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La casa dell'eternità
«Le mappe dell'inferno sono ormai illeggibili. Non solo non si sa come raggiungerlo, ma non è nemmeno più chiaro dove si trovi. Né se sia ancora aperto. Un prestigioso teologo poco tempo fa ha affermato, non si sa sulla base di quali informazioni, che l'inferno esiste ma probabilmente è vuoto. Dominatore della scena cristiana, punto di riferimento indispensabile all'Europa medievale e moderna, protagonista d'innumerevoli drammi spirituali, potente macchina di condizionamento continuamente perfezionata e aggiornata durante i secoli, questo grande collettore di terrori e di spasimi, inesauribile deposito di angosce e di incubi, si sta tranquillamente dissolvendo nella coscienza e nell'inconscio della gente. Si può ormai affermare che l'inferno è finito, che il grande teatro dei tormenti è chiuso a tempo indeterminato, che lo spettacolo dopo quasi duemila anni di rappresentazioni agghiaccianti non si replica più. La lunga, trionfale stagione è terminata. Sembra che rimanga il diavolo, signore della materia. Ma, come un sovrano deposto, come un re in esilio, chiusa la porta del doloroso regno, non ha più né una reggia, né una corte, né città, né castelli. Bancarottiere senza molto credito, campa stentatamente di rendita con i pochi spiccioli di quelle cattive...
Segui questo filo
Cosa c'è in comune tra l'inventore dei labirinti e Teseo ed Ariann? Nel saggio di Henry Eliot c'è la letteratura e l'arte, il cinema e il mito.\r\n«Benvenuti nel libro-labirinto. C'è il rischio di perdersi, è vero, ma è altrettanto vero che bisogna necessariamente perdersi per potersi ritrovare» - Marco Bracconi, La Repubblica\r\nSegui questo filo... e perditi nel libro dei labirinti. I labirinti sono antichi quanto il mondo: banco di prova degli eroi, cammino dei pellegrini, simbolo di rinascita spirituale. Dipana questo filo e lasciati condurre da Henry Eliot in un tortuoso viaggio nell'universo dei dedali, reali o immaginari, alla scoperta dell'attrazione che ci lega a loro, da Kafka e Kubrick al mito del Minotauro, fino al leggendario Re dei Labirinti. Sei pronto a entrare?
EUR 13.50
L' ultima Londra. Romanzo autentico di una città irreale
L'ultima Londra è un romanzo, perché ogni romanzo è l'esperienza di un fallimento. È letteratura, perché affonda negli interstizi tra il presente e il presente che verrà. È un antidoto a un luogo in cui anche chi vive da regolare si sente un migrante clandestino.\r\n«Taccuino e fotocamera alla mano, con ironia e stupore, Iain Sinclair osserva e interpreta i cambiamenti. In bilico tra tradizione e nuove follie» - Patrizia Violi, La Lettura\r\n\r\n«Londra era, ma non è più.» Una pressione centrifuga l'ha fatta esplodere fino a invadere il Sud dell'Inghilterra, tanto che è quasi impossibile stabilire dove cominci e dove abbia fine. Londra è ovunque, è sfruttata e sfruttatrice, è multiculturale, ha fretta ma non sa dove andare. È un museo per turisti in cui un graffito di Banksy viene ricoperto entro poche ore da un plexiglass protettivo. La abitano cittadini stregati dagli smartphone e ciclisti che non hanno tempo di evitare i pedoni. La sconfitta della sua architettura la trascina lontano da sé, verso Dubai, Singapore o in un diverso, anonimo altrove. Qui, come a Madrid, Vancouver e Guadalajara, c'è sempre la vetrina di un McDonald's, e lì di fronte un uomo che...
Sogni (1875-1931). Ediz. integrale
Questo è un libro dei sogni raccolto da un genio attento ai moti della propria anima come alla forza surreale della narrazione onirica. Ma che cos'è un diario dei sogni? Forse un paradosso: la biografia, più o meno letteraria, della propria irrealtà. Chi racconta un sogno è inevitabilmente il cronista dello straniero che abita in lui. Un diario dei sogni riflette il desiderio e lo sforzo di fermare, sottrarre alla dimenticanza le volatili immagini notturne; e così l'Io onirico, lasciato solo davanti alla pagina bianca, porge la mano all'altro Io, quello, per così dire, reale, e con esso nel desiderio si confonde. Oltre cinquant'anni di sogni annotati, dal 1875 al 1931: l'ultimo poco prima della morte improvvisa, il primo da studente del ginnasio. Per mezzo secolo Arthur Schnitzler scrive la propria esperienza onirica, con la curiosità di chi osserva, fermo su una soglia. Lo stile dei sogni è spezzato, e così quello del racconto: immagini che si susseguono, azione continua, trasformazione, sorpresa. Quadri che escono da una penna intinta nell'assurdo. Fotogrammi di una pellicola cinematografica impazzita. In un paesaggio emotivo fluido e ininterrotto le visioni prendono consistenza, si animano di vita propria e...
Acquadolce
Ada è nata in Nigeria, in un villaggio di terra rossa, ma a diciotto anni si è trasferita negli Stati Uniti per studiare. È un'adolescente come tante: frequenta le lezioni, esce a ballare, si ubriaca, si innamora. \r\n«Con una scrittura che attrae e a tratti disturba, l'autrice ci consegna una storia in gran parte autobiografica e attinge a piene mani dalla spiritualità della sua terra e dalla cultura igbo per affrontare attraverso una lente diversa il tema complesso del disturbo di personalità» - Ilaria Zaffino, Robinson\r\n«Il suo romanzo d'esordio è stato nominato dal New York Times tra i cento migliori libri del 2018 ed elogiato dal Wall Street Journal per la prosa serpentesca che affonda i denti nel lettore» - Viviana Mazza, La Lettura\r\nMa Ada è un'adolescente come nessun'altra. La sua mente è abitata da presenze oscure: non sono le paure che assediano ogni coscienza umana, ma spiriti ancestrali della sua terra, reali quanto i compagni di college con cui passa le serate. Questi spiriti l'hanno seguita nel mondo quando è nata e sono rimasti intrappolati dentro di lei. Qui dimorano e combattono e offrono sacrifici di carne alla dea serpente che li...
Boscomatto
C'è un paese che non c'è. Al centro di una valle nebbiosa, circondato da un bosco dai cui rami scheletrici penzolano cadaveri di impiccati, il paese - un nucleo isolato di case in rovina, una locanda, un bagno pubblico - vive una non-vita immota e immutabile, congelata in un'eterna ripetizione di gesti, riti, culti. L'inverno è lungo, l'estate corta, le gravidanze durano due anni: nemmeno i bambini vogliono nascere, nella valle della Verhovina. Nulla turba questa quiete che non è un letargo; è un corna: gli abitanti - il capo della brigata per il controllo delle acque, Anatol Korkodus; il giovane Adam, uscito dal penitenziario di Monor Gledin per aiutare il brigadiere nelle sue mansioni; la curatrice Nika Karanika, che sa resuscitare i morti; la sarta Aliwanka, che predice il futuro nei fazzoletti inzuppati di lacrime - aspettano; aspettano che in paese arrivi qualcuno, ma non arriva mai nessuno, e quei pochi che arrivano se ne vanno, o scompaiono, o si gettano nelle acque della sorgente numero due, dove tutto ciò che cade «diventa blu, e dopo un po' di tempo vi si deposita sopra una specie di cristallo blu in aghi appuntiti»....
Silenzio
È il 1961 quando esce "Silenzio". John Cage ha quarantanove anni e una fama di musicista sperimentale che fino a qualche anno prima era limitata alle cerchie delle avanguardie metropolitane statunitensi. Conosciuto soprattutto per l'associazione tra la sua musica per percussioni e pianoforte preparato e la modern dance, il suo stile muta radicalmente quando decide che i suoni debbano essere liberati - dall'intenzione, dal gusto, dalla storia, dalla memoria - per vivere di vita propria. Che lo strumento principale del suo modo di comporre debba essere il caso. Quando Cage accetta l'idea di radunare i suoi scritti e le sue conferenze-performance in questo libro, il suo pensiero ha da poco contagiato irreversibilmente la nuova musica che si fa in Europa. "Silenzio" diffonde il contagio anche al di là dell'ambito musicale e dà a Cage una notorietà senza precedenti. Il libro viene accolto da una comunità di giovani in pieno fermento artistico, culturale e politico. Diventa subito un manifesto e un caso letterario. Insieme di articoli, conferenze e saggi composti fra il 1937 e il 1961, "Silenzio" spazia dai discorsi sulla musica - propria e degli altri - alla danza, alla pittura, allo zen,...
Interviste sull'arte
L'arte di un grande intervistatore è fatta di ricerca, ascolto e sintonia; ha in comune con la pittura l'importanza dello studio preparatorio e la necessità di cogliere dal vivo una repentina sfumatura. Richiede la capacità di instaurare un rapporto con il proprio interlocutore e l'intimità che può accendersi solo grazie alla condivisione di esperienze essenziali. Se gli artisti che prestano la loro voce a "Interviste sull'arte" finiscono per aprire le porte dei loro atelier a Robert Storr, confidandogli visioni e ricordi, è perché il loro ospite non è solo uno dei critici e curatori contemporanei più noti e influenti, ma è a sua volta un artista: conosce la sensazione della pittura sulle mani, l'intrecciarsi dell'arte con il tempo e le sollecitazioni più sottili del colore, dello spazio e della luce. Ecco allora che dalle sue domande nascono indimenticabili risposte e fulminanti memorie. Dallo sguardo d'infinita tristezza di Ezra Pound che cade in fondo al cuore di Letizia Battaglia alla lotta e successiva riconciliazione di Louise Bourgeois con i materiali della scultura; da Félix González-Torres che mette in opera la scomparsa del proprio compagno a Richard Serra che cattura nelle sue installazioni la metamorfosi...
Gli immortali. Storie dal mondo che verrà
«Anni fa, sulle rive del lago Bajkal, in Siberia, una donna mi lesse la mano. E un paio di anni dopo un bramino della città sacra di Vrindavan, in India, guardò nel mio futuro. Entrambi mi raccontarono delle stesse gioie che mi avrebbe riservato la vita. E della morte. Prematura e violenta. Che dovrebbe cogliermi tra poco. Alcune tra le cose predette si sono avverate. Altre non saprei. Le parole si sono perse nel tempo insieme alle cose a cui non do importanza. Ma con l'avvicinarsi di quell'appuntamento mi sono ritrovato a concentrarmi su un errore della divinazione. La donna con la quale ho avuto un bambino sarebbe dovuta essere una conoscenza d'infanzia. Impossibile, perché Francesca viveva dall'altra parte d'Italia e ci siamo conosciuti a Parigi appena qualche anno fa. La scorsa estate ho trovato una fotografia scattata nell'inverno del 1984 in un rifugio delle Dolomiti. Mi ritraeva a nove anni mentre il maestro di sci mi consegnava una medaglia per la mia prima gara vinta. Tra i bambini ai piedi del podio c'era quella che oggi è diventata la madre di mio figlio. Ho preso quel fatto come una coincidenza, ma partendo...
Fare i bagagli. Un viaggio pratico e filosofico
C'è chi prepara ogni sua valigia compilando meticolose liste degli oggetti da portare per essere sicuro di non dimenticarsi nulla. C'è chi ci infila dentro roba alla rinfusa all'ultimo minuto. C'è il viaggiatore zaino in spalla, e più è sdrucito e impolverato più se n'è orgogliosi. C'è chi compra un bauletto Vuitton pure per il cagnolino. E poi ci sono le interminabili attese al nastro trasportatore dell'aeroporto d'arrivo, l'ansia che "lei" si sia smarrita con tutto quello che ci serviva per il viaggio o tutto quello che dal viaggio volevamo riportare a casa. All'andata trasportiamo noi stessi in un altro mondo. Al ritorno misuriamo la distanza oggettuale tra il noi che partiva e il noi che rientra. Noi. Noi e i bagagli. "Fare i bagagli" è il libro che racconta la relazione lunga e complicata tra le valigie e la nostra identità. Susan Harlan intreccia sapientemente storia del costume e letteratura, cinema e memoir, arte e poesia dei luoghi. Evoca l'orrore esternato nell'Enrico V di Shakespeare davanti alla perdita di valigie, bauli e salmerie. Spiega perché alle donne dovrebbe piacere molto la magica borsa di Mary Poppins. Mostra tutte le sfumature della femminilità...
Preghiera orientale. Testo francese a fronte
«Segalen si sprofonda nella profondità inversa del cielo, elevandosi» - Il Venerdì\r\n\r\n\r\nCime irraggiungibili, disumani silenzi e vertigini solari. Sono questi i luoghi della poesia di Victor Segalen: preghiere dedicate al Vuoto e all'Altezza, all'Infinito e al Diverso, raggrumate nelle sue due uniche raccolte in versi, Odes e Thibet, e consegnate ora per la prima volta al lettore italiano. Medico della Marina francese, viaggiatore e archeologo, Segalen è stato il naturale successore dei suoi connazionali e maestri Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud, con i quali condivide l'immaginario lirico e metrico e le mappe interiori di un voyage da consumarsi sublimemente tra le geografie ignote della propria fantasia. Spirito inquieto - si spinse dalla Francia agli Stati Uniti, dal Giappone all'Africa, dalla Manciuria alla Polinesia -, Segalen viaggiava più per ossessione che per piacere, più per inerzia che per diletto: marinaio, odiava il mare; storico dell'arte, era convinto che la bellezza risiedesse nell'immaginazione e non nelle tracce dell'essere umano sulla Terra. Anche per questa sua smisurata e apolide sensibilità, arrivato in Cina, dove le due raccolte sono ambientate, ciò che lo coinvolse non furono le miserie e lo splendore dell'Impero, ma la sottile, invisibile soglia...
Aut aut. Vol. 382: Sade, Masoch. Due etiche dell'immanenza.
"Aut aut" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche.
EUR 19.00
Cento pagine d'amore
Marcet Proust, Virginia Woolf, James Joyce, Emily Dickinson, Oscar Wilde, Simone de Beauvoir, William Shakespeare, W.B. Yeats, Edgar Allan Poe, Stéphane Mallarmé, Wolfgang Amadeus Mozart, Edgar Lee Masters. Allen Ginsberg, Vittorio Sereni, Osip Man-del'stam, Roland Barthes, Joan Didion, John Berger, Leonard Cohen, Jean Genet... l'amore nelle parole dei grandi scrittori di ogni epoca.
EUR 6.65
Ghiaccio. Viaggio nel continente che scompare
Una patina gelida avvolge il confine del mondo. Un panorama metafisico di ghiaccio e silenzio che si estende senza interruzioni sotto un sole immobile come una sentenza. Dentro questa bianchezza - divina, pura, violenta - si schiudono energie primordiali, e fossili preistorici convivono assieme a microscopiche creature che con la loro vita sfidano l'eterno. Se esiste un luogo in cui cercare il futuro del pianeta e interrogarne la storia, questo è la Groenlandia, l'isola regina del Circolo polare artico. Il glaciologo Marco Tedesco, uno dei massimi esperti mondiali del cambiamento climatico, ci guida alla scoperta del paese dei ghiacci. Il suo è un avventuroso resoconto scientifico della spedizione da lui condotta nell'Artico, tra lunghi tragitti nella neve, laghi che collassano sparendo nel blu in pochi minuti, improbabili cammelli polari e giganteschi detriti meteoritici. Un percorso che è anche una riflessione sul nostro domani attraverso la scomparsa del presente, dal pericoloso innalzamento del livello delle acque alle folli marce degli orsi bianchi verso l'entroterra in cerca di cibo; fino alla percorribilità sempre maggiore di rotte un tempo inviolabili, come il leggendario «passaggio a nordovest», oggi battute persino da costose crociere turistiche. "Ghiaccio", scritto da...
Non ho niente da nascondere. Interviste sul cinema e sulla vita
Due strade parallele, dritte e morbide come la serenità solare che le avvolge. Una macchina avanza piano con una barchetta a rimorchio, mentre in sottofondo si innalzano le voci di Jussi Björling e Renata Tebaldi che intonano "Tu qui santuzza". Vediamo mani che scelgono cd, sentiamo risate: una coppia sta giocando a chi indovina la canzone; il figlio, sul sedile dietro, è chiamato a fare da garante. Torniamo a vedere la macchina dall'alto; poi la telecamera ci mostra i volti della famiglia felice, in procinto di raggiungere la casa delle vacanze. Ma il canto di Beniamino Gigli si strappa, diventando l'angosciante Bonehead dei Naked City, che mitraglia lo spettatore accompagnando l'arrivo di titoli di testa rossi come il bagno di sangue verso il quale gli inconsapevoli, sorridenti passeggeri sono diretti. Un presagio crudele, rivelato solo a chi è in sala, impotente. Poche sequenze come l'inizio di "Funny Games" sanno raccontare in modo emblematico l'arte di Michael Haneke, uno dei registi e sceneggiatori più originali degli ultimi trent'anni. "Non ho niente da nascondere" è il suo più fedele e intimo autoritratto: solitamente laconico fino all'estremo, Haneke sceglie per la prima volta di raccontarsi in...
La musica del cambiamento. Jazz per il nuovo millennio
Il jazz è musica di rottura. Rottura delle convenzioni sociali, rottura degli stilemi di genere. Il jazz è la musica del cambiamento. Inafferrabile e chimerico, il jazz continua a mutare, a evolversi: è argento vivo che solo il più sopraffino dei critici musicali può sperare di catturare. Nate Chinen si prova nell'impresa di distillare il jazz del nuovo millennio: il risultato, "La musica del cambiamento", è la testimonianza di un'arte che non ha mai temuto di andare controcorrente, e che anche oggi, dopo più di un secolo di storia, continua a rivoluzionare i paradigmi della creazione musicale. In queste pagine animate dai più importanti musicisti contemporanei - dai sassofonisti Steve Coleman e Kamasi Washington alla cantante e bassista Esperanza Spalding, passando per i pianisti Jason Moran e Vijay Iyer - Chinen svela le nascoste sinergie fra il jazz contemporaneo e l'hip hop, da un lato, e l'R'n'B, dall'altro, mostrando come la nuova, proteiforme generazione di «grandi vecchi», Wayne Shorter e Henry Threadgill, abbia contribuito a riplasmare l'estetica del jazz e a ripensarne le fondamenta ideologiche, tecnologiche e teoriche. Di nome in nome, da innovazione a innovazione, Chinen improvvisa come i migliori jazzisti, e...
Bauhaus. Vita e arte di sei maestri del Modernismo
Esiste un modo estremamente semplice e altrettanto efficace per comprendere l'impatto del Bauhaus sulla pittura, l'architettura e il design del Novecento: basta osservare una foto di gruppo degli artisti che ne hanno fatto parte. Tra i loro volti, si riconoscono facilmente quelli di Walter Gropius e Paul Klee, di Vasilij Kandinskij e Ludwig Mies van der Rohe, di Joseph e Anni Albers. Il loro incontro tra Weimar, Berlino e Dessau fu un evento senza precedenti, probabilmente ineguagliabile, dettato dall'utopia estetica e sociale di armonizzare arte e industria, razionalità e bellezza; una parentesi radiosa in una Germania che stava già precipitando nel buio. Questo volume è la storia collettiva di quei sei grandi maestri. Sei artisti cruciali che vissero l'uno a fianco all'altro, insegnarono nelle stesse aule e finirono per influenzare reciprocamente i loro destini. Mentre nei laboratori del Bauhaus nasceva un nuovo design, destinato a ridefinire i valori della produzione seriale, le serate a Weimar e Dessau erano animate da balli in maschera e accalorate discussioni. Camminando nella fresca pineta, tra le case dei maestri, era possibile trovare due dei maggiori pittori dell'epoca, Paul Klee e Vasilij Kandinskij, che discutevano di colore ed...
La forma dello spazio profondo. La teoria delle stringhe e la geometria delle dimensioni nascoste dell'universo
Sembra impossibile che spazi più piccoli di quelli che si possono umanamente immaginare, spazi a sei dimensioni, un milione di milioni di milioni di volte più piccoli di un elettrone, siano in grado di esercitare un'influenza tanto profonda su ogni parte dell'Universo da diventarne un tratto distintivo e caratterizzante. Eppure è così. Per la teoria delle stringhe le dimensioni dell'Universo sono dieci: quattro sono le dimensioni spaziotemporali contemplate dalla teoria della relatività generale, le restanti sei (le cosiddette "dimensioni extra") danno forma alle varietà di Calabi-Yau. Nel 1976 Shing-Tung Yau ha conquistato la Medaglia Fields, il premio Nobel dei matematici, per aver dimostrato l'esistenza di queste forme complesse che portano il suo nome, spazi invisibili la cui geometria può essere la chiave definitiva per comprendere i più importanti fenomeni fisici. "La forma dello spazio profondo" ripercorre le tappe del percorso scientifico che ha portato Yau alla formulazione di una teoria rivoluzionaria, con una nuova possibile immagine dell'Universo. Troppo bello per essere vero: così, spesso, gli scettici hanno liquidato le astrazioni della nuova geometria. L'ipotesi delle dimensioni extra, che riguarda fisica, matematica e geometria, suggerisce non solo che i nuovi spazi possano essere veri,...
Lettere della famiglia Mozart. Ediz. integrale. Vol. 2: viaggi in Italia, I.
Due uomini in carrozza, una mattina d'inverno. Sono padre e figlio, hanno cinquanta e quattordici anni. Leopold Mozart, musicista colto e di talento, ha deciso che è venuto il momento di andare in Italia, di esporre il giovane Wolfgang alla musica, alla cultura, alla vita teatrale del paese che detiene il formidabile segreto della «bella melodia» e della «bella voce». Ci torneranno per tre volte, fra 1769 e il 1773, suoneranno in tutta la penisola e Wolfgang comporrà due opere e una serenata - Mitridate, re di Ponto, Lucio Silla e Ascanio in Alba - per il Regio Ducal Teatro di Milano; ogni volta rientreranno a Salisburgo con i bagagli carichi di souvenir. Soprattutto, rientreranno dopo aver incontrato papi e sovrani, visitato chiese, scavi archeologici, conventi e regge, dormito in locande malfamate e «bei palazzi», assaggiato le angurie a Napoli e partecipato ai balli in maschera a Venezia, comprato abiti di stoffe pregiate e incisioni suggestive, ascoltato opere e concerti alla ricerca del segreto della «bella maniera». "I viaggi in Italia" raccoglie le lettere che Leopold e Wolfgang hanno inviato durante quei viaggi ad Anna Maria e Nannerl, moglie e figlia, madre e...
L' inventore dei cantautori. Nanni Ricordi: una storia orale
Alla fine degli anni cinquanta, Carlo Emanuele Ricordi detto Nanni, rampollo scalpitante dell'illustre famiglia che ha fondato l'editoria musicale, si aggira tra i locali di una Milano in pieno fermento sociale e artistico alla ricerca di voci nuove e talenti inespressi. Una sera sente suonare un certo Giorgio Gaberscik, un'altra è incuriosito dalla voce un po' stonata di un giovane studente di medicina; e lui seduta stante ingaggia gli sconosciuti Gaber e Jannacci per la neonata Dischi Ricordi. Nanni apre le porte di casa sua e trasforma il suo salotto in punto di ritrovo non solo per i Gaber e gli Jannacci, ma anche per Luigi Tenco e Maria Callas, Carla Fracci e Leonard Bernstein, Luchino Visconti e Dario Fo. Le sue feste diventano la fucina della cultura di quegli anni, il luogo in cui si intrecciano i migliori saperi e mestieri: Gino Paoli disegna le copertine dei dischi, Sergio Endrigo scrive per Ornella Vanoni, De André presenta a Nanni De Gregori - «Uno che vale molto più di me». Stanco di un modello Sanremo ancorato al passato, Nanni porterà alla rivoluzione della canzone italiana e alla consacrazione di quelli che diventeranno i...