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La storia dell'essere
I testi raccolti nel volume "La storia dell'essere", risalenti agli anni 1938-1940, rappresentano un documento di notevole importanza sia per ragioni filosofiche sia per il generale contesto storico della loro stesura. Da un lato essi si inseriscono a pieno titolo e con estrema coerenza in quel radicale riorientamento della filosofia che Martin Heidegger sviluppò a partire dagli anni Trenta e che caratterizzò come pensiero dell'evento: da questo punto di vista "La storia dell'essere" va letto in diretta connessione con altri importanti scritti di quel periodo, soprattutto i "Contributi alla filosofia", di cui riprende numerosi temi, quali, in particolare, il superamento della metafìsica, l'abbandono dell'essere, l'istanza di un altro inizio del pensiero e l'analisi della modernità. Dall'altro lato "La storia dell'essere" costituisce un prezioso documento per comprendere importanti aspetti del modo in cui Heidegger si mise in relazione ai tragici avvenimenti che segnarono lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Infatti le meditazioni contenute in questo volume, in particolare quelle sulla guerra e sul comunismo, riflettono il notevole travaglio filosofico e intellettuale con cui Heidegger tentò di pensare, entro la cornice della storia dell'essere e della metafisica occidentale, le radici più profonde degli sconvolgimenti epocali...
L' immaginazione costruttiva
Peter Rice (1935-1992) è forse il più grande e il più noto tra gli ingegneri del secondo Novecento, il cui apporto ha reso possibili alcune delle architetture più innovative del secolo e il cui ruolo è stato determinante soprattutto in quelli che vengono considerati i più importanti edifici anche dal punto di vista simbolico: le vele dell'Opera di Sydney o il Beaubourg a Parigi ormai assunte a icone della modernità architettonica. Numerose sono le opere in cui la sua immaginazione costruttiva ha contribuito in maniera paritetica a quella degli architetti progettisti: dalla Galleria d'arte contemporanea Menil a Houston con Renzo Piano, al palazzo dei Lloyd's a Londra con Richard Rogers, alla passerella del parigino Parco de La Villette con Bernard Tschumi, fino al Padiglione del Futuro con Oriol Bohigas all'Expo di Siviglia, per non dire di tutte le altre collaborazioni che Peter Rice ha dato in modo diretto a molti altri protagonisti dell'architettura contemporanea: da Norman Foster a Jorn Utzon e molti altri. Anche in Italia la sua audace creatività è stata fondamentale nella costruzione dello stadio di Bari e del Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, entrambi di Renzo Piano,...
L' altra modernità. Considerazioni sul futuro dell'architettura
Maestro riconosciuto dell'architettura spagnola, docente ad Harvard, Madrid e Barcellona, Bafael Moneo è anche il professore operante che ha saputo edificare la sua teoria con la costruzione di grandi opere. A partire dai monumenti che costituiscono la sua Madrid contemporanea, uno per tutti il recente ampliamento del Museo del Prado, passando attraverso la costellazione di architetture civili che ha diffuso in ogni città della nuova Spagna, fino alla realizzazione di biblioteche, musei, cattedrali, banche, auditorium, aeroporti in ogni parte del mondo, da Stoccolma a Los Angeles, da Houston a San Sebastian. Questa selezione di scritti palesa un'attitudine teorica costantemente intrecciata con la pratica concreta del progetto: un'attenzione particolare è rivolta alle virate che la cultura architettonica ha effettuato negli anni recenti, con una precisa volontà di individuarne gli indirizzi e di vagliarli criticamente, fino a formulare proposte alternative per un'architettura intesa come vocazione alla durata. Pochi architetti hanno saputo vivere nel presente: molti si sono rifugiati in nostalgici passati o in fantasiosi futuri. Nel caso di Moneo lo sguardo colto dell'architetto progettista permette di leggere l'attualità e di dare una risposta concreta ai temi che la complessità contemporanea presenta.
EUR 16.15
Geopolitiche dell'arte. Arte e critica d'arte italiana nel contesto internazionale dalle neoavanguerdie a oggi
La storia postbellica dell'arte italiana è profondamente segnata dagli equilibri geopolitici e culturali della guerra fredda, e da quello che potremmo chiamare il marketing delle identità locali. Come confrontarsi con una tradizione illustre, la propria, se si appartiene a una nazione che si scopre bruscamente periferica? E come ripristinare dialoghi cosmopoliti dopo decenni di isolamento? La "mutazione" si compie tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento: se un artista come Fontana rimane fedele a un mondo la cui capitale è Parigi, e il cui faro indiscusso è Picasso, Manzoni apre a geografie artistiche transatlantiche. Intende la citazione non come mera ripetizione o gioco culturale, ma come pratica distorsiva, satirica e fantastica. "Plagio" e "furto" iconografico, ai suoi occhi, sono modi attraverso cui la Periferia può tornare a parlare di sé e modificare gli svantaggiosi rapporti che la legano al Centro egemonico. I processi di "modernizzazione" culturale introducono, in Italia, I'insidia della subalternità e, per contro, dell'irriflessivo corteggiamento dell'Antico. Negli artisti che oggi ci sembrano più rilevanti la dimensione "internazionale" coabita con fantasmi storico-artistici e eco di illustre tradizione. Al tempo stesso evocazioni e "messe in scena" dell'Antico sono pienamente comprensibili solo in...
Gratitudine. Voci di Hölderlin
La gratitudine è un sentimento difficile, soprattutto oggi, ma è una grande opportunità etica. Possiamo rovesciare le prospettive degli stili di vita attuali, solitamente segnati dall'ansia di prestazione professionale ed esposti alla frustrazione, nel riconoscimento sereno che l'esistenza è buona in se stessa e per chiunque, e non ha bisogno di essere meritata. Ringraziare è una via di liberazione dell'energia della vita, aperta al desiderio e alle possibilità di ciascuno. Una via di "politica dell'amicizia" capace anche di sciogliere i conflitti fra le posizioni più estreme. Dobbiamo alla parola serena - anche quando c'è sofferenza - del poeta e filosofo Hölderlin questa attitudine, di cui parla questo libro che è la prima monografia sull' argomento. La sua filosofia non è una teoria astratta, ma un'apertura verso la natura, una pratica dialogica poetica dei sentimenti e del linguaggio, un'arte per imparare a vivere meglio.
EUR 12.25
L' arte e i suoi oggetti
"L'arte e i suoi oggetti" di Wollheim è uno dei grandi classici dell'estetica americana contemporanea, e si pone accanto a opere di autori come Goodman e Danto (di cui si veda "Oltre il Brillo Box", pubblicato dalla Marinotti Edizioni a fine 2010) quale punto di riferimento obbligato per il dibattito filosofico sull'arte. In esso vengono esaminati e discussi i maggiori problemi dell'estetica: dalla definizione dell'arte allo statuto dell'esperienza estetica, dalle peculiarità della percezione dell'opera d'arte alla sua dimensione sociale e culturale. Wollheim sviluppa una teoria che concepisce l'arte come "forma di vita". Questa teoria trae origine dall'approfondimento delle pratiche percettive che intervengono nella fruizione concreta dell'opera d'arte. Questo perché la riflessione dell'autore, di tipo marcatamente descrittivo, si basa su un'intensa immersione nell'oggetto studiato. Atteggiamento che trova riscontro in un approccio alle opere pittoriche che esige una contemplazione prolungata per assistere alla progressiva emersione del senso dell'immagine. Come racconta lo stesso Wollheim, "giunsi a riconoscere che spesso ci voleva più o meno un'ora per far placare in me associazioni divaganti o percezioni falsamente motivate, e che solo in seguito, impiegando almeno la stessa quantità di tempo nell'osservazione, ci si poteva aspettare che il quadro...
Coscienza del corpo. La filosofia come arte di vivere e la somaestetica
In nessun'epoca come nella nostra i problemi legati alla cura del corpo, per un verso, e ai disagi con la corporeità, per l'altro, hanno occupato uno spazio così ampio, dalla diffusione dei centri di bellezza, delle palestre, delle diete, all'attenzione per la salute e l'alimentazione, fino all'esplosione di fenomeni come l'anoressia o altri disturbi dell'immagine corporea. In quale rapporto si è posta la filosofia rispetto a questa svolta in direzione del corpo che il nostro tempo sta vivendo? Ha saputo superare la divisione tradizionale fra mente e corpo? Ha saputo dire qualcosa di nuovo rispetto alla sfiducia tradizionale nei confronti dell'inganno dei sensi e delle emozioni? Questo libro pubblicato negli Stati Uniti da Richard Shusterman nel 2008, subito tradotto in numerose lingue, dal francese, al tedesco, al polacco, al coreano, al cinese, e ormai divenuto un classico dell'estetica contemporanea, offre una risposta avvincente e appassionata difendendo, insieme, la centralità del corpo e l'esigenza per l'essere umano di raggiungere la più completa coscienza e consapevolezza di esso. L'edizione italiana di questo libro, attraverso il confronto del suo autore con alcuni dei più importanti filosofi del Novecento offre al lettore la possibilità di un confronto...
Il Me della percezione. Un'autopsia
Chi percepisce sa perfettamente che cosa significa percepire. Ma se ne dimentica non appena cerca di spiegarsi come la percezione sia possibile, finendo così per dubitare del proprio effettivo accesso al mondo. Ma l'uomo non accede al mondo. E non perché questo gli sia estraneo, ma perché non ha bisogno di accedervi, visto che è già comunque nel mondo, coinvolto e implicato da quanto vi si manifesta. Non dubita della presenza di ciò che percepisce, né può sottrarsi a sua volta alla percepibilità. Eppure larghe sezioni della filosofia, della psicologia e delle neuroscienze ignorano colpevolmente questa evidenza, preferendo spiegare la percezione con dei miti: quello del dato (l'uomo è un riflesso del mondo) e oggi soprattutto quello del mediato (si accede al mondo solo attraverso media). Questo testo - il primo disponibile in italiano di Lambert Wiesing, professore di teoria dell'immagine e fenomenologia nell'Università di Jena - ci guida a riscoprire, attraverso una meditazione approfondita senza essere strettamente accademica, una verità elementare: il soggetto non produce la percezione, ma ne è piuttosto il prodotto.
EUR 15.00
Il disegno come strumento del progetto
La linea che separa progetto e disegno è sottile, i due termini si rincorrono scambiandosi e sovrapponendosi. Il senso dell'uno si rispecchia nella forma dell'altro e il processo che entrambi compongono lega il segno all'idea e la forma al valore profondo dell'abitabilità. Disegno è ricerca di questo valore, traccia che esprime il nesso tra testo architettonico e contesto urbano, paesaggio antropico, territori geografici. Disegno è sintesi estrema dell'idea di architettura, comprendente l'intenzionalità dell'autore, la discrezionalità dell'osservatore, la strumentazione disciplinare dispiegata di volta in volta nella scelta dei riferimenti rappresentati. Il lavoro presentato in questo libro traccia il senso del disegno come strumento di ricerca attraverso queste sostanze di cui si compone il progetto dell'abitabilità umana. I lavori di Gregotti Associati scelti tra quelli mai giunti a realizzazione, risaltano per l'evidenza del rapporto tra studi della forma e intenzione di progetto: essi delineano un percorso di ricerca di grande interesse per ogni progettista e studioso che debba verificare la profondità e la fondatezza dei materiali architettonici per mezzo dell'immateriale segno tracciato dal pensiero.
EUR 16.15
Marxismo e soggettività. La conferenza di Roma del 1961
Nel dicembre del 1961 Sartre fu invitato a tenere una conferenza all'Istituto Gramsci di Roma, sul tema "soggettività e marxismo". Presentò le sue ultime riflessioni sulla necessità di rinnovamento del marxismo dall'interno, suscitando così un dibattito di eccezionale vivacità, cui presero parte alcune tra le figure di intellettuali più in vista vicini al PCI (Della Volpe, Colletti, Lombardo-Radice, Luporini, Paci, Valentini, Semerari e altri). Sartre mostrò come l'analisi della soggettività fosse indispensabile per comprendere i fenomeni sociali. Attraverso la presentazione di casi singoli l'operaio antisemita, l'amore in Stendhal, l'anarco-sindacalismo - delineò un'idea di soggettività come "universale singolare", prodotto della storia e contemporaneamente invenzione di possibilità. La conferenza presenta uno straordinario spaccato del pensiero di uno dei più grandi autori del Novecento e un'introduzione alle tesi di una delle sue opere filosofiche più complesse: la Critica della ragione dialettica. Che cosa sarebbe successo se le posizioni di Sartre avessero fatto breccia nella cultura politica ufficiale del PCI dell'epoca? Un pensiero che poneva radicalmente la questione di che cosa sia la soggettività in una prospettiva marxista quali effetti etici e politici avrebbe potuto produrre? Quali progressi avrebbero potuto segnare la teoria marxista se si fosse...
Relazioni. Forma e vita nel progetto di architettura
La chiarezza, la precisione e la coerenza compositiva sono una caratteristica straordinaria di Gonçalo Byrne, uno dei maggiori esponenti dell'architettura portoghese; queste contraddistinguono ogni suo progetto e architettura realizzata. Fondamento del suo lavoro è la definizione delle relazioni tra tutti gli elementi coinvolti nel progetto. Il libro è strutturato in due parti: un dialogo con l'architetto portoghese sull'architettura e sul tema delle relazioni come fondamento del progetto e la presentazione critica di una selezione di sedici opere esemplificative del tema trattato. Nel dialogo si indaga la natura delle relazioni e il processo progettuale in cui esse vengono declinate: relazioni tra architettura e paesaggio, con lo spazio aperto ed il tessuto urbano, con le preesistenze, il contesto ed il patrimonio storico e con la presenza umana che dà vita e abita le architetture. I progetti sono presentati evidenziando la natura delle relazioni di volta in volta attivate, fino a mostrarne gli esiti formali.
EUR 15.20
In sintonia con le cose. La base materiale della forma nell'architettura contemporanea
Toccare un mattone, studiarne con attenzione la materia, il colore, la posa e la misura del giunto, avendo nelle orecchie "My favorite things" di John Coltrane e negli occhi un quadro di Gerhard Richter: questa simultaneità di immagini molto concrete e di riferimenti culturali lontani che si intrecciano in questo libro, ben rappresenta la sensibilità colta della nuova generazione degli architetti londinesi contemporanei cui appartiene l'autore, Adam Caruso. Una sensibilità coltivata con il gusto di conoscere la musica del proprio tempo e con la curiosità di capire i movimenti, le posizioni critiche e i concetti espressi dagli autori dell'arte contemporanea, scevra da appesantimenti teorici, riflessiva e profonda per istinto. Il felice contrasto tra la concretezza descrittiva della materia delle architetture - l'autore ama dichiararsi amante di 'praticamente tutta' l'architettura della tradizione - e l'astrazione dei concetti e delle visioni personali restituiscono al lettore un "incrollabile idealismo e ottimismo" grazie alla serenità di un giudizio estetico personale fondato sull'esperienza del progetto.
EUR 14.25
Creatività e trasformazione
Il volume ha l'obiettivo di indagare alcuni temi simbolo dell'epoca contemporanea attraverso il confronto e lo scambio tra due figure chiave del Novecento che, pur da ambiti disciplinari diversi, propongono chiavi di lettura di grande attualità rispetto alla trasformazione dei territori. La modificazione incessante dei paesaggi e dei luoghi è il riflesso dell'enorme rivoluzione culturale che il mondo occidentale sta vivendo da alcuni decenni e che Marc Auge e Vittorio Gregotti inquadrano come il risultato della nascita e dello sviluppo di alcuni fenomeni socioeconomici: globalizzazione, crisi, creatività, nuovo concetto di natura. Marc Auge (antropologo francese, "inventore" del concetto di non-luogo) e Vittorio Gregotti (l'emblema dell'architetto, di cultura profondamente italiana, con realizzazioni e progetti in tutto il mondo) hanno caratterizzato gran parte del Novecento europeo introducendo chiavi di lettura e paradigmi che ancora oggi permettono di interpretare la complessa realtà che ci circonda. I loro contributi, complementari in campi disciplinari contigui ed interagenti, hanno influenzato generazioni di architetti e progettisti, continuando ancora oggi ad avere una profonda influenza su coloro che sono chiamati a trasformare creativamente i territori.
EUR 9.50
Cézanne. Un colpo di pennello è il pensiero
Principia architectonica
La magia dei complessi spazi bianchi ed eterei delle sue case, la solidità della luce che scandaglia il grande vuoto della banca di Siviglia, così come l'eccezionalità della trasparenza delle sue casse magiche, sono spiegati in questo testo da un autore che ci permette di avvicinarci alle basi teoriche della sua opera costruita. Alberto Campo Baeza, architetto e professore madrileno ormai di casa a New York, in questo libro ci racconta la sua personale poetica mediante una raccolta di strumenti del progetto operativo, che possono facilmente essere riletti come tematiche dell'architettura contemporanea. La luce, il suolo, l'orizzontalità o la leggerezza sono parole spesso ripetute dagli architetti, ma che difficilmente trovano una loro chiarezza esemplificatrice come in questo testo. Allo stesso modo parole "importanti" come poesia, memoria o tempo sono affrontate con coraggio fino a dare un senso altro alla materialità delle singole opere. Il noto problema di tettonico e stereotomico, la complicata relazione che contrappone architettura e natura, il valore simbolico dell'angolo e del segno nel territorio e nella città, diventano dunque il modo in cui i grandi temi si declinano nella realtà costruita e costruttiva dell'architettura, rendendo intenso il loro valore.
EUR...
La città ostile. La realtà dell'architettura urbana nelle sue contraddizioni storiche
"Questo libro di Attilio Pizzigoni è attraversato da qualche interessante e cruciale paradosso: anzitutto il ragionare sulla canonica e non pacificata dialettica città-metropoli (e pure megalopoli) su cui aleggiano le ombre di Georg Simmel, Max Weber e Heinrich Tessenow, da un osservatorio fortemente caratterizzato e non ostile come Bergamo, una delle più belle e spettacolari città di provincia italiane. Una di quelle che pertengono alla dimensione territoriale e storica dell'antica civiltà italiana e che nelle pagine di due grandi storici dell'arte - Francesco Arcangeli e Andrea Emiliani - hanno trovato mirabile ricordanza novecentesca, nel nome di un moderno, necessario e forse disperante umanesimo. Altro il mondo che oggi si impone a chi, come Pizzigoni, architetto, ma anche uomo di cultura e docente universitario, deve confrontarsi con temi della contemporaneità che impongono più eccitati riferimenti e cronache differenti. Sempre paradossalmente, i saperi del Pizzigoni, rogersianamente homme de lettres, allievo nel Politecnico milanese di Mario De Micheli e bastantemente prossimo ad Aldo Rossi per non averne dimenticato il capitale L'architettura della città, hanno trovato intelligente e non serena sintesi nelle pagine problematiche e interrogative del presente saggio. Esse si confrontano con quelle di altri autori,...
Il clima come fondamento del progetto
Il volume affronta in maniera originale un tema antichissimo: quello del rapporto tra uomo, architettura e ambiente. L'argomento è affrontato dal punto di vista del progetto, privilegiando un approccio che esalta da un lato il ruolo dello spazio interno ed esterno nella costruzione dell'architettura e delle città sostenibili e dall'altro provando a rimettere l'uomo, inteso sia in qualità di fruitore che di progettista, al centro del fare architettura. Il libro propone un inquadramento storico-critico del rapporto tra clima e costruzione dell'habitat ed un approfondimento di alcune questioni metodologiche e operative legate al progetto sostenibile.Completano il libro un'intervista a Georg W. Reinberg, padre dell'architettura bioclimatica e pioniere della sostenibilità, ed una selezione di suoi disegni originali. Prefazione di Benno Albrecht.
EUR 11.25
Tortura, diritto e libertà
Di straordinaria attualità, le riflessioni politiche di Sartre raccolte in questo volume, a cura di Michel Kail, ripercorrono, in momenti storici differenti, le analisi e le lucide considerazioni sulla Tortura, il Diritto e la Libertà, del tutto inedite al pubblico italiano. I primi studi sul Diritto risalgono al 1927 dedicati al rapporto tra sovranità dello Stato e diritto naturale degli individui ed all'amara constatazione dei perpetui conflitti tra diritti individuali e diritti collettivi. Il diritto non è il frutto della libertà individuale, né del costume, bensì è un'esperienza dialettica che assicura alla collettività la sua coesione. Ma quando la collettività s'istituzionalizza in società, non è escluso pensare che lo Stato possa anche assumere prerogative basate sul Terrore e sulla Violenza. A partire dal 1947-48 le riflessioni di Sartre si rivolgono ai crimini di guerra ed alla funzione del Tribunale Russell e di quello di Norimberga convocati per discutere sui temi della tortura e del genocidio. È ipotizzabile la creazione di un Tribunale tanto rivoluzionario da essere capace di garantire alle esigenze etiche delle masse una dimensione giuridica? Nel 1972 Sartre tiene una Conferenza a Bruxelles sul rapporto fondamentale tra la Giustizia e lo...
«Spazio». Gli editoriali e altri scritti
Quando guardiamo un quadro di Caravaggio o di Mondrian, così come quando camminiamo di fianco a un battistero romanico, ci è subito chiaro che le regole compositive delle diverse discipline artistiche attraversano tempi e luoghi. Quando leggiamo i saggi che Luigi Moretti ha pubblicato nella sua rivista «Spazio» lungo l'arco dei suoi sette numeri, entriamo nei segreti della composizione artistica accompagnati da uno dei massimi esponenti della cultura architettonica del dopoguerra italiano. Architetto già noto a Roma prima della guerra, Moretti realizzerà a Milano alcune opere che segneranno con forza il paesaggio urbano di questa città, come il complesso di Corso Italia. Moretti parla, descrive l'architettura come pochi autori sanno fare, facendoci dimenticare il particolare momento storico che ha assunto ad oggetto e la sua recente riscoperta ha sottolineato ancor più il carattere di attualità del suo pensiero. Nei suoi testi le immagini, le figure e le parole sono messe strettamente in relazione, tanto da indicare nuove ricerche, come i modelli degli spazi interni che accompagnano l'ultimo dei noti saggi, diventati ormai un riferimento imprescindibile nell'architettura attuale, spesso citati o tradotti anche in contesto internazionale. Questo volume, la cui edizione è arricchita da...
L' arte e i suoi pittori. Improvvisazioni
André Masson (1896-1987), esponente della prima ora del movimento surrealista, è noto soprattutto per la trasposizione in pittura della scrittura automatica. Nell'intento di far emergere la complessità della psiche e di rendere manifesti i contenuti dell'inconscio, Masson lasciava che la matita o il pennello disegnassero senza progetto, liberamente, senza nemmeno il controllo della mente sul movimento della mano. Masson intraprese poi un cammino che lo allontanò progressivamente dall'accettazione dogmatica dei modelli canonizzati da Breton, che non a caso lo soprannominò "le rebelle du surréalisme", spingendosi alla ricerca di un linguaggio del tutto personale che ha nell'immaginario il proprio fulcro irradiante. La presente antologia, che raccoglie per la prima volta in Italia un cospicuo numero di scritti sull'arte del pittore francese, ci permette di ripercorrere il senso della sua parabola creativa a partire dal confronto intrapreso dall'artista con molta parte della tradizione artistica occidentale tra Otto e Novecento e non solo. Cosicchè le opere di Cézanne o di Matisse, di Klee o di Miró e di tanti altri ancora, ma anche dell'arte indiana, cinese e giapponese, diventano per Masson motivo di riflessione critica o storica e a tratti persino estetologica sulle ragioni dell'arte, i...