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Heidegger e gli ebrei. I «Quaderni neri»
Perché Martin Heidegger ascrive agli ebrei l'oblio dell'Essere? Qual è allora il rapporto tra l'Essere e l'Ebreo? In che senso viene imputata agli ebrei la colpa più grave, da cui dipende il destino dell'Occidente? E perché questa accusa viene mossa negli anni trenta, dopo le leggi di Norimberga (1935), mentre inizia la guerra planetaria che dovrebbe condurre la Germania nazionalsocialista al dominio del mondo? "I Quaderni neri" di Heidegger oltre a dischiudere un'inedita prospettiva sul pensiero del filosofo, hanno suscitato un nuovo, intenso dibattito. L'antisemitismo metafisico solleva inquietanti interrogativi e rinvia alla responsabilità della filosofia nello sterminio. A un anno dalla prima edizione di questo libro, già più volte ristampato, Donatella Di Cesare prende in considerazione gli ultimi "Quaderni neri", che giungono fino al 1948, interpretando i passi e gli aforismi sulla Shoah e sull'immediato dopoguerra.
EUR 19.00
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Storia del folklore in Europa
"Tra le popolazioni barbare e le civili non ci sono abissi ma trapassi: in questi trapassi è l'essenza del folklore, che diventa scienza quando si integra con l'etnologia". Prima che uno statuto disciplinare riuscisse a catturare l'"indole" del folklore, ed etnologi e folkloristi insigni come Giuseppe Cocchiara perimetrassero l'oggetto dei loro studi, dirimendone le combattute relazioni con mitologia, storia delle religioni, letteratura e filologia, dovettero trascorrere secoli di travaglio di pensiero e ricerche. Irriducibile all'esotico o al pittoresco di maniera, il grande alveo delle tradizioni popolari - fiabe, leggende, proverbi, canti, ma anche costumi, usi, credenze - cominciò a svelare il segreto del suo "continuo morire per un eterno rivivere", ossia della sua perenne rielaborazione, quando l'Europa acquisì consapevolezza storico-critica di se stessa nel confronto sconvolgente con il Nuovo Mondo appena scoperto. Da allora, l'identità culturale europea si cimentò con quanto "di più intimo" potesse racchiudere, ossia il "primitivo a casa propria". Cocchiara risale instancabilmente lungo le infinite diramazioni che da Montaigne arrivano a Tylor, da Vico a Frazer, dai romantici a Pitrè. Accorpa, distingue, illumina genealogie, e soprattutto mette in rapporto la riflessione sul folklore con le correnti filosofiche, scientifiche e letterarie...
La scienza dell'uomo. Biologia, evoluzione e cultura
È possibile studiare l'uomo nella sua interezza e in maniera scientifica? Da questa domanda fondamentale prende avvio l'opera monumentale di John Z. Young. Inizia così una esplorazione che attraverso gli elementi base della vita, idrogeno, ossigeno e acqua, giunge fino ai sistemi più complessi che regolano la coscienza umana. Come si organizza la vita nella sua singolarità (nella cellula, per esempio), e nei suoi conglomerati? Come si è evoluta e adattata la vita umana sulla Terra e quali sono i meccanismi che ne presiedono la nascita, lo sviluppo e l'invecchiamento? A ognuna di queste domande, e a molte altre, "La scienza dell'uomo" risponde con chiarezza, nella consapevolezza che ogni sapere è comunque provvisorio e che il cammino verso la conoscenza dell'uomo è, fortunatamente, ancora molto lungo.
EUR 26.60
La tempesta in un bicchiere. Fisica nella vita quotidiana
Può sembrare un libro di curiosità, invece è un libro di fisica. Ogni nostra esperienza quotidiana, ogni fenomeno comune, che spesso guardiamo senza passione, nasconde infatti segreti che alla luce delle leggi della fisica diventano improvvisamente comprensibili e molto più affascinanti di quanto avremmo mai sospettato. \r\n\r\n«Grazie a questo libro, così coinvolgente e brillante, niente può essere considerato banale e noioso» - Jon Culshaw\r\n\r\n«Un libro incantevole, accessibile e entusiasta. Helen vi invita a vedere il mondo attraverso i suoi occhi per capire come pensa un fisico. È un modo meraviglioso per scoprire le relazioni che si nascondono dietro ciò che per noi è ordinario e banale» - Hannah Fry\r\n\r\n«Helen Czerski ha un'abilità innata per scovare le meraviglie della scienza che si celano sotto ogni sasso, intorno a ogni singola goccia di pioggia o dentro un comune granello di sabbia» - Jordan Ellenberg\r\n\r\nAttorniati come siamo da libri dedicati alle superstringhe, agli acceleratori di particelle o alla meccanica quantistica, potremmo essere indotti a pensare che la fisica sia una faccenda inesorabilmente tecnica, relegata in laboratori sempre più avveniristici: una questione per soli specialisti. Invece, Helen Czerski ci coinvolge col sorriso in decine di storie comuni,...
Mindfulness relazionale. Insight Dialogue, meditazione e libertà
È nella vita di relazione che si innesca più acutamente la sofferenza associata alla dinamica di desideri e attaccamenti. Ed è lì che occorre disinnescarla, sostiene Gregory Kramer.\r\n«Ben scritto e sapientemente strutturato, il libro di Kramer arricchisce le pratiche per ampliare e approfondire la nostra consapevolezza delle interazioni sociali in tutta la loro complessità». - Kabat-ZinnI pensieri ci pensano. Le emozioni, avvilenti o appaganti, ci tengono in ostaggio. Eppure continuiamo a chiamare «spontaneità» questo viluppo carico di automatismi e di reattività condizionata, che una cultura dell'eccitazione permanente rafforza a nostro danno. È nella vita di relazione che si innesca più acutamente la sofferenza associata alla dinamica di desideri e attaccamenti. Ed è lì che occorre disinnescarla, sostiene Gregory Kramer. Figura di spicco internazionale nell'ambito della Mindfulness Meditation - la meditazione di consapevolezza di matrice buddhista, le cui applicazioni cliniche sono ormai trasversali a un numero crescente di psicoterapie, a prescindere dall'orientamento teorico -, Kramer ha innovato la tradizionale pratica solitaria, aprendola alla sfera interpersonale. Il dialogo meditativo tra due o più persone è infatti al cuore della pratica formale messa a punto da lui, e qui esposta in un testo ritenuto cardinale da...
Fisica e conoscenza
Questo libro, curato da Pauli poco prima della morte, raccoglie un insieme di saggi che ben rappresentano la consapevolezza che egli ebbe sempre vivissima del significato più generale di ogni ricerca scientifica, valida non solo per il risultato singolo ma per il contributo più ampio al sapere. I saggi, percorsi dal tema comune del valore e dei limiti della conoscenza umana, possono essere distinti in due categorie: la prima puntualizza i personali apporti dell'autore e di altri grandi fisici alla scienza contemporanea; la seconda è dedicata a riflessioni sul potere del pensiero e alla validità di alcuni concetti fondamentali della teoria dell'evoluzione biologica e della psicologia dell'inconscio. Con un saggio di Victor F. Weisskopf.
EUR 11.88
Matematica e mondo reale. Il ruolo decisivo dell'evoluzione nella costruzione matematica del mondo
«Al lettore non è richiesta alcuna conoscenza previa; l'unico "requisito" necessario per leggere questo libro è la curiosità.» - Marshall Slemrod, Università del Wisconsin\r\n\r\n«È un caso più unico che raro il fatto che un matematico di primo piano prenda in esame da una certa distanza la propria disciplina offrendo le sue opinioni su come la matematica si è evoluta, attraverso l'interazione con il mondo reale, in parallelo con l'evoluzione del cervello umano. Artstein ha l'abilità di presentare idee originali e profonde in una prosa piacevole, spesso divertente, utilizzando un linguaggio semplice e diretto» - Constantine Dafermos, Brown University\r\n\r\n«Un lavoro assolutamente brillante, scritto da un matematico eccezionale! [...] È scritto talmente bene che è difficile posarlo. Credo davvero che piacerà a tutti (persino ai matematici) leggere questo lavoro meraviglioso. Buona lettura!»Boris Mordukhovich,\r\n Wayne State University\r\n\r\nLa matematica affascina, ma accende anche paure. È ostica, si dice, ma anche sublime, e in molti pensano che sia una disciplina completamente sviluppata in un universo tutto suo, inaccessibile ai profani: un Iperuranio lontanissimo privo di contatti con la realtà. Chi leggerà questo libro di Zvi Artstein si convincerà dell'esatto contrario. "Matematica e mondo reale" è un libro per...
La frase urbana
Pietre, muri, asfalti, monumenti, parchi, terreni abbandonati, centri e periferie, verde spontaneo, antico splendore imbellettato e ridotto a bene di consumo culturale, modernismo dispiegato, aree pedonali, zonizzazione, espansione per accumulo: tutti insieme concorrono all'effetto-città. Effetto essenzialmente linguistico, secondo Jean-Christophe Bailly, che grazie alla metafora della lingua - alla musicalità che dovrebbe ritmarla - arriva a cogliere lo specifico del paesaggio urbano e metropolitano meglio di un urbanista o di uno storico dell'architettura. Ma come parlano oggi le città a chi voglia intenderle davvero? Non con un fraseggio fluido e ben accordato, bensì con "parole fiacche e improprie", "verbi non coniugati", infiniti e sostantivi posti "gli uni accanto agli altri". Una dizione ancora alla ricerca della partitura che accolga la felice improvvisazione dei recitativi in prosa capaci di recuperare la centralità della strada, invece di farsi ingombrare dagli assoli declamatori delle grandi opere architettoniche prive di contesto. Senza indulgere alla retorica dell'erranza e della nostalgia, Bailly ci invita ad accompagnarlo mentre calca i selciati in tre continenti, indugia sui materiali più umili e su ciò che è in disuso, ridà senso agli spazi che fuoriescono da schemi funzionali predisposti. Solo nella combinatoria infinita dei...
Realtà
Per giudicare della realtà esterna dobbiamo fidarci dei sensi o della scienza? I colori, i suoni, gli odori esistono davvero o sono solo un prodotto interno alla nostra mente? Oltre agli oggetti materiali, esistono anche quelli immateriali, come le menti, i numeri e il tempo? E che statuto hanno i giudizi estetici e morali?La riflessione sull'idea di realtà è iniziata con la nascita della filosofia e continua da allora. Sul finire del Novecento, però, ha conosciuto un periodo di oblio dovuto al successo delle filosofie legate alla cosiddetta «svolta linguistica». Ma oggi la realtà è tornata e, come il fantasma del Commendatore alla fine del Don Giovanni, ci ricorda di questioni che non si possono ignorare. Per giudicare della realtà esterna dobbiamo fidarci dei sensi o della scienza? I colori, i suoni, gli odori esistono davvero o sono solo un prodotto interno alla nostra mente? Oltre agli oggetti materiali, esistono anche quelli immateriali, come le menti, i numeri e il tempo? E che statuto hanno i giudizi estetici e morali? Mario De Caro, con uno stile chiaro e accessibile anche ai non addetti ai lavori, ci aiuta a rispondere a queste domande. Lo...
Wittgenstein e i limiti del linguaggio
«Il mio lavoro di storico della filosofia si aprì a ogni sorta di nuove prospettive. Tutt'a un tratto scoprii l'idea capitale di Wittgenstein...il linguaggio non ha solo lo scopo di nominare o designare oggetti o di tradurre pensieri, e l'atto di comprendere una frase è molto più simile di quanto non si creda a ciò che di solito chiamiamo: comprendere un tema musicale.»Un'arte di vivere, un esercizio spirituale: ecco, secondo Pierre Hadot, la finalità pratica del pensiero antico, elemento distintivo di un modo di intendere la filosofia che la distanzia dalla svolta teoretica moderna, sotto il dominio dell'astrazione concettuale. Su questo terreno, negli anni cinquanta del Novecento l'antichista Hadot, immerso nello studio del tardo neoplatonismo, incontra la filosofia del linguaggio di un contemporaneo pressoché sconosciuto in Francia, Ludwig Wittgenstein, scoprendovi una impensata affinità con l'esegesi che va compiendo dei testi mistici. Per entrambi, il linguaggio filosofico è innanzi tutto un'attività o una forma di vita, non una dottrina. Nelle due opere principali di Wittgenstein, il "Tractatus logico-philosophicus" e le "Ricerche filosofiche", tradizionalmente contrapposte, Hadot vede in atto lo stesso esercizio spirituale attraverso il quale la filosofia procede a un'autoterapia, guarendo da se stessa.
Vedi Offerta Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra. Con una raccolta di lettere inedite
La riproposta del primo libro di storia che ha fornito un quadro inedito della tragica esperienza di vita dei prigionieri e dei soldati al fronte durante la prima guerra mondialeMauthausen e Theresienstadt sono nomi che riportano alla memoria gli eccidi nazisti del secondo conflitto mondiale. Ma quei luoghi furono anche i centri di raccolta dei 600.000 prigionieri italiani catturati nella guerra del 1915-18, che in quei campi, e in molti altri, vissero e morirono: di essi più di 100.000 non fecero ritorno alle loro case. La responsabilità di quei morti non fu dei governi nemici: essa ricade al contrario sulle autorità politiche e militari italiane. Oltre a fare luce per la prima volta su questo evento drammatico della storia d'Italia, celato dalle fonti ufficiali e ignorato dalla storiografia, "Soldati e prigionieri italiani nella Grande guerra" fornisce anche un quadro dell'esperienza di vita sia dei prigionieri sia dei soldati al fronte con l'ausilio di documenti archivistici inediti e soprattutto attraverso le lettere bloccate dalla censura, qui abbondantemente riportate.
EUR 23.75
Non c'è una fine. Trasmettete la memoria di Auschwitz
«Vi parlo questa sera di un argomento, l'immensità del quale vorrei che realizzaste appieno». - Edward B. Raczyński, 17 dicembre 1942\r\n\r\nPrima di vederla, la Shoah era per quasi tutti semplicemente incredibile, non-credibile, troppo oltre l'umana comprensione. Dopo averla vista, oggi, per molti visitatori del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau è l'indicibile, non-dicibile, una violenza troppo grande per poter essere espressa a parole. Queste pagine cercano di trovare una soluzione, anche solo approssimativa al dilemma della memoria: Come fare a trasmettere la memoria dell'indicibile e del non-credibile?, per giunta in un tempo nel quale i testimoni diretti, per motivi anagrafici, stanno rapidamente venendo meno? È questo il difficile compito del direttore di un museo tanto particolare come quello di Auschwitz-Birkenau, ed è questo ciò che Cywinski cerca di fare in queste pagine.
EUR 14.25
Una separazione
Finalista Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera 2018\r\n\r\nUna vicenda di infedeltà e di segreti, Una separazione riguarda l'incolmabile distanza che ci separa dalla vita degli altri e le storie che raccontiamo a noi stessi per fingere di colmarla.\r\n\r\n«Katie Kitamura possiede un grande talento» The Boston Globe\r\n\r\n«Un libro sorprendente e una scrittura affilata come un rasoio» - \r\nThe Financial Times\r\n\r\n«Kitamura è una scrittrice dall'immaginazione visionaria» - \r\nThe New Yorker\r\n\r\n«Una scrittura austera, lirica, inquietante. Per chi vuole riflettere\r\nsulle difficoltà delle relazioni d'amore» - Library Journal\r\n\r\n«Una meditazione ipnotica sull'infedeltà e l'impossibilità di conoscere\r\ndavvero il proprio marito» Kirkus\r\n\r\n«Katie Kitamura unisce l'analisi perfetta di relazioni complicate\r\nalla tensione del thriller» - Elle\r\n\r\n«Una riflessione profonda sulla complessità delle emozioni suscitate\r\ndalla perdita» - \r\nHuffington Post\r\n\r\n\r\nLa donna che racconta in prima persona decide, d'accordo con il marito, per la separazione, che però deve restare per il momento segreta. Intanto le arriva la notizia che Christopher è introvabile, in una regione della Grecia dove sta facendo ricerche per un libro di antropologia. Benché riluttante, si convince ad andarlo a cercare, e scopre via via di non conoscere come credeva l'uomo che ha sposato. L'indagine, anche introspettiva, della protagonista diventa da un...
La finta cieca e altri racconti
Le storie di Esther Kreitman Singer si distinguono ancora una volta da quelle di I. J. Singer perché l'autrice sottolinea tristezza, frustrazione, ma anche piccoli trionfi, di donne che sono spesso protagoniste di quadri esilaranti.\r\n\r\n"Con Esther Kreitman Singer ogni cosa è illuminata, ogni cosa palpita, spinge a immergersi nella trama tra storie individuali e la più complessa tessitura della storia" - Fiamma Nirenstein, la Repubblica\r\n\r\nSono racconti che danno un'idea di quanti bellissimi romanzi avrebbe potuto scrivere l'autrice, se non fosse stata «sacrificata» prima da un'infanzia e una giovinezza passate a leggere di nascosto tra una faccenda domestica e l'altra, e poi da un matrimonio combinato da un padre indifferente e da una madre che la trovava «bruttissima». Sono tutti molto diversi l'uno dall'altro, per temi, stile, tono, dimensioni. E quasi tutti contengono lo spunto per un romanzo, probabilmente già nella mente della Kreitman mentre li scriveva. \r\nLa raccolta si apre con I racconti dello shtetl, e nel «Mondo nuovo» la piccola Esther non ancora nata parla al lettore dal grembo materno: «La prima volta che mi sentii infelice fu nel ventre di mia madre». Tutto un programma, quello dell'intera vita dell'autrice. Che prosegue...
Storia profonda. Il cervello umano e l'origine della storia
Il libro-manifesto per un nuovo modo di intendere gli studi storici e un ponte solido gettato tra le "due culture"\r\n\r\n«Questo è sicuramente un nuovo paradigma dello studio della storia, molto ben argomentato, che verrà considerato rivoluzionario. Che io sappia, nessun altro libro integra lo studio della storia umana con i principi dell'evoluzione biologica e culturale in maniera tanto ambiziosa» - David Sloan Wilson\r\n\r\n«Rilassatevi e godetevelo. È una buona lettura e vi farò pensare» - New Scientist\r\n\r\n«Una tesi provocatoria che rivede radicalmente le relazioni tra biologia e cultura» - Steven Mithen\r\n\r\nLa logica dell'«inizio della storia» basata sull'invenzione della scrittura e sulla nascita delle civiltà risente ancora oggi della temporalizzazione del mondo proveniente dal quadro concettuale religioso di matrice ebraico-cristiana. Nei manuali di scuola la storia inizia tipicamente quando l'uomo diventa «cultura», se non apertamente quando riconosce un dio. L'immenso lasso di tempo che precede quel momento viene semplicemente ignorato, o al più ridotto a un breve paragrafo iniziale. Generazioni di studenti si sono formati con questo schema narrativo e lo hanno naturalmente introiettato. In questo modo però si tralascia un'enorme quantità di dati che sono fondamentali per capire come l'uomo abbia operato nel mondo...
Academy street
«Academy Street è un romanzo bellissimo, paradossalmente avvincente, con toni perfetti, capace di disarmare il lettore come fa uno specchio.» - Elena Stancanelli, D - la RepubblicaEasterfield, Irlanda, 1944. Tess ha sette anni quando sua madre muore, lasciandola con un padre difficile, tre sorelle maggiori e due fratelli. Per lo choc, la bambina smette di parlare, e recupera molto lentamente, con l'aiuto di un ragazzo che lavora nella fattoria. Man mano che Tess cresce, va a scuola e diventa infermiera, le sorelle si sposano. Una di loro, Claire, con un americano, e Tess la raggiunge a New York. Il fulcro della sua vita diventa il lavoro, ed è grazie a una collega che conosce David, un ragazzo affascinante: Tess si innamora, e resta incinta. Sono gli anni Sessanta, nella comunità irlandese, e una gravidanza fuori dal matrimonio è un'impensabile tragedia, equivale a ostracismo e isolamento. Così Tess si ritrova sola, unico punto di riferimento, Willa, una generosa e saggia vicina di casa in Academy street. E comincia un difficile processo di maturazione tra gli impegni di lavoro e la convivenza con il figlio Theo che crescendo si staccherà da lei, e riuscirà a...
Tiranni. Una storia di potere, ingiustizia e terrore
La tirannia rimane il fenomeno politico più antico e duraturo. E sembra che il suo spirito sopravviva rinvigorito fino ai nostri giorni: che si tratti del terrorismo jihadista, dell'imperialismo di Putin, o delle ambizioni espansionistiche cinesi.\r\n\r\n«Tiranni offre una splendida confutazione di coloro che credono ancora che il processo storico o la logica del mercato porteranno a un mondo democratico e più pacifico. Una lettura obbligata per ogni serio studente di Scienze politiche» - \r\nSteven B. Smith, Yale University\r\n\r\n«In una rassegna coinvolgente di circa 2500 anni - e sulla base di una notevole conoscenza della storia e della letteratura occidentale - Waller Newell ordina magistralmente tirannie, antiche e moderne, per ricordarci come nascono e perché crollano» - \r\nVictor Davis Hanson, Stanford University\r\n\r\n«Basato su una sorprendentemente vasta conoscenza della storia, dai tempi antichi fino ad oggi, dalla cultura alta alla cultura pop, questo libro penetra nello spirito del tiranno... È il racconto sulla tirannia che stavamo aspettando» - \r\nNorman Doidge, Columbia University\r\n\r\nWaller R. Newell - dispiegando tutta la sua vasta conoscenza della filosofia e della storia antiche e moderne - mette a nudo la figura del tiranno, raccontando in modo articolato e coinvolgente la lunga...
La fisica del nulla. La strana storia dello spazio vuoto
«Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» Questa antica domanda, ripresa molte volte nel corso della storia da tanti filosofi e pensatori, ci impone di meditare su quella che sembra essere in assoluto la più profonda di tutte le questioni, la distinzione tra essere e non-essere, tra ciò che esiste e il nulla, il punto da cui tutto il resto deriva.\r\n\r\n«Un piacere da leggere per i lettori curiosi e una fonte preziosa di idee per scienziati e filosofi» - Carlo Rovelli\r\n\r\n«Di grande erudizione... un libro utile, educativo e divertente» - Matthew Stanley,\r\n New York University\r\n\r\n«Weatherall spiega in modo molto accessibile, comprensibile e chiaro tutto quello che volevi sapere ma avevi paura di chiedere sul nulla (il vuoto quantistico)» - Priyamvada Natarajan\r\n\r\n«Weatherall racconta l'affascinante storia di come la nostra concezione del nulla sia cambiata nel corso dei secoli, fino ad arrivare alla moderna teoria quantistica dei campi e alla gravità quantistica» - Sean Carroll\r\n\r\nNelle mani di un fisico, però, la domanda assume un valore del tutto inaspettato, come si vede leggendo questo splendido, coinvolgente, intenso e breve libro. Per Newton e la sua legge della gravitazione universale era necessario che esistesse a priori uno «spazio»,...
Fenomenologia della religione
«Storia della religione, filosofia, psicologia della religione, e disgraziatamente anche teologia, sono, ognuna per la parte sua, tiranne che vorrebbero imporre ai sudditi il giogo preparato per loro. La fenomenologia della religione non solo mira a distinguersi da esse, ma aspira, possibilmente, ad insegnar loro la moderazione.»Il fatto religioso ha sempre opposto una resistenza specifica agli innumerevoli tentativi di «spiegarlo» sino in fondo. Per la sua difficile prensilità, sembra ammettere soltanto approssimazioni parziali, inevitabilmente asintotiche, come testimoniano le discipline votate a individuarne l'origine, a ricostruirne la dinamica storica, a rintracciarne la funzione sociale, a esaminarne con strumenti comparatistici le epifanie cultuali, a indagarne i moventi psichici, a elaborarne il senso filosofico, teologico, antropologico. Il fascio di «luce quanto più possibile policroma» che Gerardus van der Leeuw getta invece sulla religione respinge in un cono d'ombra i modi consueti di interpretarla. Ad attrarlo sono l'oggetto e il soggetto dell'esperienza religiosa, e la relazione tra loro, perché ciò «che la scienza delle religioni chiama oggetto della religione, è in realtà il soggetto della religione stessa». Se «l'uomo religioso desidera una vita più ricca, più profonda, più estesa», ossia «augura a se stesso potenza», van der...
Karman. Breve trattato sull'azione, la colpa e il gesto
Con mossa disvelatrice, Giorgio Agamben individua nel karman/crimen la chiave di volta indoeuropea senza la quale crollerebbero sia l'edificio dell'etica e della politica occidentali sia il soggetto libero e responsabile che ne è il presupposto e l'effetto.\r\n\r\n«Il soggetto dell'azione non è che l'ombra portata che il fine getta dietro di sé».\r\n\r\n\r\nAzione e colpa sono concetti- soglia, a tal punto fondativi del pensiero giuridico, morale e politico dell'Occidente da rimanere oscurati dalla loro stessa costitutività. Il carattere liminare di entrambi viene però in luce non appena si rifletta sulla corrispondenza stringente tra il latino crimen, che designa l'azione umana in quanto imputabile e sanzionata, ossia chiamata in causa nell'ordine della responsabilità e del diritto, e il sanscrito karman, che contrassegna l'agire generatore di conseguenze. Con mossa disvelatrice, Giorgio Agamben individua nel karman/crimen la chiave di volta indoeuropea senza la quale crollerebbero sia l'edificio dell'etica e della politica occidentali sia il soggetto libero e responsabile che ne è il presupposto e l'effetto. Questa archeologia pragmatica, più che gnoseologica, della soggettività, rende evidente quanto la presa dell'azione sanzionata sull'agente si rinsaldi sempre più proprio nel momento in cui - con la patristica - la nozione di...