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Napoli, promemoria. Storia e futuro di un progetto per la città
Il libro racconta la storia del lungo filo rosso che lega il piano delle periferie del sindaco Maurizio Valenzi, negli anni settanta e ottanta, alle dirompenti novità introdotte negli anni novanta dalle sindacature di Antonio Bassolino, fino alle attuali giunte guidate da Luigi de Magistris, che ha difeso con determinazione il progetto Bagnoli confermando i caratteri distintivi e durevoli dell'esperienza urbanistica di Napoli. Di questa storia, ormai quarantennale, Vezio De Lucia è stato protagonista. La sua vita professionale e intellettuale - scrive nella prefazione Tomaso Montanari - «dimostra alla mia generazione che è ancora possibile, nonostante tutto, non dover scegliere tra essere fedeli alle proprie idee o poter incidere sulla realtà. De Lucia non ha scelto tra rigore e pragmatismo: non è arretrato di un millimetro, non ha tradito». Ma il libro racconta anche una storia plurale, vissuta insieme da un gruppo di urbanisti pubblici che hanno dedicato la loro vita al riscatto di Napoli. «L'ufficio urbanistico, i ragazzi del Piano, il Partito comunista sono i veri eroi collettivi di questo libro», scrive ancora Montanari. Un libro denso e conciso che, senza nascondere contraddizioni, limiti ed errori, descrive puntualmente la sostanza e la...
Dall'Africa all'Europa. La sfida politica delle migrazioni
Le migrazioni internazionali sono il tema che domina animatamente il dibattito e l'agenda politica in Italia e in Europa. Partiti e movimenti definiscono le proprie identità a partire dalle risposte da dare a questa sfida e su di essa accrescono o perdono il proprio consenso elettorale: principî e valori di destra e sinistra sono messi alla prova su questo stesso tema. In Europa si consumano strappi e si accentuano differenze; le società cambiano profondamente e la vita di tutti noi è attraversata dagli effetti delle migrazioni, che creano opportunità, rischi e tensioni. Al contempo, molto poco si sa e si dice di quello che le migrazioni sono come fenomeno globale, a partire dai paesi di origine dei flussi. Questo volume - il primo della serie degli «Annuari europei» realizzati dal CeSPI - è un tentativo di rispondere in modo organico e con analisi dettagliate a un simile deficit di conoscenze. I saggi, scritti da studiosi italiani e africani, di diversa formazione intellettuale, affrontano il tema da una prospettiva non a tesi, evitando immagini stereotipate, riunendo voci fra loro anche eterogenee, ma accomunate dall'intento di raccontare il volto attuale delle migrazioni, tanto in Europa...
Favole a colori
L'agnello e il lupo? In rosso e giallo. La volpe e l'uva? In bianco, verde e arancio. Il cavallo e l'asino? In lilla e rosso. Il topo e l'elefante? In tutte le sfumature dell'arcobaleno. Ovvero, gli animali di La Fontaine e i colori di Chagall. L'arguzia della penna e il tocco onirico del pennello. Raramente, nella storia della letteratura e dell'arte, si sono prodotti connubi di tale portata creativa, e ancora più raro è che l'esito finale abbia preso la forma di un libro. Tutto cominciò tra il 1926 e il 1927, quando il grande artista russo diede vita a un ciclo di quadri dedicato alle storie del celebre maestro francese. Ne scaturì una serie di mostre a cavallo dell'Europa: Berlino, Bruxelles e Parigi, che esposero un centinaio di tavole ed ebbero un immediato successo, tant'è che tutte le opere trovarono subito un acquirente e s'inabissarono nei meandri delle collezioni private. Di quello straordinario incontro tra l'arte e le lettere si perse memoria finché, quando esplose la fama internazionale di Chagall, alcuni musei allestirono le prime retrospettive su di lui: quei «favolosi» animali cominciarono a uscire dalla tana e il lavoro certosino di...
Il vampiro e la melanconia. Miti, storie, immaginazioni
«I vampiri, assumendo connotati diversi, ritornano, prima o poi. Anche i libri sui vampiri - così sperano i loro autori - hanno una qualche possibilità di ritornare, di non morire». Così Vito Teti introduce il ritorno di questo libro in una nuova edizione completamente rivisitata, a chiudere idealmente quel «trittico della melanconia» che comprende Il senso dei luoghi e Quel che resta. Ma ogni ritorno è anche una novità, e così è per questo saggio, che si arricchisce di un ampio capitolo e di un ricco apparato iconografico che segue l'immaginario del revenant nelle sue rappresentazioni antiche e declinazioni contemporanee. La figura del vampiro offre elementi di riflessione per approfondire il passaggio del mondo occidentale alla modernità. Se, nelle società tradizionali, il vampiro folklorico non può essere separato dalla paura del ritorno, perturbante e pericoloso, dei defunti, proprio l'Occidente colto e illuminato settecentesco è l'ambito in cui è possibile cogliere l'origine del complesso fenomeno storico del «ritorno» dei vampiri. Nel momento in cui melanconia e rovine si apprestano a raccontare i contrasti del lento affermarsi del moderno - che esorcizza alterità, malattia, follia, morte -, il vampiro rinasce nella letteratura come metafora di...
Una certa idea di letteratura. Dieci scrittori per amici
Nella pericolosa confusione dei nostri giorni, non sarà proprio la letteratura a offrirci la lingua per una nuova, possibile amicizia tra gli uomini? Se oggi la vita interiore di ogni singola creatura è minacciata come mai prima nella sua potenzialità espressiva, la letteratura ne rivendica la costitutiva irriducibilità davanti a ogni imposizione, ogni norma preconfezionata. Il poeta Franco Marcoaldi elegge a numi tutelari di un letterario viaggio dell'anima dieci grandi figure del Novecento: Svevo, Zanzotto, Musil, Szymborska, Canetti, Caproni, Brodskij, Hrabal, Unamuno, Meneghello. Con ciascuno di loro intrattiene un dialogo stretto, serrato; a volte reale, concreto, diretto; altre volte fantastico, maturato soltanto attraverso la pagina scritta. In quegli amici e maestri ritrova le medesime questioni che angustiano la sua esistenza e ricerca: lo scarto incomponibile tra sentimento e ragione; l'inafferrabilità angosciosa del tempo; il mistero invadente della sessualità; il rovesciamento ironico come strategia di difesa; la dialettica potere-libertà; l'enigma del mondo animale; l'inesausta ricerca di un senso anche là dove non si riesca a rintracciarlo. I dieci autori prescelti sono quanto mai diversi tra loro, e tuttavia Marcoaldi riesce a raccoglierli idealmente nell'ascolto delle stesse, imprescindibili domande. Bene lo si intuisce nelle pagine...
In viaggio. La sinistra verso nuove terre
4 marzo 2018. Per la sinistra italiana la sconfitta più bruciante della storia repubblicana. Prima però, il 24 settembre dell'anno passato, c'era stato il deludente voto tedesco. E ancora prima la débàcle socialista in Francia. Col caso unico nella Quinta Repubblica di un presidente in carica neppure ricandidato e una percentuale umiliante nelle urne. Se il millennio compie diciott'anni e diventa maggiorenne, la sinistra sembra immersa nella sua quarta età, dirottata verso un binario morto. Ma è davvero così? Quella dei riformisti e del Pd è una parabola definitivamente segnata? Oppure è proprio quando il vento soffia contrario che l'alternativa di pensiero, presenza e senso di una comunità riscopre la sua matrice? In un pamphlet leale e al tempo stesso impietoso, scritto a ritmo serrato e non privo di provocazioni, la famosa traversata da compiere viene raccontata dall'interno, come un percorso faticoso, duro. Forse carico di nuova passione. Con la coscienza che questa volta serviranno idee radicali e qualche appiglio nell'utopia. Ma è quando tutto pare irrimediabilmente compromesso che la sinistra trova motivo per rinascere. A patto di...
EUR 12.35
L' anello di Wagner. Musica e racconto nella tetralogia dei nibelunghi
È l'opera della vita per Wagner. I quattro drammi che compongono "L'anello del Nibelungo" impegnano il compositore tedesco per quasi trent'anni (1848-1876). Una lunga gestazione, durante la quale la riscrittura del mito germanico e la messa in musica si trasformano in un diario spirituale. Wagner intraprende questa impresa in uno dei momenti più inquieti della storia europea: «Il suo temperamento - scrive Giorgio Pestelli - era di quelli che creano meglio sotto la pressione degli eventi, se non degli affanni. Ma che Wagner abbia avuto la costanza di completare il monumento dopo tanti anni, fra ostacoli di ogni sorta, malattie, dubbi, crisi, inimicizie, tracolli finanziari, è uno spettacolo di forza e determinazione che ancora lascia meravigliati». I fermenti rivoluzionari dell'epoca ispirano l'allontanamento dalla realtà al mito: così Wagner può osservare l'uomo in assoluto, affrancato dalla storia, penetrandone le passioni, prima fra tutte quella per l'«oro», il potere, che conduce solo a morte e rovina. E proprio dalla fine, dalla caduta degli dei che Wagner aveva iniziato il racconto. Presto però si rende conto che l'argomento che ha sottomano, la morte dell'eroe, per essere compreso appieno ha bisogno dell'antefatto. Da qui prende avvio una...
Zibaldone di pensieri. Edizione tematica condotta sugli Indici leopardiani. Vol. 1
Per un intero secolo, da quando, nel 1898-1900, Giosuè Carducci ne patrocinò la prima edizione a stampa, lo Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi è assurto a simbolo del «frammento» per eccellenza. Quello che è da tutti considerato un capolavoro assoluto di prosa letteraria, è stato presentato da una lunga tradizione come un'opera volutamente asistematica, un flusso di pensieri senza ordine. A distanza di più di un secolo da quella prima edizione carducciana, il meticoloso e acuto lavoro critico-filologico di Fabiana Cacciapuoti ha portato alla luce l'idea di una grande opera per «trattati», di cui la mole di appunti raccolti nei quaderni null'altro rappresenta che l'immane lavoro preparatorio; un testo dotato di precise chiavi di lettura, organizzabile a partire da ben definiti fuochi tematici. Una traccia di un simile progetto è contenuta nella lettera con cui Leopardi rispondeva, il 13 settembre 1826, al suo editore milanese Antonio Fortunato Stella, che gli aveva chiesto di comporre un dizionario filosofico alla maniera di Voltaire: «Quanto al Dizionario filosofico, le scrissi che io aveva pronti i materiali, com'è vero; ma lo stile, ch'è la cosa più faticosa, ci manca affatto, giacché sono gittati sulla carta con...
Lo Schiaccianoci. Una fiaba di Natale. Nuova ediz.
Da dove viene quell'omino di legno dalla potente mandibola, capace di frantumare anche le noci più dure, che fa la sua comparsa, in mezzo ai tanti regali, la notte di Natale a casa di Marie e di suo fratello Fritz? E se improvvisamente quel congegno prendesse vita e ingaggiasse una battaglia a colpi di sciabola, a capo di un esercito di soldatini di piombo, tamburini e pupazzi di marzapane, contro il terribile e vendicativo re dei topi? Non smette di incantare la storia dello Schiaccianoci, uscita dalla penna di Hoffmann nel 1816 e divenuta presto un classico della fiaba. La sua fortuna si legò anche a quella di un maestro dell'affabulazione, Alexandre Dumas, che nel 1845 seppe raccontarla da par suo. In questo volume, che affianca le due versioni, il lettore potrà seguire le vicende dell'omino di legno, apprezzando la potenza visionaria che sostiene la narrazione di Hoffmann e lasciandosi catturare dalla piacevole scorrevolezza della prosa di Dumas. A sancire la popolarità dello Schiaccianoci fu proprio il padre dei "Tre moschettieri": e alla sua versione infatti che si ispira il celebre balletto musicato da Cajkovskij nel 1892, che possiamo provare a ricreare grazie...
La politica e il contratto. Dalla affermazione dei valori alla negoziazione degli interessi
«La potenza del contratto suscita timore. Ma tutto ciò non deve indurci a trascurare che, attraverso il calcolo degli interessi, a volte spietato, il contratto ci allena alla ragionevolezza, al compromesso piuttosto che allo scontro di valori non negoziabili. Non sappiamo se la nuova strategia di incanalare il senso di ciò che vale nel solco dell'interesse e nell'arena del contratto sarà vittoriosa. Come non sappiamo se quella vittoria sarebbe fausta anziché infausta. Assisteremo all'esito di questo esperimento, che sarebbe piaciuto a Hobbes. Forse sarà la volta del regno del contratto».\r\n\r\nL'accordo tra il Movimento 5 Stelle e la Lega che ha dato vita a una nuova maggioranza parlamentare ha assunto un'enfasi particolare, espressa dalla stessa scelta del nome. Il «contratto di governo» negoziato e sottoscritto tra le due formazioni politiche si ispira esplicitamente al modello contrattuale mutuato dal diritto privato. L'intesa, a prescindere persino dai suoi contenuti, vuole prefigurare già di per sé un diverso metodo dell'azione politica, nel contesto post-ideologico della terza Repubblica. Secondo tutta una scuola di filosofia della politica, il contratto rappresenta la forma simbolica del patto su cui si fonda la comunità e che legittima la sovranità dello Stato sui...
I sensi e il pudore. L'Italia e la rivoluzione dei costumi (1958-68)
«Tutta colpa della Merlin»: è questa l'accusa che ricorre nel dibattito pubblico in seguito all'approvazione della legge del febbraio 1958 che abolisce in Italia la regolamentazione della prostituzione. Sui giornali e per le strade non si parla d'altro, e in fin dei conti la legge è un ottimo pretesto per cominciare ad affrontare, in maniera sempre più diretta, un argomento rimasto a lungo tabù. Sono gli anni in cui si discute dello scandalo delle prostitute che, non più murate nelle case chiuse, circolano liberamente e sono considerate un pericolo per la morale degli italiani: il contatto con le «veneri vaganti», si dice, può corrompere i minori, provocare una recrudescenza della sifilide, la proliferazione del «terzo sesso», e in sintesi produrre una decadenza morale. Sono anche gli anni in cui clamorosi casi di cronaca portano alla luce l'esistenza di altre modalità messe in atto per proseguire uno sfruttamento delle donne che la legge Merlin non ha potuto frenare del tutto. Attraverso lo studio di carte processuali, atti parlamentari, fonti d'archivio inedite e articoli di giornale, il volume racconta il periodo a cavallo tra l'approvazione della legge e la rivoluzione del '68. Un periodo di...
Scioperare nel Duemila. Le Officine ferroviarie di Bellinzona e la memoria operaia. Con DVD video
È il 7 marzo del 2008 quando la direzione delle Ferrovie federali svizzere (Ffs) annuncia un piano di privatizzazione che prevede la soppressione di 120 posti di lavoro e lo smantellamento progressivo delle Officine Cargo di Bellinzona. La risposta, inaspettata, è durissima: 430 operai di quel sito industriale entrano immediatamente in sciopero, dando il via a un vasto movimento di protesta che coinvolge tutta la regione. A dieci anni di distanza, un gruppo di storici ragiona sul valore di quello sciopero e ne descrive in queste pagine le tappe come spunto per una riflessione più ampia sulle trasformazioni avvenute negli ultimi anni nel mondo del lavoro. Per la sua dimensione, lo sciopero delle Officine è stato un evento eccezionale, che ha prodotto una vasta quantità di documenti capaci di illuminare un intero contesto sociale, politico, culturale, economico. Le fonti scritte e orali - rapporti sindacali, reportage, fotografie, racconti di operai - permettono senz'altro di conservare la memoria di quell'evento, ma aiutano anche a ripensare la stessa categoria di sciopero nel Paese in cui, stando all'immaginario collettivo, sembrerebbe non avere diritto di cittadinanza. Il libro si conclude con un'intervista al regista Danilo Catti, pensata...
La sinistra e la scintilla. Idee per un riscatto
La sinistra non ha perso, s'è persa. Riformisti e radicali, «vecchi» e «nuovi», hanno lasciato che un intero patrimonio di conquiste regredisse e andasse in rovina«Un denso, lucido e appassionato manifesto per provare a lasciarsi alle spalle l'elaborazione del lutto elettorale più lunga di sempre» - Riccardo Staglianò, Il Venerdì«Il destino non è segnato, la storia non è finita. Sotto la cenere di questa società, c'è qualcosa che arde ancora. il compito di una nuova generazione è riaccendere la fiamma. Io credo che in un'idea di socialismo vi sia ancora una scintilla viva. La scintilla non è scattata ancora. Scatterà». \r\nIn un pamphlet appassionato, che nulla risparmia a quanti hanno condotto la sinistra nelle secche attuali, Giuseppe Provenzano avanza proposte per un possibile riscatto. Calarsi nelle fratture e individuare le frontiere concrete dell'uguaglianza. Dare nuova linfa alla radice del lavoro, orientare e indirizzare l'innovazione per una crescita inclusiva e sostenibile. Ridare valore alla cosa pubblica, ricostruire lo Stato e rifondare l'Europa. Risalire da una dimensione programmatica a un'idea di società, abbattere il muro che separa gli esclusi dagli inclusi. Il nuovo governo gialloverde, con tinte sempre più nere, sta conducendo a una regressione...
Cannes confidential. Il direttore del festival più importante del mondo racconta i dietro le quinte
Il Festival di Cannes è il luogo del cinema per eccellenza, un concentrato affascinante, scintillante, glorioso e anche contraddittorio di tutto quello che il cinema ha rappresentato e rappresenta tuttora: dalla sperimentazione allo star system, dal mercato alla scoperta di nuovi talenti. Thierry Frémaux è il direttore del Festival da oltre un decennio: dalle sue scelte dipende il destino di cineasti, produttori, attori, sceneggiatori. In questo libro, scritto in forma di diario, Frémaux racconta in maniera intima e personale in cosa consiste il suo lavoro, accompagnando i lettori in una sorta di backstage letterario del più importante festival del mondo. Frémaux ci guida nel cuore della macchina del Festival, per celebrare anzitutto coloro che lo rendono possibile, perché, come egli stesso scrive: «Cannes appartiene a quelli che lo fanno: i cineasti, gli attori, gli operatori professionali, i giornalisti, gli spettatori, i visitatori, i turisti e i cannensi». L'anno che precede l'evento che mette il cinema al centro del mondo viene ripercorso da Frémaux in un concitato susseguirsi di incontri con star e registi, di aneddoti e storie dal dietro le quinte della Selezione ufficiale.
EUR 28.50
Il libertino in fuga. Machiavelli e la genealogia di un modello culturale
Muovendosi sulle tracce di questa figura multiforme, sfuggente e affascinante, Attilio Scuderi ricostruisce il modello culturale del libertino, riscoprendone il ruolo centrale nell'immaginario del soggetto moderno.\r\n\r\n«Da Machiavelli a Shakespeare, da Montaigne a Molière, il modello culturale del libertino ha avuto e ha un ruolo centrale nell'immaginario dell'individuo moderno. Esso è pervicacemente presente, talora anche sottotraccia, nella coscienza culturale del nostro tempo. Il libertino è sempre, quasi per definizione, “in fuga”, tanto dalla condanna delle morali dominanti quanto dai bisogni classificatori di chi vorrebbe trarne una categoria univoca e rassicurante».\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n«Dopo l'età antica, nell'età medievale e poi moderna - scrive il poeta Valéry - cominciarono a chiamarsi libertini coloro i quali pretendevano di avere liberato i propri pensieri. Presto quel bel titolo venne riservato a chi non conosceva catene nell'ordine dei costumi. Più tardi ancora, i libertini furono coloro i quali resero la libertà un ideale, un mito, un fermento culturale». Le origini del modello libertino vengono riportate al pensiero e al personaggio di Machiavelli, la cui esperienza intellettuale è segnata dagli sforzi e dai drammi del bisogno insopprimibile di avere la mente libera. Proprio questo bisogno, nella sua inquietante modernità, lo condusse all'analisi del...
Eredi di Mao. Economia, società, politica nella Cina di Xi Jinping
Con rigore e semplicità Ignazio Musu ripercorre la recente storia della Cina\r\n\r\n«L'intrecciarsi di aspetti positivi e negativi nello sviluppo della Cina implica la difficoltà di prevedere con sicurezza l'evoluzione che avrà il paese nei prossimi anni. Quello che è certo è che il peso e il ruolo economico ormai assunto dalla Cina sulla scena internazionale non rendono auspicabile un suo fallimento, perché questo comporterebbe conseguenze disastrose per l'intera economia mondiale».\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa Cina è ormai la prima economia del mondo, scavalcando in termini di Pil perfino gli Stati Uniti. L'economia e la società cinesi continuano a trasformarsi con un'intensità e una rapidità mai sperimentate nella storia: siamo di fronte a un paese il cui ruolo internazionale sta diventando sempre più forte, sotto il profilo economico, ma anche politico. Dal 2012 la leadership è saldamente nelle mani di Xi Jinping, da più parti equiparato a Mao Zedong per influenza, carisma e potere. Pur con tutti i limiti di un approccio fortemente autoritario, non esistono oggi al mondo progetti politici in grado di comprendere non solo l'aspetto economico, ma anche istituzionale, sociale e culturale che abbiano il vasto respiro di quello attuato da Xi Jinping, soprattutto per...
Le grandi epidemie. Come difendersi. Tutto quello che dovreste sapere sui microbi
«Questo libro nasce dal desiderio di raccontare le malattie contagiose che minacciano la nostra specie, o perché si tratta di antichi nemici che ritornano, o perché in realtà sono sempre restati fra noi, o ancora perché dal "mondo invisibile" possono sempre emergere nuovi, devastanti agenti infettivi. Racconteremo come funzionano i vaccini e gli antibiotici, quali effetti collaterali possono davvero avere e come vengono "inventati" dai ricercatori. Perché, contrariamente agli eserciti, i microbi non firmano armistizi o capitolazioni: con loro la guerra è sempre all'ultimo sangue». Prefazione di Piero Angela.
EUR 13.30
Dai fascismi ai populismi. Storia, politica e demagogia nel mondo attuale
Cos'è il fascismo? E il populismo? Che rapporto hanno dal punto di vista storico e teorico? Possiamo definire fascisti Donald Trump o Matteo Salvini, oppure bollare come populisti politici di destra o di sinistra come Hugo Chávez e Marine Le Pen? Lo storico argentino Federico Finchelstein ripercorre la vicenda di questi concetti per rispondere a interrogativi divenuti quanto mai urgenti oggi che, con l'arrivo al potere dei movimenti populisti, è diffuso il timore di una degenerazione autoritaria della democrazia. «La storia che porta dal fascismo al populismo è essenziale per comprendere i processi politici a noi più vicini», avverte Finchelstein nell'introduzione scritta appositamente per l'edizione italiana. Fascismo e populismo, infatti, pur avendo una storia comune, hanno seguito due traiettorie diverse. Il fascismo è stato una forma di dittatura politica, spesso emersa dall'interno della democrazia con l'intento di annientarla. Il populismo invece è scaturito da altre esperienze autoritarie e nella maggior parte dei casi ha alterato i sistemi democratici, senza quasi mai arrivare a distruggerli. Il populismo contemporaneo - in Europa, negli Stati Uniti e in America Latina - è dunque una forma autoritaria di democrazia, che prospera in contesti di crisi politica, reale...
Ambasciatori. Diplomazia e politica nella Venezia del Rinascimento
Cosa fa l'ambasciatore del re di Francia nella Venezia del Cinquecento: il diplomatico, l'umanista, l'eretico, l'uomo d'affari, la spia? Grazie alla sua posizione geografica strategica e alla sua rete commerciale, Venezia fu una porta verso 1'«Altro», inteso sotto l'aspetto politico, culturale e religioso. Punto di osservazione privilegiato di questo mondo aperto fu l'ambasciata francese nella città del doge. Gli inviati francesi progettarono un'intesa politica e militare - scandalosa all'epoca - tra il re Cristianissimo e il peggior nemico della Cristianità, il sultano Solimano il Magnifico. Artefici di quell'«alleanza empia» furono perlopiù vescovi, che misero la loro cultura e il loro spirito tollerante a servizio di una politica spregiudicata. Basato su un ricco ventaglio di fonti - dalle corrispondenze private e ufficiali ai documenti inquisitoriali, dai racconti di viaggi alle cronache cittadine, dai libelli alle dediche degli umanisti -, il volume fa emergere la figura degli ambasciatori come uomini di frontiera a cavallo tra confessioni religiose e fedeltà politiche, attori di una circolazione di saperi, informazioni e libri nell'Europa del primo Cinquecento. Valenti umanisti e appassionati di antichità greco-romana, essi contribuirono infatti alla riscoperta da parte della corte di Francia dei tesori degli Antichi,...
La parabola d'Europa. I trent'anni dopo la caduta del Muro tra conquiste e difficoltà
In un periodo quanto mai cruciale, in un anno che vede appuntamenti importanti - dal trentennale della caduta del Muro di Berlino alle elezioni europee -, l'Italia rischia di defilarsi dal grande progetto di pace e progresso cui aveva dato vita in uno dei momenti più drammatici della storia del continente. È l'intero destino dell'Europa unita, in realtà, a essere in crisi. La parabola d'Europa è chiara, e il suo declino sembra inarrestabile: in bilico tra il pericolo di implosione e la trasformazione in un'Europa delle nazioni. Ma è davvero così? Cos'è che non ha funzionato in questi decenni? E soprattutto: siamo in tempo per recuperare un'idea politica di Europa, come motore di progresso democratico e sociale? E l'Italia potrà dire ancora la sua in questo processo? Attraverso una lucida analisi dei trent'anni trascorsi dal crollo del Muro, del rapporto tra Germania e Italia nonché delle trasformazioni di Berlino e della società e della politica europee - tedesca e italiana in particolare - prima e dopo il 1989, Marco Piantini individua gli errori e i passi falsi commessi dall'Europa, ma anche le conquiste e le basi da cui ripartire. È necessario innanzitutto riconnettersi...