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Fate il nostro gioco. Gratta e vinci, azzardo e matematica
Che cosa ci faceva Yuran Lu, il giorno di Natale, nel bar-ricevitoria di un paesino del Massachusetts, davanti a un tavolo pieno di dollari e di migliaia di schedine da giocare? E su che colore avreste scommesso, quel lunedì d'agosto al casinò di Montecarlo, dopo aver visto uscire 26 neri di fila alla roulette? E ancora: credete sia più facile che un asteroide cada sulla terra o che proprio voi riusciate a fare 6 al SuperEnalotto? Tra giochi, miti e storie vere, Paolo Canova e Diego Rizzuto ci insegnano che i numeri sono una meravigliosa chiave di lettura per non cadere nell'inganno del "vincere facile". Ma ci dicono anche che la matematica non basta: il libro è un viaggio nei meccanismi che regolano la sorte e le decisioni dei giocatori, un percorso ricco di scoperte e di improvvise intuizioni, per chi vuole scoprire come funziona davvero quella cosa che ci ostiniamo a chiamare "fortuna". Il segreto per capire è divertirsi: preparatevi quindi a giocare, con un occhio alla razionalità e l'altro alle scintillanti - e spesso ingannevoli - luci del gioco d'azzardo.
EUR 13.30
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Grand hotel Italia. I segreti dei portieri dei grandi alberghi
Protagonisti di questo libro sono i concierge, i portieri dei grandi alberghi di lusso: psicologi e confidenti, uomini dei miracoli. Le loro storie sono speciali, come lo sono i loro clienti. Nicolò di Rienzo le ha raccolte e ne viene fuori un universo di eventi e personaggi che hanno segnato gli ultimi sessant'anni di storia italiana: dalla dolce vita a oggi, passando per Venezia, Sanremo, Milano, Roma, Santa Margherita, Ischia, Capri, Firenze, Abano Terme e Cortina. La loro voce racconta segreti, custoditi gelosamente, ricorda nomi, manie e capricci di divi o personaggi con il vizio del lusso e con qualche segreto: Totò, Anna Magnani, Kim Novak, Naomi Cambell, Claudia Schiffer, George Clooney, Licio Gelli, Grace Kelly, Angelo Rizzoli, Bill Gates, i Red Hot Chili Peppers, Madonna, Valeria Golino, gli arabi, i giapponesi, i russi. "Grand Hotel Italia" (edizione riveduta, ampliate e arricchita di materiale fotografico di "Nessun problema", uscito nel 2011) è un viaggio divertente, interessante e curioso in un Paese che, nell'arco di sessant'anni, è cambiato dal punto di vista sociale, economico, culturale, e che viene raccontato attraverso gli occhi e il cuore di chi si è visto arrivare e ripartire il...
Comprati e venduti. Storie di giornalisti, editori, padrini, padroni
"Fare il giornalista in un Paese lacerato dalia violenza delle mafie vuoi dire mettere in conto che nel mirino di quella violenza ci puoi finire anche tu. E i giornalisti - i troppi che in questi anni hanno subito avvertimenti, minacce, scomuniche - lo sanno. Quelli che ho conosciuto, quelli che abbiamo a lungo ascoltato, ci hanno consegnato parole di solitudine più che di preoccupazione. È il ritratto di un Paese, non solo di un mestiere. Racconta un sistema di poteri (non solo mafiosi) che continuano a considerare come un fastidio ogni voce libera, ogni cronista con la schiena dritta, ogni racconto - su quei poteri e sulle loro miserie - che non si pieghi all'adulazione alla menzogna. Sono giornalisti poco conosciuti, schivi, generosi, determinati. Una silenziosa e tenace comunità di giovani cronisti che ha raccolto l'eredità più autentica degli undici giornalisti uccisi da mafie e terrorismo in Italia, certamente la più preziosa."
EUR 11.40
Il mio basket è di chi lo gioca
Meo Sacchetti è uno dei giocatori di basket più celebri in Italia. Pilastro della Nazionale che nel 1980 ha vinto la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Mosca e nel 1983 l'oro agli europei, Meo ha segnato la pallacanestro italiana giocando a Bologna, Torino e Varese. Poi, dopo un grave infortunio, la svolta e l'inizio di una straordinaria carriera da allenatore che, l'anno scorso, lo ha portato a vincere Coppa Italia, Supercoppa e Scudetto con la Dinamo Sassari. Un triplete forse irripetibile per una squadra provinciale e il primo grande trionfo del basket sardo. Ma Meo Sacchetti è molto di più: personaggio spumeggiante, diretto nei modi e capace di sorprendere tifosi e addetti ai lavori con la sua schiettezza e simpatia. Il suo è un basket frizzante, fatto di corsa, tiro, fantasia, in cui i giocatori sono chiamati a esprimere liberamente le loro qualità. Nato ad Altamura in un campo profughi, la vita di Meo non è stata sempre facile; orfano di padre, Sacchetti ha dovuto farsi largo per trovare il proprio posto nel mondo della pallacanestro nazionale. "La vita molto presto mi ha detto arrangiati" dice Sacchetti in questa sua autobiografia scritta con...
Una vita cinese. Vol. 1: tempo del padre, Il.
"Una vita cinese" è l'autobiografia a fumetti dell'artista Li Kunwu, disegnata da lui stesso e scritta a quattro mani con P. Ôtié. "Il tempo del padre" è il primo di tre volumi che raccontano un viaggio nel tempo e nella storia. 1950. Mao Zedong è al potere da un anno quando sulle montagne dello Yunnan, nel sud della Cina, il segretario Li, irruente quadro comunista, conosce la giovane Xiao Tao. Dal loro matrimonio nasce Li Kunwu. Dall'infanzia rivoluzionaria alla morte di Mao, nei disegni di Li scopriamo la Cina del Grande timoniere attraverso i suoi occhi di bambino che non ha conosciuto altro che il regime comunista: la trama epica è affidata a una narrazione intima, che riflette la vita dell'autore, per più di trent'anni artista di Stato per il Partito comunista. L'autore si racconta rispettando fedelmente i fatti storici della sua vita, inevitabilmente intrecciata alla storia del suo paese: la Rivoluzione culturale, il Grande balzo in avanti. La mano di Li Kunwu, che unisce le tradizioni del pennello ai tratti caricaturali della propaganda maoista, raffigura la vertiginosa follia collettiva e la spirale di alienazione di un popolo ipnotizzato da Mao.
EUR 18.52
Vedi Offerta Bob Dylan. Il fantasma dell'elettricità
Un'autobiografia per interposto cantante, una lettera d'amore, un corpo a corpo romanzesco con un volto e una voce, che ci racconta moltissimo di Bob Dylan, ma anche del nostro rapporto con il mistero della musica.\r\n\r\n“La discografia di Bob Dylan non esiste. Non c'è, non sussiste, non respira su questo pianeta. Agente, è inutile che lei vada a cercare l'elenco cronologico dei dischi pubblicati in vita - studio, live, antologie, omaggi, eccetera - su Wikipedia, perché quello è un elenco fantasma. Devo essere più chiaro? Non ha un senso, non ha un significato. Sì, certo. I dischi esistono, hanno una consistenza fisica, e sono apparsi in quell'ordine. Eppure sono fantasmi. Dylan non è un cantante, ma un flusso musicale, una tradizione che si protrae, un ininterrotto dialogo tra quello che è stato e quello che sarà nella musica americana. Sì, certo, ho bevuto molto e ora sto per dirle che Dylan esisteva ben prima che esistesse Dylan e lei, agente, non capirà. Ma non importa. Non capire a volte è importante, è l'inizio delle cose belle.”\r\n\r\nIl fantasma dell'elettricità è un'autobiografia per interposto cantante, una lettera d'amore, un corpo a corpo romanzesco con un volto...
Cantona. Come è diventato leggenda
Eric Cantona è una persona estremamente sensibile.\r\n\r\nRaccontare Cantona non è un gioco. Daniele Manusia lo fa.\r\n\r\n“Il volume di Manusia è una perla di umanità e sport” - Finzioni magazine\r\n\r\n“È più un romanzo che una fredda biografia, perché c'è suspense, c'è azione, ci sono cadute e uscite di scena e rientri scenografici e botte-e-risposta” - Rivista Studio\r\n\r\nEric Cantona ha smesso di giocare a calcio una prima volta a ventiquattro anni, poi una seconda a trenta. Ha preso a calci e pugni un tifoso del Crystal Palace nel gennaio del 1995 ed è stato squalificato per otto mesi. Ha scagliato il pallone su un arbitro che gli aveva fischiato un fallo contro nel 1991. Ha gettato a terra la maglia dell'Olympique Marsiglia durante un'amichevole di beneficenza. Ha dato del sac à merde ad Henri Michel, allenatore della nazionale francese, nel 1988.\r\n\r\nEric Cantona è una persona estremamente irritabile.\r\n\r\nEric Cantona ha recitato in una ventina di film e molte pubblicità. Ha fatto un film con Ken Loach. È il direttore sportivo dei New York Cosmos. Dipinge e colleziona quadri da quando ha vent'anni. Ha pubblicato libri di fotografie in bianco e nero. Nel 2010 ha provato a...
La favolosa storia delle verdure
Cardi e carciofi, topinambur, cavoli, pastinaca, carote, piselli, pomodori, fagioli, zucche, peperoni: quando si mangia la verdura, si inghiotte la storia del mondo. In un ortaggio si incontrano la grande Storia e la storia dei ricordi di ognuno di noi: le conquiste, la via delle spezie, l'apertura di passaggi marittimi, il commercio tra gli Imperi, l'economia, la diplomazia e la politica mescolati a racconti di madri e padri, di nonne e nonni, cucine e dispense piene di sapori. Passando da un orto a una poesia, da un quadro a un'ortolana che con la voce squillante tesse le lodi dell'insalata appena colta; da una canzone a un conquistador che trasporta nuovi germogli e condimenti nelle murate della sua caravella, l'autrice ritrova le tracce di una storia favolosa che porta il lettore di paese in paese, da una sfera simbolica a un'altra - perché le carote fanno gli occhi belli e i bambini nascono sotto i cavoli? - viaggiando nello spazio e nel tempo, dalla sfera collettiva a quella più intima. Nel libro c'è un capitolo dedicato all'Italia, alla Sicilia e ai suoi mercati da tempo meta delle vacanze e luogo del cuore dell'autrice.
EUR...
L' arte dell'attesa
Quanto è lungo il tempo delle nostre vite impiegato ad aspettare? Un amore, una telefonata, una nascita, ma anche l'esito di un esame, l'accettazione di un'offerta, un treno. Gran parte della nostra esistenza è una lunga attesa di qualcosa che è alle porte, ma che potrebbe anche non arrivare mai. Siamo in bilico tra certezza e dubbio, speranza e malinconia in attesa che... In questo libro Andrea Köhler si mette sulle tracce dell'aspettare, di quello spazio di tempo in cui ciò che deve compiersi è ancora un'idea e il nostro cuore è sospeso tra un qui e un altrove. Con l'aiuto dei grandi scrittori e filosofi del passato (da Barthes a Nabokov, da Kafka a Beckett) l'autrice ci conduce in un spazio che non sempre sappiamo vedere, ma in cui siamo perennemente immersi. La certezza è che il tempo di chi aspetta è un dono da coltivare con cura.
EUR 13.30
Lanterne in volo
Erano passati dieci anni da quando Dahai aveva sepolto il suo diario. Il taccuino in pelle lo aspettava nella terra secca ai piedi di un pino, in cima al monte dietro la casa della sua infanzia. Dahai lo aveva interrato a dìciott'anni, in una scatoletta scura di teak che serviva per conservare il tè, insieme a un pacchetto di sigarette e a qualche vecchia fotografia. Nato nel 1985, Dahai era un figlio della nuova Cina. La sua era la prima generazione a non avere ricordi di Tiananmen, una generazione di figli unici, in un paese che cresceva veloce quanto loro: nati nel suo presente vorticoso, eredi del suo futuro incerto. Questa è la generazione che cambierà la Cina e il mondo: trecentoventi milioni di giovani, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti. Dahai, figlio di un militare che sfoga curiosità e insoddisfazione online, «ripostare è potere»; Xiaoxiao, hipster del gelido nord che sfida la regola che ancora oggi vuole le donne sposate presto, prima di tramutarsi in scarti; Snail, schiacciato da un serio problema di dipendenza dai videogiochi online e motivato dal desiderio di lasciare la campagna; Fred, figlia di un uomo del Partito...
Coach Wooden and me. 50 anni di amicizia dentro e fuori dal campo
Coach Wooden and me è la biografia di un grande allenatore e l'omaggio a un uomo, al basket e alla vita. Un libro per chi ama lo sport e per chi crede nel valore dell'amicizia. 50 anni di amicizia dentro e fuori dal campo.\r\n\r\nAll'età di 18 anni Lew Alcindor da New York City approda a Los Angeles, a UCLA alla corte di John Wooden. Tra i due nasce un rapporto di amicizia e fiducia tra i più duraturi della storia dello sport, raccontato da due foto scattate nello stesso luogo a 41 anni di distanza.\r\n\r\nNella prima un allenatore bianco, cinquantaseienne, indica a un diciannovenne nero di due metri e venti come si sta in campo. Nella seconda, lo stesso uomo bianco, quasi centenario, si appoggia a quel ragazzo nero, ormai uno degli sportivi più famosi del mondo, per uscire dal campo tra gli applausi.\r\nDopo la morte di Wooden nel 2010, Kareem Abdul-Jabbar ha iniziato a pensare e scrivere questo libro, pubblicato a maggio 2017 in America e subito diventato un best seller, in cui racconta i particolari di un rapporto sportivo, umano e culturale che ha segnato la sua vita.\r\n\r\nRicco di aneddoti, di...
Atlante delle frontiere. Muri, conflitti, migrazioni
Migranti, Brexit, conflitti ai confini della Russia e in Medio Oriente, tensioni in Asia, un muro tra il Messico e gli Stati Uniti: le frontiere non sono mai state così attuali.\r\n\r\n«In quest'epoca di transizione e grandi migrazioni, bisogna leggere e rileggere questo indispensabile "Atlante delle frontiere"» - Alain Franchon, Le Monde\r\n\r\nEsistono 323 frontiere terrestri su circa 250.000 km. Aggiungendo le frontiere marittime, delimitate o meno, si arriva a un totale di circa 750 frontiere tra Stati. Alcune si attraversano facilmente, altre sono invalicabili, alcune sono visibili, altre invisibili (aeree, astronomiche). Ma esistono anche frontiere immaginarie o arbitrarie: politiche, economiche, culturali (lingua, religione, civiltà) che quasi mai coincidono con le frontiere internazionali. Quali sono le frontiere esterne dell'Europa: quelle dello spazio Schengen, quelle dell'Unione Europea o quelle dell'Europa in quanto idea o concetto? Le tre non si sovrappongono. Si possono tracciare linee di separazione tra grandi aree culturali? Dove comincia l'Asia? Qual è la frontiera più militarizzata? Qual è il muro di difesa più lungo? E il reticolato più alto? Come si determinano le frontiere aeree? Ci sono ancora "zone bianche", le terrae nullius che non appartengono a nessuno? Il cambiamento climatico può modificare...
Freedom hospital. Una storia siriana
Una delle narrazioni più potenti della catastrofe siriana, raccontata in bianco e nero.\r\n\r\nÈ la primavera del 2012 e 40.000 persone sono morte dall'inizio della primavera araba siriana. In una piccola città di provincia, inventata ma che somiglia a molte città del nord della Siria, Yasmine, pacifista militante, ha istituito un ospedale clandestino. La città in cui vive è controllata dal regime di Assad, ma è relativamente stabile. Nell'ospedale vivono con lei undici figure, malati e medici, che rispecchiano la complessità della società siriana: un curdo, un alauita, una giornalista franco-siriana, membri dell'armata libera e un islamista radicale. Al ritmo delle stagioni, il libro racconta le loro vite, l'impegno politico, il tradimento, le amicizie che si rompono e si ricompongono, sotto l'ombrello onnipresente della guerra. Fino a una nuova primavera. Prefazione di Cecilia Strada.
EUR 18.52
Il pittore dei Khmer rossi. Cambogia
Vann Nath, uno dei sette sopravvissuti delle quattordicimila persone torturate e uccise nella prigione S-21 Tuoi Sleng in Cambogia, racconta la propria storia e quella del perverso regime di Pol Pot. Vann Nath era un pittore e il potere dell'immagine gli salvò la vita: è stata ritrovata la lista di prigionieri su cui campeggiava la scritta «distruggere» e dove il suo nome era stato sottolineato in rosso e affiancato dalle parole «tenere e usare». Da quel giorno il regime gli chiese di dipingere ritratti di Pol Pot e questo gli permise di giungere vivo alla fine della dittatura. Vann Nath lavorò all'apertura del Museo del genocidio e ripercorse coraggiosamente gli orrori del regime, dipingendo ciò che ricordava degli arresti, delle torture, degli omicidi. Paradossalmente, nello sterminio che costò la vita a un terzo della popolazione cambogiana, i Khmer rossi risparmiarono proprio colui che con la sua arte poteva riprodurre in immagini le loro atrocità. Vann Nath ha testimoniato al Tribunale speciale per i Khmer rossi, e i suoi dipinti sono stati usati come prove, contribuendo alla condanna all'ergastolo di Duch, il feroce direttore della prigione, per tortura, stupro, omicidio e crimini contro l'umanità....
Io sono Una
"Io sono Una" è un racconto intimo che grazie alla forza dell'arte diventa una potente denuncia della violenza di genere. Nel 1977 Una ha dodici anni. I ragazzi della sua età ascoltano punk o ska, invece lei sta imparando a suonare con la chitarra "Mull of Kintyre" dei Wings. È quella la musica che le piace. In quegli anni, nello Yorkshire, la figura di un inafferrabile Squartatore miete vittime tra le donne occupando le prime pagine dei giornali. Alle ragazze si consiglia «di vestire in modo non appariscente», «di tornare a casa presto la sera», «di comportarsi in modo consono», in un assurdo cortocircuito secondo cui la colpa della violenza è da imputare anche alle vittime. Dopo un episodio di abuso, Una, da ragazza sicura di sé, si trasforma e decide di imparare ad «abbassare lo sguardo» per allontanare l'attenzione dei ragazzi. Sola, impotente e piena di una vergogna che la porta a credere di essere «guasta», la protagonista di questo struggente memoir è costretta a fare i conti prima con il mondo che non sa ascoltare, poi con le proprie ferite. La storia di Una - il mio nome è Una, una...
L' uomo che coltivava conchiglie. Autobiografia di un giornalista
«Caro Gigi, Carlo Levi diceva che il futuro ha un cuore antico. Spesso tu mi hai chiesto: chi eravamo? Poi il tempo fuggiva sempre, e forse non ho mai saputo essere esauriente. Così ti ho scritto queste note. […] Più che una memoria, è un lungo racconto che attraversa sessant'anni di vita.» Comincia così il libro che Cesare Roccati scrive per raccontare al figlio la sua vita - «vissuta con tanta gente e come tanta gente». Una memoria personale - l'infanzia di provincia, la vita nel dopoguerra a Chieri, 12.000 abitanti e 12 chiese, la varia umanità del caffè di paese, - e una storia collettiva - la Fiat, l'autunno caldo, la Gazzetta del Popolo, l'autogestione, il sindacato, La Stampa, l'arte - con lo sguardo sempre rivolto all'altro, a chi con lui ha fatto o a chi con lui ha assistito a quanto accadeva. Dopo una vita spesa nelle redazioni dei giornali, sul fronte dell'economia, dove con le parole di Luigi Ciotti «Cesare trasformava i numeri nella carne delle persone», l'uomo che coltivava conchiglie era tornato tra le sue antiche colline, col passo lento di chi conosce la terra, per modellare legno da...
Renzo, Lucia e io. Perché, per me, «I promessi sposi» è un romanzo meraviglioso
Questo libro è un percorso nei sotterranei dei Promessi Sposi, e Fois è la guida che conduce il lettore a scoprire un sorprendente sistema di vasi comunicanti, tra letteratura, pittura, scultura, musica, e cinema.\r\n\r\n"Leggere un classico è come visitare i sotterranei di una città. In superficie, alla luce del sole, si stratifica il mutamento, ma lì sotto, nel sistema circolatorio, si può individuare l'articolazione delle fondamenta, affascinanti, labirintiche, semplificate e sostanziali, come le sinopie sotto gli affreschi"\r\n\r\nCosa lega Renzo a Ulisse, Lucia a Elena di Troia, la peste descritta da Lucrezio a quella che si porta via la piccola Cecilia e la bimba con il cappottino rosso di Schindler's List? E cosa c'entra la contorsione del Laocoonte, del Cristo del "Giudizio Universale" di Michelangelo, delle figure di Matisse, di Picasso, di El Greco con don Abbondio? Nessuno stupore se nel labirinto ci si imbatte in Rossella O'Hara che dialoga con Federigo degli Alberighi e don Rodrigo, o se si scopre che Renzo e Lucia sono i cugini del Nord dei personaggi della "Terra trema" di Luchino Visconti... Fois svela il coraggio e la temerarietà di Alessandro Manzoni, ma anche la ricchezza di un...
Feste in lacrime. Racconti dalla Thailandia
Una porta d'accesso all'universo contemporaneo della Thailandia, una società in viaggio tra modernità e tradizione, dove le contraddizioni sono spaventose ed esilaranti\r\n\r\n"Feste in lacrime" è una raccolta di dodici racconti di Prabda Yoon, figura di spicco dell'ambiente culturale e creativo thailandese. L'autore gioca in maniera inedita con la lingua, ricorrendo al poetico e al pop, costruendo ambientazioni in bilico tra il surreale e il vivido. I racconti sono inquieti, divertenti e caratterizzati da atmosfere misteriose e malinconiche. Una coppia fa l'amore durante un temporale e le loro attività sono interrotte dal crollo di due lettere giganti sul tetto di casa con conseguenze imprevedibili in "Qualcosa nell'aria"; un giovane incontra un misterioso uomo anziano di nome Ei Ploang al Lumpini Park, e questo lo costringe a considerare la natura intrecciata del bene e del male; in "Sonno vigile" un uomo di nome Natee è ossessionato dalla perdita dei bottoni del pigiama ed è trascinato in una strana fantasticheria sulla natura dei sogni e le qualità dei pigiama rossi e gialli (allegoria della cultura politica thailandese, divisa tra due partiti conosciuti come camicie rosse e gialle). In "Neve per la mamma", una madre aspetta che...
Gian Maria Volonté
È stato il bandito Cavallero, Enrico Mattei, l'anarchico Bartolomeo Vanzetti e Lucky Luciano, Aldo Moro e Teofilatto dei Leonzi dell'"Armata Brancaleone", El Indio di "Per qualche dollaro in più" e l'operaio Lulù Massa: Gian Maria Volonté ha costruito il film della sua vita attraverso grandi collaborazioni e incredibili rifiuti, spesso al fianco di donne straordinarie. Un viaggio lungo poco più di sessant'anni, cominciato durante il ventennio fascista, a Torino, e chiuso all'alba del primo governo Berlusconi. Ma chi era davvero Gian Maria Volonté? Emigrante in Francia per fuggire da un padre ingombrante e dalla gente che lo fermava perché figlio di un fascista, i carri di Tespi, l'Accademia d'arte drammatica di Roma, esordi a teatro poi il cinema e la televisione, ma anche istruttore di vela, cubano sottotraccia, militante del partito Comunista ed extraparlamentare, provocatore, esponente del sindacato attori, antesignano del Sessantotto. Per lui, professionalità, etica e impegno politico erano princìpi imprescindibili. Ma cosa c'è oltre l'icona dell'attore contro? Mirko Capozzoli scrive una biografia pubblica e privata di Volonté, in un libro arricchito da documenti e testimonianze tra cui le interviste ad Armenia Balducci, Carla Gravina, Angelica Ippolito e Tiziana Mischi. Interviste di...
Tutte le ragazze avanti!
Durante i concerti dei Bikini Kill, Kathleen Hannah urlava sempre dal palco: "Tutte le ragazze vengano avanti!". Solo dopo la band cominciava a suonare. Così, in un mondo abituato a escluderle, riservava alle ragazze un posto in prima fila da cui osservare lo spettacolo, ascoltare la musica, partecipare al concerto cantando la propria rabbia e la semplice gioia di esserci tutte. Ci siamo chiesti cosa significhi essere femminista, oggi, in Italia. Abbiamo trovato undici risposte di giovani intellettuali e artiste: essere guerriera fin da bambina come Giulia Gianni; sfidare i limiti imposti dalla società con l'obiettivo di essere libera come Lucia Brandoli, essere adulta dopo un'adolescenza passata in una provincia che ti immagina solo moglie e madre come Giulia Perona. Femminista è anche il modo di guardare e "leggere" le serie televisive come fa Marina Pierri o lo sguardo con cui si attraversa il mondo del lavoro, per essere emancipata come raccontano Giulia Cavaliere e Claudia Durastanti, che nel suo essere scrittrice riflette sulle storiche ondate del femminismo che si sono incrociate con le battaglie per i diritti umani. La storia di questo femminismo moderno passa anche attraverso il corpo, in quell'essere cicciona,...