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A ricordo di tutti i miei peccati. L'altra faccia del genio: lettere ai familiari
Nel primo volume della sua autobiografia (La lunga attesa) Bion rievocava un'infanzia e una giovinezza vissute nell'India coloniale e nell'Inghilterra vittoriana, concludendo con le pagine della sua drammatica esperienza della prima guerra mondiale, in cui combatté giovanissimo. Questo secondo volume si divide in due sezioni: una è costituita dalla prosecuzione del racconto autobiografico degli anni che vanno dalla fine della prima guerra mondiale alla fine della seconda; l'altra si compone di una scelta di lettere scritte da Bion alla seconda moglie Francesca e ai figli Parthenope, Julian e Nicola. La prima parte (A ricordo di tutti i miei peccati), che abbraccia trent'anni di vita di Bion, è tutto fuorché un convenzionale resoconto autobiografico e dipinge vigorosamente il periodo cruciale della formazione di un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia della psicoanalisi. Alla prima parte autobiografica si contrappone la sezione epistolare. L'altra faccia del genio, infatti, ci mostra un Bion inedito, così come lo conosceva soltanto la sua famiglia, con le sue emozioni, il suo umorismo, il suo interesse per la verità, i suoi lampi di intuizione, le sue debolezze e i momenti di depressione. Al completamento del quadro contribuiscono le...
La continuità d'essere. Una psicologia positiva per l'Occidente
La psicoanalisi è stata, sebbene non solo, fondamentalmente una risposta clinica al disagio psichico. E anche oggi la sua natura sostanziale è rimasta legata alla richiesta di alleviamento della sofferenza psichica. Ciò che è meno riconosciuto, ma non meno vero, è che proprio il bisogno di risposta a un profondo e diffuso disagio spirituale ha dato origine a quella rigogliosa trasformazione della spiritualità occidentale che si è appoggiata, inizialmente, su forme religiose importate dall'Oriente, e tra esse soprattutto quel complesso di tradizioni che l'Occidente ha denominato 'buddhismo'. L'humus comune su cui son cresciute la domanda di psicoanalisi e quella di spiritualità è un diffuso stato di sofferenza insito nel vissuto dell'uomo moderno. Mark Epstein appartiene a quella nuova generazione di psicoterapeuti e psicoanalisti che hanno vissuto in prima persona questo doppio bisogno di ricerca personale come un'esperienza globale del proprio essere, e lo hanno integrato in una visione concreta del reale e in una pratica originale sia della psicoterapia sia della spiritualità. Non una teoria, ma uno psicoterapeuta buddhista che riconosce che un concetto come quello di 'continuità d'essere', introdotto nella psicoanalisi da Winnicott, ha un senso centrale in una prospettiva buddhista, per...
Controtransfert e regressione
Spirito creativo e in parte autodidatta, Boyer è diventato una leggenda già nel corso della sua vita. È stato uno dei pochi analisti che hanno avuto il coraggio di sperimentare il trattamento psicoanalitico della schizofrenia, della psicosi maniaco-depressiva e di altri disturbi mentali primitivi, un tempo definiti 'nevrosi narcisistiche' e considerati, con l'avallo dello stesso Freud, non trattabili con il metodo psicoanalitico. Particolarmente degno di nota è il suo lavoro sul controtransfert. Boyer ha sempre criticato chi si limitava a sottolinearne gli aspetti di resistenza ed era convinto che tra transfert e controtransfert esistesse un'assoluta interdipendenza. Oggi tutti sappiamo cosa ci sia dietro la resistenza ad accettare formalmente il valore clinicamente positivo del controtransfert. Gli analisti perdono la barriera protettiva della neutralità e, di conseguenza, il loro senso di sicurezza rispetto all'intimità intersoggettiva e al coinvolgimento emotivo. Un altro aspetto di Boyer è degno di nota: la sua attività antropologica a carattere psicoanalitico, svolta insieme alla moglie Ruth tra le tribù Apache. Boyer ha studiato alcuni di questi nativi americani con il test di Rorschach sottoponendone altri a psicoterapia psicoanalitica. Il suo lavoro antropologico è perfettamente in linea con la sua tecnica psicoanalitica.
Vedi Offerta Lo zen di Kodo Sawaki
Kodo Sawaki (1880-1965), detto anche Yadonashi, 'il senza dimora', pur riproponendo lo stile di vita sobrio dei primi patriarchi zen, appartiene interamente alla nostra epoca, che ha percorso talvolta tragicamente, ma che ha saputo anche guardare con acuto e ironico senso critico non privo di comprensione per quella "strana creatura che brancola nel buio con occhi intelligenti". Il rifiuto di appartenere stabilmente a un monastero, divenendo lui stesso monastero itinerante, in modo da poter portare il suo "zazen che non serve a nulla" nelle città e nei paesi, alla gente comune e agli intellettuali, ai carcerati e a tutti coloro che incontrava, che altro era se non il richiamo alla nostra condizione esistenziale, segnata dal pellegrinare attraverso i paesaggi di volta in volta luminosi e oscuri della vita, che egli invitava a percorrere con compassione verso quei "funghi matti raramente illuminati", spuntati improvvisamente dalla muffa della notte e nutriti di molte pericolose illusioni? Folgoranti e indimenticabili sono i suoi detti, le acute osservazioni, il severo insegnamento, che hanno contribuito a formare alcuni dei grandi maestri zen del secolo appena trascorso. Quando il lettore avrà chiuso questo libro, si scoprirà capace di guardare il...
Tattiche segrete. Lezioni dai grandi maestri di arti marziali
Nate in epoche in cui la sopravvivenza dipendeva dalla capacità di annientare un avversario, le arti marziali giapponesi non sono però solo tecniche di combattimento. Permeate dei principi dello zen, hanno sempre avuto una componente spirituale che ha contribuito a rendere i samurai, i ronin, i ninja, affascinanti, almeno per l'immaginario occidentale, come sacerdoti della morte. Essendo vie verso la conoscenza di sé e del mondo, verso l'illuminazione, contengono lezioni ancora oggi preziose. E questo è l'aspetto che vuol privilegiare qui l'autore, sottolineando come gli anni di sforzo e di allenamento non producano solo una grande capacità tecnica, ma una mente libera da presunzione, arroganza, paura, aperta ai segreti dell'universo.
EUR 13.30
Trasformare se stessi con la programmazione neurolinguistica
Questo libro rappresenta il culmine di un lavoro di oltre dodici anni trascorsi a indagare il modo in cui le persone creano e modificano le proprie idee su se stesse. Va ad aggiungersi a tutta una serie di modelli sviluppati da Andreas e da sua moglie, tra i quali figurano metodi rapidi per il perdono, la risoluzione del lutto, la ristrutturazione dell'esperienza temporale (come le persone rappresentano il tempo), il cambiamento della gerarchia dei criteri, una strategia per rispondere alle critiche, l'integrazione dei movimenti oculari e il superamento della vergogna.
EUR 22.32
Consapevolezza intuitiva
"Meditazione può significare moltissime cose, è una parola che include ogni tipo di pratica mentale, buona o cattiva. Ma quando io uso questa parola, la uso più che altro con il significato di centrarsi, sistemarsi o riposare nel centro. L'unico modo in cui lo si può fare, in realtà, non è mettersi a pensare o analizzare; occorre aver fiducia in un semplice gesto di attenzione, di consapevolezza".
EUR 12.35
Alessitimia. Valutazione e trattamento
La scoperta dell'alessitimia quale dimensione psicopatologica trae origine dalle osservazioni cliniche effettuate su pazienti affetti da malattie psicosomatiche classiche: l'ulcera, l'asma, la colite ulcerosa, l'eczema, l'ipertensione, eccetera. Nel 1973, P. E. Sifneos coniò il termine 'alessitimia', che tradotto letteralmente significa: emozioni senza parole o mancanza di parole per le emozioni, e che descrive un insieme di deficit della capacità di elaborare gli affetti sul piano sia cognitivo sia esperienziale.
EUR 17.10
Psicoterapia relazionale con i bambini
Il mondo della psicoanalisi infantile continua ad essere influenzato dal suo contesto originario, quello della psicologia dell.Io. In questo scenario gruppi di analisti a orientamento relazionale hanno cominciato a integrare le innovazioni della psicoanalisi relazionale dell.adulto anche nella pratica clinica dell.età evolutiva. La sfida è quella di sviluppare una teoria e una tecnica coerenti a partire da tradizioni diverse quali la psicoanalisi, la terapia comportamentale e la teoria sistemica. Sono esaminati in profondità i problemi del rapporto tra bambino e terapeuta, così come quello tra terapeuta e genitore, il ruolo del terapeuta al di fuori del contesto clinico, gli aspetti terapeutici del gioco e il comportamento del bambino.
EUR 30.40
I culti dell'ombra
Il taoismo. Una tradizione ininterrotta
Gli ultimi quarant'anni del ventesimo secolo hanno visto una fioritura senza precedenti per quantità e qualità, di studi specifici sugli aspetti più vari del taoismo, soprattutto perché alcuni centri di ricerca cinesi, francesi e anglofoni hanno iniziato una nuova esplorazione dell'immenso canone taoista, il repertorio delle fonti, un terreno quasi vergine la cui conoscenza era, fino ad allora, scarsissima e limitata a un numero estremamente esiguo di testi, dai quali era stata tradizionalmente ricavata la visione storico-filosofica dominante. Il graduale accumularsi di queste ricerche, tutte innovative, nell'insieme ha prodotto un cambiamento spettacolare nella visione del taoismo, un'autentica rivoluzione delle prospettive fondamentali tradizionali che imponeva un riesame globale dell'intera materia. Russell Kirkland, che ha ampiamente contribuito per più di vent'anni a questa nuova stagione di studi, si è assunto il compito di sottoporli a un esame sistematico allo scopo di ridisegnare un quadro ampio, una nuova mappa che ci rivela un immagine completamente diversa e sorprendente di quel multiforme movimento di pensiero e di pratica sociale che viene denominato taoismo.
EUR 22.80
Il seminario. Libro XXIII. Il sinthomo 1975-1976. Testo stabilito da Jacques-Alain Miller
Questo volume presenta il testo del Seminario XXIII, tenuto neI 1975-1976 e redatto come tutti i Seminari di Lacan da Jacques-Alain Miller. Fin dagli inizi del suo insegnamento, Lacan tentò di rendere conto della scoperta di Freud: l'inconscio. Che vuoi dire l'inconscio freudiano secondo Lacan? Vuoi dire che c'e un sapere che funziona e che agita un soggetto sebbene egli non ne sappia nulla. Le formazioni dell'inconscio, come i sogni, i lapsus, gli atti mancati e i sintomi stessi, mettono in luce un pensiero funzionante secondo una logica che rivela un desiderio erratico, spesso inconfessato e inconfessabile. Inconscio, appunto. Lacan si volgeva verso i linguisti, gli strutturalisti, i letterati, i poeti perché potessero offrire degli strumenti per chiarire ed esemplificare questo strano funzionamento che egli sintetizzò nell'aforisma: l'inconscio è strutturato "come" un linguaggio. In questo Seminario, come in tutti quelli tenuti alla fine della sua vita, Lacan è su tutt'altra lunghezza d'onda. Alla ribalta non è più ciò che funziona come un linguaggio, ma ciò che non funziona, che è la definizione lacaniana del "reale" in psicoanalisi e che non è il reale della scienza. Alla ribalta non è più il simbolico, ma...
Pezzi staccati. Introduzione al seminario XXIII. «Il sinthomo»
In questo libro Jacques-Alain Miller fa da guida al lettore che si accosta all'ultimo insegnamento di Lacan. Sicuramente il più arduo. Il libro XXIII del Seminario di Lacan, intitolato "Le sinthome" - antica grafia del termine sintomo - e infatti, come tutti gli ultimi seminari, completamente diverso dai precedenti. Perché? Almeno per due motivi. Primo: perché Lacan nell'ultimo periodo del suo insegnamento capovolge letteralmente la sua impostazione teorica sull'inconscio. Mentre prima l'accento era posto sull'assioma che l'inconscio è strutturato come un linguaggio, ora Lacan mette l'accento sulla disgiunzione tra il senso e il reale, tra la verità e il godimento. L'accento non è quindi posto sul sistema significante, sul grande Altro, sul linguaggio, ma sul godimento, che è quel reale che si presenta clinicamente come impossibile da sopportare e logicamente come senza senso. Addirittura il significante stesso non serve più alla comunicazione o al senso, ma si rivela essere al servizio del godimento, come prova l'opera di Joyce, soprattutto "Finnegans Wake". Inoltre questo seminario presenta in modo del tutto diverso la triade che aveva guidato Lacan fin dagli inizi del suo insegnamento l'immaginario, il simbolico e il reale - e con cui aveva...
Il Requiem di Mozart. La storia, i documenti, la partitura
L'incarico di comporre una messa funebre era certamente un fatto ordinario per un compositore vivente nel 1791. Se però il compositore è un Mozart, se il committente (disposto peraltro a pagare senza discussioni una cifra non da poco) rimane segreto, servendosi di un messaggero, se poco dopo la commessa sopravviene una malattia, se la malattia si rivela mortale, se pertanto questa diventa l'ultima opera del compositore e se addirittura egli non riesce a terminarla prima di una morte le cui cause la medicina di quel tempo non è in grado di chiarire, allora una commissione del genere si carica di significati sinistri che possono scatenare, e di fatto scatenano una proliferazione di leggende che tuttora colorano con la loro luce, o la loro ombra, questo Requiem. Se poi si aggiunge a tutto ciò la necessità economica, per la vedova, di far concludere l'opera in gran segreto (non sia mai il committente respinga la merce e addirittura richieda indietro l'anticipo) e di spacciarla per integralmente autentica fino al limite della menzogna, e oltre, eccoci in possesso di tutti gli elementi per comprendere come mai storici e musicologi abbiano dovuto caricarsi di un secolare lavoro...
Psicologia della dipendenza dal lavoro. «Work addiction» e «workaholics»
Nel panorama delle dipendenze patologiche, crescente attenzione ricevono oggi quelle che sono denominate nuove dipendenze, in cui il comportamento abusante non costituisce un'attività illegale. La dipendenza dal lavoro risulta una delle più attuali e pericolose dipendenze individuate: quella che ha per oggetto un'attività che è parte integrante del normale svolgimento della vita quotidiana di una persona. Piuttosto che un'attività, il lavoro diventa uno stato d'animo, una via di fuga che libera la persona dall'esperire emozioni, responsabilità, intimità nei confronti degli altri. Con questo volume gli autori si propongono di indagare un fenomeno ancora poco conosciuto, che si presenta complesso e ambivalente. A partire dalla definizione terminologica, si procede verso un inquadramento teorico della dipendenza dal lavoro e verso l'individuazione delle sue caratteristiche, della sua evoluzione e dei suoi effetti sull'individuo e sulle sue relazioni. Viene delineata quindi la figura del "workaholic", e ne vengono presentate le principali tipologie. Non vengono analizzate solo le componenti individuali, ma il contesto più ampio in cui il soggetto è inserito: la famiglia e l'ambiente professionale in cui il workaholic vive. Viene infine affrontata la questione dell'intervento su questa nuova forma di dipendenza patologica: dal trattamento individuale all'individuazione...
Il corpo cosciente. La disciplina del movimento autentico
La disciplina del Movimento autentico affonda le sue radici nella danza intesa come strumento terapeutico, e in particolare nella Danza-Movimento Terapia, nata negli Stati Uniti intorno agli anni quaranta del secolo scorso come modalità di approccio relazionale alla persona. E negli anni cinquanta che Mary Withehouse, di formazione psicoanalitica junghiana, sviluppa per prima le tecniche di immaginazione attiva attraverso la nozione di "movimento autentico" il movimento proprio di ciascun individuo che nell'attività spontanea di improvvisazione dà accesso agli strati più profondi dello psichismo. Il lavoro attuale della Adler prende le mosse dall'esperienza della Whitehouse e dalle ricerche di John Weir nel campo delle relazioni interpersonali e della teoria psicodinamica. La disciplina del Movimento autentico nasce dalla sfida di mettere insieme il sapere corporeo della danza con l'esperienza della psicoanalisi. E caratterizzata da un rigoroso setting contenitivo nel quale si rende possibile la regressione a stati di coscienza alterati, che riportano in superficie memorie corporee non direttamente accessibili al verbale: ciò che si propone è qualcosa di per sé inspiegabile, l'esperienza diretta attraverso il movimento corporeo.
EUR 18.05
La psicoterapia genitore-bambino
Sin dalle origini la psicoanalisi ha riconosciuto che i mondi interni di una generazione si trasmettono a quelle che seguono. Le terapie genitore-bambino a orientamento psicodinamico si fondano sull'assunzione che l'esperienza di sé del bambino prende vita grazie all'interazione con l'Altro significativo, e che, sebbene le prime relazioni siano immerse in una dimensione sottocorticale e presimbolica, la mente e lo sviluppo del bambino sono in gran parte forgiati dalle dinamiche relazionali con le figure di attaccamento primarie. Il "paziente" quindi non è né il genitore né il bambino, ma la loro relazione, e per questo la psicoterapia congiunta si delinea come la modalità elettiva di intervento in presenza di difficoltà interpersonali. Questo libro offre un resoconto chiaro, esauriente e razionale del modello utilizzato nell'ambito del progetto genitore-bambino dell'Anna Freud Centre, fornendo un ricchissimo materiale clinico che permette di ricostruire lo sviluppo del processo terapeutico nell'intervento con le singole famiglie e con i gruppi. Partendo dalle recenti scoperte neuroscientifiche che hanno evidenziato come sin dalla nascita l'essere umano abbia molti strumenti per leggere e comprendere i segnali inviati dal mondo circostante, il modello presentato considera il bambino un soggetto attivo e creativo nel percorso...
Trauma e psicopatologia. Un approccio evolutivo-relazionale
Questo libro propone una riformulazione del trauma in termini evolutivo-relazionali, come risultato della mancata elaborazione delle emozioni traumatiche, ovvero di quelle emozioni non simbolizzate nell'ambito delle relazioni primarie. Il bambino, se maltrattato, non può sviluppare l'autostima e la capacità di comprendere gli stati mentali propri e dell'altro, qualità necessarie a esplorare con fiducia l'ambiente circostante e quindi a costruire relazioni significative. Le esperienze croniche di trascuratezza hanno effetti negativi su svariate aree del funzionamento del bambino dando origine, ad esempio, a somatizzazione, difficoltà di sintonizzazione emotiva, mancanza di controllo degli impulsi, come anche, nei casi più gravi, a stati dissociativi. La perdita di una base sicura, insomma, rappresenta una condizione traumatica capace di predisporre il soggetto alla depressione, alla dipendenza patologica, ai disturbi del comportamento alimentare. E non sempre è in relazione con maltrattamenti espliciti, come indica il fatto che la disorganizzazione dell'attaccamento è per lo più connessa a esperienze traumatiche irrisolte del genitore, le quali si riflettono sullo stato dissociativo del bambino. Il presente volume esamina le possibili relazioni causali fra le esperienze traumatiche e la psicopatologia, a partire dalla teoria dell'attaccamento, dell'infant research e dalle recenti scoperte neuro-biologiche sulla natura relazionale...
La pratica della presenza per realizzare la nostra natura autentica
La ricchezza nascosta nel cuore, nella vita e nell'esperienza è qui, dentro di noi, non in un'esistenza migliore, in un'altra casa, un'altra carriera, un'altra relazione, un altro paese o un altro insegnamento spirituale. Forse un tempo lo sapevamo, ma poi lo abbiamo dimenticato. Siamo noi stessi il luogo e la fonte di quanto stiamo cercando. Ma solo se arriviamo a scoprire la pienezza dell'esperienza immediata, avvertendola e percependola direttamente, quella consapevolezza può influire realmente sulla nostra identità e sulla maniera in cui viviamo. Almaas, fondatore della scuola del Diamond Approach, propone un metodo di auto-osservazione essenziale e pratico per percorrere la strada della consapevolezza di sé tramite un'indagine costante sulla propria presenza e sul momento attuale. Solo essere presenti e consapevoli, evitando di manomettere l'esperienza, porta al raggiungimento della vera Natura. Non alterare e non modificare la propria esperienza non significa adottare un atteggiamento di passiva accettazione, ma piuttosto non interferire con l'esperienza, rispettare tutto ciò che accade ed emerge alla consapevolezza. L'esposizione filosofica del metodo è accompagnata da una serie di 'esercizi di esplorazione', che possono essere eseguiti individualmente oppure in coppia, e che permettono al lettore di assimilare in modo più...
Come siamo. Liberare la mente da tutti i condizionamenti
Krishnamurti è stato un filosofo nel senso originario della parola, non un accademico o un intellettuale, ma un amante della verità che ha sollevato domande essenziali sulla vita. Ha dedicato la sua vita a parlare alla gente in tutto il mondo delle eterne domande esistenziali. In questa serie di otto discorsi tenuti a Ojai, in California, nel 1955, esamina la confusione, le abitudini e i presupposti della mente umana, che sono alla radice di tutta la violenza e la sofferenza del mondo. Benché queste riflessioni siano state offerte più di cinquant'anni fa, il loro significato è ancora innovativo e rilevante per i nostri tempi. Krishnamurti esamina un mondo in cui il boom della produzione e i progressi della scienza promettono un futuro felice senza mantenere la promessa. Punta il dito contro l'escalation delle guerre, della competizione, dell'invidia e del nazionalismo, nonostante i progressi nell'educazione, nell'ecumenismo religioso e nelle tecniche di miglioramento di sé. Essenzialmente chiede ai suoi lettori di considerare che gli apparenti progressi del sé non sono progressi verso la libertà, ma un cammino verso l'illusione. Conoscere la propria mente attraverso la diligente auto-osservazione, afferma Krishnamurti, è l'unica via alla libertà.
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