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Indovinelli selezionati. Spakkacervelli!
Un nuovo libro di indovinelli dovrebbe essere sempre accolto con un battimano! Gli indovinelli non sono brioches: sono tra le più acute invenzioni della mente umana. Gli indovinelli sono scosse sveglia-cervelli, pillole anti sbadiglio, vitamine ammazza noia! Gli indovinelli, tagliava corto il grande pedagogista Lucio Lombardo Radice sono "il gioco più ricco ed utile". Sì: un indovinello al giorno toglie la stupidità di torno! Insomma, questo è il libretto più intelligente e divertente del mondo! il libretto da spargere ovunque, a cominciare dalle scuole e dalle famiglie. Regalare ad uno una manciata di indovinelli di qualità come questi, non solo è la prova che prendiamo sul serio la sua intelligenza, ma (proprio per questo!) è rendersi indimenticabili! Avvertenza. Questo opuscolo non è adatto: a chi ha il cervello all'estero; a chi ha deciso di invecchiare prima del tempo; a chi si accontenta di vivere nel maledetto triangolo: frigorifero, sofà, televisione. L'opuscolo è adatto: a chi conosce il proverbio: "Dalla culla alla bara, sempre si impara", a chi sa che nella storia hanno fatto più danno gli sbadigli delle polveri da sparo, a chi lo ha in mano. Complimenti! Età di lettura: da 10...
Nato di sabato
Cal Innes è appena uscito dal carcere, gioca a fare il detective privato e fugge da un passato legame con la banda locale di "zio" Morris Tiernan. Quando Tiernan lo incarica di rintracciare il gestore di un casinò scappato con una grossa somma in contanti, Innes viene trascinato in un gioco al gatto e al topo con il figlio psicotico di Tiernan. Il caso lo conduce a Newcastle, e Innes si trova in una situazione difficile: ha il figlio di Tiernan alle calcagna e un poliziotto di Manchester deciso a riportarlo in prigione. Le azioni si susseguono rapidissime, i pensieri martellano la mente, comunicati in tempo reale al lettore che, senza fiato, entra nel gioco degli inseguimenti per non lasciarsi sfuggire una sola mossa.
EUR 14.25
Sale e miele
Un romanzo che racconta di impulsi universali, dell'essenza degli esseri umani, trattando temi di scottante attualità sociale senza scinderli da una riflessione profonda sull'identità individuale, sulla fedeltà a se stessi e sulle emozioni legate al senso di appartenenza e all'incontro con l'altro. La piccola Koba viene accolta dalla famiglia Marais, dopo aver assistito all'uccisione dei propri genitori da parte di un gruppo di cacciatori. Sullo sfondo di un Sudafrica brutalmente segnato dall'apartheid, Koba impara lentamente ad adattarsi alla vita con i bianchi e sviluppa la propria identità crescendo con il giovane Mannie, senza che mai si affievolisca in lei il senso di appartenenza alla propria tribù d'origine.
EUR 15.20
Alle spalle
Una telefonata anonima sconvolge il ritmo della vita di una scrittrice. La voce all'altro capo del filo la insulta in maniera particolarmente veemente. Come se niente fosse accaduto, lei continua a svolgere i suoi compiti, a sbrigare la posta, a uscire a cena, a pensare come poter dissuadere sua figlia dal farsi un tatuaggio. Forse effettivamente nulla è cambiato, ma niente è più lo stesso. Sente la paura che le si arrampica sulla schiena, si sente osservata, e chissà, magari qualcuno sta persino pensando di ucciderla. Solo ascoltando un disco jazz di suo marito Serge, riesce a dimenticare per alcuni istanti che nulla è più lo stesso. Ma la musica la porta lontano con i ricordi, la costringe a pensare a Eddie, un genio del violino che insieme al marito ha composto una melodia di grande successo. Eddie è morto all'improvviso ed è diventato leggenda - qualcuno deve averlo tradito, invidioso della sua bravura. E come se niente fosse, squilla nuovamente il telefono. Tutta la narrazione si snoda tra pensieri e stati d'animo. Birgit Vanderbeke non si limita alla superficie degli eventi e indaga sulle possibilità di scegliere la propria vita, di esprimere...
Prima lingua
Nel presente libro, vincitore del T.S.Eliot Poetry Prize nel 1993, Carson compone uno spartito per suoni e visioni, trascrivendo il formarsi di un linguaggio poetico che diventi "prima lingua". Il suo inglese è dunque "eseguito", lasciato intravedere e ascoltare nello stato meravigliato e infantile di una lingua appresa, naturale solo nei tecnicismi del gergo marinaro, a tratti paludosa e ribollente (i blop, blub, blah e bobbled che costellano il testo per comporsi in una ballad). [...] Questo inglese con le interferenze, sfarfallante, sminuzzato in monosillabi e fonemi che si rincorrono, che sciamano da un'immagine a un'altra, dalla Frigia a Babilonia, incontrando ai posti di blocco della frontiera nordirlandese soldati che si profilano come mummie egiziane dal volto pitturato, è la "prima lingua" che dà il titolo alla raccolta.
EUR 12.35
Quelle mani
"L'intensità di 'Quelle mani', secondo romanzo di Carmela Cammarata, è tutta nel personaggio di donna che lo domina e lo investe con la sua forza: Zlata. Madre, moglie, amante, ormai in là con gli anni e costretta in un letto a fare i conti con la vita, chiedendo aiuto, o meglio approvazione incondizionata, a un prete cui racconta le battaglie che ha combattuto nella sua esistenza. [...] È qui la forza di 'Quelle mani', nella creazione di un personaggio che non ti lascia, la cui malvagità ostentata e quasi vanitosa ti si attacca addosso come la gramigna, e si ha la sensazione che sia molto più vicina di quanto si immagini." (Ivan Cotroneo)
EUR 13.30
Quindici giorni di novembre
Fra una poesia di Pessoa e il sax di Chat Beker, una striscia di Mafalda e una scena de "Il terzo uomo", il detective Ricardo Blanco, a quarantaquattro anni, ha fatto fronte ai disastri della sua vita aprendo un'agenzia investigativa a Las Palmas. È sopravvissuto a due accoltellamenti, a una lunga serie di donne che l'hanno mollato e al caldo infernale di Gran Canaria. Almeno fino al primo di novembre, quando una donna, bella e ricca, entra nel suo studio per chiedergli di indagare sul presunto suicidio del compagno e futuro marito. Negli ambienti dei "figli di papà" dell'isola, dominati dalla menzogna e dall'invidia, Blanco, rischia più volte la pelle, tra storie di sesso, gelosie e lo spettro dell'aids, ma alla fine giunge alla verità; lo fa con intuito, ironia, e qualche caduta di stile - di quelle che Sam Spade non avrebbe mai fatto - ma del resto questa è Las Palmas, mica San Francisco.
EUR 13.30
Il male degli ardenti
A. D. 1697. Giacomo Crivelli, quarantenne commediante del Théâtre Italien a Parigi, si ritrova improvvisamente senza lavoro quando un decreto del re ordina la sospensione degli spettacoli della compagnia. Decide dunque di scrivere la sua autobiografia e si allontana dalla capitale francese in cerca di luoghi che gli diano ispirazione. I suoi vagabondaggi lo portano al monastero di Saint-Honorat, dove il suo amico Aristotele Cereri lo raggiungerà per offrirgli un incarico di capocomico a Venezia. Durante il viaggio ai due si unisce Diana, una cantante italiana costretta ad abbandonare il paese in seguito a misteriosi e spiacevoli avvenimenti, che intreccia con Giacomo una turbolenta e romantica storia d'amore. Ma giunti a Venezia Giacomo e Aristotele trovano la città in ginocchio a causa di un'epidemia di fuoco di Sant'Antonio e di una serie di delitti irrisolti che vedono implicati nobiltà e donne di teatro. Giacomo, a suo agio nell'ambiente teatrale, verrà coinvolto nelle indagini, che illumineranno le mille sfaccettature della società veneziana.
EUR 12.00
Concerto per mio padre
"Alla morte di Barbe Blanche, mio padre, ricevetti in eredità il târ che si trasmette nella mia famiglia di generazione in generazione. Ma immediatamente lo strumento mi si ribellò contro, rifiutandosi di librare quegli accordi incantevoli e mistici che hanno fatto la gloria dei musicisti dell'Iran. Sotto le mie dita, e al mio carezzare le corde, sembrava solo un pezzo di legno senza vita, senza vigore. Ero forse maledetto? Che crimine dovevo espiare?. Forse il târ custodiva dentro quei sinuosi fianchi di legno un segreto troppo pesante per poter vibrare come un tempo, leggero e suadente? Così ho strappato le corde, le ho bruciate e seppellite dietro casa. E sono partito alla volta di Ardabil, in cerca del più famoso liutaio della regione. Ma cambiare le corde di un târ equivale a cambiare la sua stessa anima e quella del musicista che lo possiede. E adesso che sono qui, rinchiuso con mio fratello Nur in questa cella di polvere e silenzio a scontare una condanna inclemente e sconosciuta, adesso che la vista mi sta abbandonando e che non riesco più a distinguere il giorno dalla notte, adesso che questo buio diventa sempre più...
Le ore lunghe 1914-1917
Nel 1914 il marito di Colette, il barone Henry de Jouvenel des Ursins, parte per il fronte. Lei, al tempo redattrice per "Le Matin", lo segue. Saint-Malo, Verdun, Parigi, l'Argonne, Roma. Nella corposa sezione Impressioni d'Italia, il genio di Colette offre un delizioso quadro di Venezia e pagine suggestive dal lago di Como. Composto tra il 1914 e il 1917, mai tradotto finora in italiano, "Le ore lunghe" è un reportage obliquo sulla Prima Guerra Mondiale. Mentre i quotidiani nazionali d'Europa si coprono di cronache di guerra, la scrittrice più stravagante di Francia si concentra sui giardini, sulle donne, sui colori, sul mare, sulle gonne, sulla vita. Il risultato è un resoconto delle lunghe, lente ore della guerra raccontato da chi sa filtrare il senso dell'attesa e della fantasia. Le ore che un ferito impiega a guarire, in cui una donna partorisce il figlio del nemico, ma anche ore in cui la sua Bel-Gazou assale i polli in un'aia, o le signore provano vestiti. Ore coraggiose nella bellezza, perché "la gioia è dappertutto, inevitabile", e in tempi così bui, coglierla è un atto rivoluzionario.
EUR 13.30
Quasi mai
La Seconda Guerra Mondiale è appena finita e Demetrio Sordo, un giovane agronomo di inconsistenti ambizioni è preso da una novità: il sesso a pagamento nei bordelli. Proprio in uno di questi, sviluppa una passione per Mireya: è lei l'unica prostituta che desidera, e per averla ogni giorno pagherà una tariffa extra e sarà costretto a chiedere un aumento di stipendio. In breve la sua vita sembra esaurirsi in questa relazione fisica. Ma quando la madre lo costringe ad accompagnarla a un matrimonio di famiglia, Demetrio conosce il suo "vero" amore: Renata dagli occhi verdi. Un amore che nasce in un giro di valzer e cresce tra le righe di lunghe e caste lettere che i due si scambiano, per un periodo che sembra infinito. Le volute barocche del linguaggio di Sada modellano le descrizioni puramente carnali dell'essere amato, accentuando l'ironia della narrazione, e la commedia di maniera e corteggiamento si spinge verso la farsa: Mireya mente a Demetrio sostenendo di essere incinta, lui la abbandona su un treno; Renata, guidata dalla madre, non gli si concede per tenerlo legato a sé. Ma perché le due donne desiderano Demetrio? È poco simpatico, non...
Gli innocenti
Brani Tawo, immigrato in Inghilterra, soffre di insonnia e inquietudine. Cercando di rintracciare il modello di una macchina fotografica immortalata in una foto, che è uno dei pochi collegamenti che gli restano con le sue origini, entra nel negozio di antichità The Western Front. Lì conosce Stella, la proprietaria, e Feruzeh, una giovane collaboratrice di origine iraniana. Brani e Feruzeh sembrano innamorarsi a prima vista, incuriositi anche dalla comune esperienza di lontananza dalla terra natia, lei apparentemente per scelta, Brani per necessità di sopravvivenza. Da quel momento, la vita del giovane si popola di nuove realtà, e nell'avvicinarsi a Feruzeh e alla sua famiglia, conosce e ri-conosce rivoluzionari, profughi, intellettuali, e una società di cui non si è mai sentito in diritto di far parte. Nel raccontarsi alle sue nuove conoscenze, e soprattutto a Feruzeh, racconta - e riscrive - la biografia di un luogo, di un popolo e di un Paese attraverso la storia della sua famiglia. Tradizioni, miti, amori, guerre, fughe e tragedie si affastellano vorticose, fin quando i due mondi -la lontana patria di Brani e l'Inghilterra - non si riuniscono in un'unica sensazione a contrastare il dolore dello smarrimento....
La ragazza del cinema
Un inedito di Marguerite Duras, "Il camion", si accosta in un unico piano-sequenza al più noto "Agatha": la conferma della coerenza e dell'acutezza di una grande osservatrice dell'umanità. Nei testi, la struttura cinematografica conferisce ancora maggior densità alle parole, che diventano il sottofondo musicale del tempo che scorre. In "Agatha" un uomo ritrova la sorella che non vede da anni, nella casa al mare. Si svela pian piano il ricordo delle estati da adolescenti, dell'inquieto desiderio che aleggiava tra i due, intessuto della voglia di partire, di andare via. Un impeto incestuoso narrato come un amore puro e irrealizzabile, vissuto come assoluto, al limite della realtà possibile. L'azione de "Il camion" si svolge tutta in una stanza: Gerard Depardieu e Marguerite Duras leggono la storia di una donna che ogni sera si fa dare un passaggio su un camion diverso e ogni sera racconta all'autista, che non la ascolta mai, la sua vita, per la prima volta. Tra i due personaggi, in salotto, le storie sembrano acquisire forma materiale insieme alla donna che le narra, in una tensione irrisolta e terribilmente perturbante.
EUR 9.75
Esilio
Zobar e Basa sono costretti a lasciare la propria casa, il luogo dove sono cresciuti. Il lettore avverte il dolore di questa scelta obbligata, ma in men che non si dica si trova catapultato in un universo del tutto differente. Un romanzo fatto di brevi narrazioni apparentemente slegate che si susseguono velocissime una dopo l'altra, come fotogrammi su una pellicola. Folgoranti flash di vita quotidiana, violenze, storie strane e inquietanti, storie fantastiche. Ilhan entra nella mente di chiunque, bambini, embrioni, cani, cigni, fantasmi, Pippa Bacca, una ragazza uccisa dai fratelli e poi il fratello che l'ha uccisa, vittime e carnefici. La storia sociale degli anni più recenti e di anni più lontani fa da sfondo o si fa protagonista nelle narrazioni, e a ogni racconto si delinea l'immagine complessiva di un universo fatto di potere e sopraffazione, ma anche di amore e dedizione. Un mondo che ci appare inizialmente lontano e poi a ogni storia più vicino. I personaggi, che inizialmente sembrano lontani, somigliano pagina dopo pagina a quelle persone incontrate per caso, di sfuggita, per strada o sui luoghi di lavoro. La condizione di donne e bambini, la violenza, l'ipocrisia, si rivelano...
Lettera su un altro continente. Testo tedesco a fronte
Hilde Domin è una delle poetesse più significative della seconda metà del '900 e una protagonista della discussione poetica europea tra gli anni '60 e '70. "Lettera su un altro continente" è il secondo volume del più ampio progetto di Del Vecchio Editore che prevede la traduzione e pubblicazione di tutta la lirica di Hilde Domin e dei suoi testi saggistico-narrativi. Vengono qui presentate ai lettori le sue raccolte più mature, accostate a due testi di carattere più autobiografico e all'ultima delle lezioni francofortesi tenute dalla poetessa nel 1987, incentrata sul tema della coazione alla scrittura, personificato nella figura di Sisifo. L'accostamento tra testi in prosa dell'autrice e suoi testi poetici è funzionale alla percezione della sua opera come un unicum composto di esperienza di vita, riflessione filosofica e purissima creazione lirica, in cui la potenza creativa della parola poetica rende possibile l'impossibile, fa sì che ad Abele, colpito a morte, possa essere chiesto di rialzarsi: "la risposta deve poter essere sì/ se non ti alzi Abele/ come può la risposta/ questa unica risposta importante/ cambiare."
EUR 15.68
Acqueforti di Buenos Aires
Scritte nel 1933 le "Acqueforti di Buenos Aires" raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l'attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l'arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro. Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo "sguardo dell'outsider"; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l'essenza più vera.
EUR 14.25
Il viaggiatore oscuro
È il crepuscolo di una sera di febbraio, i rami dell'oblio in giardino battono contro i vetri della vecchia finestra di una casa. La porta d'ingresso si apre e compare Paul, in mano una valigia con dentro le sue poche cose, le coordinate frammentate e incerte della sua vita. E insieme a Paul, nella cucina calda e illuminata, s'infila rapida, prima che la porta si richiuda alle sue spalle, anche l'oscurità. La casa calda e accogliente è quella di Douglass, zio di Paul, di sua moglie Lisa e dei loro tre figli: Norah, Tom, e Christopher. Paul viene da una casa inospitale e tetra dove ogni cosa è oscura; un padre aggressivo, brutale e anaffettivo; una madre amorevole ma troppo debole e impaurita; un fratello morto in guerra, orgoglio del padre e incarnazione di tutto quello che Paul non è e dovrebbe essere; e ha una strana anomalia: quando si agita e prova emozioni che non riesce a gestire, diventa cieco, perde la memoria, ed è ossessionato da un alter ego che abita le pagine del suo diario. Con l'arrivo dell'estate, Paul sembra aver scoperto il suo talento: fotografare e, alla ricerca di...
I mondi reali
Vecchiette multimilionarie, barboni, adolescenti, criminali, i personaggi più disparati prendono vita nei racconti di Castillo, perfettamente intagliati nel linguaggio, riportando continuamente in primo piano lo sfondo di un'Argentina nitidissima e insieme fuori dal tempo. Storie perturbanti, kafkiane, del "limite", che hanno indotto la maggior parte dei critici a definire Castillo il più diretto erede di Julio Cortázar. In alcune storie, elementi fantastici si congiungono a quelli umoristico-polizieschi o, ancora, è la vita di coppia che si fa simbolo della battaglia di sopravvivenza quotidiana. Ma per quanto le storie dei cuentos siano attraenti e originali, è lo stile inconfondibile di Castillo a dominare la scena. Una lingua semplice, incisiva ed elegantissima, che danza tra registri colloquiali, linguaggio infantile, monologo allucinato, ma senza mai rinunciare alla coloritura porteña. Ecco che figure e caratteri si distinguono mano a mano nell'affresco, contribuendo alla definizione di un'immagine complessa, permeata da un'ironia grottesca che fa riflettere inevitabilmente sulla condizione dell'uomo contemporaneo e sulle infinite possibilità del reale.
EUR 15.20
Quindici giorni di novembre
Fra una poesia di Pessoa e il sax di Chet Baker, una striscia di Mafalda e una scena de "Il terzo uomo", Ricardo Blanco, a quarantaquattro anni, ha fatto fronte ai disastri della propria vita aprendo con i soldi di un amico un'agenzia investigativa a Las Palmas. È sopravvissuto a due accoltellamenti, a una lunga serie di donne che l'hanno mollato e al caldo dell'isola. Almeno fino al primo di novembre, quando una donna, bella e ricca, entra nel suo studio per chiedergli di indagare sul presunto suicidio del futuro marito. Tra i bar, le crociere e le feste dei "figli di papà", in un ambiente dominato dalla menzogna e da una spregiudicata vocazione all'impunità, Blanco rischierà più volte la pelle, giungendo infine alla verità, con intuito, ironia e disillusione. "Quindici giorni di novembre" è il primo romanzo in cui fa la sua comparsa il detective Ricardo Blanco, indagando in un territorio finora poco esplorato dal genere noir, Las Palmas di Gran Canaria. Sulle orme del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler, ma con un tocco di anarchia mediterranea che lo avvicina al Montalbano di Camilleri o al Pepe...
Questa notte
Nel giorno di Pesach, Salomon si sveglia solo nel suo letto. Non è la prima volta, sua moglie Sarah è morta ormai da qualche tempo, ma la luce del nuovo giorno porta con sé altre sensazioni: perché questa notte è diversa da tutte le altre? I gesti consueti si ammantano naturalmente di un'aura di eccezionalità e Salomon non può che osservare la sua famiglia muoversi come su di un palcoscenico in cui si alternano rappresentazioni sacre e intermezzi farseschi. Il lutto non è un'esperienza nuova, ha perso la sua famiglia nel campo di concentramento in cui lui stesso è stato rinchiuso. Non sorprende quindi che il suo primo pensiero nel sentire il silenzio della casa deserta sia: «Sono tornate le SS e hanno portato via tutti». Ma nella Pasqua si intrecciano piani diversi: il sacro e il profano, l'eterno e l'effimero, l'individuo e la collettività. La lettura di "Questa notte" dà vita al medesimo intreccio: Joachim Schnerf ci pone davanti a una narrazione in cui l'universale appare in trasparenza, come il passato di Salomon che viene raccontato solo attraverso battute di spirito capaci di mettere in imbarazzo il suo intero uditorio. Le emozioni...