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La caduta della civiltà nel V e nel XXI secolo
Si tratta di un'approfondita opera storico-politica che espone dei fatti e ne trae delle logiche conclusioni. Il raffronto tra V secolo (l'epoca delle invasioni barbariche in Occidente) e XXI sembrerebbe azzardato o quantomeno poco plausibile, eppure leggendo si scopre che le similitudini sono numerose e calzanti (la pressione sui confini, l'irrompere di una nuova religione, la globalizzazione...). Si scopre anche che i cittadini romani del V secolo erano convinti, come lo siamo noi oggi, che le acute crisi dell'epoca fossero passeggere e che la civiltà raggiunta sarebbe durata per sempre. Purtroppo si sbagliavano e, senza abusare della teoria dei corsi e ricorsi storici, faremmo bene a considerare con attenzione le questioni qui sollevate. Oltre alla visione storica d'insieme, l'autore espone delle scomode verità e analizza dettagliatamente gli squilibri del nostro tempo. Il pessimismo della ragione che trapela quando ci fa rilevare che la nostra civiltà marcia verso l'autodistruzione nonostante il progresso tecnologico, è temperato dall'ottimismo della volontà quando vengono proposte ragionevoli (ma drastiche) soluzioni per i problemi che ci affliggono. Si tratta di un'opera appassionata ed esauriente che merita di essere conosciuta perché lancia un motivato allarme da raccogliere a tutti i costi....
Stato e Chiesa nel Regno d'Italia al tempo di Ludovico II (844-875)
Le tavole di Ganimede
Questa opera giovanile dell'autore evoca, con un racconto epico ambientato in un mondo alieno, la leggenda di uno scontro tra creature per le quali la dimensione eroica è più connaturata ed agevole, da cui più facilmente può scaturite la linfa della trasfigurazione poetica e trarre origine il richiamo intenso del mito.
EUR 11.40
Giuseppe Verdi e la cultura del melodramma
Verdi incarna nell'immaginario collettivo lo spirito risorgimentale nel campo della cultura musicale. Sostenitore dell'Unità del Paese e degli ideali di libertà e di giustizia, soprattutto con le prime opere, assume il profilo di vate di quella opinione che non tardò a specchiarsi nelle storie conflittuali proposte dai melodrammi patriottici, notoriamente il Nabucco del 1842, I Lombardi alla prima crociata dell'anno successivo ed i Vespri siciliani del 1855. Si è molto enfatizzato a proposito del contributo dato da Verdi, per mezzo del teatro musicale, alla diffusione di una cultura di tipo nazionale popolare. In proposito non pochi studiosi concludono che sono piuttosto i significati extramusicali ad avere costruito il mito verdiano. Non per ciò, tuttavia, la grandezza di Verdi musicista risulterebbe sminuita. Prova ne è la produzione delle opere successive al ciclo patriottico in cui Verdi rivela eccezionali capacità di compositore e di uomo di scena. Il presente saggio, ben lungi dal proporre aspetti nuovi dell'opera e dell'esperienza verdiana, mediante una sintesi ricostruttiva intende attirare l'attenzione su alcuni temi della cultura del melodramma quale potente veicolo di significati, di idee e di valori fatti propri dalla nascente opinione pubblica ottocentesca.
EUR 19.00
Pitagora filosofo e maestro di verità
In accordo con la tradizione più antica ed autorevole, di cui si definiscono limiti e caratteristiche, la figura di Pitagora viene considerata nella duplice veste di maestro di verità e filosofo e studiata nel contesto dei vari ambienti in cui Pitagora e il Pitagorismo di V e IV secolo si è sviluppato ed ha avuto un suo ruolo: Samo, luogo di nascita del filosofo e ambiente della sua formazione; Crotone, prima sede del movimento da lui creato, teatro della sua affermazione ma anche della grande crisi sopravvenuta negli anni centrali del V secolo; Metaponto, seconda tappa dell'esperienza di Pitagora in Magna Grecia e caratteri assunti dal locale Pitagorismo e in riferimento alla gestione della vittoria su Sibari e alla guerra civile suscitata dai Pitagorici crotoniati; sviluppo del Pitagorismo tarantino e forme assunte dalle sue rinnovate prospettive politiche. Si prende in considerazione quindi il ruolo complessivo del Pitagorismo in Magna Grecia a partire dalla duplice esperienza crotoniate prima e tarantina dopo e si conclude con l'analisi dei risvolti italici prima e romani dopo assunti dal Pitagorismo.
EUR 33.25
Le anfore di Apani (Brindisi)
Il libro raccoglie in maniera complessiva i dati scaturiti dallo studio delle anfore commerciali di tipo vinario ed oleario, prodotte in età tardorepubblicana nell'insediamento artigianale di Apani, il più antico dei contesti produttivi nell'agro brindisino, segnalato sul finire dell'ottocento dall'arcidiacono Giovanni Tarantini e scoperto, nella metà degli anni sessanta del secolo scorso, da Benita Sciarra. Il lavoro sistematico ed analitico svolto su un campione ampio ed omogeneo di materiale proveniente da un unico ambito produttivo è stato impostato, con la guida di Daniele Manacorda, in occasione della tesi di laurea dell'autrice, raggiungendo l'obiettivo dell'individuazione tipologica delle anfore di Apani - riferimento essenziale per la complessiva produzione anforaria brindisina - attraverso la definizione del repertorio morfologico e l'edizione di un catalogo onomastico, ricavato sulla base dello studio delle migliaia di bolli impressi sulle anse dei contenitori.
EUR 38.00
Cittadini a confronto. I rilievi funerari con figure di politai nell'Asia Minore ellenistica e romana
Durante l'epoca ellenistica nelle poleis dell'Asia Minore mediterranea è attestata un'enorme diffusione delle stele a rilievo quali semata funerari per eccellenza, monumenti caratterizzati da soluzioni spesso originali di ciascuna città, pur nell'adozione di tematiche e iconografie standardizzate. In particolare, colpisce il largo successo che conobbe l'iconografia detta del polites, per l'uso da parte dei committenti di farsi raffigurare nella veste di cittadino che, assieme a elementi accessori, esprimeva i valori cardine del buon polites, le virtù civiche che era importante sottolineare agli occhi dei propri concittadini. In otto centri la presenza di tale tematica raggiunge o supera la decina di esemplari e offre l'occasione per una disamina della mentalità sottesa ai monumenti su cui è presente, ricondotti al più ampio contesto fisico delle necropoli che li ospitarono, a quello ideale delle restanti forme di autorappresentazione funeraria attestate e a quello storico-sociale della polis in cui furono prodotti o adottati. Il risultato è un quadro piuttosto eterogeneo delle otto poleis (Rodi, Samo, Efeso, Chio, Smirne, Lesbo, Cizico e Bisanzio), con significative differenze di linguaggio e di mentalità, spia della multiformità di una regione e di una produzione artistica spesso viste come unità omogenee e...
L' isola delle madri. Una rilettura della documentazione archeologica di donne con bambini in Sicilia
Mentre le Madri del Faust di Goethe sono auguste dee assise in trono, isolate e silenziose, che mettono tutti a disagio, le madri di questo volume sono modeste e anonime figure femminili, che con semplice atteggiamento "materno" reggono tra le braccia un bambino, talora allattandolo. Potrebbero essere dee, ma potrebbero anche non esserlo. E l'isola in questione è la Sicilia, terra da cui provengono numerose raffigurazioni di queste madri e che è peraltro, per eccellenza, terra di dee, di madri, di sante. La straordinaria abbondanza (e continuità, e omogeneità) di statuine raffiguranti donne che allattano e la convenzionale peculiarità di un'isola connessa profondamente con il divino femminile costituiscono i punti di partenza per apparentemente divaganti itinerari archeologici, storici e storico-religiosi. Ma essi finiscono per convergere intorno all'ipotesi dell'esistenza sull'isola di culti rivolti a dee curotrofe (connesse genericamente con aspetti della maternità) e ctonie (legate al mondo dei morti e alla terra, intesa insieme come fonte di vita e luogo di morte). Le origini più remote e le caratteristiche più tipiche di queste divinità femminili, che da un certo momento assumeranno nomi greci (tra cui Demetra e Kore), vanno verosimilmente cercate nel mondo indigeno,...
Monumenta linguae raeticae
I Monumenta Linguae Raeticae raccolgono le iscrizioni provenienti dalla regione abitata dai Raeti - che comprendeva Trentino, Alto Adige, Tirolo, parte del Veneto e Bassa Engadina in Svizzera - durante la seconda età del Ferro, dalla fine del VI fino al I secolo a.C. È oggi un dato acquisito che la lingua retica appartiene alla famiglia linguistica non indo-europea chiamata "Tirrenico Comune", che comprende anche l'Etrusco e la lingua dell'isola di Lemnos nell'Egeo settentrionale. Le iscrizioni sono ordinate nel volume secondo l'ordine alfabetico dei luoghi di rinvenimento, riportati in una carta geografica nel ripiego di copertina. Ogni scheda contiene: la descrizione del supporto, l'analisi dell'iscrizione, foto e disegni, l'apparato critico e, dove possibile, la cronologia epigrafica ottenuta mediante analisi di seriazione. Completano il volume un apparato di tavole e gli indici sistematici.
EUR 47.50
Il Pantheon di Agrippa
A partire dalla fine del XIX secolo, quando George Chédanne stabilì senza alcuna ombra di dubbio che il Pantheon fosse databile in base alle murature e ai bolli di mattone ad età adrianea (malgrado si reputi ormai che i lavori siano iniziati durante il principato di Traiano), si è aperta una polemica, talora assai aspra, sull'impianto e sull'orientamento del primitivo Pantheon, realizzato nel 27 o nel 25 a.C. I sondaggi eseguiti nel 1996/97 davanti alla facciata del Pantheon hanno condotto alla definitiva conclusione che l'edificio di età augustea fosse rivolto a nord e che avesse una facciata di misura simile a quella dell'edificio adrianeo. A questo punto, si può meglio impostare il discorso sul rapporto tra il Pantheon, il mausoleo di Augusto, l'obelisco/meridiana che il principe fece erigere nel 10 a.C. nel Campo Marzio settentrionale dedicandolo al Sol, e l'ara Pacis. È verosimile che i quattro monumenti siano partecipi di un medesimo programma teso a prefigurare la futura divinizzazione di Augusto.
EUR 23.75
Deposito bagagli. Diario di viaggio verso la notte
"Deposito bagagli è una sorta di journal intime in cui ho annotato riflessioni tragiche e divagazioni comiche, terrori e frivolezze, e poi le nostalgie e le disperazioni di una vita doppia perché tagliata dal rasoio della sventura. La quale, impietosa, mi ha costretto a prendere atto che ho attraversato l'esistenza senza in realtà possederla: una sensazione sgradevole, a tratti angosciante, che alla svolta dei settant'anni ha suscitato in me il bisogno di tornare a camminare nel tempo per ritrovare un ultimo legame tra scrittura e vita. Mi sono così mosso dall'infanzia contadina alla maturità intellettuale, fino al bordo della notte incipiente. Compagni di viaggio sono stati, fra gli altri, Schopenhauer e Leopardi, Nietzsche e Camus, ma pure Battisti e De Andrè, Gaber e Vasco Rossi. Il rewind della memoria ha insomma risvegliato in me sia il lato esistenzial-filosofico che quello musical-canoro. Il risultato è questo singolare zibaldone, espressione cartacea dell'indicibile mai detto finora che ha trovato la via per depositarsi sulla pagina; soprattutto sull'ultima surreale pagina, dove il tragico - grazie ad una rondine - si trasforma nel comico, il quale più e meglio del tragico fa capire quale teatro dell'assurdo sia il...
La tecnica edilizia romana con particolare riguardo a Roma e Lazio
The sacred wood of Bomarzo. Colouring Book
Il Sacro bosco di Bomarzo, ideato dal Principe Vicino Orsini nel 1552, è comunemente definito Parco dei mostri per la presenza di sculture fantastiche e grottesche disseminate in un terreno boscoso. Il paesaggio presenta una minacciosa popolazione di massi, generata da un sommovimento tellurico: rocce, scolpite sul posto, si sono animate prendendo forma di terribili creature disseminate lungo percorsi scoscesi, tra alberi e vegetazione selvaggia. Il giardino, anche se inserito nella cultura architettonica naturalistica del secondo Cinquecento, costituisce un unicum, in quanto si differenzia dai raffinati giardini all'italiana rinascimentali caratterizzati da rigore e simmetria delle forme. Il Sacro bosco si presenta come un'avventurosa sequenza di apparizioni, ora spaventevoli, ora amene, che il visitatore scopre l'una dopo l'altra nel verde della selva, con stupore senza un ordine logico senza un percorso stabilito. Autentico labirinto di simboli avvolge chiunque ci si addentri fisicamente e intellettualmente, offrendo soluzioni del tutto irregolari. L'ideatore del singolo giardino è riuscito, con i suoi elementi giganteschi, a creare un rapporto sconcertante con la natura. L'incubo e la spensieratezza del Bosco magico sono delle forti componenti che si ritrovano nei poemi cavallereschi, in voga in quel periodo, immergendo il parco in...
Le relazioni diplomatiche di Roma. Vol. 7: Problemi e contraccolpi della grande espansione egemonica (188-183 a.C.).
Con il presente volume la serie de Le relazioni diplomatiche di Roma - di cui i primi due fascicoli sono stati pubblicati presso la casa editrice Herder (1. Dall'età regia alla conquista del primato in Italia, 753-265 a.C. e 2. Dall'intervento in Sicilia fino alla invasione annibalica, 264-216 a.C.) e i secondi due dalla casa editrice Scienze e Lettere (3. Dalla resistenza di Fabio fino alla vittoria di Scipione, 215-201 a.C. e 4. Dalla 'liberazione della Grecia' alla pace infida con Antioco III) - si arricchisce di un nuovo titolo, Prassi diplomatiche dello imperialismo romano, con il quale si intende sottolineare l'importanza che nuove strategie di contatto assumono nel corso del II secolo a.C. Anche in questa serie l'autore si propone di raccogliere e produrre tutte le fonti relative agli atti diplomatici - in particolare l'invio e la ricezione di ambascerie, ma anche i contatti informali e l'istituzione di rapporti di patronato - che costellano la storia di Roma, inserendole in un contesto narrativo che ne giustifichi la ragione storica, e corredandole di abbondanti indici, che possano costituire uno strumento utile per ulteriori ricerche.
EUR 28.50
Il corpo e la comunità dei parlanti: parole dovute, abusate, pretermesse. Casi che interrogano dall'antichità al presente
«Le parole sono importanti!». Il grido memorabile è da condividere. Il linguaggio è funzione e potenziamento della comunità identificatasi nel quotidiano e nella resistenza a sopravvivere: è parte del corpo e incide sul corpo. Nella vita sociale corpo e linguaggio sono attori: prima l'insieme negli spazi comuni, per gli atti che influiscono sulla sopravvivenza. Poi i corpi singoli, in gruppi, in coppia. Corpi maschili, femminili e transgender. Il linguaggio si stratifica, tende a depositarsi in cerchie definite, come nel Lessico famigliare della Ginzburg, o nella memoria individuale. Nella comunità linguaggio e corpo si confrontano con i ritmi del vivere, risanano le mutilazioni, definiscono consuetudini e saperi condivisi. Ma strati e cerchie sono in movimento. È parte della storia identificare il livello del linguaggio, gli usi del silenzio dalla censura alla scaramanzia alla damnatio memoriae, evidenziare se esso si generalizzi in scienza e in arte, se si cristallizzi in stereotipo. In contemporanea è compito della storia evidenziare le manipolazioni del corpo e dei corpi. Dall'antico ad oggi si raccolgono casi in cui contorsioni del linguaggio consuete per determinate situazioni corporali interrogano su fenomeni rilevanti della società.
EUR 23.75
La bottega del Pittore di Himera e le altre officine protosiceliote. Stile, iconografia, contesti, cronologia
La revisione effettuata sulla ceramica a figure rosse protosiceliota e l'analisi sistematica del materiale proveniente dagli scavi sul pianoro di Himera offrono un'importante occasione per mettere in pratica un approccio che potremmo definire di tipo "integrato", dove la tradizionale analisi stilistica si accompagna alle informazioni scaturite dallo studio attento delle iconografie, passando per un dettagliato esame della morfologia dei manufatti, fino ad arrivare all'analisi quantitativa e distributiva dell'intera produzione protosiceliota. Tali elementi, grazie ai quali l'autore tenta di offrire una visione globale di questa "fenomenologia artigianale", permettono così di ridefinire alcune questioni legate alle origini delle prime produzioni siceliote a figure rosse, oggetto ormai da decenni di stimolanti e controversi dibattiti. In particolare, il caso della bottega del Pittore di Himera costituisce un banco di prova estremamente adeguato per analizzare anche il rapporto tra produzione, contesto e mercato da una prospettiva che potremmo definire piuttosto "eccezionale" se si considera la provenienza dei numerosi esemplari figurati imeresi da un contesto abitativo, circostanza rara nei ritrovamenti di questa classe ceramica in Occidente.
EUR 76.00
Antico Siam. Lo splendore dei regni Thai. Mostra celebrativa per il 150° Anniversario del Trattato di Amicizia e Commercio tra Italia e Thailandia (Roma, MuCiv - Museo delle Civiltà, 18 maggio - ...
Era il 3 ottobre del 1868 quando i due ministri plenipotenziari delegati dai sovrani d'Italia e del Regno di Siam, oggi Thailandia, concludevano e firmavano a Londra il "Trattato di Amicizia e Commercio" fra il Re d'Italia ed il Re del Siam, la cui ratifica giungerà per la parte italiana nel gennaio dell'anno successivo. L'Italia era da poco diventata uno stato unitario ed il governo risiedeva a Firenze, capitale "provvisoria" prima della presa di Roma del 20 settembre 1870. Il Regno di Siam, riunificato da circa un secolo, sviluppatosi nel XIX secolo intorno all'isola di Rattanakosin, che diventerà l'attuale Bangkok, modernizzato grazie al forte impulso dato dal re Rama IV, "Padre della Scienza e della Tecnologia", si apriva all'Europa conservando gelosamente e tenacemente la sua indipendenza contro le mire espansionistiche del colonialismo occidentale. Ricordando tutto questo, le celebrazioni del 150° anniversario del primo trattato e dell'avvio di stabili relazioni diplomatiche tra i due Paesi, hanno visto, dall'ottobre del 2018, numerose iniziative di carattere culturale organizzate sia in Italia che in Thailandia. Portato a Roma dalla Reale Ambasciata di Thailandia presso il Teatro Argentina (7 Maggio 2018), è stato memorabile lo spettacolo, nell'esecuzione dei...
Ladri di futuro. Il concorrere e la grande impostura dell'università italiana
Passeggiare tra i concorsi universitari italiani delle scienze umanistiche vuol dire conoscere un pezzo importante della nostra società, quello delle regole non scritte, ma silenziosamente accettate, dei settori di dominio, delle spartizioni tra le cordate, delle minacce, dei ricatti, degli sfruttamenti, delle competizioni, delle scorrettezze, dell'arrivismo, dell'ipocrisia, della vittoria della mediocrità, del servilismo, del familismo e del nepotismo più sfrontato e arrogante, più raramente del merito. Se c'è un terreno in cui vengono calpestati i principi della Costituzione più bella del mondo, quello è proprio il concorso universitario, dove si consumano le ambizioni tradite, i sogni infranti, il furto di futuro di tanti giovani, la cui vita può venire, lì, letteralmente spezzata. Nella forma dei racconti a puntate l'A. compie la sua personale discesa agli inferi, denunciando il modus operandi delle correnti universitarie che ruotano intorno al mondo dell'archeologia di tutta Italia con lo scopo, non tanto di elaborare un lutto, quanto di promuovere una rinascita. Infatti, l'agile e faceto libercolo è stato scritto a uso intimo e personale dell'A., con lo scopo di autocelebrarsi ed è dedicato alle generazioni più giovani, perché imparino a non avere paura di denunciare tutto ciò che...
L' ABC di un impero: iniziare a scrivere a Roma
Questo volume raccoglie una serie di contributi di archeologi, storici e filologi sul tema dell'insegnamento scolare e del livello di alfabetizzazione esistente nel mondo romano tra repubblica ed impero. I lavori raccolti in questa sede analizzano da prospettive originali ed innovative un argomento piuttosto discusso nell'ambito dell'antichista e dimostrano in maniera univoca una diffusa alfabetizzazione nel mondo romano che risulta pienamente confermata dalle fonti archeologiche, iconografiche e scritte.
EUR 33.25
I Fori imperiali
"In occasione del centenario della fondazione (1918-2018) l'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte celebra il suo fondatore e primo presidente Corrado Ricci con la pubblicazione di alcuni suoi scritti inediti relativi alla sistemazione dei Fori Imperiali e dell'area archeologica centrale di Roma, da lui diretta negli anni 1922-1934. Gli scritti fanno parte del Fondo Fori Imperiali, conservato presso l'Archivio Storico dell'Istituto, un corpus documentario che illustra in dettaglio l'imponente campagna di interventi con cui venne recuperato e reintegrato nel tessuto urbano un importantissimo tratto della topografia di Roma imperiale, comprendente, ad est dell'attuale Via dei Fori Imperiali, il Foro di Traiano, il Foro di Augusto e la Casa dei Cavalieri di Rodi e il Foro di Nerva, e, ad ovest della direttrice viaria, il Foro di Cesare. Il progetto relativo a questi interventi venne reso pubblico da Ricci nel 1911 e, dopo l'avvio dei lavori nel 1924, condotto fino al 1934, anno della sua morte; fu da lui qualificato con il termine di "Liberazione" e di "Redenzione", come se costruzioni e superfetazioni di epoca posteriore alla Roma imperiale costituissero un nemico da combattere in armi. I resti degli edifici di età imperiale...