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I conti del principe. Rendita e contabilità feudale negli stati di Melfi e Ascoli(secoli XV-XVI)
A quindici anni dall'avvio della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Umane, poi Studi Umanistici, dell'Università di Foggia e il Centro Culturale Polivalente del Comune di Ascoli Satriano, il volume di Potito d'Arcangelo suggella e chiude una impegnativa attività di indagine sulla storia del territorio ascolano. Muovendo dal recente fervore generatosi intorno alla signoria italiana tardomedievale, la ricerca esamina l'articolata vicenda degli aggregati feudali aventi come baricentro le città di Melfi ed Ascoli tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. La documentazione raccolta mostra come le complesse dinamiche di 'assemblaggio e 'rottura' dei due stati feudali siano state profondamente condizionate da precisi rapporti di convenienza economica.
EUR 23.75
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Percorsi tra le immagini. Scritti di archeologia e storia dell'arte antica
Il volume raccoglie trentacinque saggi di Maria José Strazzulla, selezionati tra riviste, volumi miscellanei e atti di convegni, scritti tra il 1977 e il 2015. La scelta ripercorre alcuni tra i principali temi di ricerca affrontati dall'archeologa e storica dell'arte antica, i cui interessi spaziavano dalla Grecia a Roma, dal mondo italico a quello dell'Italia romanizzata: gli apparati decorativi in terracotta degli edifici, l'urbanistica e la storia, l'archeologia del culto, l'iconografia e il significato delle immagini.
EUR 95.00
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Il mestiere dell'archeologo
Che cosa significa oggi essere archeologo? Quali sono i principali campi di applicazione dell'archeologia del XXI secolo? Daniele Manacorda risponde a questi interrogativi in un volume che raccoglie più di trent'anni di rubriche pubblicate nella rivista Archeo. Un libro per curiosi e appassionati, che si presta a diventare una vera e propria palestra di metodo per chi si accosta all'archeologia per lavoro o per esigenze di studio. Le rubriche offrono al lettore pensieri sparsi, in forma quasi di taccuino, dove è possibile rileggere i capitoli più significativi del percorso di ricerca e docenza di Daniele Manacorda. Le sue osservazioni non appaiono mai dogmatiche, sono semmai spunti per nuovi interrogativi, che ci spingono a reinterpretare criticamente la complessità del reale. Ne viene fuori un ritratto originale dell'archeologia che, prima ancora di una disciplina, è una lente attraverso la quale scrutare la realtà che ci circonda, ma anche uno strumento per ritrovare il passato nel nostro presente e il presente nel nostro passato. Prefazione di Andreas Steiner. Introduzione di Mirco Modolo.
EUR 47.50
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El sepulcretum de Llanos del Pretorio (Córdoba-España)
Il volume offre l'edizione di uno studio interdisciplinare condotto sul sepulcretum romano di Llanos del Pretorio (Córdoba, Spagna), uno spazio funerario eretto in stretta relazione con due assi viari ad uso cimiteriale, in direzione est-ovest. Il sito comprende circa 15 aree funerarie delimitate da cippi e stelae, alcuni dei quali riportanti l'indicazione delle mensurae sepulcri. Dal sito provengono 52 sepolture a cremazione, 13 inumazioni infantili e 2 deposizioni di cani, datate per la maggior parte alla prima metà del I sec. d.C. Il settore funerario era chiuso e diviso in lotti, la cui vendita e assegnazione fu probabilmente oggetto di speculazione, in ragione dell'alta richiesta di spazi funerari in città, in particolare nel settore più settentrionale, a forte vocazione mineraria, prossimo alle mura urbiche e a strade di transito e scambio.
EUR 47.50
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La media valle del Tammaro. Il fiume, gli insediamenti, i paesaggi dalla Repubblica alla tarda antichità
L'interesse per la media valle del Tammaro fornisce fondamento a una ricerca che si pone come obiettivo la ricostruzione dei paesaggi antichi e dei sistemi insediativi in un contesto rurale di importanza storica e archeologica per la comprensione delle vicende del Sannio interno. Il volume ricompone un quadro organico delle principali vicende che si sono succedute tra Repubblica e Tarda Antichità, armonizzando una documentazione non sempre omogenea, ma ogni volta valutata in rapporto all'affidabilità e alla qualità delle informazioni, e arricchendola di nuove conoscenze grazie ad un approccio di carattere globale alla realtà territoriale. Si materializzano, così, le tappe fondamentali del popolamento e le immagini di quei processi insediativi che hanno interessato nel corso del tempo la media valle del Tammaro; la ricostruzione si snoda su piani diacronici coerenti con quei macro fenomeni storici che hanno plasmato, con forme di continuità e di discontinuità, quest'area di confine, liminare tra la colonia latina di Beneventum e i Ligures Baebiani.
EUR 47.50
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Procopio Antemio imperatore di Roma
Nel 467 d.C. le redini dell'impero romano d'Occidente furono affidate a un nobile orientale, Procopio Antemio. La sua elezione, voluta a Costantinopoli dal basileus Leone e in Italia dal senato di Roma, sanciva la ritrovata concordia tra le due partes imperii. Le sfide che attendevano il nuovo sovrano erano molte: dimostrare che un imperatore di origine bizantina poteva agire nell'interesse di Roma; rafforzare l'autorità imperiale dopo che la res publica aveva assistito, in dodici anni, alla nomina di quattro imperatori, a due lunghi periodi di interregno e all'ascesa ai vertici della politica di un militare di origine barbarica; organizzare un'azione militare efficace contro i barbari, bonificando il Mediterraneo dalla pirateria vandalica. Gli obiettivi della politica di Antemio coincidono con alcuni degli snodi fondamentali della storia di Roma nel quinto secolo, che fu segnata da grandi conflitti: tra Oriente e Occidente, tra senato e governo imperiale, tra Roma e i barbari. Il volume esplora questi temi nella prospettiva di ricostruire l'esperienza politica di Antemio e di ragionare più in generale sulla disgregazione dell'impero romano d'Occidente.
EUR 57.00
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Archeologia di un paesaggio contemporaneo. Le guerre del Novecento nella Murgia pugliese
Nell'altopiano delle Murge persistono, quasi impercettibili ad un occhio distratto, ruderi e macerie che è facile trascurare o, peggio, considerare come elementi di disturbo in un paesaggio apparentemente immobile nella sua magnifica desolazione. Sono tracce di un passato recente e sconosciuto: resti di campi di prigionia delle due guerre mondiali, di campi di addestramento e di centri per l'accoglienza di profughi, ma anche di basi missilistiche allestite e rapidamente smantellate nel corso di quella terza guerra mondiale, fredda, mai combattuta. Tracce così evanescenti da poter essere decifrate, ricostruite e raccontate solo attraverso un'analisi archeologica che preveda l'applicazione di metodi e tecniche normalmente riservate a contesti più antichi: dallo studio delle fonti al rilievo, dalla fotointerpretazione alla ricognizione topografica, dalla raccolta superficiale alla lettura degli elevati. È un patrimonio diffuso e abbandonato che aspetta di essere valorizzato, ricomponendo i luoghi e le storie delle persone che in questo paesaggio hanno vissuto, per creare una vasta comunità in grado di unire diverse generazioni.
EUR 33.25
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Produzioni antiche sulla costa sud orientale della Sicilia. Saggi di topografia antica litoranea
Il volume percorre produzioni materiali antiche distribuite lungo la fascia costiera della Sicilia sud orientale. Ogni territorio ha le sue specificità, geomorfologiche, idrografiche e storiche: sugli spazi litoranei alcuni fenomeni sono tuttavia ricorrenti, poiché le attività umane e le produzioni si specializzano in relazione all'ambiente, dando vita a specifiche forme insediative, sociali e culturali. Partendo da questi presupposti, il libro ricostruisce l'assetto antico di ampi segmenti extraurbani della costa di Siracusa, sulla quale si sono svolte l'estrazione di pietra da costruzione, la produzione di porpora, la coltivazione del sale, la pesca e la salagione del tonno, oltre alle attività di sussistenza basilari nelle aree umide come pesca e caccia; forme economiche che in prevalenza si sono perpetuate nel Medioevo e nell'età moderna e di cui si possono seguire le tracce non solo nelle fonti archeologiche e letterarie antiche, ma anche nella documentazione d'archivio e nella storiografia. Il conservatorismo implicito di queste attività ha impresso ai comportamenti una continuità che si è fortunatamente tradotta nel mantenimento fino all'età contemporanea dell'assetto di alcuni tratti del territorio costiero sud orientale della Sicilia, consentendo di tutelarne almeno una parte nelle riserve naturali: spazi in cui patrimonio naturale...
Fibula. Confidenze di un oggetto parlante
La fibula prenestina? È una spilla in oro, famosa perché reca incisa la più antica iscrizione latina conosciuta. Oppure è un falso ottocentesco? In un romanzo storico ben documentato - che spesso si tinge giallo - Sergio Fontana ricostruisce le incredibili vicende di un oggetto straordinario. Fibula è soprattutto la storia delle vite di donne e di uomini che le si sono intrecciate attorno; è lei stessa a descrivere questi personaggi, a intrufolarsi nelle loro esistenze, a narrarne gli intrighi, le manie, i desideri, le aspirazioni, le miserie. Infatti Fibula è un oggetto parlante, capace di raccontare. Non è soltanto finzione ma anche un dato di fatto: nell'iscrizione è proprio lei in prima persona a rivelarci, in un latino molto arcaico, che Manio la fece per Numasio. Nel gennaio del 1887 un archeologo tedesco, Wolfgang Helbig, la presentò alla comunità scientifica: il proprietario della fibula era l'oscuro antiquario romano Francesco Martinetti suo caro amico. Francesco e Wolfgang possono apparire come personaggi poco raccomandabili o almeno così sono stati considerati da Margherita Guarducci (1902-1999), la più ostinata sostenitrice della falsità della fibula. Attraverso salti di tempo e di luogo Fibula ci narra la sua...
Esegesi, vissuto cristiano, culto dei santi e santuari. Studi di storia del cristianesimo per Giorgio Otranto
In occasione degli ottant'anni di Giorgio Otranto, i colleghi, amici e allievi hanno provato a concretizzare la straordinaria mole di attività e di relazioni di cui si è intessuta la sua vita scientifica e accademica in una poderosa pubblicazione, sostenuta dalla "Fondation de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres pour le développement des recherches en histoire religieuse du Moyen Âge (André Vauchez, Prix Balzan 2013)", dall'AIRS, dal MIUR e dall'Università di Bari Aldo Moro. I temi trattati in questo elegante numero rilegato di Quaderni di «Vetera Christianorum» sono quelli che hanno caratterizzato la ricerca di Giorgio Otranto: l'esegesi cristiana antica, da cui, negli anni Settanta, ha preso avvio la sua carriera di studioso, la storia del vissuto cristiano, indagata in un'ottica multidisciplinare (iconografica, epigrafica, archeologica, oltre che storico-agiografica), il culto dei santi e dei santuari e la diffusione del culto micaelico.
EUR 57.00
La grotta delle veneri di Parabita (Lecce)
La Grotta delle Veneri divenne nota nella letteratura paletnologica in seguito al rinvenimento, al suo interno, di due statuine femminili dette Veneri: da qui il suo nome. Ma non solo: la sua importanza risiede anche nella frequentazione ininterrotta che la vide occupata dal Paleolitico medio fino all'età del Bronzo senza soluzione di continuità. Un periodo lunghissimo nel corso del quale si sono avvicendati tutti gli aspetti della preistoria meridionale, lasciando in essa tracce cospicue della loro presenza. All'inizio ci fu l'uomo di Neanderthal con la sua cultura, il Musteriano (80.000-35.000 anni fa), seguito da una fase di transizione detta Uluzziano che segna l'arrivo del Sapiens con le diverse fasi del Paleolitico superiore (35.000-10.000 anni fa): il Gravettiano, l'Epigravettiano antico e a foliati, l'Epigravettiano finale o Epiromanelliano. Durante il Gravettiano furono inumati insieme un uomo e una donna con uno scarno corredo costituito da un ciottolo e un raschiatoio tinti di ocra e un copricapo fatto con canini atrofici di cervo. Alla fine del Paleolitico superiore gli abitanti della grotta incisero una grande quantità di ossa e pietre, circa 500, con una sintassi geometrico-lineare allora in voga in Italia e in Europa. È una...
La rasola 1 nel castello del Monte di Montella. Ricerche 1983-92
Un posto di primo piano negli studi sui siti fortificati della Campania interna spetta agli scavi condotti nel castello del Monte dal prof. Marcello Rotili che nel 2011 ha curato l'edizione del volume Montella: ricerche archeologiche nel donjon e nell'area murata (1980-92 e 2005-07), nel quale vengono illustrate le complesse indagini che hanno permesso di avanzare un'articolata proposta di periodizzazione alla luce delle stratigrafie rilevate e di un'ampia selezione di reperti. La trentennale attività di ricerca ha evidenziato strutture risalenti al VI-VII secolo quando, in rapporto al graduale abbandono del fondovalle, prese forma sull'altura un villaggio accentrato, trasformato prima in azienda curtense nel VII-VIII secolo e poi in centro fortificato con connotati microurbani, allorché nel IX secolo l'insediamento venne enfatizzato con l'attribuzione di funzioni amministrative al gastaldo che risiedeva nel punto più alto del Monte. All'iniziativa normanna va ricondotta la costruzione del donjon, requisito insieme al resto dell'area murata alla fine del Duecento da Carlo d'Angiò che tre anni dopo attribuì il bene al figlio Filippo, principe di Taranto, trasformando la tenuta in parco-giardino di delizie. La pubblicazione degli scavi è proseguita nel 2012 con il volume Montella: l'area murata del Monte. Ricerche...
Taranto. La steel town dei beni culturali
«Quelle che erano le famose 'steeltown', fiore all'occhiello dell'America roosveltiana, si sono rovesciate già negli anni Settanta nei punti neri della RustBelt, la cintura della ruggine. La crisi dell'acciaio negli Usa è partita prima che da noi, benché in Italia allora nessuno seppe valutare - anche per Taranto - le sue conseguenze. Ciò che ha prodotto è un panorama di macerie: altiforni e laminatoi dismessi o abbandonati, disoccupazione, microcriminalità, assenza di prospettive, contrazione demografica - con numeri non dissimili da quelli jonici. Non sempre le cose sono andate come a Pittsburgh, la città eretta a emblema (in modo peraltro eccessivamente ottimistico) da chi oggi sogna un futuro verde e post-industriale. La realtà è molto più grigia». Questo libro è ispirato dalle parole di Alessandro Leogrande (Fumo sulla città) e si propone di raccontare Taranto e la sua millenaria storia all'ombra di quelle industrie che ne hanno segnato, forse per sempre, l'immagine, ma che non potranno cancellare e oscurare la sua storia e la sua cultura. I contributi di tanti studiosi e ricercatori hanno voluto delineare il volto di una città ricca e contraddittoria, ma innegabilmente affascinante.
EUR 15.20
Torre San Giovanni di Ugento e il culto di Artemis Bendis in Magna Grecia
Il volume è dedicato all'insediamento messapico posto sulla punta della rada portuale di Torre San Giovanni di Ugento (Lecce), oggetto di indagini tra 1975 e 1976 da parte dell'Università di Lecce, l'École Française de Rome e la Scuola Normale Superiore di Pisa. L'attento riesame della documentazione d'archivio e lo studio sistematico dei materiali ceramici e coroplastici permettono di delineare l'evoluzione diacronica del sito, caratterizzato dalla presenza di un luogo di culto vissuto tra la seconda metà del IV e tutto il III secolo a.C. L'analisi funzionale delle ceramiche definisce con chiarezza le forme della socialità rituale, incentrata su pasti comuni e la dedica di strumenti della pesca; grande attenzione è rivolta all'offerta di terrecotte del tipo dell'Artemis Bendis, la cui identità e funzione nei contesti delle città italiote e delle aree indigene della Puglia sono criticamente ridiscusse. L'edizione dei ritrovamenti numismatici e delle iscrizioni, in particolare degli ostraka relativi a versamenti ai tesorieri del santuario da parte di personaggi greci e messapici, completa il quadro di questo santuario emporico, posto sotto il controllo di una divinità sensibile alla mediazione e alla coabitazione tra genti diverse. Il volume è completato dalla presentazione delle indagini...
Appiani bellorum civilium liber primus. Ristampa anastatica
Il commento di Emilio Gabba (1927-2013) al primo libro delle Guerre civili di Appiano apparve nel 1958 e fu riedito, con minime modifiche e un'appendice bibliografica, nel 1967. Da più di sessant'anni è il contributo di riferimento su un testo centrale nello studio del periodo che va dai Gracchi alla guerra contro Spartaco e un punto di partenza imprescindibile per uno studio approfondito della tarda Repubblica romana. La misura dell'autorevolezza del commento di Gabba si trae anche da un dato negativo: l'impresa non è mai stata ripetuta in oltre mezzo secolo. Questa riedizione intende riproporre alla comunità degli studiosi uno strumento di lavoro tuttora fondamentale. La nota bibliografica conclusiva ha l'obiettivo di consentire al lettore di individuare le linee principali del dibattito successivo sul testo di Appiano e di integrarne i temi e gli esiti nell'uso di quest'opera: un libro che continua a trasmettere una lezione esemplare a chi lo legga e lo consulti, a oltre sessant'anni dalla sua prima edizione.
EUR 66.50
Fisco, annona, mercato. Studi sul tardo impero romano
In maniera non del tutto casuale il volume 50 della collana, nata nel 1994, raccoglie diciannove saggi scritti dal suo direttore Domenico Vera nell'arco degli ultimi venti anni, dedicati ad alcuni elementi strutturali del tardo impero romano nei loro funzionamenti specifici e nelle influenze reciproche. Le aree di indagine coprono sostanzialmente tre settori: la fiscalità e i suoi riflessi sulla grande circolazione intraregionale delle derrate di base; il ruolo e le dimensioni della redistribuzione statale; l'organizzazione annonaria di Roma e di Costantinopoli e il rifornimento alimentare dei centri urbani. La molto discussa relazione fra stato tardoantico e mercato costituisce il filo rosso che percorre la trama delle singole ricerche.
EUR 66.50
Salapia-Salpi 1. Scavi e ricerche 2013-2016
Il volume presenta i risultati del primo quadriennio (2013-2016) di indagini condotte sulle sponde meridionali dell'attuale zona umida e delle saline di Trinitapoli-Margherita di Savoia, laddove già da tempo si ipotizzava fossero sepolte le strutture della città romana di Salapia: centro tanto menzionato dalle fonti scritte, quanto del tutto rimasto ai margini dell'interesse storico-archeologico. L'avvio delle ricerche sistematiche, a seguito della collaborazione tra il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Foggia, il Davidson College - North Carolina (USA) e, dal 2016, il Department of History and Classical Studies della McGill University (Montreal - Canada), sta consentendo di riscrivere la storia del centro dall'età della sua fondazione alla fine del I secolo a.C., sino al definitivo abbandono alle soglie dell'Età moderna. Nella prima parte si propone un inquadramento del comprensorio territoriale in cui Salapia è inserita e si ripercorre la storia degli studi e delle ricerche che, nel corso del secolo scorso, hanno riguardato l'insediamento. Nella seconda sono illustrati i dati acquisiti sia a seguito delle ricognizioni di superficie condotte nell'area della città prima dell'avvio degli scavi sistematici, sia delle prospezioni geofisiche estensive, che hanno svelato la fisionomia della città sepolta. La terza parte...
I capolavori e la pace. Le restituzioni di opere d'arte all'Italia dopo la Seconda guerra mondiale
Molto è ormai noto ? grazie a testimonianze, libri, produzioni cinematografiche ? delle depredazioni di beni storico-artistici ad opera dei tedeschi nel corso della Seconda guerra mondiale. Meno sondato in tutti i suoi risvolti è forse il caso italiano, parallelo prima, e legato poi, a quello tedesco. Gli atti di coraggio e dedizione del personale militare e delle belle arti italiano per la protezione e il recupero dei capolavori nazionali è stato infatti preceduto e accompagnato da gravi episodi di asservimento politico e persecuzione razziale. Si tratta di decisioni che hanno segnato il destino non solo di molte persone, ma anche dei loro oggetti più preziosi, assieme a quelli delle collezioni pubbliche o, comunque, dichiarati dalla legge di rilevante interesse artistico e storico. Un'Italia riscattatasi a fatica si è impegnata allora a suo modo nel dopoguerra per rientrare in possesso di quanto aveva lei stessa ceduto ai vertici nazisti o le era stato tolto dopo l'invasione tedesca del 1943, scontrandosi a più riprese con le autorità americane e tedesche per ottenere quelle stesse riconsegne. Uno sforzo politico che, se da un lato ha portato alla ribalta personaggi dai tratti quasi romanzeschi come il...
Abitare nel Mediterraneo tardoantico. Atti del III Convegno Internazionale del Centro Interuniversitario di Studi sull'Edilizia abitativa tardoantica nel Mediterraneo (CISEM) (Bologna 28-31 ottob...
Il volume raccoglie gli Atti del III Convegno internazionale organizzato dal Centro Interuniversitario di Studi sull'Edilizia abitativa tardoantica nel Mediterraneo (CISEM) presso l'Università di Bologna dal 28 al 31 ottobre 2019. L'ampio titolo "Abitare nel Mediterraneo tardoantico", già utilizzato per la seconda edizione dell'incontro di studio (Bologna 2-5 marzo 2016), è stato mantenuto al fine di costituire una vera e propria serie che si auspica possa essere arricchita dai prossimi convegni organizzati dal Centro, nell'ottica di una sempre più ampia condivisione e diffusione delle conoscenze in questo importante settore dell'archeologia tardoantica. Per offrire una panoramica dei più recenti risultati di ricerche relative a varie tipologie di abitazioni in un ampio arco cronologico (IV-VI secolo d.C.), i contributi sono presentati secondo un criterio geografico da Oriente verso Occidente: si parte quindi dalla Siria, per proseguire con Cipro, Asia Minore, Grecia, Dalmazia, Africa settentrionale e arrivare all'Italia, con Sicilia e Sardegna, e quindi spingersi nella Penisola iberica, fino alla Lusitania. Emerge un quadro assai ricco e variegato di modi e forme dell'abitare nelle diverse regioni del Mediterraneo, sulla base di un approccio il più possibile "globale" allo studio dei singoli edifici e del contesto storico-territoriale...
Riflessioni di Roma in Occidente. L'organizzazione degli spazi pubblici per il culto imperiale nelle Province Iberiche tra Augusto e i Flavi
"In questo volume Stefano Maggi fa confluire molte sue pluriennali ricerche sul mondo romano, ricche di risultati ma anche di prospettive e di intriganti problemi che restano ancora aperti. Un mondo caratterizzato dalla continua presenza di riflessi di quel che succede nella capitale, molteplici e però partecipanti anche alla creazione, nell'aspetto delle diverse città, di un linguaggio comune che fa sì che, nonostante le tante particolarità [...] un cittadino romano si sentisse sempre a casa, in qualsiasi città del mondo romano egli si trovasse" (Dal saggio introduttivo di Giorgio Bejor). Concentrandosi in particolare modo sull'arco cronologico tra età augustea e età Flavia, l'Autore presenta un approfondito studio sui paesaggi urbani iberici e riflette sul processo di strutturazione dei principali centri urbani e di omologazione con la capitale. Il volume è quindi un contributo all'archeologia delle province romane, alla metodologia della ricerca per lo studio dei contesti provinciali, ma anche alla riflessione su temi centrale nella storiografia moderna: la romanizzazione delle province, l'integrazione delle élites provinciali e il rapporto tra urbanizzazione, allestimento monumentale e evoluzione giuridico-amministrativa.
EUR 28.50