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Psicoterapia sensomotoria. Interventi per il trauma e l'attaccamento. Con aggiornamento online
L'intelligenza del corpo è una risorsa perlopiù inutilizzata in psicoterapia, benché il linguaggio del corpo comunichi, più delle parole, significati impliciti legati ai traumi e alle relazioni, precoci o dimenticate, con le figure di attaccamento. Escludere il corpo dagli obiettivi dell'azione terapeutica priva i pazienti di un percorso vitale per la conoscenza di sé e per il cambiamento. Psicoterapia Sensomotoria traccia un percorso clinico di grande praticità alla scoperta dell'intelligenza e delle risorse del corpo. La prima parte fornisce un orientamento generale su come utilizzare il volume, mentre la seconda offre una panoramica sul ruolo del cervello e sull'uso della mindfulness. Le ultime tre parti sono organizzate seguendo l'approccio trifasico alla terapia e si focalizzano sullo sviluppo delle risorse personali, su un uso dei ricordi traumatici e di attaccamento di tipo bottom-up e sulle distorsioni emotive e cognitive.
EUR 66.50
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La mente che vaga. Cosa fa il cervello quando siamo distratti
Vi è mai capitato, a scuola o durante una riunione, di guardare con occhi sognanti fuori dalla finestra? Se gli altri se ne fossero accorti, avreste comunque potuto replicare che non c'era nulla di strano nel vostro comportamento, poiché la scienza insegna che la nostra mente divaga per circa metà del tempo. È un problema? Michael Corballis sostiene di no. Gli studi più recenti indicano che il vagare con la mente rappresenta una fonte da cui traggono alimento sia la nostra facoltà immaginativa e creativa sia la nostra capacità di condividere pensieri ed emozioni con gli altri. Viaggiamo con la mente nel tempo e nello spazio, vaghiamo senza meta nei sogni ed elaboriamo piani, tutto questo grazie alla nostra capacità di divagare, una capacità che ci rende unici, sia come specie sia come individui.
EUR 16.15
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Un mondo di mondi. Alla ricerca della vita intelligente nell'Universo
È possibile che in tutta l'architettura celeste noi esseri umani siamo gli unici inquilini? \r\n\r\nDa millenni religioni, miti, leggende ma anche speculazioni filosofiche e congetture scientifiche hanno ipotizzato che l'universo brulicasse di vita e di intelligenza, anche se gli extraterrestri non si sono mai visti se non nella nostra immaginazione. \r\nGli autori raccontano come questo “mondo di mondi” rappresenti una delle sfide più affascinanti per la mente scientifica. Sarà mai possibile cogliere segnali significativi da un qualche lontano pianeta “abbastanza simile al Globo terrestre”? \r\nIl volume espone le tappe essenziali di questa avventura dell'immaginazione, al confine tra scienza e poesia, utilizzando il linguaggio di tutti i giorni, senza dimenticare la posta in gioco di questa “caccia all'extraterrestre”, destinata a cambiare radicalmente le più profonde convinzioni circa il nostro stesso pianeta e noi stessi.
EUR 15.20
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Storia naturale della morale umana
Avvalendosi di dati sperimentali che mettono a confronto scimmie antropomorfe e bambini piccoli, Michael Tomasello ricostruisce come i primi uomini siano gradualmente diventati una specie ultra-cooperativa e, alla fine, morale. Tomasello evidenzia come lo sviluppo di un senso etico di responsabilità verso chi appartiene alla nostra comunità (il nostro «noi») vada di pari passo con il conflitto tra i gruppi, per cui chi è «altro da noi», il barbaro, viene intuitivamente percepito come un nemico, come un sub-umano. Dunque, lo stesso processo evolutivo che ci rende capaci di cooperare all'interno del nostro gruppo ci rende propensi al peggior conflitto settario contro altri gruppi. Si può essere altruisti anche con le peggiori intenzioni. - Telmo Pievani, La LetturaBambini che montano una nave spaziale, vestono principesse, calciano una palla verso una porta delimitata da maglioni che torneranno a casa sporchi di terra. La radice della morale è questa, con buona pace del genitore che caricherà la lavatrice: Michael Tomasello la chiama intenzionalità condivisa. - Giancarlo Dimaggio, La LetturaDue sono stati i passaggi chiave nell'evoluzione, ciascuno fondato su un modo nuovo di agire in base al quale gli individui lavorano insieme come un “noi” plurale. Il...
Sette lezioni sul pensiero globale
Scelto da IBS per la Libreria ideale. "Siamo ancora in grado di pensare al futuro dell'umanità? Per Morin è necessario 'pensare globale' non dimenticando la complessità dell'essere umano, la sua individualità, ma anche la sua natura al tempo stesso sociale e biologica."\r\n\r\nL'umanità è trascinata nella corsa sfrenata della mondializzazione: la riflessione di Morin ci propone di scrutare il suo futuro senza cedere alla facilità dei luoghi comuni né alle ingiunzioni dell'attualità.\r\n\r\n«Per Morin è necessario "pensare globale", non dimenticando la complessità dell'essere umano, la sua individualità, ma anche la sua natura al tempo stesso sociale e biologica.» - Carlo Bordoni, La Lettura del Corriere della Sera\r\n\r\nLe nostre conoscenze sull'umano, sulla vita, sull'universo, sono in piena espansione. Sono anche separate e disperse. Come legarle fra loro? Come affrontare problemi che sono nello stesso tempo complessi e vitali? La risposta di Edgar Morin è luminosa di intelligenza e accessibile a tutti. L'autore ci invita a “pensare globale”, cioè a considerare l'umanità nella sua natura “trinitaria”, poiché ciascuno è nello stesso tempo un individuo, un essere sociale e una parte della specie umana.
EUR 10.45
Il metodo e l'antropologia. Il contributo di una scienza inquieta
Il lavoro sul campo è un'esperienza intensa che interroga il ruolo del ricercatore e lo statuto scientifico del sapere. Ciò che altre scienze possono dare per scontato per l'antropologia diviene problematico in ragione del maggior coinvolgimento esistenziale dell'etnografo. L'iniziale utilizzo dei modelli delle scienze naturali, l'impiego dei metodi quantitativi, la pratica dell'osservazione partecipante non sono riusciti a risolvere l'incompatibilità originaria fra metodo e soggettività. Mossa da ciò che Foucault definisce un "perpetuo principio di inquietudine", l'antropologia dell'ultimo quarto del XX secolo ha utilizzato i contributi del pensiero filosofico e scientifico per ripensare i propri fondamenti e trasformare la soggettività in una risorsa. Ricostruendo i paradigmi metodologici attraverso i quali l'antropologia ha modellato il proprio sapere, il testo analizza criticamente la pratica etnografica, dagli esordi evoluzionistici e dalla rivoluzione etnografica di Malinowski fino alla svolta interpretativa e ai modelli dell'esperienza e dell'incorporazione. Gli autori discutono i contributi dell'etnografia al dialogo metodologico interdisciplinare, superando le contrapposizioni tra scienze "dure" e scienze "morbide" e configurando un'inedita unificazione dei saperi.
EUR 25.18
Il libro dell'ospitalità
Il libro dell'ospitalità dà compimento alla meravigliosa peripezia di uno scrittore che ha interrogato la sofferenza, l'esilio, il linguaggio, il limite.\r\n\r\nNella sua vulnerabilità, lo straniero può contare soltanto sull'ospitalità che altri possono offrirgli. Ma che cos'è l'ospitalità? \r\nPer rispondere Jabès ripercorre, in questa che è la sua ultima opera, tutti i luoghi della sua interrogazione - il deserto, l'assenza di Dio, il silenzio, il rapporto ebraismo-scrittura, l'ascolto, lo straniero, il nomade, il dolore del mondo. \r\nMentre accoglie l'eco dei testi che lo hanno preceduto, Il libro dell'ospitalità dà compimento alla meravigliosa peripezia di uno scrittore che ha interrogato la sofferenza, l'esilio, il linguaggio, il limite.
EUR 10.45
Esperienza. Filosofia e storia di un'idea
Interrogando la storia dell'idea di esperienza da Talete alla filosofia contemporanea, come Andrea Tagliapietra fa in questo libro, è possibile imbattersi in una singolare scoperta, ovvero nel nesso fra l'esperienza e l'attenzione. I neuroscienziati, però, ci avvisano che la soglia d'attenzione dell'uomo - una manciata di secondi - è scesa, negli ultimi anni, pericolosamente al di sotto di quella del pesce rosso. Oggi l'intelligenza, dai test d'ingresso all'università alla velocità che chiediamo ai nostri computer, fino ai quiz televisivi e alle decisioni di manager e politici, si misura sulla rapidità della risposta, mentre chi esita fa la figura dello stupido, del "ritardato", di colui che va scartato e non è all'altezza. Eppure senza esitazione non c'è attenzione e, quindi, neppure quell'esperienza che ci consente di abitare il mondo e, in prospettiva, anche di potercene prendere finalmente cura.
EUR 15.20
L' enactment nella relazione terapeutica. Caratteristiche e funzioni
Partendo da una rassegna aggiornata della letteratura psicoanalitica, che mette a confronto la concezione dell'enactment nel modello teorico delle relazioni oggettuali e in quello relazionale, l'autore propone una personale riflessione teorico-clinica sull'enactment, intendendolo come una messa in atto, da parte del paziente, di memorie traumatiche depositate in aree "disaggregate" del proprio Sé, che fanno risuonare nel terapeuta contenuti protopsichici del suo inconscio personale responsabili di una temporanea dissociazione corpo-mente. Si tratta quindi di una comunicazione fra inconsci. Ma a quale tipo di inconscio bisogna fare riferimento? Prendendo spunto dalla propria esperienza clinica, l'autore suggerisce che si tratti dell'inconscio non rimosso, ovvero di un inconscio primitivo, pre-riflessivo, pre-verbale, un organo emotivo-ricettivo capace, nei soggetti sani, di intercettare il segnale emotigeno e di inviarlo all'altro inconscio, quello rimosso, perché possa essere simbolizzato e mentalizzato: una capacità, questa, che risulta gravemente compromessa nei cosiddetti pazienti difficili. In sintesi, il riferimento all'inconscio non rimosso porta a interpretare l'enactment come un temporaneo blackout di tipo dissociativo, che assume una fondamentale importanza per raggiungere quei nuclei emotivi del paziente esclusi dal circuito della simbolizzazione e dell'elaborazione verbale.
EUR 13.30
Il paradosso della stupidità. Il potere e le trappole della stupidità nel mondo del lavoro
«Un po' di stupidità fa bene all'azienda? sì, a patto che si tratti di quota minima e che i comportamenti acritici non diventino la pratica più diffusa. Perché invece abituare i dipendenti a dare il meglio di sé e favorire l'espressione di atteggiamenti critici, alla lunga rende molto di più di quella "stupidità funzionale" che sul brevissimo periodo può sembrare utile»- Francesco Bolino,\r\n La Repubblica.\r\n\r\n«Il paradosso della stupidità è un nome nuovo per una storia antica. Chiunque abbia lavorato per e dentro un'azienda si è accorto che talvolta a un dipendente conviene fare una cosa che lui ritiene stupida. In questo modo compiace i capi e l'apparente mancanza d'intelligenza è funzionale alla sua carriera e a un buon clima interno» - Paolo Legrenzi, Il Sole 24 Ore.\r\n\r\nLa stupidità funzionale può essere una vera catastrofe. Può portare a fallimenti aziendali, tracolli finanziari e altri disastri. Esistono innumerevoli esempi, nella realtà quotidiana, di organizzazioni che accettano comportamenti assurdi, che vanno dal non porsi domande allo svolgere pedissequamente compiti ripetitivi. Eppure, una piccola dose di stupidità può essere utile per alimentare l'armonia e favorire il successo. È il paradosso della stupidità: un comportamento discutibile può rivelarsi...
Perché le storie ci aiutano a vivere. La letteratura necessaria
Non sappiamo perché e come l'Homo sapiens abbia sviluppato la capacità di costruire storie. Possiamo però ipotizzare come presumibilmente siano andate le cose. Cioè come un ominide abbia sviluppato la facoltà di narrare storie e come queste lo abbiano avvantaggiato tra tutte le specie. Si tratta dunque di studiare la narrazione, la fiction e la letteratura nel contesto della teoria dell'evoluzione e delle scienze cognitive, prendendo le mosse dalle recenti acquisizioni dell'archeologia cognitiva che mettono in relazione la produzione di utensili e lo sviluppo di capacità narrative. Si comprende così che la narrazione ha un ruolo decisivo nella costituzione del Sé e delle sue protesi esterne, come da tempo sostengono i teorici della mente estesa e della cognizione incarnata. Questo studio si inserisce nel quadro più ampio di una teoria biopoetica della narrazione e di un'antropologia filosofica che non trascura il bios rispetto allo spirito. Per questo, categorie fondamentali come la compensazione e l'esonero possono essere rilette in chiave evoluzionistica e fornire alcune spiegazioni del comportamento narrativo dell'Homo sapiens: il riequilibrio dei suoi deficit funzionali ed esistenziali e il contenimento dell'ansia.
EUR 31.35
Rimuginio. Teoria e terapia del pensiero ripetitivo
Il rimuginici è una forma di pensiero negativo e ripetitivo che negli ultimi decenni ha assunto un ruolo fondamentale tra i fattori psicologici identificati come perno della sofferenza emotiva nella maggior parte dei disturbi psicologici. Rimuginare significa preoccuparsi delle cose negative che possono accadere, ma anche riflettere continuamente sui propri errori, su ciò che desideriamo e non abbiamo, sulle ingiustizie subite. Il rimuginio prolunga e intensifica la sofferenza psicologica, ostacola una naturale regolazione delle emozioni, soprattutto quando i pazienti non riescono a liberarsene o quando viene ritenuto utile o necessario. Il testo ricapitola i risultati teorici, empirici e clinici della letteratura internazionale e del percorso di ricerca degli autori. Si propone un impianto teorico chiaro ed esaustivo sui processi cognitivi di base e sul ruolo della conoscenza metacognitiva. Si chiarisce inoltre come le forme del rimuginio si interfacciano con i disturbi psicologici e si mostra ai clinici come intervenire sulle credenze metacognitive che orientano il rimuginio e sugli aspetti comportamentali che lo mantengono nel tempo.
EUR 30.40
Ascoltare i bambini. Psicoterapia delle infanzie negate
«Attraverso le storie cliniche di bambini abusati trattati nel centro di Cancrini viene messo in luce l'impatto dei traumatismi multipli sulla mente e sul corpo dei bambini abusati - Massimo Ammaniti,\r\n la Repubblica»\r\n\r\nIn questo libro, che è il seguito naturale di "La cura delle infanzie infelici", Luigi Cancrini propone cinque storie, raccontate in prima persona dai bambini che le hanno vissute. Presentate nel modo in cui sono emerse all'interno di una situazione terapeutica dedicata espressamente a loro, le storie aprono scenari in vario modo terribili o affascinanti e fino a oggi del tutto sconosciuti anche per gli addetti ai lavori. Chi si prende cura oggi dei bambini maltrattati o infelici poco si preoccupa, abitualmente, di dare loro l'ascolto su cui sarebbe giusto basare il proprio intervento, e poco o nulla esiste in letteratura, tranne che per i traumi legati all'abuso, sul modo in cui il bambino riflette dentro di sé, nei suoi vissuti e nelle sue esperienze, la complessità dolorosa delle situazioni in cui è costretto a crescere. Naturale e straordinariamente semplice risulta, da questo modo di procedere, l'integrazione delle esperienze elaborate dagli psicoanalisti dell'infanzia, da Klein a Winnicott fino a Bowlby, con...
La pratica del colloquio clinico. Una prospettiva lacaniana
Un giovane psicoanalista formato alla scuola di Jacques Lacan è chiamato a insegnare a contratto dall'Università di Urbino per la cattedra di Teoria e tecnica del colloquio psicologico. L'anno accademico è quello del 1998-99. Le sue lezioni si svolgono nell'Aula Magna dei Collegi di Urbino e vengono seguite da centinaia di studenti della facoltà di Psicologia. L'atmosfera è elettrica: è la prima volta che, in quella università, il nome di Lacan non viene lasciato ai filosofi e agli studiosi di scienze umane ma viene calato nella realtà viva della clinica psicoanalitica. Nell'Aula Magna dei Collegi i posti sono esauriti e col passare del tempo gli studenti si sistemeranno accalcati e seduti a terra. Questo libro riporta quelle lezioni, che hanno avviato molti allievi allo studio di Lacan e della psicoanalisi. Il lettore troverà inoltre un saggio e una conferenza ritrascritta da un Recalcati più maturo che hanno sempre come tema il colloquio clinico e la pratica della costruzione del caso clinico in psicoanalisi.
EUR 24.70
Neurofeedback nel trattamento dei traumi dello sviluppo
Il neurofeedback è una sorta di "training del cervello" che consente di visualizzare e modificare i pattern del cervello stesso; i clinici sono dunque in grado di guidare i pazienti con l'obiettivo di trasformare i pattern di onde cerebrali all'interno di un nuovo contesto nel quale trattare la malattia mentale. Sebern Fisher mostra in questo libro la capacità del neurofeedback di incidere su alcuni aspetti della salute mentale considerati tra i meno trattabili: il grave abuso infantile, la trascuratezza, l'abbandono, in altre parole i traumi dello sviluppo. Quando siamo in presenza di un fallimento dell'attaccamento tra un bambino e il suo caregiver primario, si può instaurare un insieme di sintomi complessi: dissociazione cronica, comportamenti autodistruttivi, isolamento sociale, rabbia e paura. Finora esistevano poche terapie affidabili per contrastarli. Adesso, l'autrice mostra che, focalizzandosi sui pattern delle onde cerebrali del paziente, i ritmi del cervello, del corpo e della mente si normalizzano e, con un training scrupoloso, si instaura la regolazione. Sono anche valutate le abilità cliniche necessarie, compresa la modalità con cui presentare il neurofeedback ai pazienti, combinarlo con la psicoterapia tradizionale e fornire l'assessment.\r\nEdizione italiana a cura di Maria Silvana Patti\r\nPrefazione di Bessel...
Formazione e trasformazione. Un modello complesso
Che cosa connette la costruzione di un muro a secco con la formazione? Entrambe richiedono attenzione, cura, creatività e immaginazione. La metafora dell'opera accompagna la descrizione del lavoro formativo come una composizione materiale e simbolica, radicata nell'esperienza del corpo e nei linguaggi estetici e mirata a generare teorie soddisfacenti e pratiche condivise. La formazione dei formatori richiede oggi modelli e teorie innovativi, capaci di innescare processi autenticamente trasformativi, in grado di fare la differenza, di modificare emozioni e idee, di incidere sulle relazioni e sui contesti, sui processi organizzativi e forse, nel lungo periodo, sul sistema sociale più ampio. La "spirale della cura" si propone come un modello complesso di formazione cooperativa e di ricerca, sviluppato nel lavoro con educatori, pedagogisti, insegnanti, operatori sanitari, orientatori. Il testo offre molti esempi, proposte operative, analisi concettuali e spunti per la riflessione personale.
EUR 21.00
La scienza della personalità. Teorie, ricerche, applicazioni
Una panoramica aggiornata sulle teorie della personalità, con sezioni inedite su "Personalità e neuroscienze"; La teoria psicoanalitica di Freud; La teoria fenomenologica di Cari Rogers; Le teorie dei tratti di personalità: Allport, Eysenck, Cattell; Le basi biologiche della personalità; Gli approcci del comportamentismo e delle teorie dell'apprendimento allo studio della personalità; La teoria dei costrutti personali di George Kelly; La teoria cognitivo-sociale: Bandura e Mischel; La personalità nel contesto: le relazioni interpersonali, la cultura e lo sviluppo nel corso della vita; La valutazione della teoria e della ricerca sulla personalità.
EUR 49.40
La sapienza del cuore. Pensare le emozioni, sentire i pensieri
Emozioni, sentimenti e passioni forgiano la qualità della nostra esistenza, ma non sempre siamo consapevoli dei modi in cui si esprime la nostra vita affettiva. Tendiamo infatti a vivere in modo irriflessivo. Quale cura di sé consente di coltivare la parte affettiva a vantaggio della qualità dell'esistenza? E come è possibile alimentare gli affetti positivi, che generano sentimenti vitali, e ridimensionare quelli negativi, che mettono a rischio la relazione con se stessi e con gli altri? Rispondere a queste domande significa tracciare un orizzonte alla luce del quale valutare se e quanto le nostre convinzioni siano adeguate alla vita buona. Significa creare le fondamenta della migliore vita possibile. In questa prospettiva, sviluppare la capacità di autocomprensione affettiva rappresenta un obiettivo esistenziale imprescindibile.
EUR 13.30
Basi biologiche della funzione genitoriale. Condizioni tipiche e atipiche
«In tempi in cui madri e padri, anzi mamme e papà, sono chiamati in causa sempre più spesso, ma con poca cognizione di causa, un libro che ci informa sulle "Basi biologiche della funzione genitoriale" è il benvenuto» - Vittorio Lingiardi, Il Sole 24 Ore \r\n\r\nArgomenti trattati: Basi teoriche ed evidenze empiriche; Fattori neurobiologici nel genitore che predispongono a prendersi cura del bambino; Fattori neurobiologici e psicofisiologici nel bambino che predispongono alla cura da parte dell'adulto; Aspetti neurobiologici della relazione genitore-bambino; La teoria dell'attaccamento. Dall'etologia alle neuroscienze; Attaccamento; caregiving e neuroscienze. Un approccio intergenerazionale; La funzione genitoriale con figli affetti da disturbi del neurosviluppo.
EUR 19.00
L' arcobaleno sul ruscello. Figure della speranza
La speranza è da sempre al centro della cura: senza di essa non si riuscirebbe a trovare le parole da rivolgere ai pazienti, quelle più consone a ciascuno. \r\n\r\n«È alle intuizioni di filosofi e letterati, ma anche santi e testimoni dell'olocausto, che Eugenio Borgogna ancora le sue riflessioni di psichiatra di lunga esperienza su un'inclinazione umana che apre alla pienezza della vita e per questo diventa scopo e necessità della cura.» - Giulia Alice Fornaro, Mind\r\n«La significazione umana di Eugenio Borgna ripresenta nelle sue pagine momenti emblematici nel "silenzio" delle parole, nella trascendenza dello sguardo rispetto alla spazialità dei linguaggi, nel tempo interiore, nel tempo dell'io» - Stefano Crespi, Il Sole 24 Ore \r\nEugenio Borgna concepisce la speranza come un'inclinazione umana solo apparentemente fragile, in realtà continuamente capace di farci accedere alla pienezza dell'esistenza. Che si tratti delle difficoltà della vita quotidiana o degli abissi della psicopatologia, è dalla conoscenza di sé che nasce la spinta ad aprirsi al futuro e alla speranza e a uscire dalla solitudine.\r\nBorgna descrive le molte declinazioni della speranza a partire dalle intuizioni di grandi filosofi, poeti e scrittori come Leopardi e Kafka, sant'Agostino e Walter Benjamin, oltre...