come un universo dal fascino avvolgente, vitale, logico e passionale insieme. Non si può non pensare a quell'immagine e a quel modo di entrare in relazione con la storia e la cultura siciliana accostandosi ai saggi che Nino Borsellino dedica alla sua isola dove - lui nato a Reggio, ma profondamente legato, culturalmente e biograficamente, alla Sicilia - trova continue occasioni di riflessioni e analisi, di entusiasmi e disillusioni. I saggi di un grande interprete della Sicilia, della sua vicenda millenaria, dei suoi personaggi, dei suoi libri e di quelle parole attraverso le quali ci arrivano le tracce di un cammino tanto drammaticamente segnato, soprattutto nell'età moderna, da un'identità oscillante tra dialettica e fantasia, tra colori accesi e segni di lutti irredimibili.
EUR 28.50
Contro l'angelo
La fuga, l'allontanamento sono ambigue possibilità di salvezza. Ci si può salvare nelle selve, nello sperdersi in un bosco; o nelle profondità marine, ben rinchiusi in una cassa; ci sono smarrimenti e fughe attuati senza mai allontanarsi dalla propria stanza. Anche lo scrivere poesia può essere un passo laterale rispetto alla realtà, alla sua solida, disarmante, ottusa compattezza. La parola fuga denota, del resto, molte cose: è ciò che si insinua tra le piastrelle, che le tiene insieme e le separa allo stesso tempo; è una forma musicale sublime; è l'evasione del grande Houdini; è lo svolazzare fatuo dell'Angelo che non sa più scendere.
EUR 11.40
Lettere a Cola di Rienzo
È l'estate del 1347 e sulla scena italiana, ma non solo italiana, è comparso il tribuno Cola di Rienzo con il suo tentativo, pur effimero e illusorio, di far rinascere a Roma la res publica romana. La storiografia ha ora celebrato e ora ridimensionato questo tentativo ma la questione, trattandosi qui di Petrarca, va letta e interpretata proprio dal punto di vista di Petrarca che, alla fine, non era affatto né un visionario né un mitomane. Ebbene: per il nostro poeta l'impresa del tribuno fu una vicenda estremamente seria, per la quale valeva la pena di battersi anche a costo (come in effetti avvenne) di rotture dolorosissime: quella con la famiglia Colonna innanzitutto, e col cardinale Giovanni in particolare, ossia con chi aveva costituito la base stessa del suo personale successo come poeta e come intellettuale dell'umanesimo. Non c'è biografia di Petrarca che non dedichi una particolare attenzione a questa drammatica vicenda che comportò peraltro la pressoché definitiva rottura del poeta anche con la Curia pontificia di Avignone tanto che alla fine di quel 1347, pur ormai esauritosi il moto "rivoluzionario", noi vediamo Petrarca ormai tornato in terra italiana per rimanervi dalla primavera-estate...
Calendiario
"Calendiario" (2004-2020), s'intitola questo primo libro di poesia di Maria Teresa Carbone, scrittura in versi che dopo una riflessione di più di quindici anni si offre alla pubblica lettura. Parola privata detta in pubblico, come Giulio Mozzi chiama quell'indagine etica ed esistenziale che lo scrivere, nell'essere per il mondo, sempre è. E anche, anche s'intitola questo libro Cinque quarti. Esercizi di cosmogonia quotidiana: dicendo di un ritmo che sopravanza, una misura d'eccesso, qualcosa che sfugge e che la parola poetica cerca di fermare con i propri mezzi, tutto ciò che nello scritto tende al suono e al corpo e così alla memoria, e attraverso di questa cuore, by heart, par c?ur. Continuando così la poesia, come il noto aforisma dice di guerra e politica, la vita con altri mezzi. Un rifare il mondo che è fatica quotidiana, a torto considerata solo femminile, e allo stesso tempo felicità quotidiana come può esserlo il moto degli astri, il loro percorrere l'ellittica, il nostro uscire ogni notte, non necessariamente con angoscia, a rimirarle, quelle luci lontane, sidera, de-siderate, con-siderate. Il qualcosa, l'eccesso, il residuo, bersaglio che scarta, desiderio che forse è ricordo e che ci è...
Due o tre cose sul signor Lu Xun-Cina silenziosa
«I rivoluzionari sono uccisi dai controrivoluzionari. I controrivoluzionari sono uccisi dai rivoluzionari. I non rivoluzionari o sono presi per rivoluzionari e sono uccisi dai controrivoluzionari, o sono presi per controrivoluzionari e sono uccisi dai rivoluzionari; oppure non sono presi per nulla, e sono uccisi da rivoluzionari e controrivoluzionari»: così suona una noterella di Lu Xun. Una volta Mao ammise che «il santo della Cina moderna», come lo aveva definito alla sua morte, se fosse sopravvissuto sino agli anni Cinquanta avrebbe dovuto incarcerarlo. Ma anche in vita risultava troppo innovativo per i tradizionalisti, troppo legato alla tradizione per le avanguardie. È questo il destino dei grandi maestri d'ironia, capaci di cogliere in ogni cosa il senso del rovescio: Lu Xun ci mostra quanto questo principio, così scomodo nella vita, sia vitale in arte. Nel 1979 gli dedicava la sua tesi di laurea - di stupefacente idiosincrasia, anche per tempi tanto meno sussiegosi dei nostri... - il giovane Carlo Laurenti. Che oggi, con la sua onniscienza del corpus, raccoglie per noi questo erbario di illuminazioni; allora si piccava invece di sottolineare, di quel maestro di modernità, le fondamenta taoiste. Oggi suonerà forse ovvio definire Lu...