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Tè, caffè, cioccolata. I mondi della caffeina tra storie e culture
Di tutte le sostanze, droghe o spezie, che da secoli animano gli usi e i commerci degli uomini, la caffeina è senz'altro la più popolare. È l'unico stimolante che sia riuscito ad abbattere ogni resistenza e pregiudizio, al punto da essere liberamente prodotto, venduto e consumato a ogni latitudine, senza vincoli o restrizione alcuna. E tuttavia, pochi ne conoscono la storia. In queste pagine il lettore è invitato a compiere un viaggio nella storia culturale e scientifica di una sostanza che, dalla sua scoperta, ha stregato uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri in ogni civiltà. Si tratta della prima storia naturale, culturale e sociale del più famoso stimolatore dell'umore - di come è stato scoperto, dei suoi utilizzi più antichi, del ruolo straordinario e spesso poco conosciuto che ha giocato nella medicina, nella botanica, nella pittura, nella poesia, nell'educazione e nell'amore. Attraverso la caffeina, si ripercorrono le alterne vicende dei generi di consumo che la contengono - il caffè, il tè e la cioccolata, oltre alle bevande a base di cola - e che nel corso dei secoli sono stati celebrati in virtù delle loro proprietà benefiche e tonificanti, oppure...
Mafie vecchie, mafie nuove. Radicamento ed espansione
Uno dei caratteri più pericolosi del fenomeno mafioso è la capacità di radicarsi nelle pieghe del contesto sociale, creando aree di contiguità e di copertura indispensabili alle proprie strategie. Nella percezione diffusa, questa capacità è legata a una particolare predisposizione dei luoghi d'origine, la Sicilia, la Calabria, la Campania. La mafia tuttavia ha mostrato nel tempo un crescente potenziale espansivo ben al di là dei contesti tradizionali. Nella sterminata letteratura sulla materia, lo studio di Sciarrone costituisce una delle poche ricerche empiriche condotte sul campo: attraverso l'osservazione ravvicinata e partecipante di un contesto specifico e lo strumento dell'intervista in profondità, l'autore indaga il modo in cui la mafia interviene in una determinata società locale, e le dinamiche che si attivano tra mafiosi e imprenditori, fino ad arrivare a un condizionamento pervasivo dello sviluppo economico. Sono tre le realtà in cui viene preso in esame il "capitale sociale" della mafia: Gioia Tauro, la Puglia e il Piemonte. Il tratto caratteristico della delinquenza mafiosa rimane, nelle aree vecchie come nelle nuove, la presa sulla società, il controllo diretto del territorio. A dieci anni dalla prima edizione, Sciarrone riflette sui più importanti cambiamenti intervenuti sia sul...
Terre mobili. Dal Belice al Friuli dall'Umbria all'Abruzzo
L'Italia è uno dei paesi a più alto rischio sismico della terra. Eppure il terremoto in Abruzzo ripropone il problema dell'assenza nel nostro paese di una politica post-sisma. Si evidenzia, ancora una volta, l'incapacità storica di derivare dall'esperienza accumulata in un secolo di catastrofi un principio-guida della ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda la sopravvivenza dei centri storici. Un principio-guida che non sia da reinventare a ogni terremoto, ma che si adatti di volta in volta alle diversità territoriali, sociali e urbanistiche. Basterebbe guardare, oltre che ai fallimenti di cui è costellato il nostro passato, a quelle esperienze positive - come il Friuli nel 1976, o l'Umbria e le Marche nel 1997 - che hanno saputo leggere la dimensione della catastrofe tracciando un percorso virtuoso, volto non solo a soddisfare il bisogno abitativo dei senzatetto, ma anche a salvaguardare la rinascita dei centri storici, a tutelarne le irripetibili valenze urbane, artistiche e monumentali, a difenderne il patrimonio di storia e di cultura, quale radice dell'identità di un territorio. (Introduzione di Guido Crainz)
EUR 13.30
Scienza e religione. Scritti copernicani
Ieri come oggi è la scienza a "introdurre novità", a scompaginare ordini ed equilibri considerati assoluti. Ieri, la cruciale questione copernicano-galileiana, con i suoi problemi d'interpretazione biblica; oggi, le questioni che scaturiscono dai rapidi progressi avvenuti nel campo delle scienze della vita e che ripropongono antiche discussioni scientifiche e filosofiche su che cosa s'intenda per "natura", "persona", "inizio vita", "fine vita". Domande che reclamano interventi urgenti e appartengono alla sfera della politica e del diritto pubblico. Come ha osservato Norberto Bobbio, in uno dei suoi ultimi interventi dedicati al tema della laicità, "ciò che minaccia le verità tramandate non è la ragione filosofica, ma la ragione scientifica. Il processo di secolarizzazione, la cosiddetta età del disincanto, e nato non dalla ribellione di Lutero, ma dalle scoperte di Galileo". Quelle scoperte hanno frantumato inesorabilmente un universo fino ad allora ritenuto compatto e armonico, dando vita a scritti che ancora riescono a parlarci perché riguardano il tormentato rapporto tra la scienza e la religione. Non è dunque per il gusto dell'erudizione che torniamo a leggere pagine di quattro secoli fa. Lo scopo è un altro: sottoporre a un rigoroso esame storico e filologico dei testi...
Sponda occidentale
A vent'anni della caduta del muro di Berlino un'antologia del poeta tedesco: dagli anni della guerra fredda vissuta oltre cortina sino al dopo '89 la poesia di Braun racchiude mezzo secolo di storia; la sua voce è lo specchio dei traumi e delle ferite di un paese che forse più di ogni altro ha toccato l'abisso, ma anche quello degli slanci e delle speranze di una comunità che ha saputo, pur tra mille contraddizioni, ritrovarsi unita. Il percorso poetico che questo libro racchiude può essere letto come un viaggio esemplare attraverso i decenni del Novecento a partire dalla prospettiva di un intellettuale europeo che, come pochi altri, si è trovato a vivere nelle crepe della storia. Volker Braun ha avuto il coraggio di esserne testimone. Che nella Ddr non fosse facile la vita dell'intellettuale militante lo sappiamo. Forse oggi più di ieri, dopo che negli archivi della Stasi Braun ha ritrovato quarant'anni dell.esistenza sua - e dei suoi familiari - frugata fin "nelle viscere". Anche se non privo di riconoscimenti, Braun non può essere assimilato all'apparato culturale della Ddr. Il suo è un rapporto di non subalternità, ergo di continua tensione critica, di...
La linea di fuga
Un ragazzino di dieci anni, insieme al fratello maggiore, intraprende nel maggio 1938 un viaggio che da Amburgo, passando per l'Italia, lo porterà in un collegio sperduto dell'Alta Savoia. I due fratelli vivranno da soli, senza genitori, "in esilio" da una guerra che minacciosa si stringe attorno a loro. Una guerra che il piccolo Jürgen-Arthur, il quale non sa nulla (non sa nemmeno di essere ebreo), tenta di spiegare a modo suo: si convince di avere una colpa, una di quelle colpe che agli occhi dei bambini sono indicibili e imperdonabili. Quel bambino è lo stesso Goldschmidt, il grande scrittore tedesco che in questa narrazione autobiografica ripercorre gli anni del passaggio dall'infanzia all'adolescenza; anni difficili e delicati, in cui l'acuta sensibilità che li caratterizza è intensificata e portata a un punto estremo di tensione dagli eventi bellici, che si insinuano anche all'interno del collegio francese, inquinandone il microcosmo in apparenza sereno. Il giovane, infatti, ritrovatosi solo, senza neanche la compagnia del fratello, sarà costretto a subire le angherie e le sevizie della Direttrice e dei compagni, diventando la vittima preferita delle loro prepotenze. Ma nel momento stesso in cui il dolore scaturisce ed...
Le trappole dell'identità. L'Abruzzo, le catastrofi, l'Italia di oggi
Mai prima del 6 aprile 2009 l'Abruzzo aveva conosciuto tanta notorietà internazionale: potenza non solo distruttiva di un terremoto. Ma qual è l'immagine dell'Abruzzo rimbalzata da un capo all'altro della terra, nei giorni e nelle settimane seguiti al sisma? Quali le trame narrative - il discorso pubblico - che vi hanno intessuto sopra il potere e l'informazione? Raramente, secondo lo storico abruzzese Costantino Felice, si è assistito a un'esplosione di stereotipi identitari così enfatica e insistita. Lo slogan di un «Abruzzo forte e gentile» è stato quello più supinamente reiterato e condiviso, ma anche l'immagine del pastore dannunziano e del cafone siloniano hanno fatto la loro parte. Nel corso dei secoli, infatti, la presenza di una natura particolarmente aspra e ostile ha indotto a declinare la storia dell'Abruzzo, e del Sud Italia in genere, in base ai difficili processi d'interazione tra uomo e ambiente. Ma in che misura l'imponente geografia dei luoghi e le dinamiche economico-sociali che ne sono derivate hanno forgiato il carattere degli abitanti, condizionandone scelte e comportamenti? Se ne può desumere una peculiare identità regionale? Con l'occasione del terremoto, Felice ripercorre criticamente, con sintesi d'impianto storico rapide ma meditate, le...
Paura di cambiare. Crisi e critica del concetto di cultura
La cultura è il prodotto di una precisa contingenza storica: la presa di coscienza della modernità. Al trauma provocato dall'apparizione di un tempo illimitato e perennemente in progressione, dunque destinato prima o poi a dimenticarsi di noi e di tutto ciò che per noi è importante, si reagì feticizzando la storia, l'origine, fondando su di esse l'identità - ciò che resta identico. Soprattutto, si reagì attivando un discorso sul passato, in cui interpretazione e commento fossero, programmaticamente, più importanti di creazione e innovazione. In questo senso cultura è un concetto abbastanza recente, come del resto la parola che usiamo per esprimerlo: esiste più o meno da un secolo e mezzo. La sua forza gravitazionale è enorme: nulla sfugge alla sua attrazione. Si parla infatti di cultura scientifica, di cultura nazionale, di cultura di massa, di cultura popolare. Ma questa forza è anche la sua condanna. Perché un sistema che include ogni cosa è inevitabilmente chiuso, autoreferenziale, bloccato. Consente solo riciclaggi, rimescolamenti di materiali già a disposizione, investigazioni del già noto. Questo libro intende mostrare che tale visione nostalgica e totalizzante non fa bene alla cultura: invece di renderla onnipotente ne limita l'impatto e...
Rimbaud. Speranza e lucidità
Arthur Rimbaud, il poeta che ha rivoluzionato la poesia, finalmente liberato dai facili schematismi di molta critica presente e passata: è qui non solo il poeta maledetto per eccellenza, ma il protagonista di un viaggio nella parola che ha costituito una frattura radicale, una svolta decisiva capace di ridefinire la poesia stessa. Yves Bonnefoy, il maggiore poeta francese vivente e una delle più illustri personalità della cultura mondiale, ripercorre in questo, libro - appena uscito in Francia e frutto del lavoro di un cinquantennio - le tracce di una passione e di un dialogo con l'opera del grande poeta di Charleville: dallo storico e fortunatissimo "Arthur Rimbaud" (1961) al recente e inedito "Notre besoin de Rimbaud" (2008), i saggi di Bonnefoy appaiono in una nuova versione, che rappresenta un'estrema messa a punto della sua visione. Pagine da leggere come un diario, come il racconto di un lunghissimo amore mai sopito: l'amore per i versi di Rimbaud che, in ultima analisi, sembra coincidere con quello per la poesia. Dalla ricostruzione minuziosa dell'ambiente provinciale d'origine, che attinge alla corrispondenza familiare, al rapporto controverso con la madre e i fratelli, fino alla relazione con Verlaine e...
Il Risorgimento e l'unità d'Italia
"In che modo, e a quali patti, le riflessioni di Antonio Gramsci sul processo storico di costituzione dello Stato italiano possono ancora essere lette e studiale come un libro di storia utile al nostro presente? Com'è possibile che un insieme di note sparse e disegnali, scritte ottantanni fa dalla cella di una prigione fascista da parte di un dirigente politico comunista, rappresentino tuttora uno dei contributi più vivi e originali al discorso pubblico sul nostro Risorgimento?"
EUR 9.02
Remare controcorrente. Imprese e territori dell'innovazione in Sicilia
In un Mezzogiorno che non riesce a imboccare efficacemente la strada dello sviluppo, la Sicilia rischia di restare il fanalino di coda. Con una sorta di paradosso: è una delle regioni dove si sono spese più risorse pubbliche ma dove la crescita economica e sociale rimane più bassa. Eppure anche in Sicilia ci sono imprese e territori che cercano di innovare, remando faticosamente controcorrente per superare gli ostacoli di un contesto ambientale che non aiuta: criminalità opprimente, pubbliche amministrazioni poco efficienti, infrastrutture che mancano. Questa ricerca sull'innovazione in Sicilia, promossa dalla Fondazione Res, si propone di analizzare a fondo le caratteristiche delle imprese e dei territori che si muovono, i meccanismi imprenditoriali e socio-istituzionali che favoriscono l'introduzione di innovazioni, le analogie e le differenze fra il tessuto produttivo regionale e altri contesti dell'Italia meridionale e del Centro-nord. Lo studio si basa su una pluralità di fonti: ricostruzioni storiche, indagini Istat, analisi delle politiche regionali, ricognizione dell'offerta di innovazione degli atenei, e soprattutto un sondaggio con le imprese più innovative e dinamiche della regione. Nella convinzione che da queste esperienze, difficili ma significative, il mondo degli imprenditori ma anche le istituzioni pubbliche possano apprendere...
La tana del serpente bianco
Quando l'australiano di belle speranze Adam Salton sbarca tra le brume del Derbyshire, ad accoglierlo non trova soltanto il vecchio prozio inglese. Costui l'ha in effetti sollecitato a raggiungerlo per farne il suo erede, essendo Adam l'ultimo rampollo della casata. Sin dal suo arrivo, il giovane percepisce la presenza di qualcosa di oscuro e perverso che si annida nei paraggi. E l'inquietudine non fa che crescere al primo incontro con i vicini: l'algida e sensuale lady Arabella March, proprietaria di una sinistra dimora nel Boschetto di Diana, e sir Edgar Caswall, erede della tenuta confinante, follemente dedito ai suoi esperimenti ipnotici e seguito perennemente dall'enigmatico servitore africano Ulanga. In un crescendo di mistero e orrore, Adam si ritrova irretito in una fitta trama di enigmi: la proprietà infestata da serpenti, l'uccisione della mangusta acquistata per debellarli, il ritrovamento di una bambina con uno strano morso al collo. Finché un giorno assiste all'assassinio di Ulanga, trascinato in un antro da cui non farà più ritorno. Da quel momento Adam decide di scoprire il segreto che lady Arabella nasconde nella sua magione. Scritto nel 1911, "La tana del serpente bianco" si muove sugli stessi binari...
L' uomo dagli occhi danzanti
La mia storia
All'inizio del 1954 Charles Feldman, agente di Marilyn Monroe, contatta Ben Hecht, uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood, per incaricarlo di scrivere "la prima autobiografia di Marilyn". Per un paio di mesi l'attrice e il suo ghostwriter si incontrano. E quella che doveva essere soltanto un'operazione commerciale per la diva in ascesa si trasforma in una lunga confessione senza filtri: l'infanzia negata, le prime esperienze sessuali, la contraddittoria consapevolezza della propria bellezza, l'ingresso a Hollywood, il matrimonio con Joe Di Maggio e il tour in Corea in visita alle truppe americane. Pubblicata solo nel 1974, dodici anni dopo la tragica scomparsa, "My Story" tesse una sorta di controcanto alla cornice aneddotica del mito che da sempre ha circondato Marilyn: la bambina ferita, l'adolescente abusata, la ragazza sfruttata, la donna depressa. In realtà lo sguardo della piccola Norma Jean, che Marilyn cerca per tutta la vita di coprire, non è diverso da quello dell'attrice che tenta disperatamente di sfondare a Hollywood. C'è la stessa levità dei sogni a occhi aperti di Norma nel modo in cui Marilyn descrive il mondo luccicante del cinema, non meno cinico di quello che aveva conosciuto da bambina,...
Uno sguardo sulla città. Gli scrittori italiani contemporanei e i loro luoghi
Ventitré interviste ad altrettanti scrittori italiani. Il tema: la città, quella in cui vivono o sono vissuti. L'intento: tracciare una mappa letteraria del nostro paese nel terzo millennio. L'assortimento degli scrittori è composito: alcuni molto noti (Culicchia, Fois, Parrella, Albinati, Pascale, Cappelli, Bettin, Covacich), altri cosiddetti "di genere" (Morchio e Vichi), altri ancora quasi esordienti (Di Iacovo, Pianesi). Il percorso lungo cui Filippo La Porta, critico tra i più rigorosi e agguerriti - a partire da un progetto di esplorazione dello spazio urbano avviato da Anci Rivista -, accompagna ogni autore, mira a intrecciare il profilo individuale di ciascuno di loro con una sorta di ricognizione storico-critica delle molteplici rappresentazioni letterarie delle città in cui vivono. Ed ecco che la letteratura, spinta ai margini nell'epoca dei linguaggi audiovisivi, si prende una rivincita e mostra la sua vocazione a rappresentare la realtà. Molti romanzi italiani di questi anni hanno saputo raccontare le complesse trasformazioni del nostro paese, e in qualche caso hanno intuito momenti di svolta e di rottura anche traumatici. Oggi i dipartimenti di architettura invitano gli scrittori per descrivere meglio il territorio, e i grandi quotidiani si affidano a loro per i...
Piccola storia dei Peanuts. Le strisce più famose d'America tra arte, cultura e linguaggio
Charles Monroe Schulz ha disegnato le strisce dei Peanuts ogni giorno dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì, senza quasi mai una vacanza, per cinquant'anni. Il frutto del suo metodico lavoro è entrato nel Guinness Book of Records come il fumetto più popolare di tutti i tempi. Le avventure di Snoopy e compagni sono apparse su oltre 2000 quotidiani, raggiungendo 355 milioni di lettori, senza contare i 1400 titoli in 26 lingue. Dal 1970 la definizione di "coperta di Linus" è stata ufficialmente inserita nel Webster's Dictionary, e i più prestigiosi musei del mondo hanno dedicato a Schulz mostre e retrospettive. Simona Bassano di Tufillo ci accompagna in un viaggio affascinante nel mondo minimale di Charlie Brown & Co., mostrandoci come il fumetto di Schulz possa essere considerato a tutti gli effetti un'opera d'arte, studiato come tale e riletto alla luce delle teorie estetiche, filosofiche e semiologiche. Il tutto sorretto dalla passione di chi per mestiere fa la disegnatrice di fumetti e conosce i Peanuts dacché più o meno è al mondo. Lo sguardo dell'autrice ci fa scoprire cosa c'è dietro la popolarità transgenerazionale e globale del simpatico gruppetto: un atteggiamento solidale...
Il patrimonio e l'abitare
Il patrimonio è qualcosa che ci riguarda da vicino, che attraversa la nostra quotidianità avvolgendola. Investe la sostanza stessa dei paesaggi urbani contemporanei, entra nel flusso delle sue trasformazioni come parte attiva, è soggetto a continue ibridazioni di significato. Il patrimonio è un insieme di patrimoni, che a loro volta sono insiemi di idee, di valori, di strategie politiche e culturali molto spesso conflittuali. La sua presenza è importante: stabilisce nessi fra luoghi e tempi differenti, si fa parte attiva delle trasformazioni, misura una distanza critica, fuori da un approccio nostalgico, ma anche lontano da una visione che lo ripropone solo come precedente estetico. Nel volume si confrontano, attorno alla nozione di patrimonio, punti di vista diversi. Gli storici sono impegnati a rileggere il patrimonio in rapporto al modificarsi del ruolo delle élites e a ricostruire la "storia del tema" lungo il corso del XX secolo in Europa. Paesaggisti e geografi discutono della possibilità che la natura o il paesaggio possano essere considerati patrimonio. Urbanisti, architetti e artisti rileggono il legame fondativo tra città, architettura e patrimonio nel contemporaneo. L'interrogativo sotteso a tutti gli interventi concerne il rapporto con il moderno: di che...
Storie inedite del piccolo Nicolas
Nicolas, Alceste, Rufus, Geoffroy... Ecco di nuovo in azione la scatenata banda di piccole pesti pronta ad altre esilaranti avventure. Capaci di far impazzire maestre e genitori con le loro involontarie e innocenti malefatte, il monello più simpatico di Francia e i suoi compagni tornano a divertirci e a trascinarci in una giostra di situazioni quotidiane che in un attimo si rovesciano in scenette di irresistibile comicità. Frutto del genio di due indiscussi maestri dell'umorismo, René Goscinny e Jean-Jacques Sempé, le ottanta storie qui tradotte per la prima volta in italiano furono composte tra il 1959 e il 1965. Destinate al quotidiano "Sud-Ouest Dimanche", rimasero sotto la polvere degli archivi per quasi cinquant'anni, anche a causa della prematura scomparsa di uno degli autori, Goscinny, morto nel 1 977. È stato solo sei anni fa che la raccolta di queste nuove storie ha visto la luce in Francia, conoscendo un successo senza precedenti: tre edizioni nella prima settimana e un totale di 650 000 copie vendute. Da quel momento, la popolarità del piccolo Nicolas è esplosa in maniera irrefrenabile. Dopo il primo, fortunato volume di storie del Piccolo Nicolas pubblicate da Donzelli nel 2008,...
Cosa fa la luna di notte?
Garibaldi fu ferito. Il mito, le favole
Amato e odiato, celebrato e vilipeso, emulato e disprezzato: il susseguirsi e il sovrapporsi di opposti atteggiamenti testimoniano l'esistenza di diversi Garibaldi: c'è un Garibaldi "di destra" e un Garibaldi "di sinistra", un Garibaldi "nazional-fascista" e un Garibaldi "brigatista ante litteram". Gli è accaduto nel bicentenario della sua nascita, e gli accade di nuovo con le celebrazioni dell'Unità d'Italia: divenire strumento di diverse e perfino opposte politiche della memoria. Ecco perché uno dei suoi più autorevoli e attenti studiosi prova oggi a rileggere la vicenda di Garibaldi alla luce del nostro contraddittorio e conflittuale presente, e delle diatribe più o meno fondate o pretestuose riguardo al senso delle celebrazioni appena cominciate. Il Garibaldi di Isnenghi, dunque, è innanzitutto il fondatore dello Stato, capace di accettare pro tempore che lo Stato sia monarchico pur non nascondendo di preferirlo repubblicano. E cento anni dopo, nel 1946, l'Assemblea costituente repubblicana segna la vittoria di Mazzini e di Garibaldi. In secondo luogo, Garibaldi è il fondatore dello Stato con la partecipazione attiva e critica dei cittadini non più sudditi, che si mobilitano e che fanno politica. Garibaldi è infatti un grande internazionalista libertario. Ecco uno dei tanti...