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Mostrati 401-420 di 50764 Articoli:
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Poesie scelte
In questa raccolta, che copre l'intero arco dell'opera di Auden, il lettore non solo troverà tutte le sue poesie più celebri - riproposte in nuove o rinnovate traduzioni di Massimo Bocchiola e Ottavio Fatica -, ma scoprirà un giacimento di tesori, quali si possono celare in un corpus di testi capace di ravvivare o reinventare all'occorrenza ogni forma della tradizione: dall'apocalittico all'arcadico, dal propagandistico al meditativo, dall'ironico al sentimentale, passando dalle antiche saghe islandesi a Dante, a Shakespeare, per approdare infine a Goethe. Con un saggio di Iosif Brodskij.
EUR 66.50
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Per non dimenticare la memoria
Una guida da parte di «uno che soffre i mali di cui parla», un breviario filosofico da tenere in tasca per conservare la «memoria verace» e guardarsi dalla E-Memoria, che «va surrogando la realtà stessa, abbrutendo la gioventù e l'infanzia e, finché non avrà distrutta e resa schiava con tutti i suoi prodotti la mente umana, non sarà sazia di divorare».
EUR 6.65
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Meditazioni sullo Scorpione e altre prose
Vincitore premio Bagutta 1973Chi, rileggendo per la terza o quarta volta di seguito la pagina appena scritta, se non è affetto da incorreggibile presunzione, può trattenere un moto di nausea?«Queste prose di varia materia e ispirazione, scritte dal 1925 a oggi e che hanno, stando all'avvertenza dell'autore, come filo unitario il loro carattere ambiguo, "oscillante tra l'asciuttezza dell'aforisma e il pieno abbandono del colore", sono senza dubbio, per nitore formale e magia delle illuminazioni che le sorreggono, tra le pagine più belle donate in questi ultimi anni alla nostra letteratura. Bisogna pensare, come modelli, a certe prose di Valéry e di Alain, per ritrovare un uguale gusto di scelta, di invenzione e di stile; bisogna, inoltre, riferirsi a certe "variazioni" di Borges per cogliere un esempio simmetrico di trasparenza linguistica e di calcolate distillazioni di contenuti fantastici e morali». (Domenico Porzio)
EUR 11.40
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Due Sicilie
«'Il Re delle Due Sicilie', abbreviato nell'uso in 'Le Due Sicilie', era il nome di un reggimento di ulani dell'esercito austroungarico» scrive Sciascia in un'appassionata recensione a questo romanzo «e coloro che vi appartenevano erano "Sizilien-Ulanen", ulani siciliani». Al crollo dell'impero, quel reggimento non esiste più, e il colonnello Rochonville, cinque ufficiali e un sottufficiale sono i soli sopravvissuti. Ma durante un ricevimento nella Vienna decaduta del 1925 uno di loro, Engelshausen, viene trovato prono, la faccia rivolta al soffitto e il collo torto «come notoriamente fa il diavolo quando viene a prendersi qualcuno»: un enigma per i suoi compagni e per la polizia. Altre morti non meno misteriose e all'apparenza irrelate scuoteranno Vienna, e sempre a essere colpiti nei modi più sofisticati e bizzarri saranno gli ultimi dragoni del reggimento «Due Sicilie». Scambi di persona, avventurose vicende parallele, visioni apocalittiche: è il materiale principe per Lernet-Holenia, e lo si trova qui in una versione che spinge questi tratti all'estremo. Thriller di audace architettura e sapienti depistaggi, ora onirico e poetico ora intriso di nostalgia per un mondo inabissato, Due Sicilie ha per Sciascia «un che di labirintico, affascinante e insieme vertiginoso» -...
Acqua viva
Attraverso uno sregolato, impetuoso flusso di coscienza la Lispector ci fa percepire, in modo quasi fisico, impressioni e visioni di travolgente intensità, usando una lingua che sembra inventare continuamente se stessa.\r\n\r\n«Da un mistero è venuta, verso un altro è partita. / Restiamo ignari dell'essenza del mistero» scrive Drummond de Andrade di Clarice Lispector. Ed è proprio in un misterioso universo personale - un universo labirintico e lacerato - che il lettore viene come risucchiato dalla voce, visceralmente femminile, che in queste pagine tenta di dire l'indicibile, di entrare in contatto «con l'invisibile nucleo della realtà». Attraverso uno sregolato, impetuoso flusso di coscienza la Lispector ci fa percepire, in modo quasi fisico, impressioni e visioni di travolgente intensità, usando una lingua che sembra inventare continuamente se stessa, il cui fascino risiede nella sua stranezza e le cui ferite sono il suo punto di forza. Testo estremo di un'artista estrema, Acqua viva costituisce il raggiungimento della maturità della sua autrice: un assolo ammaliante, in cui tornano i temi ricorrenti in gran parte dell'opera della Lispector - la natura e i suoi sfaccettati simbolismi, lo specchio e la rifrazione obliqua, il male e la morte, l'incomunicabilità...
Nuova enciclopedia
Savinio è un profugo, un favoleggiatore, un esule, un estraneo: questa affollata Nuova Enciclopedia è un libro desolatamente solitario, felicemente solitario.\r\n\r\n«Elusivo, inafferrabile, frivolo e coraggioso come Ulisse, Savinio è un profugo, un favoleggiatore, un esule, un estraneo: questa affollata Nuova Enciclopedia è un libro desolatamente solitario, felicemente solitario. Ilarità e angoscia inseguono il profugo, lo incalzano, vogliono che egli racconti. All'infinito, di voce in voce, da Giostra a Libertà, da San Sebastiano a Travestimento, l'enciclopedico divaga. Il suo universo è discontinuo, senza approdi, soprattutto senza destinazione. Non si troverà mai il cosmo, non si indagherà mai il significato. Non esiste profondità, ma solo una infinita serie di superfici. Il mondo è una liscia pelle che nasconde altre pelli lisce: all'infinito ... Prosatore di una mobilità, una grazia, una tenerezza straordinarie, questo classico surreale, tra Apollinaire, Anassagora e Agnolo Firenzuola, sta ritornando nella nostra letteratura, in questo lento squallore del tardo Novecento, con la sua dimensione provocatoria, e insieme la sua gentilezza, l'oltraggiosa delicatezza del suo gesto di scrittore». \r\nGIORGIO MANGANELLI
EUR 14.25
Volevo tacere
Il grande romanziere delle Braci ci consegna in queste pagine una appassionante testimonianza, che abbaglia per il modo in cui unisce la malinconia del ricordo alla precisione e all'acutezza delle analisi storiche.\r\n\r\n«Volevo tacere. Ma il tempo mi ha chiamato e ho capito che non si poteva tacere. In seguito ho anche capito che il silenzio è una risposta, tanto quanto la parola e la scrittura. A volte non è neppure la meno rischiosa. Niente istiga alla violenza quanto un tacito dissenso»: sono le parole che Márai incide sulla soglia di questo libro bruciante. Un libro di cui nel suo diario dice: «Non voglio che questa triste confessione, questo atto d'accusa nei confronti della nazione ungherese, venga letto anche da stranieri». Tant'è che si era deciso a pubblicarne solo una parte (la seconda: Terra, terra!...), e solo nel 1972. Un «testamento tradito», dunque? Non c'è dubbio. Come non c'è dubbio che (non diversamente che in altri, notevolissimi casi) ne sia valsa la pena: perché qui - in uno stile asciutto ed efficace, che non cela tuttavia l'amarezza di fondo - Márai racconta gli anni che vanno dall'Anschluss (quando lui era ancora un autore e...
Annie John
«Il genio ha molte sorprese, e una di queste è la geografia» ha scritto Derek Walcott a proposito di Jamaica Kincaid. Ed è proprio la geografia di Antigua, così accecante e celeste, a permeare la prosa incantatoria del suo primo romanzo: gli alisei, i riti della pesca e dell'obeah si confondono in un'unica musica palpitante, mentre l'albero del pane e le sgargianti poinciane stonano con la chiesa anglicana, con la divisa scolastica, con i quaderni che hanno in copertina la regina Vittoria. E intanto Annie John cresce in una felice solitudine, al centro dell'universo della sua bellissima, giovane madre. Ma poi, la catastrofe: Annie «diventa signorina», e la madre, che come una divinità può dare e togliere tutto, incomprensibilmente si trasforma in un'algida nemica. «Io vivevo in un paradiso così» dice Annie dei suoi anni di bambina; ma ogni paradiso ha il suo «orribile serpente», e sarà un tormentoso duello quotidiano a scandire il suo furente ingresso nell'adolescenza.
EUR 13.30
L' isola di Sachalin
«Per quanto si riferisce a me, non provo appagamento alcuno per il mio lavoro, perché lo trovo meschino» scriveva Cechov all'amico Suvorin nel 1888. «Se è ancor troppo presto per lamentarmi, non lo è mai abbastanza per domandarmi: mi occupo di una cosa seria o di sciocchezze?». Il viaggio che, armato solo del passaporto e di una tessera di corrispondente di «Novoe vremja», intraprenderà due anni più tardi per studiare la vita dei deportati nella colonia penale di Sachalin è la drastica risposta a questo interrogativo. Sbarcato ai confini del mondo, in un luogo dove Puskin e Gogol' sono incomprensibili e inutili e «l'anima è invasa da quel sentimento che, forse, ha già provato Odisseo mentre navigava per mari sconosciuti», Cechov riuscirà-malgrado il boicottaggio delle autorità e un clima che «predispone ai pensieri più foschi» - a penetrare nell'inferno della katorga e a denunciare, con una precisione e un'obiettività dietro le quali fremono pietà e indignazione, il fallimento di un sistema dominato da ingiustizia e corruzione, e colpevole di infliggere «il grado infimo di umiliazione sotto il quale un uomo non può scendere». Ma riuscirà anche a fissare nitidissime visioni di sconvolgente bellezza:...
Babilonia
Torna l'autrice de Il dio del massacro - da cui Carnage di Roman Polanski - con una feroce variazione sulla solitudine, la vita di coppia, l'abbandono.\r\n«Se dovessi isolare una sola immagine tra tutte quelle che mi sopravvivono in testa, sarebbe quella di Jean-Lino seduto quasi al buio sulla sedia marocchina, con le braccia inchiodate ai braccioli in mezzo a un ingombro di sedie che non aveva più ragione d'essere. Jean-Lino Manoscrivi impietrito su quella sedia scomoda, nel salotto dove, allineati sulla cassapanca, c'erano ancor ai bicchieri che avevo freneticamente comprato per l'occasione, le vaschette di sedano, le patatine light, tutti i residui della festicciola organizzata in un momento di ottimismo. Chi può stabilire il punto di partenza delle cosa? Chi sa quale oscura e forse remota combinazione ha governato i fatti?»\r\nIn un posto chiamato Deuil-l'Alouette\r\n(che, tradotto alla lettera, sarebbe «Lutto-\r\nl'Allodola»), un posto qualunque nella\r\nperiferia di Parigi, una donna qualunque,\r\ncon un buon lavoro, un marito, un\r\nfiglio, una sorella e dei vicini di casa, si lascia\r\ncoinvolgere, nel corso di una strana\r\nnotte di quasi primavera, in una faccenda\r\nche potrebbe costarle assai cara. Per\r\naffettuosa solidarietà con un uomo di cui\r\nnon sa molto, tranne che è solo, profondamente\r\nsolo....
Gli anni del terrore
Undici storie dalla prima linea di una guerra senza fronti né frontiere.\r\n\r\nPer molti anni, la guerra al terrorismo islamico è stata la caccia a un fantasma che aveva il volto e il nome di Osama bin Laden. Poi un giorno, all'improvviso, quel fantasma è stato ucciso, e il suo corpo scaraventato nell'Oceano Indiano. Ma mentre dagli abissi quel volto e quel nome continuavano a perseguitarci, nelle nostre città, nelle nostre strade, i fantasmi sono diventati legioni: colpiscono e, che vengano o no identificati, subito tornano nel nulla da cui sono emersi. Pochissimi li hanno incontrati da vicino, e in ogni caso nessuno sembra conoscerli come Lawrence Wright. Durante le ricerche che lo hanno portato a scrivere quella che a tutt'oggi rimane la ricostruzione più accurata della nascita di al-Qaeda, Le altissime torri, Wright ha messo insieme i dieci ampi reportage che compongono questo libro. Sono dieci indagini su storie e personaggi - i piani a lungo termine di al- Qaeda, i metodi con cui due agenti dell'fbi tentano di ostacolarli, le prime esecuzioni in diretta web dell'isis - che, semplicemente, nessuno avrebbe saputo raccontare meglio di Wright. Ma sono altrettante dimostrazioni di come...
La nuova stagione letteraria
Benn si improvvisa cronista di una stagione letteraria, trafigge le banalità imperanti e rivendica l'essenza della letteratura, che è per lui la letteratura assoluta, come anche appare nell'alto pathos del discorso in memoria dell'amico Klabund. Due testi a cavallo degli anni Venti, dove sembra che l'inchiostro non si sia ancora asciugato.
EUR 6.65
Gli dèi di Mr. Tasker
«... qualsiasi tentativo di inserire T.F. Powys tra gli epigoni del realismo è destinato a risultare vano o addirittura ridicolo non appena ci si renda conto che tutte le sue “storie” sono, in effetti, altrettante trasposizioni, in chiave di (apparente) verosimiglianza psicologica e sociale, di violenti schemi allegorici: che quel che conta, per lui, è soltanto o soprattutto il medioevale, insanabile dissidio tra Anima e Corpo, tra Bene e Male, e i suoi mercanti, preti, contadini, allevatori eccetera non sono tipi romanzeschi, ma prototipi o maschere di una sacra rappresentazione passata attraverso il setaccio laico della satira swiftiana».\r\n\r\nGIOVANNI RABONI
EUR 11.40
La gloria
Nella sua cameretta, sulla parete sopra il letto, «era appeso l'acquerello di un fitto bosco con un sentiero serpeggiante che si perdeva nelle sue profondità»: e Martin aveva la precisa sensazione di esservi saltato dentro, una notte, esattamente come il protagonista della fiaba inglese che la madre gli leggeva da bambino. L'acuirsi insopportabile della sensibilità, l'attrazione magica e perentoria verso ciò che è lontano, proibito, vago - verso «qualsiasi cosa tanto indistinta da stimolare la sua fantasia a definirne i particolari» -, il richiamo dell'impresa valorosa e del fulgido martirio saranno per sempre il suo stemma araldico. «Martin è il più gentile, il più retto, il più commovente di tutti i miei giovani uomini» ha scritto Nabokov, aggiungendo anche, inoppugnabilmente, che Sonja, la civetta capricciosa e spietata che incanta Martin, «dovrebbe essere celebrata dagli esperti di sapienza e allettamenti erotici come la più attraente, seppure in modo singolare, fra tutte le mie giovani donne». E la ragione è chiara: Martin è uno di quegli esseri rari a cui solo dei sogni importa, e che - forse per vincere un'amara sottostima di sé o la devastante paura di non avere talento - devono realizzarli....
Discorso dell'ombra e dello stemma
Se c'è un libro dove Manganelli ha mostrato, nella forma più radicale ed estrema, che cosa intendeva per letteratura, è questo. Ed è senz'altro una concezione allarmante rispetto a quelle correnti. Per Manganelli, la letteratura è qualcosa di ben più temibile ed enigmatico di quel che pensano quanti si sforzano «di mettere assieme il bello ed il buono». A costoro la letteratura non può che rispondere «con sconce empietà». Perché il suo compito non è di interpretare, documentare, esprimere idee, semmai di disorientare, inquietare. Di ridere - astratta e solitaria. È il riso antico di Dioniso, senza il quale non ci sarebbero parole. Cadono così, sotto i colpi di Manganelli, molte certezze: persino la fiducia che riponiamo nella figura dello Scrittore. Che in realtà è solo un «passacarte», un Grande Mentitore, agito dalle parole. La scrittura, infatti, accade, e lo attraversa e parla per suo tramite. Ma anche i lettori non hanno di che stare tranquilli. Devono finalmente rendersi conto che coltivano una «dolce e ritmica demenza».
EUR 18.05
I diari bollenti di Mary Astor. Il grande scandalo a luci rosse del 1936
«Passata la prima sbornia ero appassionato alla vita di Mary, non solo allo scandalo, e a un certo punto mi è venuta l'idea di una biografia per immagini.»\r\n\r\n«Lo scandalo era stato montato per intero sui diari di Mary, che l'ex marito aveva scoperto quando il matrimonio era ancora in piedi. Il loro contenuto era così compromettente che Mary, per ottenere il divorzio, aveva dovuto rinunciare a qualsiasi diritto sulla bambina. Nel 1936, però, aveva deciso di impugnare la sentenza, e allora, per dimostrare che razza di madre indegna fosse, il marito aveva reso nota l'intenzione di ricorrere ai diari. Dove pareva che Mary non solo avesse tenuto una minuziosa contabilità delle proprie spese extraconiugali, ma le avesse anche valutate in base a criteri strettamente meritocratici. L'uomo minacciava di rendere pubblico il documento, anzi, ne aveva già consegnata una pagina alla stampa. E benché Mary fosse solita usare un inchiostro color seppia, i tabloid non erano riusciti a contenersi, trasformando la paginetta nel primo assaggio di quelli che tutti avrebbero chiamato sempre e solo i "Diari a luci rosse".»\r\n\r\n\r\nIl segreto che rende questo libro anche fisicamente diverso da qualsiasi \r\naltro non è il fascino...
Lettere prefatorie a edizioni greche
Nei vent'anni della sua attività Manuzio riuscirà a imporre non soltanto un modello di editoria ammirato in tutta Europa, ma un modo nuovo di accedere ai testi, svolgendo così un ruolo che era stato sino ad allora prerogativa dei grandi maestri della letteratura e della filologia.\r\n\r\nAvviare un'impresa editoriale implica, da sempre, una buona dose di coraggio. Ma nel caso di Aldo Manuzio, che nel 1495 si propone di stampare libri greci guardando oltre i ristretti confini dell'Italia, sarebbe meglio parlare di temerarietà. Il suo rivoluzionario disegno comportava infatti difficoltà tali da scoraggiare chiunque, giacché esigeva, oltre che un fiuto fuori del comune, collaboratori di prim'ordine e con competenze linguistiche per quell'epoca rare - persino a Venezia, dove pure viveva una florida colonia greca; e manoscritti, non meno rari, su cui fondare le edizioni; e incisori di eccezionale abilità tecnica, capaci di creare tipi che gareggiassero con la grafia dei più eleganti copisti. Senza contare la difficoltà forse maggiore: il numero, inevitabilmente ristretto, dei possibili acquirenti. Ma di fronte a questi scogli Manuzio non arretra: e vara il suo programma editoriale con la grammatica greca di Costantino Lascaris, procuratagli da uno scout d'eccezione, Pietro...
La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte
Con questo saggio il giovane Croce, che era stato sino allora un brillante storico locale, scoprì la sua latente vocazione filosofica, indagando le variegate relazioni fra arte, scienza e storia\r\n\r\n«Così, dopo lunghe titubanze e una serie di soluzioni provvisorie, nel febbraio o marzo del 1893, meditando intensamente un giorno intero, alla sera abbozzai una memoria ... che fu come una rivelazione di me a me stesso» scrive Croce in Contributo alla critica di me stesso. In effetti, a partire da questa «memoria» fervidamente antipositivistica? volta a confutare le tesi di storici come Droysen e Bernheim? Croce si libera dal suo passato, dalla «scrittura di erudizione» come lui stesso la definiva, e, nell'affrontare le complesse relazioni fra arte, scienza e storia, scopre la sua vera vocazione: l'interesse, prepotente, per le questioni teoriche e le indagini storiche di più ampio respiro. Leggendola, ritroveremo non solo «la facilità e il calore» con cui Croce la compose, ma tutta la forza dimostrativa di uno stile ineguagliabile.
EUR 6.65
Cargo
Cargo è il più conradiano dei romanzi di Simenon\r\n\r\n«Sappiamo che Simenon è un maestro nel creare le atmosfere e gli intrecci. Qui è insuperabile. Le acque limacciose, la vegetazione tropicale, l'afa avviluppano il Croix de vie in un groviglio che appare inestricabile. Perché, ai "peccati" che hanno varcato l'oceano, si aggiungono le dissipazioni della terra ferma. E queste non sono da meno: avventurieri senza scrupoli, commercianti pronti a ogni baratto, bar malfamati, prostitute, una nuvola d'alcol e di sudore che le pale dei ventilatori sembra non riescano mai a disperdere.» - Giorgio Montefoschi\r\n\r\n«In queste pagine non c'è assolutamente nulla che appaia inutile, nessun episodio, nessun dialogo, nessuna descrizione di paesaggio che non abbia una sua precisa funzione.» - André Gide\r\n\r\n\r\n\r\nCome in un incubo, sin dall'inizio Joseph perde il controllo della situazione e viene travolto da eventi il cui senso gli è oscuro: prima la fuga da Parigi insieme a Charlotte, la compagna che, "in nome dell'Idea", ha ucciso l'uomo che era stato il suo amante. E che rifiutava di darle il denaro per finanziare il loro giornaletto anarchico. Poi, l'imbarco a bordo di una nave di contrabbandieri, il precipitare in "un universo incoerente,...
E cosi via. Testo inglese e russo a fronte. Ediz. multilingue
Apparso negli Stati Uniti nel 1996, questo libro raccoglie la sfida estrema di un grande poeta: testi stesi direttamente in inglese, altri autotradotti dal russo\r\nSpumeggianti cascatedi angeli, di abitida ballo, crollodi barricate inamidate,nozze di farfallecon nevi himalayane,vette alpine, a zonzoper il cielo - oh, nuvole,in quel cielodelicato del Balticoche a nessuno appartiene -lassù, in alto,nella vostra dimora, qualiappelli ascolterete?Chi è il vostro architetto?Chi il vosto Sisifo?\r\n\r\n\r\nApparso negli Stati Uniti nel 1996, questo libro raccoglie la sfida estrema di un grande poeta: testi stesi direttamente in inglese, altri autotradotti dal russo. Un trasloco del poetabile, la verifica di un intero arsenale verbale e musicale alla prova di un'altra grammatica, di un diverso «codice di coscienza». Libro conclusivo e postumo, E così via evoca col suo titolo uno stacco e insieme una promessa: interrompe, ma implica la possibilità di un seguito, suggerisce aperture imprecise, itinerari forse solo ipotetici. E proprio in quella sospensione, non lieta ma chiara, abitano i centauri e il vento, i passanti indifferenti e gli intonaci sbrecciati, protagonisti o comparse di una favola poetica. La città dell'anima, Pietroburgo, detta ancora la regola di versi architettonici, ma altri meno limpidi paesaggi incalzano, mentre...