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L' ultima vita
L'ultima vita è un romanzo di sorprendente forza emotiva, dalla scrittura potente e impeccabile.\r\n«La scrittura di Claire Messud è piena, ricca, incantatoria… eleganti e precise, le sue parole traboccano di intelligenza e immaginazione». - The Independent\r\n\r\n«Un romanzo dall'intreccio raffinatissimo e dalla scrittura superba». - Sunday Times\r\n\r\n«Commovente e compiuto… Messud non perde nulla della furiosa ambiguità dell'amore». - Financial TimesCosta Azzurra, estate 1989: Sagesse LaBasse ha quattordici anni quando suo nonno Jacques, una notte, spara alla cieca su un gruppo di giovani riuniti intorno alla piscina del suo stesso albergo. Fortunatamente il proiettile non fa vittime, ma da quel giorno la vita di Sagesse cambia: la bella estate della sua adolescenza è bruscamente interrotta dal primo di una serie di tragici eventi che spezzeranno i LaBasse. Lo sparo del nonno non è che un memento di una storia di emigrazione (da Algeri alla Francia), separazioni, sradicamento, che Sagesse, ormai venticinquenne cittadina americana, ripercorre in una continua alternanza tra passato e presente. Claire Messud, maestra nel gestire l'alternanza tra diversi piani narrativi e momenti temporali inestricabilmente legati, ci racconta una appassionante storia familiare che si sviluppa tra l'Algeria coloniale con il suo tempo perduto eppure...
Sulla vocazione politica della filosofia
In questo libro, dove traccia le linee del proprio pensiero, tra esistenzialismo radicale e nuovo anarchismo, Donatella Di Cesare riflette sul rientro della filosofia nella pólis, divenuta metropoli globale. \r\n\r\n«I filosofi sono i sublimi migranti del pensiero»\r\n\r\nÈ tempo che la filosofia torni alla città. Anzitutto per risvegliarla da quel sonnambulismo che la narcosi di luce del capitale ha provocato.\r\n Ma quale margine ha il pensiero nel mondo globalizzato, chiuso in se stesso, incapace di guardare fuori e oltre? Mentre viene richiamata alla sua vocazione politica, la filosofia è spinta a non dimenticare la sua eccentricità, la sua atopia. \r\nNata dalla morte di Socrate, figlia di quella condanna politica, sopravvissuta a salti coraggiosi e rovesci epocali, come nel Novecento, la filosofia rischia di essere ancella non solo della scienza, ma anche di una democrazia svuotata, che la confina a un ruolo normativo. \r\nIn questo libro, dove traccia le linee del proprio pensiero, tra esistenzialismo radicale e nuovo anarchismo, Donatella Di Cesare riflette sul rientro della filosofia nella pólis, divenuta metropoli globale. \r\nNon bastano la critica e il dissenso. Memori della sconfitta, dell'esilio, dell'emigrazione interna, i filosofi tornano per stringere un'alleanza con gli sconfitti, per...
La realtà al tempo dei quanti. Einstein, Bohr e la nuova immagine del mondo
Un lavoro di ricerca unico, in grado di analizzare la più sorprendente delle teorie della fisica e la più fondamentale delle domande della filosofia con invidiabile competenza in entrambi i campi. Una sintesi mirabile tra le due culture.\r\nSchrödinger:«L'intera idea dei salti quantici è priva di senso, il salto è graduale o improvviso? Dobbiamo domandarci: come esattamente l'elettrone si comporta durante il salto? Quali leggi governano il suo moto durante il salto? Para fantasia».\r\nBohr: «Quanto dici è assolutamente corretto. Ma non dimostra che non esistano salti quantici, dimostra soltanto che non possiamo immaginarli».\r\nSchrödinger: «Lascia queste cose ai filosofi. Se tutti questi maledetti salti quantici sono qui per restare, mi dispiace di essermi fatto coinvolgere dalla meccanica quantistica».\r\nBohr: «Ma tutti noi siamo felicissimi che tu lo abbia fatto!»\r\nLa meccanica quantistica ha una posizione unica nella storia della scienza. Essendo parte della famiglia di teorie scientifiche che hanno arricchito la cultura occidentale dal XVII secolo in poi, dovrebbe porsi l'obiettivo di descrivere una realtà in qualche modo «oggettiva» e indipendente da chi la osserva; invece, la meccanica quantistica appare di fatto come la prima teoria scientifica che sembra mettere in dubbio l'esistenza stessa di questa realtà,...
L' educazione sentimentale di AK-47
Sospeso tra L'ultima favola russa di Francis Spufford, i libri di W.G. Sebald e Teju Cole, e l'umorismo di Peter Sellers in Hollywood Party, il lettore troverà in Kailash un personaggio in cui identificarsi nonostante le differenze, e con cui ridere di gusto.\r\n\r\n«Un romanzo che non vuole raccontare esattamente una storia, ma creare il ritratto di una mente che si muove tra una cultura nuova, di sua scelta, e quella che si è lasciato alle spalle» - The New Yorker\r\n\r\n«Un divertimento solido e sicuro» - The New York Times Book Review\r\n\r\n«Una contro-narrazione audace e provocatoria… questo romanzo smaschera coraggiosamente una serie di uomini famosi, obbligando politici e rivoluzionari a scendere dal piedistallo» - The Guardian\r\n\r\nIl narratore di questo romanzo si chiama Kailash, è indiano e arriva dal Bihar a New York nel 1990, con una prestigiosa borsa di studio di dottorato. I primi amici che si fa storpiano subito il suo nome in Kalashnikov, e poi, per brevità, in AK-47. Kailash non sembra preoccupato da questa accoglienza, che pure contribuisce senza dubbio al senso di spaesamento di chi arriva da straniero in America. La sua preoccupazione, e il senso di straniamento, sono dovuti...
Il mito della dieta. La vera scienza dietro a ciò che mangiamo
Ogni anno sugli scaffali delle librerie vediamo fiorire nuove ricette miracolose pronte a promettere con le loro diete percorsi più o meno facili per perdere peso, e vivere più sani e felici. Ora, grazie ali mito della dieta, abbiamo finalmente a disposizione un antidoto contro le false promesse di dietologi e ciarlatani. Per capire come funziona l'apporto nutrizionale nella nostra specie ci mancava qualche ingrediente fondamentale: il 60-70% del nostro peso è dovuto alla nostra costituzione genetica, e quindi non ci possiamo fare granché. Resta però quel 30-40%, sul quale possiamo intervenire. Ma come? La risposta si chiama «microbioma», ovvero quella complessa, variabile e poco conosciuta flora batterica che vive nel nostro intestino e che lungi dall'essere un inquilino indesiderato del nostro organismo, è una componente fondamentale per il nostro benessere. Dobbiamo dunque imparare a rispettare e curare questi batteri amici e a coltivare la biodiversità che inconsapevolmente ospitiamo.
EUR 13.30
Democrazia. Nuova ediz.
Nuova edizione riveduta e ampliata\r\n\r\n"Nonostante i nostri difetti, nonostante gli intralci che frenano la sua realizzazione, la democrazia è però il sistema che più di tutti gli altri consente indifferentemente a ciascuna persona di avere libertà analoga a quella dei suoi simili"\r\n\r\nImperfetta, esigente, fragile. Eppure irrinunciabile, perché non ha rivali se si tratta di garantire la ricerca della felicità individuale, nel rispetto e nella considerazione degli altri. È la democrazia. La respiriamo ogni giorno, fa così parte del nostro paesaggio mentale e del nostro vocabolario di base che avremmo difficoltà a delinearne i connotati, come accade quando qualcosa ci sembra troppo familiare. Probabilmente non andremmo oltre la definizione scolastica, «governo del popolo», senza sospettare che niente è ovvio in quei due concetti, governo e popolo, e che coniugarli comporta premesse e conseguenze di estremo rilievo. Di più: implica che ciascuno di noi assuma un ruolo consapevole e attivo, non si accontenti di delegare chi lo rappresenta. Per governare una società complessa occorre infatti stabilire principi, regole, finalità, limiti, ma anche educare alla cittadinanza. «Democrazia» significa tutto ciò. Lo spiega benissimo Gherardo Colombo, con la semplice cordialità di chi compie un gesto civile. Maneggiate...
Linguaggio, pensiero e realtà
Una raccolta di saggi di Benjamin Lee Whorf sul "relativismo linguistico" e il determinismo lingua/cultura.\r\nChe il nostro pensiero venga influenzato dalla lingua che parliamo, ovvero che sia la grammatica a condizionare la nostra visione del mondo, è una delle grandi ipotesi della linguistica contemporanea. Benjamin Lee Whorf ne condivide la paternità con Edward Sapir, e ai loro nomi è legato il cosiddetto «relativismo linguistico», che trova importanti formulazioni nei saggi di Whorf qui raccolti. All'inizio questa prospettiva di ricerca si è attirata addirittura l'accusa di sovversione, perché osava postulare che alcuni popoli ritenuti «primitivi» avessero una struttura linguistica più ingegnosa di quelli evoluti, rovesciando un preconcetto diffuso. Ma non ha avuto vita facile neppure in seguito, quando si è imposta la tendenza a studiare gli universali del linguaggio, piuttosto che gli aspetti distintivi delle singole lingue.\r\nCiononostante, con il determinismo lingua/cultura sostenuto da Whorf hanno dovuto continuare a confrontarsi fino a oggi tutte le teorie del funzionamento del linguaggio. E sono tuttora esemplari e ricche di implicazioni inesplorate le sue indagini sulle categorie grammaticali e sulla formazione delle parole.
EUR 16.62
L' istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani
"Le storie sono il collante della vita sociale umana, definiscono i gruppi e li tengono saldamente uniti. Viviamo nell'isola che non c'è perché non possiamo farne a meno. Siamo l'animale che racconta storie."\r\nL'uomo passa più tempo immerso in un universo di finzione che nel mondo reale. Nessun altro animale dipende dalla narrazione quanto l'essere umano, lo «storytelling animal». Questo strano comportamento, che ci porta a mettere al centro della nostra esistenza cose che non esistono, è innato e antichissimo. Ma a che scopo? Jonathan Gottschall studia la narrazione da molti punti di vista e si muove tra biologia, psicologia, neuroscienze e letteratura, appoggiandosi alle ricerche più avanzate, ed evoca i tangibili vantaggi del mondo fantastico. Raccontando storie i bambini imparano a gestire i rapporti sociali; con le fantasie a occhi aperti esploriamo mondi alternativi che sarebbe troppo rischioso vivere in prima persona, ma che risulteranno utilissimi nella vita reale; nei romanzi e nei film cementiamo una morale comune che permette alla società di funzionare. Il potere universale della finzione è probabilmente la nostra caratteristica più distintiva, il segreto del nostro successo evolutivo, ciò che ha reso l'uomo un animale diverso dagli altri, permettendo...
Il tempo. La sostanza di cui è fatta la vita
Che cosa è il tempo e - soprattutto - come funziona? Il tempo della nostra vita coincide davvero con quello che mostrano gli orologi?\r\n«Un coinvolgente viaggio in tre tappe fra le tante dimensioni del concetto di tempo e i nostri modi di percepirlo, spaziando da Einstein a Hitchcock a Goethe, tra ricerca scientifica e filosofica, medicina, letteratura, cultura popolare.» - le Scienze\r\n\r\n Stefan Klein ci accompagna nell'esplorazione di una delle attività più raffinate della mente alla quale partecipano - incredibilmente - quasi tutte le funzioni del nostro cervello. Scopriremo come funzionano i ritmi circadiani, la psicologia della memoria e della percezione, perché alcuni di noi sono attenti e ricettivi fin dal primo mattino (sono delle allodole) e perché per altri tirare fino a tardi è la più naturale delle cose (sono delle civette). Scopriremo perché il tempo ci sembra sempre poco e come fare per prendercene cura, e così prenderci anche, un poco, cura di noi stessi perché, come scrisse Benjamin Franklin, «il tempo è la sostanza di cui è fatta la vita».
EUR 13.30
Quel che resta di Baudrillard. Un'eredità senza eredi
Serge Latouche e Jean Baudrillard: il massimo teorico della descrescita e il più magnetico, iconoclasta e sfuggente\r\ntra gli esponenti del pensiero francese contemporaneo.\r\nDue figure che non è immediato accostare. Eppure sono proprio l'antica vicinanza e la successiva lontananza, durata poi tutta la vita, che spingono Latouche a confrontarsi con l'amico di un tempo, dedicandogli la prima biografia intellettuale.\r\n«Non sopportava di essere classificato e ha fatto di tutto per risultare inclassificabile». In quel «tutto» è la chiave di un pensiero che Jean Baudrillard stesso ha provveduto funambolicamente a minare di paradossi, da vero scompigliatore, per scoraggiare possibili riprese. Tuttavia l'«assenza di un orizzonte d'azione e di speranza», che oggi sembra averlo esiliato dal discorso pubblico della filosofia, ha favorito in passato la lunga fascinazione esercitata dalla sua inventività concettuale: la teoria della seduzione e del simulacro, l'idea dell'implosione del sistema (e del terrorismo come sua estrema manifestazione), dell'ipertrofia del virtuale e dell'immondializzazione hanno scosso gli schemi mentali di fine secolo. Nessuno finora si era azzardato a ricomporre quel «puzzle barocco» attorno a nuclei tematici. Serge Latouche invece è convinto che rinunciare a una cronologia convenzionale, seguendo il «cammino immobile» dell'opera, sia l'unico modo per...
Storia di Roma in sette saccheggi
Un libro che svela Roma in una prospettiva rinnovata: una realtà complessa e stratificata, un vero e proprio museo a cielo aperto in cui le contraddizioni e le storture del presente sembrano\r\nquasi eclissarsi a paragone delle avversità che la città, e i suoi abitanti, hanno dovuto fronteggiare nel corso dei millenni.\r\n«Un capolavoro per ritmo e suspense.» - Sunday Times\r\nNessuna città sulla terra ha conservato il suo passato come Roma.\r\nDopo due millenni e mezzo di inondazioni, terremoti, incendi, pestilenze, assedi e pianificazioni urbane, sono giunti sino a noi inestimabili tesori sopravvissuti alle alterne fortune della Storia. Nei Musei Capitolini è ancora possibile osservare le fondamenta del Tempio di Giove Ottimo Massimo, che dominava il profilo della città quando Brenno e i suoi galli la attaccarono nel 387 a.C.; è ancora visibile la maggior parte di quelle Mura Aureliane che non riuscirono a tenere lontani Alarico e i suoi visigoti nel 410; si può attraversare Ponte Cestio presso l'Isola Tiberina, costruito all'epoca di Cicerone, quando la Repubblica romana lottava per la sopravvivenza. E ancora, si possono osservare i templi classici, i resti delle grandi terme cittadine - quelle di Caracalla, di Diocleziano e di Traiano...
L' esercizio del distacco
Essere giovani è per sempre. \r\nUn collegio fuori dal tempo e tre ragazzi che si amano. \r\nSullo sfondo, Trieste. \r\nUna storia d'amore struggente, una scrittura unica. \r\nLa seduzione del racconto e la densità della poesia.\r\n\r\n\r\n\r\nQuesto romanzo ha una storia breve, ma che\r\nnon lascia mai il lettore. E una volta chiuso,\r\nl'eco resta a lungo. Sono in tre: Emma, David\r\ne la protagonista. Vivono in un collegio a\r\npochi passi da un confine immerso nei boschi\r\ne nel vento. Fuori c'è una Trieste segreta, mai\r\nnominata. Lontani dai propri genitori, i ragazzi\r\ncrescono educati all'ordine e al controllo\r\ndelle passioni. Il loro è un triangolo elettivo:\r\nun'amicizia più facile con l'esuberante Emma,\r\nuna seducente competizione con David, il\r\nragazzo dal cuore appuntito. I tre si amano\r\ncon lo slancio incondizionato dell'adolescenza\r\ne con il terrore di abbandonarsi all'amore vero.\r\nFinché crescono tra le mura protette della\r\nscuola la vita scorre disarmante tra lo studio,\r\nlo sport e le passeggiate nei viali del parco.\r\nNon s'interrogano troppo sul loro futuro, né\r\nsul perché la loro educazione sia concepita\r\nper fronteggiare destini interminabili. Non\r\nimmaginano che le loro vite, un tempo così\r\nintrecciate, si divideranno. Anni dopo a legarli\r\nrimane solo una fotografia e il mistero delle\r\nloro esistenze. Della grande amicizia con\r\nEmma, dell'amore per David e della...
Un posto sbagliato per morire. Le indagini di Norberto Melis
«Hans Tuzzi scopre il suo gioco di autore capace di fare l'occhiolino ai lettori più accorti... È un pokerista della narrazione». - Giuliano Aluffi, la Repubblica \r\n«I romanzi che Hans Tuzzi si diverte a pubblicare hanno il pregio di far sentire più intelligente chi li legge... le ore passate in compagnia di Melis sono preziose». - Pietro Cheli, Gioia «Tuzzi ha la capacità di tenere avvinti alla pagina, e nel contempo di depositare descrizioni e riflessioni da grande scrittore». - Carlo Bordone, Mucchio selvaggio\r\nUn'inchiesta in cui la personalità della vittima è la chiave per arrivare al colpevole? Succede, più spesso di quanto si creda. Mai come in questo caso, però, il commissario Melis ne sembra convinto. Manrico Barbarani: una laurea in architettura, uno studio affermato, un socio da trent'anni al suo fianco, tante amiche, alcuni affezionati nemici, una passione per l'alpinismo, due mogli, anzi: due ex mogli. E un figlio di cui potrebbe essere il nonno. Già. E tre proiettili piantati in corpo. E dove, poi! Nella più squallida delle periferie, che pure a Milano sono tutte squallide: vicino al dormitorio dei «barboni», su strade battute la notte da prostitute e ragazzi di...
L' estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell'innovazione
Di ossimoro in paradosso, Merlini con garbo ragionativo ispeziona il nostro mondo estetizzato e performante, in cui tutto è merce o aspira feticisticamente a diventarlo. Un mondo, conclude, sempre più inospitale.\r\n«Il libro è uno di quelli che ti fa subito pensare all'intelligenza: c'è un'idea (cosa non scontata al giorno d'oggi) ed è sviluppata con estro e sapienza» - Marco Filoni, Il Venerdì\r\n«Scienza triste»: l'economia non è più riuscita a liberarsi del suo epiteto ottocentesco, che metteva sotto accusa la brutalità di appetiti a malapena dissimulati dall'astrattezza dei principi regolatori del mercato. Motivi analoghi inducono oggi Fabio Merlini a qualificare come «triste» anche l'estetica, sfera a cui di solito assegniamo effetti rasserenanti, se non euforizzanti. La bella apparenza che tanto ci seduce nella scenografia della merce esercita infatti un potere di incantamento che da un lato occulta condizioni di produzione talora neoschiavistiche e offese all'ecosistema, e dall'altro stringe alleanze con i regimi di consunzione del tempo nei quali si estenua la nostra esistenza, convocata in un presente privo di orizzonte. Invece di disinnescarla, l'esuberanza delle cose potenzia la tonalità depressiva dell'innovazione, che vive di caducità indotta attraverso vettori di accelerazione: ogni novità presto confligge...
Il trio dell'arciduca
In tutti i suoi romanzi Tuzzi è maestro nella ricostruzione di ambienti e luoghi: qui immerge il lettore nell'atmosfera della Belle Epoque, oltre che dei Balcani teatro di intrighi, avvincendolo con la trama e distraendolo con dettagli inediti e spassosi su città e luoghi ancora selvaggi. \r\n\r\n«Se il romanzo poliziesco funziona quando, oltre a tenere alta la suspense dell'intreccio, riesce a descrivere un ambiente, una città, una società, quelli di Hans Tuzzi hanno, oltre a tutto ciò, anche qualcosa di più» - Leopoldo Fabiani, la Repubblica\r\n\r\n«Un vero godimento, originale e di altissimo livello» - Fabrizio d'Esposito, Il Fatto quotidiano\r\n\r\n\r\nGiugno 1914: un mercante levantino viene trovato cadavere nelle acque del porto di Trieste. Oltre che un mercante, però, il morto è l'informatore di un giovane agente segreto imperialregio, Neron Vukcic, che sospetta subito un omicidio. Comincia così un'indagine che si trasforma ben presto in un percorso a ritroso, basato su indizi e deduzioni: dall'ultima tappa toccata dal mercante prima di morire annegato, Sarajevo, Vukcic arriva sino a Istanbul, la capitale del vecchio impero ottomano, a quel tempo ancora Costantinopoli. La missione del nostro giovane agente segreto prosegue, piena di insidie, in un continuo incrociarsi...
Un incantevole aprile-Il giardino delle rose
Un inno spensierato al coraggio di cambiare vita. Una strepitosa storia di vagabondaggi e seduzioni, in una nuova edizione che contiene il racconto inedito Il giardino delle rose.\r\n«Una folla di raffinati lettori ha riscoperto i romanzi di questa lettrice ironica, spregiudicata, fuori da ogni corrente letteraria, spesso crudelissima nel descrivere una società boriosa, superficiale, vecchia, ingiusta soprattutto verso le donne» - Natalia Aspesi, la Repubblica\r\n«Un incantevole romanzo lo si può definire, incantevole e avvincente. Leggera è la mano della von Arnim, delicato il suo passo ma irresistibile per humour, sottigliezza psicologica, fini descrizioni d'ambiente» - Serena Zoli, Corriere della Sera\r\n«Cattiva, spiritosa, anticonvenzionale, lungimirante, Elizabeth von Arnim racconta con verve e un acuto occhio sociale i tic e i tabù della buona società» - Irene Bignardi, Vanity Fair\r\n«Definita “la donna più intelligente della sua epoca”, Elizabeth von Arnim è capace di confliggere, attraverso il dono di una grazia urticante, con il durissimo velluto della società che la circonda» -\r\n Mirella Appiotti, TTL - La Stampa\r\nUn discreto annuncio pubblicitario - Per gli amanti del glicine e del sole - apparso sul «Times» è il preludio a un mese rivelatore per quattro donne dalla personalità assai...
Colpa d'amore
Un'eredità negata, una famiglia in subbuglio. Quale segreto nasconde la dolce Milly dagli occhi di colomba?\r\n«Se entri nel mondo di Elizabeth von Arnim non lo lasci più» - Natalia Rancati, Elle\r\n\r\n«Cattiva, spiritosa, anticonvenzionale, lungimirante, Elizabeth von Arnim racconta con verve e un acuto occhio sociale i tic e i tabù della buona società» - Irene Bignardi, Vanity Fair\r\n\r\n«Elizabeth von Arnim, ironica e crudele, distrugge qui allegramente gli uomini... per non parlare delle signore, poverine anche loro, allora come adesso» - Natalia Aspesi, la Repubblica\r\n\r\n«Di incantevole, come sempre, ci sono i personaggi. Ma niente enfasi mai: la vita non sarà mai una faccenda così seria da farne un dramma» - Daniela Mattalia, Panorama\r\n\r\nUno scandalo incombe sulla famiglia Bott: il povero Ernest, appena deceduto in un incidente stradale, ha diseredato la moglie Milly. Possibile che quegli occhi di colomba, quella figuretta tanto dolce e amabile meritino un castigo tanto duro? La costernazione e l'indignazione iniziale dei Bott si trasformano presto in dubbio e sospetto: e se quei venticinque anni di vita matrimoniale nascondessero un inconfessabile segreto? La soave Milly si è forse macchiata di qualche oscuro peccato? Milly sa che l'esclusione dal testamento del marito...
Vera
Una giovane donna e un vedono affascinante. Tra loro, il mistero della scomparsa della prima moglie.\r\n«Magistrale, nel romanzo, il progressivo svelarsi della personalità del marito, viva via ritratto come un mostro di egoismo e supponenza, con guizzi di sarcasmo freddo ma feroce. Ed è avvolgente lo stile limpido, pacato e attento ai minimi dettagli della quotidianità, secondo un gusto dei piccoli rituali tipico della letteratura femminile inglese.» - Leonetta Bentivoglio, la Repubblica\r\n«Con un'innegabile dose di perfidia la von Arnim non ce lo rivela: ma quello che davvero conta in questa storia non è il finale. È tutto quello che c'è prima, la lucidissima, sferzante parabola di una amore che può diventare modalità di sicura asfissia.» - Maria Vittoria Vittori, Liberazione \r\n«Non c'è violenza fisica, ma è come stare a letto con l'assassino.» - Cristina De Stefano, La Stampa\r\n«L'abile finale a sorpresa serve di monito alle donne, anche a quelle di oggi.» - Angela Bianchini, La Stampa \r\n\r\nLa ventiduenne Lucy Entwhistle, viso e corpo da bambina, è rimasta sola al mondo dopo che l'adorato padre se n'è andato per sempre. Confusa e infelice, mentre affranta si stringe al cancello di casa viene turbata dalla...
Mr Skeffington
Se l'amore è senza tempo perché farne una banale questione di età?\r\n«Elizabeth von Arnim, ironica e crudele, distrugge qui allegramente gli uomini… per non parlare delle signore, poverine anche loro, allora come adesso.» - Natalia Aspesi, la Repubblica\r\n«Un romanzo incantevole e avvincente, con finale a sorpresa, sulla bellezza e il tempo che la sfalda: Elisabeth von Arnim è irresistibile per humour, sottigliezza psicologica, fini descrizioni d'ambiente.» - Serena Zoli, Corriere della Sera\r\n«Cattiva, spiritosa, anticonvenzionale, lungimirante, Elizabeth von Arnim racconta con verve e un acuto occhio sociale i tic e i tabù della buona società.» - Irene Bignardi\r\nAll'approssimarsi del suo cinquantesimo compleanno Fanny, che ha da tempo divorziato da Mr Skeffington e ha vissuto molte altre storie senza pensare più a lui, è sorpresa dal riaffiorare dei ricordi che la riportano alla propria giovinezza, quando era bella e ricca di fascino. Per una serie di circostanze, ma anche per volontà deliberata, ritrova gli uomini che aveva conquistato un tempo: ma tutti si sono fatti una nuova vita e non intendono rimettersi in gioco. Attraverso una serie di incontri che mettono a nudo con la consueta fine sensibilità i vari aspetti del comportamento maschile, Fanny...
Vi presento Sally
Sally è povera ma bella. Molto bella. Straordinariamente bella.\r\n«Sally si fa beffe del suo uomo, dopo un vortice di esilaranti avventure. E con la propria nullità trionfa su tutti, suocera intellettuale compresa.» - Leonetta Bentivoglio\r\n«Definita "la donna più intelligente della sua epoca", Elizabeth von Arnim è capace di confliggere, attraverso il dono di una grazia urticante, con il durissimo velluto della società che la circonda.» - Mirella Appiotti, Tuttolibri - La Stampa\r\nSally Pinner, una bellissima ragazza di umili origini e inesistente cultura, nonché assai poco padrona dell'arte del linguaggio, fa innamorare di sé tutti gli uomini che le posano gli occhi addosso. Fin da piccola gli ansiosi genitori la fanno vivere segregata nel retrobottega della loro drogheria, il modo migliore per tenerla lontana dai numerosi guai che la sua bellezza finisce immancabilmente per calamitare. Morta la madre, la diciassettenne Sally viene data in sposa a un giovane studioso di Cambridge, Jocelyn, destinato a una fulgida carriera scientifica, il quale organizza un precipitoso matrimonio onde avere la meglio sugli altri numerosi pretendenti. Ma tanta bellezza l'ha reso completamente cieco ai molti svantaggi che la mancanza di cultura, la completa acquiescenza e il carattere di...