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Dizionario delle religioni mediterranee
Il Mediterraneo, spesso considerato una culla di civiltà, ha di fatto visto l'evoluzione della cultura religiosa ben prima dell'affermarsi delle civiltà mesopotamiche dell'Egitto, di Creta e dell'Ellade. Il presente Dizionario copre tutto l'arco delle culture mediterranee, dal Paleolitico al Neolitico all'età dei metalli, sino alle grandi religioni dell'antichità greco-romana. Di particolare importanza il periodo che dal Paleolitico ci porta al Neolitico, in cui si attua gradualmente il processo di sedentarizzazione, ossia - come scrisse Cauvin - di «fissazione al suolo, in agglomerati di abitazioni costruite, di comunità via via più fitte, che vivevano in un ambiente stabile». È, da questa iniziale sedentarizzazione che nascono gli dei e si elaborano figure fondamentali come la «dea madre», che occupano per lungo tempo l'area mediterranea, dai primi villaggi sino alle grandi costruzioni dei templi megalitici. Da tale processo, in una lunga e appassionante storia segnata da infinite diramazioni, incontri e scontri di popoli e culture, si è sviluppata nel corso dei millenni l'incredibile varietà di forme e strutture religiose che sono giunte fino a noi, ancora vive e vitali oppure consegnate alla storia.
EUR 20.00
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La Terra brucia. Per una critica ecologica al capitalismo
Questo libro è in primo luogo un doveroso tributo (ma anche un doveroso ringraziamento) a un grande dissidente come Giorgio Nebbia. Dissidente perché la sua critica ecologica al capitalismo smascherava impietosamente le contraddizioni del sistema. Essa torna oggi di grandissima attualità, noi convivendo con gli effetti sempre più pesanti prodotti da un riscaldamento climatico figlio di questo modello capitalistico e (paleo)tecnico; ma di grande attualità anche con la pandemia da coronavirus, per non dimenticare che, ben più grave della pandemia, è proprio il cambiamento climatico. Ma questo libro è anche - vorrebbe essere anche - un vademecum per i giovani che si impegnano da mesi per la difesa della Terra. Ricordando loro che l'ecologia non nasce oggi, che l'ambientalismo è una filosofia politica antica e che già più mezzo secolo fa si lanciavano allarmi sul futuro della Terra. Un libro, questo, che vuole dunque ricordarci come critica ecologica e critica politica e culturale - cioè dissidenza - debbano procedere insieme. Era (è) la grande lezione di Giorgio Nebbia.
EUR 16.50
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Origine. Testo inglese a fronte
«La sua poesia, non a caso, si fonda su un immaginario estremamente fertile e reattivo, e combattivo anche; e quasi per nulla sull'elegia, sul rammarico, sul compianto» - Roberto Galaverni, la LetturaLa poesia di Yang Lian coniuga una straordinaria irruenza espressiva di valenza sciamanica con la scrittura modernista di Pound, Eliot, William Carlos Williams e quella decadente di Baudelaire, senza mai smarrire l'esemplare misura della poesia classica cinese. L'energia metamorfica che percorre i suoi versi trasfigura il mondo naturale e storico secondo una morfologia antropocentrica, dove l'originale reinvenzione del meraviglioso ricorda la foga decontestualizzante della «scrittura automatica» surrealista. (Tomaso Kemeny)
EUR 19.00
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Perché gli alberi non rispondono. Lo spazio urbano e i destini dell'abitare
Vivere insieme nella città non è una scelta ma un destino, che da qualche tempo coinvolge la maggior parte degli abitanti del pianeta. Legato agli sviluppi della globalizzazione economica e tecnologica, questo fatto pone problemi nuovi agli urbanisti e a tutti noi. Come vivere insieme nella attuale città plurale, nelle grandi città-mondo che mescolano il sublime e il kitsch, la bellezza e l'orrore? Come fronteggiare la crescita inarrestabile delle disuguaglianze tra la città dei ricchi e la città dei poveri? Come favorire aggregazioni compossibili e risolvere questioni ambientali ed ecologiche di proporzioni mai conosciute? Domande ineludibili e problemi urgenti: la questione urbanistica è oggi la questione stessa del sapere.
EUR 15.20
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Dizionario dell'ebraismo (A-I)
«Ebraismo» è il termine che definisce la vita religiosa di Israele, il popolo eletto di Dio. Esiste anche un'altra definizione, «Giudaismo», a partire dall'epoca del ritorno degli ebrei in terra di Israele dopo l'esilio babilonese. Nel titolo di questo "Dizionario dell'Ebraismo" si è optato per il primo termine perché esso intende tenere insieme l'intera storia multimillenaria della tradizione religiosa che si richiama ad Abramo, presentandola in modo globale, in tutte le sue diramazioni e componenti, per così dire «da Adamo ai giorni nostri» e non solo per quel periodo pur centrale, difficilmente delimitabile, che va dalla cattività babilonese all'alto Medioevo. L'Ebraismo, in tutte le sue varietà, designa dunque lo stile di vita seguito dal popolo ebraico per circa tremilatrecento anni, da quando cioè Dio scelse Abramo, il padre di Israele, fra tutte le nazioni. L'Ebraismo comporta l'osservanza rigorosa della Torah, una parola che significa «insegnamento » e che si riferisce all'insieme della Bibbia ebraica, ma soprattutto al Pentateuco (i primi cinque libri). La Torah si presenta in due forme, una scritta e l'altra orale, derivate dall'alleanza che Dio stabilì con il suo popolo di Israele attraverso Mosè, intorno al 1200 a.C. La cultura...
Dizionario delle religioni dell'Africa
La natura di questo "Dizionario delle religioni dell'Africa" è notevolmente composita e variegata, dal momento che tratta i fenomeni religiosi, o variamente connessi alla religione, che si sono sviluppati nel continente nel corso della sua millenaria storia. Il territorio africano ha prodotto antichissime civiltà e insieme feconde tradizioni religiose, tanto tenaci da giungere fino ai nostri giorni, come ben ci ricorda il Premio Nobel nigeriano per la letteratura Wole Soyinka. Ma ha anche conosciuto precoci e ripetuti incontri con grandi religioni dell'umanità che sono provenute dall'esterno. Scorrendo dunque le oltre settanta voci di questo volume, organizzate in ordine alfabetico, incontriamo importanti definizioni dedicate alle religioni di origine propriamente africana, di singole popolazioni o gruppi di popolazioni, come i «Bantu», i «Berberi», gli «Igbo», i «Luba», i «Pigmei», fino a «Yoruba» e «Zulu»; grandi e articolati lemmi che trattano globalmente le tradizioni religiose del continente oppure delle sue diverse regioni; e ancora voci che illustrano la presenza e la penetrazione in Africa delle più diffuse religioni monoteistiche come il cristianesimo e l'islam. Accanto a esse, trovano posto definizioni delle principali figure di entità sovrumane e divine che sono oggetto di credenza, senza dimenticare le...
E avvertirono il cielo. La nascita della cultura
«Alzarono gli occhi e avvertirono il Cielo»: sono le parole con le quali Vico descrive la nascita, negli ancestrali abitatori della gran selva, di una coscienza umana, educata dal linguaggio, dal senso del pudore, dalla obbedienza alle leggi. Come raccontano la paleoantropologia e la scienza evoluzionistica di oggi la nascita dell'uomo culturale? Telmo Pievani e Carlo Sini, in un intenso dialogo e in un aperto confronto, ripercorrono le tesi e le ipotesi che disegnano tuttora un orizzonte ricco e complesso, non si nascondono i problemi, convengono con la necessità di una revisione di alcuni aspetti del senso comune filosofico e scientifico, al fine di fare del tema essenziale della nascita dello spirito umano un oggetto di ricerca quanto mai aperto e concreto; una ricerca cioè che, nello spirito del lavoro di Luigi Luca Cavalli-Sforza, non si riduca a visitazioni solo specialistiche e a reciproche ignoranze o incomprensioni.
EUR 15.20
Dizionario delle religioni dell'Estremo Oriente
Questo Dizionario tratta i temi religiosi, o comunque legati alla religione, che si sono sviluppati lungo una storia plurimillenaria in quella vasta area geografica che viene identificata come Estremo Oriente. Costituito essenzialmente su base geografica, esso presenta dunque le numerosissime e disparate tradizioni religiose che si sono nel tempo manifestate in questa parte del mondo, così ricca di culture e tradizioni millenarie (Buddhismo, Shinto, Confucianesimo, Daoismo, Induismo, Islam, ecc., ma anche molte tradizioni religiose locali o etnologiche), spesso intrecciate ad altrettanto numerose e diverse tradizioni linguistiche. Non vi si trovano quindi soltanto le voci relative alle religioni della Cina, alla sua filosofia, ai suoi più eminenti maestri vissuti nelle varie epoche, ma anche le peculiari forme assunte dal confucianesimo nei Paesi vicini, dalla Corea al Giappone. La tradizione religiosa del Sol Levante è approfondita con altrettanta cura, allargando lo sguardo alle forme religiose assunte in nazioni o aree geografiche molto ricche dal punto di vista antropologico e culturale, come quella birmana, thailandese, taiwanese, il Borneo, l'isola di Giava, Bali... Non mancano lemmi espressamente dedicati a forme di religiosità spesso recepite in Occidente in modo parziale, come la calligrafia o l'esercizio delle arti marziali,...
L' arte rinascimentale nel contesto
Fin dalla trattatistica del tempo, l'arte italiana del Quattrocento è stata vista come una "rinascita" di valori, estetici, morali, culturali, persi o sopiti durante la lunga stagione dell'Evo "Medio"; e quindi come prodromica all'esito ancora più alto, anzi definitivo, della "maniera moderna". Il Rinascimento, specie quello toscano, sarà la palestra privilegiata della nascente connoisseurship, e spesso anche soggetto privilegiato delle prime campagne fotografiche. L'autocoscienza è in ogni caso uno dei tratti distintivi della cultura, soprattutto italiana, tra Quattro e Cinquecento, e sempre più frequenti sono le celebrazioni di artisti da parte dei letterati. Il presente volume, attraverso lo schermo di una pluralità di voci e di competenze, propone uno sguardo vivace e dinamico che si rivolge a studiosi, studenti delle nostre università e appassionati non rassegnati o arresi all'industria delle mostre di massa e della storia dell'arte intesa come intrattenimento.
EUR 43.70
Ricordi di un collezionista
Collezionista d'arte contemporanea sin dalla fine degli anni Quaranta, Giuseppe Panza ha giocato un ruolo fondamentale nella cultura artistica del suo tempo, introducendo in Europa, fra i primi, fenomeni come la Pop Art, il Minimalismo, l'arte ambientale e l'arte concettuale. La sua attività collezionistica è poi proseguita, con raro rigore, nel corso degli anni Ottanta e Novanta, ma è stata anche affiancata da una costante ricerca dei contesti più appropriati in cui esibire le opere d'arte: parti coerenti della sua collezione sono così state esposte ed acquisite nelle raccolte di grandi musei d'arte contemporanea, come il MOCA di Los Angeles e il Guggenheim di Bilbao, ma hanno anche trovato collocazione in architetture storiche come palazzi barocchi e dimore settecentesche, creando un felice e innovativo dialogo fra contesto ambientale e opera d'arte. L'autobiografia attraversa decenni densi di avvenimenti storici e profonde trasformazioni nella cultura artistica su entrambe le sponde dell'oceano. Dagli anni della formazione umana ed intellettuale prima della seconda guerra mondiale ai primi incontri con la cultura americana e con i nuovi protagonisti dell'Action Painting e della Pop Art, dal coinvolgimento con i movimenti d'avanguardia degli anni Sessanta e Settanta alle più recenti...
I cristiani e l'impero romano
Nei tre secoli circa che vanno dall'ingresso del cristianesimo nell'impero alla conversione di Costantino, il rapporto tra la nuova religione e il potere politico appare articolato e complesso: i cristiani furono spesso avvertiti come pericolo e fonte di instabilità per la pax romana, rappresentando una minaccia alla legittimità del potere costituito. Ciononostante, diverse furono le occasioni di confronto e di scontro tra le due culture - pagano-imperiale e cristiana - dando vita a relazioni multiformi che, anziché di rigida opposizione, furono portatrici di ostilità e pacificazioni, intessute tanto di persecuzioni quanto di incontri costruttivi e possibilità di convivenza. Marta Sordi presenta la capacità del primo cristianesimo di confrontarsi con le altre religioni e culture dell'impero, e di esprimersi ugualmente tanto nei periodi di pace quanto in quelli di ostilità, dando vita a un'esauriente sintesi storica che ben ricostruisce la complessità di un'epoca in cui i cristiani non conobbero unicamente martirio e vita clandestina, né tranquilla pace turbata solo qua e là da marginali episodi di persecuzione.
EUR 15.20
Dizionario delle immagini del sacro
Lo storico delle Religioni Julien Ries, in accordo col paleoantropologo Yves Coppens, ha messo in risalto «la coscienza di creatore di cultura di Homo habilis. A partire dalle sue prime realizzazioni l'Uomo non cessa di fare scoperte e di creare, poiché la riflessione su ogni scoperta alimenta una nuova creazione». Dall'origine l'Uomo è Homo simbolicus, creatore di ritmi, suoni, spazi di vita, forme, immagini. Forse le immagini giungono per ultime, ma una selce scheggiata, in modo da essere un manufatto bifacciale, diventa un capolavoro di simmetria e armonia. Già alcune centinaia di migliaia di anni fa le selci più belle sono poste nelle sepolture, così come in seguito mazzi di fiori variopinti. Alcune decine di migliaia di anni fa l'Arte rupestre copre tutto il pianeta con raffigurazioni rituali e simboliche. La grotta di Lascaux in Francia è stata chiamata «La Sistina della preistoria», le pitture di imponenti animali sulle pareti e sui soffitti costituiscono una sintassi del mito. Solo diecimila anni prima della nostra era iniziano le immagini di divinità e proliferano con l'affermarsi della sedentarizzazione, come testimonia l'abitato di Çatal Hüyük, in Turchia. All'uomo sedentarizzato le immagini sono indispensabili per relazionarsi col...
Di un tono apocalittico. Adottato di recente in filosofia. Testo francese a fronte
Pronunciato nel 1980, durante la prima decade di studi di Cerisy-la-Salle dedicata al suo lavoro, questo testo di Jacques Derrida è, a un tempo, una riflessione su quanto compiuto e un'anticipazione di quanto, all'epoca, era ancora a venire, a partire dalla questione del tono in filosofia: tono che è da subito appello, ingiunzione, indirizzo verso quell'altro irriducibile e inappropriabile ma, per questo, necessario: «Sarete forse tentati di chiamare questo il disastro, la catastrofe, l'apocalisse. Ora in realtà si annuncia qui, promessa o minaccia, un'apocalisse senza apocalisse, un'apocalisse senza visione, senza verità, senza rivelazione, degli invii (perché il "vieni" è plurale in sé), degli indirizzi senza messaggio e senza destinazione, senza destinatore o destinatario decidibile, senza giudizio finale, senza altra escatologia che il tono del "Vieni", la sua stessa differænza, un'apocalisse al di là del bene e del male. "Vieni" non annuncia tale o talaltra apocalisse: risuona già con un certo tono, è in se stesso l'apocalisse dell'apocalisse, Vieni è apocalittico».
EUR 14.25
Narrare. Tentativi di inventario
Perché scrivere? Quale impulso muove da secoli l'uomo a narrare storie? È l'interrogativo da cui parte la riflessione di Franco Rella, facendo appello al bagaglio di letture accumulate nel corso della propria vita e interpellando gli autori che più lo hanno segnato. Da Dante a Cavalcanti, da Shakespeare a Benjamin, e poi Goethe, Kafka, Bataille, Roth, senza dimenticare i classici greci e latini, non esiste narratore che non si sia posto l'interrogativo e che non abbia cercato di spiegare - e spiegare a sé stesso - la realtà che ci circonda. L'esigenza di raccontare nasce proprio da quella realtà, e chi scrive può manipolarla, far interpretare la parte del protagonista a un personaggio di finzione, per poi rendersi conto che la protagonista assoluta della narrazione è la parola stessa, unica difesa che l'uomo abbia contro il male, unica arma capace di organizzare l'immagine del mondo e della realtà, come in un ideale inventario che raccolga tutte le esperienze vissute. Quella stessa parola che Pasolini suggeriva di usare con cautela, che per il solo fatto di portare con sé «un carico d'anima» legittima l'altrimenti insensata attività di scrivere.
EUR 19.00
Immagini e simboli. Saggi sul simbolismo magico-religioso
Oggi si sta comprendendo una cosa di cui il XIX secolo non poteva avere nemmeno un presentimento, ovvero che il simbolo, il mito, l'immagine appartengono alla sostanza della vita spirituale, che è possibile mascherarli, mutilarli, degradarli, ma che non li si estirperà mai... Le immagini, i simboli, i miti, non sono creazioni irresponsabili della psiche; essi rispondono a una necessità e adempiono una funzione importante: mettere a nudo le modalità più segrete dell'essere. Ne consegue che il loro studio ci permette di conoscere meglio l'uomo, l'«uomo tout court», quello che non è ancora sceso a patti con le condizioni della storia. Ogni essere storico porta con sé una grande parte dell'umanità prima della Storia. Oggi si comincia a vedere che la parte anti-storica di ogni essere umano non affonda, contrariamente a quanto si pensava nel XIX secolo, nel regno animale e, in fin dei conti, nella «Vita»; anzi, al contrario deriva e si innalza ben al di sopra di essa: questa parte astorica dell'essere umano porta, come una medaglia, l'impronta del ricordo di un'esistenza più ricca, più completa, quasi beatifica.
EUR 14.25
Sé come un altro
La serie di questi studi è attraversata da tre prospettive filosofiche. Nella prima, viene ricercato per il sé uno statuto che sfugga alle alternanze della esaltazione e della decadenza, che affettano le filosofie del soggetto alla prima persona: dire sé non è dire io. Ritenuto il riflessivo di tutte le persone grammaticali - come nell'espressione "la cura di sé" -, il sé postula la deviazione attraverso analisi che portino ad articolare in modo diverso la questione chi? Chi è il parlante del discorso? Chi è l'agente o il paziente dell'azione? Chi è il personaggio del racconto? A chi viene imputata l'azione posta sotto l'egida dei predicati "buono" od "obbligatorio"? Indagini essenzialmente improntate alla cosiddetta filosofia analitica, con la quale l'ermeneutica del sé entra in un dibattito molto serrato. Seconda prospettiva: l'identità suggerita dal termine "méme" va scomposta in due principali significazioni: l'identità-idem di cose che permangono immutate nel tempo, e l'identità-ipse di colui che mantiene sé stesso soltanto sul modo di una promessa mantenuta. Infine l'antica dialettica del Medesimo e dell'Altro deve essere rinnovata se l'altro da sé si dice in molti modi: il "come" dell'espressione "sé come un altro" può significare, allora,...
I misteri. Il mistero di Giovanna d'Arco. Il portico del mistero della seconda virtù. Il mistero dei santi innocenti. Il mistero della vocazione di Giovanna d'Arco
«Jeannette: "Come potrebbe un'anima non sprofondare nella tristezza. Poco fa ho visto passare due bambini, due ragazzetti, due piccini che discendevano da soli quel sentiero laggiù. Dietro le betulle, dietro la siepe. Il più grande che tirava l'altro. Piangevano, gridavano: Ho fame, ho fame, ho fame... Li sentivo da qui. Li ho chiamati"». Da Il mistero della carità di Giovanna d'Arco «Singolare virtù della speranza, singolare mistero, questa non è virtù come le altre, è una virtù contro le altre. Prende in contropiede tutte le altre. S'addossa per così dire alle altre, a tutte le altre. E tien loro testa. A tutte le virtù. A tutti i misteri». Da Il portico del mistero della seconda virtù «Nella pazza galoppata, nella caccia sfrenata, tra le donne per terra essi hanno raccolto tutto quello che conta. / Hanno sottratto tutto quello che vale qualcosa, perché hanno fatto man bassa, / Come ladri di cadaveri si sono derubati da sé, e ciò che hanno raccolto nella zuffa non è niente di meno / Che il regno dei cieli e la vita eterna. Hi empti sunt ex hominibus». Da Il mistero dei santi innocenti «Se Dio ti...
Le sette lampade dell'architettura
Il grande architetto Frank Lloyd Wright diceva di essere stato vigorosamente indirizzato verso l'architettura dalla lettura di questo libro. Le sette lampade sono un appassionato discorso sui principi dell'architettura, tenuto sul filo di una costante analogia tra esperienza etica ed estetica. Sottoposte al vaglio e considerate «sub specie architecturae» sono le leggi fondate sulla natura dell'uomo, non sul suo sapere, che l'autore organizza attorno a sette grandi capisaldi, sorta di spiriti guardiani che hanno il compito di indicare i termini entro cui correttamente si pone la pratica professionale. All'interno di questa cornice trovano posto temi cruciali delle riflessioni sull'architettura precedenti l'avvento del Movimento Moderno, quali il ruolo della decorazione e quindi l'ambito proprio della fantasia e della gratuità, la necessità della memoria, l'assunzione come valore dell'arditezza e dell'irregolarità, espressione del dinamismo vitale. La scrittura di Ruskin ha una forte componente emozionale, lontana dalla razionalità di un Viollet-le-Duc, e l'opera si configura come la proposta articolata e ricca di digressioni di una architettura che sia compagnia salutare per l'uomo, veicolo di valori e di tradizioni costruttive.
EUR 18.05
Psyché. Invenzioni dell'altro. Vol. 1
Recitano i dizionari che la parola occasione porta dentro di sé un rimando al caso, all'accidente, a ciò che è fortuito, ma simile connotazione, spesso giudicata negativamente, mette in ombra quanto ad essa si lega costitutivamente: l'incontro. I saggi che compongono il primo volume di "Psyché. Invenzioni dell'altro" sono stati ordinati da Jacques Derrida proprio a partire dall'idea che l'altro, in qualunque modo irrompa o si annunci, è sempre occasione di un incontro in cui pensieri, domande e sollecitazioni si ritrovano nell'unità di un'esigenza fondante e, nello stesso tempo, ambigua: giocare fino in fondo e senza protezioni la questione della verità. Una verità sempre inseguita e interrogata attraverso conferenze, studi, missive in cui mittente e destinatario scoprono - non senza difficoltà - di parlare una lingua che li supera entrambi, conducendoli altrove rispetto a progetti e attese: si tratti di Roland Barthes o di Lévinas, di psicoanalisi o di metafora, di impossibile definizione di «decostruzione» o di Platone, Derrida «prende la parola» nel senso letterale dell'espressione (vale a dire arrischiando la responsabilità verso l'altro a cui si parla) e lascia che essa parli al di là di intenzioni o desideri. I saggi qui...
Psyché. Invenzioni dell'altro. Vol. 2
Il termine "decostruzione", solitamente associato all'opera di Jacques Derrida, è forse uno dei più equivocati della filosofia del Novecento, e sembra ancora lontano il tempo in cui si giungerà a una piena comprensione di quanto abbia prodotto e produca ben al di là delle semplificanti formule a cui lo si è spesso ridotto. In questo secondo volume di "Psyché. Invenzioni dell'altro" è possibile verificare in che senso la decostruzione non è né un'analisi né una critica tecnicamente intese come scomposizioni padroneggiabili, ma un esercizio del pensiero che si produce come lettura esigente e rigorosa, capace di svelare le domande e le genealogie insospettate o nascoste che hanno strutturato e legittimato la tradizione filosofica occidentale. I saggi qui radunati - inaugurati dall'ormai famosa (ma non per questo conosciuta) "Lettera a un amico giapponese" - interrogano Heidegger, Kant, Michel de Certeau e attraversano campi del sapere quali l'architettura, la storia, la teologia, il diritto e la politica, imponendo a ciascuno la radicale presa in carico dei non sempre dichiarati o consapevoli moventi epistemologici, politici, culturali che innervano i loro gesti e le loro procedure.
EUR 28.50