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L' Europa. Storia di una civiltà
Che cos'è l'Europa, per Lucien Febvre? Che cosa rappresenta questo «continente» agli occhi del grande storico francese, nei mesi in cui si chiude il sipario dell'ultima e più distruttiva guerra europea? In queste pagine, nate da un corso tenuto da Febvre al Collège de France nel 1944-45, l'eco degli accadimenti nutre la rivisitazione dello storico. Il fatto è che l'idea di Europa sembra accamparsi sotto la bandiera di una inafferrabile vaghezza: «Un ideale, un sogno. Una estensione di territori estensibili a non finire». Fuori dalla storia, l'Europa, semplicemente non esiste. Ma allora, quando nasce l'Europa? Essa è figlia della disgregazione dell'unità mediterranea, ellenica e romana. Solo quando l'Impero romano crolla si danno le condizioni perché si possa cominciare ad aggregare una civiltà europea. Ma questa nuova realtà nasce da una grande mutilazione. L'Islam irrompe nel vecchio mondo greco-romano disgregandolo. Ed è contro l'Islam che nasce la costruzione carolingia, atto costitutivo dell'Europa in idea. Parte integrante di quest'idea fu, all'inizio, l'espansione di una cristianità concepita come il vero elemento unificante. Quel passaggio da un mondo mediterraneo a un mondo in cui il centro di gravità si sposta a nord ha determinato poi uno «slancio...
La verità celata. Giorgione, la «Tempesta» e la salvezza
La "Tempesta" di Giorgione ha sempre rappresentato un mistero: pur essendo uno dei quadri più noti del Rinascimento, celebrato come esempio della maestria della scuola veneziana, vivisezionato in ogni dettaglio, questo dipinto mantiene intatto il suo segreto. Chi sono le figure in primo piano e a cosa alludono? Quale relazione intercorre con lo sfondo e il cielo in tempesta? Anche se in tanti hanno provato a rispondere a questi interrogativi, una delle letture più suggestive è quella di Salvatore Settis, il quale, grazie a una felice intuizione, suppose nel 1978 che i due giovani del quadro fossero Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso terrestre. Quell'ipotesi ora si arricchisce, attraverso un'«indagine sottile e pazientissima», come la descrive lo stesso Settis nella Prefazione al volume, di «tasselli e nuove diramazioni interpretative». Prendendo le mosse dalla scoperta di un dettaglio inedito, abilmente mimetizzato nella tela, e grazie a un capillare confronto con opere affini - riprodotte in un ricco corredo iconografico -, il dipinto acquista un significato più ampio e si colloca in un preciso contesto, che si configura come una vera e propria fucina dell'arte moderna: la chiesa dei Servi di Maria a...
Conosci quella terra ove fioriscono i cannoni? Testo tedesco a fronte
Le ingannevoli sirene. La sinistra tra populismi, sovranismi e partiti liquidi
«I populisti non guidano il popolo, lo trascinano. E riescono ad alimentare il suo risentimento, scuotendo nel profondo le istituzioni e screditando le forze politiche. la sinistra italiana, se non vuole rimanere disarmata, deve risalire la china che è sotto gli occhi di tutti. Ha bisogno di un partito autonomo e strutturato: non già di un partito della propaganda; piuttosto di un partito della conoscenza, della cultura e della partecipazione. E l'attenzione va rivolta soprattutto alle giovani generazioni».
EUR 9.75
Le mille e una notte a colori. Ediz. a colori
Un capolavoro della letteratura di tutti i tempi, "Le mille e una notte", e le splendide illustrazioni di un grande artista, Marc Chagall. «Imprevedibile, orientale, sospeso tra la Cina e l'Europa», così Chagall definiva il proprio impulso creativo. E quale forziere di storie e di tinte, se non quello custodito dalla voce suadente di Shahrazad, poteva stimolare al meglio un simile impulso? Dallo scrigno della fiaba d'Oriente, prototipo stesso di ogni idea di narrazione, Chagall selezionò quattro storie da accompagnare con una serie di litografie a colori, realizzate con tecniche di incisione e di stampa raffinatissime, affiancate da altrettanti disegni preparatori in bianco e nero. Il cavallo d'ebano, Julnar del Mare, Abdullah della Terra e Abdullah del Mare e Kamal al-Zaman sono storie pervase dal motivo dell'amore e della morte, in cui si mescolano la tradizione araba e quella ebraica, quella egizia e quella mesopotamica, quella indiana e quella persiana.
EUR 23.75
La modella senza volto. Indagine su un quadro scabroso
"L'origine del mondo" di Gustave Courbet è uno dei quadri più scandalosi della storia dell'arte. Esposta per la prima volta solo nel 1988 a New York, posseduta da vari collezionisti, ma sempre tenuta in qualche modo celata, di recente censurata da Facebook come materiale pornografico, la tela nasconde un mistero finora rimasto irrisolto: chi si nasconde dietro quel corpo completamente svelato di cui si omette però il volto? Sull'identità della modella si sono fatte nel tempo varie ipotesi, ma nessuna si è rivelata decisiva. Fino al giorno in cui Claude Schopp, uno dei massimi esperti di Alexandre Dumas, ha casualmente scoperto il suo nome studiando la corrispondenza inedita tra George Sand e Alexandre Dumas figlio. A partire dalla trascrizione sbagliata di una parola, da una frase all'apparenza senza senso e da un equivoco di interpretazione, l'autore arriva all'eccezionale rivelazione: la modella senza volto è Constance Quéniaux, allieva della scuola di ballo dell'Opéra, che diventerà amante del grande diplomatico e collezionista turco Khalil-Bey, personaggio vulcanico della Parigi di fine Ottocento, e poi signora rispettabile dell'alta società. Nel corso dell'indagine - impreziosita da un ricco apparato iconografico che segue le tappe della scoperta, tra lettere,...
Il re del fiume d'oro
Quentin Blake illustra con i suoi acquerelli questa prima edizione a colori del classico per ragazzi di John Ruskin. Una magica fiaba senza tempo che narra del piccolo Gluck, della sua bizzarra tazza d'oro e del bisbetico Re nano pronto a dargli man forte nella sua avvincente lotta contro l'avidità e l'indifferenza verso il prossimo, in difesa delle bellezze e dell'armonia della natura.\r\n\r\n«John Ruskin scrisse la storia intitolata Il Re del Fiume d'Oro per Effie Gray, la figlia dodicenne di suoi amici, che una volta cresciuta divenne sua moglie in un breve matrimonio senza figli.\r\nIl libro fu pubblicato per la prima volta nel 1851, con una magnifica illustrazione al lato del frontespizio decorato e poi altre piccole illustrazioni firmate dal grande artista Richard Doyle. Era stato proprio quel\r\nfrontespizio, che raffigurava il Vento di Sud-ovest mentre bussava alla porta del protagonista, a spingermi ad acquistare il libro da giovane.\r\nSono sempre stato un grande ammiratore di Richard Doyle, e non avrei mai pensato di illustrare a mia volta quella storia. Solo di recente, riprendendo in mano la vecchia edizione, mi sono reso conto che la storia di Ruskin è piena di paesaggi montuosi e di...
Senza il muro. Le due Europe dopo il crollo del comunismo
L'Europa dell'Est, dopo l'89, imitò un modello entrato poi in una profonda crisi. E ora, come il resto del mondo, è anch'essa alle prese con la ricerca di un nuovo paradigma democratico. Ricordare il crollo del Muro a distanza di trent'anni impone di fare i conti con le difficoltà e il futuro dell'Europa.\r\nIl crollo del Muro di Berlino nel novembre del 1989 fu al tempo percepito da alcuni come tragica fine di un'illusione, da altri come avvio di un processo di liberazione dei paesi dell'Est dal comunismo, che si sarebbe concluso nel dicembre 1991 con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. A distanza di trent'anni è giunto il tempo di guardare a quanto accadde nell'89 nell'Europa dell'Est, considerandolo non come un evento epocale conchiuso ma come un processo, i cui antecedenti rimontano al 1956 polacco e ungherese e le cui conseguenze si prolungano fino a oggi negli equilibri politici di quei paesi e non solo. Il crollo del Muro ha assunto negli anni molteplici valenze simboliche: rivoluzione anti-utopica, emblema di una transizione non violenta alla democrazia, ma anche momento fondativo del mondo globalizzato.\r\nJacques Rupnik esplora queste possibili letture e solleva la domanda sugli esiti di...
Europa matrigna. Sovranità, identità, economie
L'Unione europea non è il Santo Graal. Come tutte le creazioni umane ha pregi e difetti: gli inglesi, che hanno scelto di uscirne, stanno dimostrando quanto sia difficile e costoso rinunciare ai benefici che questa appartenenza comporta. Nonostante ciò, molti cittadini europei la criticano, a volte a giusto titolo a volte meno, senza tuttavia avere la percezione dei vantaggi che essa assicura. Prova ne è l'ondata di malcontento antieuropeista che sta montando in molti Paesi dell'Ue. Partiti nazionalisti, sovranisti, a volte apertamente razzisti e xenofobi, non fanno più paura e, stando ai sondaggi, attirano un elettore su tre. La loro base è alimentata dalla rabbia e dalla sfiducia crescente verso i partiti tradizionali, ritenuti incapaci di rispondere alle richieste di cambiamento. Queste rivolte contro il vecchio ordine politico, contro un mondo globalizzato e senza confini dal quale si sentono esclusi, portano alla rivendicazione di un ritorno a sovranità nazionali chiuse nonché al rifiuto di una governance di Bruxelles. Così, l'Ue è percepita come una matrigna che avanza pretese senza dare nulla in cambio. La realtà però è ben diversa. Pochi politici hanno il coraggio di dirlo e i media tendono a inseguire il...
Ripartire dall'Africa. Esperienze e iniziative di migrazione e di co-sviluppo
Ripensare a un mondo caratterizzato da forme di co-sviluppo costruttive e condivise tra Nord e Sud del mondo è ancora possibile? Il volume si propone di rivisitare in chiave critica il nesso tra migrazione e sviluppo, in un periodo storico in cui le politiche pubbliche di cooperazione, sviluppo e integrazione appaiono in una fase di stallo, se non di regressione. In che modo quell'insieme di relazioni di scambio e di connessioni tra aree diverse del globo generate dalle migrazioni e animate da diversi soggetti pubblici e privati possono essere rilanciate nel mutato panorama contemporaneo? I contributi raccolti nel volume offrono spunti di riflessione sulle realtà africane, sulle politiche e le pratiche degli attori implicati e sulla recente esperienza quinquennale di co-sviluppo realizzata in Burkina Faso, seguita dal CeSPI, e a cui hanno partecipato fondazioni bancarie, Ong e associazioni della diaspora. La strada da seguire è duplice. Da una parte incrementare le azioni di cooperazione e interscambio dando voce e riconoscimento ai diversi attori, incluse le popolazioni non migranti, e promuovendo un'integrazione a largo spettro che coinvolga l'Africa e anche l'Italia. Dall'altra, ripensare il rapporto con i migranti e capire che costituiscono un fattore...
I margini al centro. L'Italia delle aree interne tra fragilità e innovazione
La maggior parte degli osservatori ha guardato alla lunga crisi iniziata nel 2008 concentrandosi sulla sua matrice economico-finanziaria. Allo stesso tempo, le analisi e le proposte per uscire dalla crisi hanno coinvolto per lo più i centri dello sviluppo. Ma per capire ciò che sta avvenendo, sostiene Giovanni Carrosio, è necessario guardare alla crisi come a un intreccio di tre fenomeni, distinti ma interdipendenti: la crisi ambientale, la crisi fiscale dello Stato e la crisi migratoria. Esaminando questi fenomeni come correlati, lo sguardo si inverte, portando al centro ciò che generalmente è considerato marginale. Come ci suggeriscono le recenti vicende socio-politiche che hanno sovvertito lo scenario mondiale - dall'elezione di Trump alla Brexit e all'affermazione dei governi populisti in Europa -, coinvolgendo le aree rurali di tutto l'Occidente, i «margini» reagiscono ai profondi cambiamenti contemporanei incanalando il proprio malessere in una domanda di protezione sociale che assume spesso connotati populistici e regressivi. Tuttavia, nei margini si sviluppano anche risposte di natura opposta. Si cercano soluzioni, si praticano innovazioni che sconfinano rispetto ai percorsi che hanno dato origine alla crisi, incanalando sulla strada dell'emancipazione i modi di fare società su scala locale. Dai margini...
Atlante dei grandi esploratori. Nove uomini e due donne alla scoperta del mondo
Vincitore Bologna Ragazzi Award Non Fiction 2019Un giro del mondo sulle orme di 11 esploratori, dal 300 a.C. alle soglie del Novecento: ecco l'avventura elettrizzante che ci aspetta tra le pagine di questo atlante.\r\n Ma come facevano a viaggiare quando non esistevano le carte geografiche né le mappe degli smartphone? A piedi o in nave, a dorso di mulo o su un carro, queste rotte hanno aperto le vie dei commerci, hanno consentito l'incontro tra popoli e culture diversi, hanno dato vita a storie e leggende avvincenti e hanno contribuito a tracciare l'intero mappamondo. I primi esploratori spesso erano infatti anche geografi o astronomi, e col passare dei secoli si sono aggiunti naturalisti e botanici, e poi ancora artisti che ritraevano le specie e i paesaggi ignoti, quando ancora non esisteva la fotografia. E accanto alle storie degli esploratori più leggendari, da Marco Polo a Charles Darwin, il libro ne svela altre non meno entusiasmanti: quella del greco Pitea, per esempio, il primo a varcare le Colonne d'Ercole, o quella della giovane Jeanne Baret, la prima donna nella storia a compiere il giro del mondo, per di più travestita da maschio... volete scoprire...
Un popolo come gli altri. Gli ebrei, l'eccezione, la storia
In questo libro il lettore incontra non già figurine in panpepato, caricature di storia, ma personaggi naturalmente vivi e vitali, complessi e controversi: siano rabbini taumaturghi del medioevo o soldati israeliani nei Territori occupati, siano cappellai del ghetto o straccivendoli della Rivoluzione.\r\nLa storia degli ebrei (diceva un illustre studioso di origini ebraiche) è come la gabbia del canarino in un appartamento signorile: se c'è, aggiunge qualcosa; se non c'è, non se ne avverte la mancanza. In effetti, più che fare storia degli ebrei, si ha l'abitudine di fare storia dell'antisemitismo: cioè la storia delle discriminazioni, delle persecuzioni, delle distruzioni che il Popolo eletto ha subito nei duemila anni della sua diaspora. Più che fare storia di un popolo in carne e ossa, singolare e plurale, coeso e diviso, riconoscibile e inafferrabile come tutti i popoli della terra, si tende a fare storia di un popolo monolitico, granitico nello spazio quanto identico nel tempo: perennemente uguale a se stesso, e immancabilmente bersagliato. Ma rappresentato così, il popolo ebraico corrisponde fin troppo - in una forma rovesciata - allo stereotipo antisemita: il Popolo eletto come sublimazione edificante del Popolo maledetto. Dalla Roma di Tito all'Europa...
La quinta sinfonia di Beethoven recensita da E.T.A. Hoffmann
In un concerto tanto famoso quanto sfortunato, il 22 dicembre 1808 Beethoven presentò a Vienna la sua "Quinta Sinfonia". Nonostante la fama, un cronista lo liquidò così: "Nessuno è profeta in patria". Beethoven si arrabbiò: "Malgrado qualche errore, di cui non sono responsabile, il pubblico ha accolto tutto con entusiasmo. Ciò nonostante, gli imbrattacarte di Vienna non mancheranno certo di inviare di nuovo alla Rivista generale di musica i loro velenosi articoli contro di me". E, invece, si sbagliava. Nel 1810 l'allora sconosciuto E. T. A. Hoffmann, destinato a diventare uno dei più importanti scrittori del Romanticismo tedesco, fu il primo a riconoscere nella "Quinta Sinfonia" di Beethoven un capolavoro. Inedita in italiano nella sua versione integrale, la più celebre recensione di tutti i tempi è tradotta dal tedesco e commentata dalla storica della musica Benedetta Saglietti. Il lettore può esplorare così la "Quinta" per mezzo della visionaria lettura di Hoffmann, corredata da strumenti critici, un'amplia bibliografia e un inserto iconografico, grazie alle voci dei contemporanei che assistettero alla prima e attraverso la guida del Maestro Riccardo Muti che introduce il volume.
EUR 18.05
Robespierre. L'incorruttibile e il tiranno
Chi era Robespierre? Un incorruttibile paladino del popolo o un sanguinario tiranno? Eroe per alcuni, contraltare negativo per altri, l'enigmatico Robespierre ha incarnato nella maniera più plastica i due volti della Rivoluzione: da campione dei diritti del popolo a fautore della ghigliottina, sotto cui egli stesso cadde. Ci sono due Robespierre: l'«incorruttibile» e il «tiranno», l'eroe e il mostro, per usare le parole dell'epoca. Le due immagini corrispondono alle due fasi della sua carriera rivoluzionaria: l'oppositore e l'uomo di governo. Il problema essenziale che gli storici, e in generale tutti coloro che riflettono sull'eredità della Rivoluzione, si trovano ad affrontare consiste nel dover raccordare tra loro questi due momenti e i due volti che hanno trasmesso alla posterità. Come si passa dall'uno all'altro? Il filo rosso che collega l'intrepido oratore della Costituente e il padrone della Convenzione va ricercato nel pensiero che li anima. Marcel Gauchet ripercorre la parabola politica di Robespierre, attraverso la lettura dell'impressionante mole dei suoi tesissimi scritti, e tenta di rispondere a questi interrogativi mostrando come la transizione dall'affermazione dei diritti del popolo alla fondazione di un sistema politico basato su di essi non sia una cesura ma appunto...
La battaglia di Bretton Woods. John Maynard Keynes, Harry Dexter White e la nascita di un nuovo ordine mondiale
Quando i mercati monetari e finanziari del mondo sono in tempesta, gli addetti ai lavori generalmente invocano «una nuova Bretton Woods», per prevenire il disordine economico ed evitare conflitti politici. Nella remota cittadina del New Hampshire si riunirono nel luglio del 1944, ben prima della fine della seconda guerra mondiale, i rappresentanti di 44 paesi. Gli accordi che furono raggiunti in quella storica conferenza hanno fatto sì che il suo nome evochi gli anni di stabilità e progresso seguiti alla guerra. La storia di quegli accordi, però, è costellata di drammi, intrighi e rivalità che poco si conoscono, e che Benn Steil fa rivivere in modo vivido in questo libro. Accantonando l'immagine convenzionale secondo cui Bretton Woods fu il risultato di un'amabile collaborazione tra inglesi e americani, Steil mostra invece come la conferenza sia stata l'anello decisivo di un ben più ambizioso progetto geopolitico, messo a punto dal ministero del Tesoro degli Stati Uniti - durante la presidenza di Roosevelt - e teso a ridimensionare drasticamente il Regno Unito, considerato un rivale economico e politico. Al centro della vicenda si situano le due figure antitetiche di John Maynard Keynes, il grande economista inglese,...
Il corpo dell'idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi. Ediz. illustrata
Il bicentenario dell'"Infinito" di Leopardi ha dato vita a una messe di eventi e celebrazioni, e allo stesso tempo si è rivelato una felice occasione capace di stimolare e dare avvio a nuovi studi e approfondimenti, che hanno arricchito la nostra conoscenza del recanatese, oltre ad aver aperto nuovi squarci sulla sua poesia e suggerito insoliti e proficui accostamenti, a volte insospettabili, con altri grandi poeti e pensatori. È quanto è accaduto in relazione alla mostra "Il corpo dell'idea". Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi, ospitata dal 21 marzo al 21 luglio 2019 nella Sala Dorica del Palazzo Reale della città partenopea. Ideata e organizzata da Fabiana Cacciapuoti, alla quale si deve anche la cura del presente catalogo, la mostra è stata concepita come un vero e proprio dialogo tra Giambattista Vico e Giacomo Leopardi, una conversazione che ruota attorno alla parola, vale a dire al «corpo» dell'idea. A suggerire l'immagine è lo stesso Leopardi, il quale in un appunto del suo Zibaldone annotava: «L'intelletto non potrebbe niente senza la favella, perché la parola è quasi il corpo dell'idea la più astratta [...] è cosa materiale, e l'idea legata e immedesimata nella...
Calendario civile europeo. I nodi storici di una costruzione difficile
«Cari amici, il progetto a cui vi proponiamo di collaborare nasce dalla convinzione che alle radici della crisi attuale dell'Europa vi siano certamente ragioni politiche ma anche responsabilità, inadeguatezze e inerzie della cultura. Inadeguatezze e inerzie di lungo periodo, divenute ancor più evidenti dopo l'allargamento dell'Unione europea a quella parte dell'Occidente a lungo «sequestrata» dal comunismo sovietico (per dirla con Milan Kundera): quell'ampliamento avrebbe dovuto imporre un radicale salto di qualità nella circolazione e nel confronto culturale, ma esso non è stato neppure tentato. Senza dimenticare la perdurante e forse accresciuta «ignoranza reciproca» negli stessi paesi di più antica appartenenza alla comunità euroea. Ache per questo, forse, di fronte a processi di dissoluzione che appaiono talora quasi inarrestabili - ben oltre la Brexit - rischia oggi di prevalere una rassegnazione impotente. Un'abdicazione comunque grave: ancor più grave, per quel che ci riguarda, perché alcuni nodi culturali di questa crisi chiamano in causa anche il nostro lavoro di studiosi. Chiamano in causa cioè la nostra capacità di far avanzare una riflessione complessiva sui nodi storici di una costruzione difficile, per citare direttamente il sottotitolo del progetto. Una riflessione capace di offrire alle differenti narrazioni...
Il paese dei maccheroni. Storia sociale della pasta
C'erano una volta i maccheroni, trascurati e negletti dai cuochi e dalla gente comune. A un certo punto, accadde qualcosa: una serie di convergenze inaspettate creò le magiche condizioni che permisero, a questo cibo poco valorizzato, di mostrare appieno le sue enormi e squisite potenzialità. Fu così che i poveri maccheroni assursero agli altari della gloria, per essere celebrati sulle tavole italiane e del mondo intero. Ma come è potuto accadere tutto ciò? Quali sono stati gli incastri della storia e del destino, quali gli orchi e quali invece le fate che hanno sancito il trionfo della pasta? Il volume - arricchito da un inserto a colori con immagini d'epoca - ci accompagna lungo questa storia affascinante. Tutto ebbe inizio quando quel semplice impasto di acqua e farina - uno dei composti più comuni dell'alimentazione fin dall'antichità - cominciò a svelare, nelle mani dei mastri pastai di Genova e Napoli, la ricchezza che racchiudeva, la straordinaria malleabilità, l'incredibile capacità di accompagnare i sughi e i condimenti più disparati, di zittire la fame e accendere il piacere; e tutto cambiò quando, fuori dall'ambito domestico e artigianale, i maccheroni si reinventarono come prodotto industriale urbano,...
A furor di popolo. La giustizia vendicativa gialloverde
Un nuovo modo di concepire la giustizia ispira il governo di Lega e Movimento 5 Stelle: il populismo penale. Alla razionalità si sostituisce l'emotività delle vittime di reati; al rispetto della dignità umana subentra la collera, che spinge a vedere nel delinquente un nemico da eliminare; la proporzionalità della pena cede il posto a un estremismo sanzionatorio che pretende dal giudice pene sempre più aspre; il carcere, infine, diventa il luogo elettivo per segregare chi ha sbagliato, al fine di garantire al massimo la sicurezza collettiva. Questo grande falò della cultura moderna, da Beccaria alla nostra Costituzione letta con la lente della Carta europea dei diritti umani, provoca un inesorabile slittamento verso la vendetta. La legittima difesa domiciliare è ormai trasformata in un fai-da-te punitivo che esalta il ruolo degli «onesti» come avanguardie di un popolo tanto coraggioso da sparare sulla soglia della casa o del negozio. Si boccia la discrezionalità dei giudici, definita «buonista» quando modella la pena sulla personalità dell'imputato, o «sabotatrice» della certezza della condanna se proscioglie da reati minori e senza danno. Insomma, è la sicurezza collettiva l'altare su CUI viene Immolato il garantismo e sacrificata persino la prescrizione...