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Heidi
A leggere il nome di Heidi il pensiero di molti corre immediatamente alla fortunata serie di cartoni animati trasmessa in Italia a partire dal 1978: la storia della piccola orfana cresciuta sui monti con il nonno ha conquistato generazioni di bambini, rapiti dal fascino impareggiabile di quel senso di libertà che solo una dimensione in cui è la natura a farla da padrone può suscitare. Scritto nel 1880 è divenuto un caso letterario per il successo che lo ha accompagnato. In questa edizione, alla traduzione integrale del romanzo si accompagnano i disegni di Tomi Ungerer, capace di tratteggiare una Heidi vicina all'ispirazione dell'autrice e allo spirito più autentico del personaggio. Grazie alla mano di Ungerer i piccoli lettori potranno scoprire la storia nella sua limpida semplicità e vedere con i propri occhi la baita del nonno, Peter con le sue caprette, i tramonti rosso fuoco che tanto sorprendono Heidi la prima volta in cui si trova immersa in uno scenario naturale di incontenibile bellezza. Il tentativo di imprigionarla in quel mondo chiuso e dorato che è l'abitazione francofortese di Klara, alle prese con la terribile signorina Rottenmeier e i suoi tentativi di educarla,...
Cosa fanno le bambine?
La musica italiana. Una storia sociale dall'Unità a oggi
Da Verdi a Pavarotti, da Mina a De André, da Morricone alla Pausini, dalla radio ai talent show, la musica ha contribuito a plasmare un'idea di Italia che da tempo circola sotto l'egida del made in Italy e che in centocinquant'anni ha intrecciato dialoghi con la cultura, i consumi e il tempo libero in modo tanto originale da conquistarsi il diritto di rappresentare il Belpaese accanto ad altre eccellenze come la cucina, la moda, i beni artistici. Sotto la superficie della popolarità si agita una musicalità diffusa che attraversa tutte le fasi della storia nazionale, dall'Italia contadina a quella operaia, dall'era industriale alla vocazione globale. Fra stereotipi e realtà, fra dilettantismo e professionismo, il libro ripercorre i momenti principali della storia musicale italiana nell'intreccio dei suoi generi (classica, lirica, canzone, rock, jazz, musica di tradizione orale, da ballo, per il cinema), dei media (dal 78 giri all'iPod), delle industrie, delle culture e sottoculture, delle istituzioni e degli eventi, dei luoghi pubblici e privati che hanno visto la nascita di alcuni fenomeni e decretato la morte di altri. La ricognizione a tutto campo - impreziosita da un ricco apparato iconografico - tenta, in ultima...
Quelle reti in mezzo al mare. Le coste, il clima e la pesca nell'ecosistema mediterraneo
Dalla centralità della fascia costiera, coacervo di interessi crescenti e conflittuali, alla politica marittima integrata; dagli effetti dei cambiamenti climatici sull'ambiente marino alla tutela della biodiversità e all'affermazione dei principi dello sviluppo sostenibile; dal pescatore bracciante del mare a operatore ecologico: un cammino per meglio comprendere e riscoprire il bene mare. Sullo sfondo dell'inasprirsi delle diverse crisi, economica, ambientale e sociale, gli autori intrecciano questi temi in un'indagine a tutto campo, da cui emerge l'urgenza del coordinamento di una politica marittima globale, che sia in grado di sviluppare, in modo ecologicamente ed economicamente sostenibile, le inedite potenzialità di crescita di una nuova economia del mare. Con grande competenza tecnica, lucidità e schiettezza, viene affrontato l'universo dei problemi legati alla pesca, reimpostandone l'analisi nel quadro di una nuova lettura dello scomodo binomio tra pesca e ambiente; mettendo in guardia, alla vigilia della riforma della Politica comune della pesca, sulle derive del dirigismo comunitario, e lanciando la sfida di un ripensamento del modello di sviluppo, che valorizzi la multifunzionalità dell'impresa e i nuovi ruoli che i produttori si candidano a giocare nella tutela attiva dell'ambiente marino, nella promozione turistica dei territori costieri, così come nella...
Un fisico delle origini. Heidegger, la scienza e il rapporto con la natura
Qual è il rapporto di Martin Heidegger con la scienza? È la domanda a cui questo libro tenta di rispondere, allargando l'orizzonte alla filosofia teoretica, alla storia della filosofia e a quella della scienza. Il confronto di Heidegger con la scienza contemporanea, soprattutto con la relatività e la fisica dei quanti, costituisce per Enrico Giannetto il terreno privilegiato per una nuova lettura del suo percorso filosofico. Se Heidegger ha proposto una filosofia negativa, una filosofia vivente, non disgiunta dalla vita, il suo pensiero si muove nel solco di una radicale frattura con la tradizione filosofica precedente, colpevole di aver prodotto una metafisica che tradisce nel suo significato più pieno la vita stessa. Heidegger emerge come un cristiano delle origini, che tale è rimasto nel suo rifiuto de! cristianesimo come sistema dottrinale-metafisico: è infatti la vita cristiana autentica il luogo in cui - da ancora prima di "Essere e tempo" e anche dopo - egli ha individuato la radice della sua prospettiva antimetafisica. Heidegger riscopre nel presocratico pensiero della physis la via per ricomprendere il cristianesimo originario, in alternativa al platonismo e all'aristotelismo. Con una lettura assolutamente innovativa, Giannetto connette questo aspetto cristiano di...
Il Novecento è davvero finito. Considerazioni sull'urbanistica
Un profondo cambiamento segna l'urbanistica e l'architettura di questi ultimi due decenni e si esprime come lontananza dal progetto moderno, apertura di nuovi problemi, modifiche di linguaggi e tecniche. Al cambiare di tutto o quasi si sovrappone un discorso critico che non è mai sembrato così disarmato, poco attento a osservare ciò che l'urbanistica fa, il modo in cui argomenta ciò che fa, in cui interpreta problemi, chiarisce intenzioni, produce giustificazioni, cambia linguaggi. Manca una migliore descrizione dell'urbanistica e del suo progetto che sia anche un tornare a descrivere, osservare, interpretare i temi del discorso urbanistico; chiarire ed esplicitare i modi messi in atto per ordinare il mondo sensibile esercitando un'azione politica al di là degli aspetti normativi e della ricostruzione del negoziato. In mancanza di un tale atteggiamento è fin troppo facile parlare di difficoltà, sconfitta, impoverimento. Scopo di questo libro è provare a descrivere alcuni aspetti dell'urbanistica italiana di questi ultimi vent'anni. Al di fuori di un atteggiamento nostalgico, di perdita e al di fuori di una entusiastica accettazione delle condizioni contemporanee. Un tale compito si giustifica con la convinzione che entro una situazione difficile permangano importanti spiragli di conoscenza e...
Lo zio Bernac alla corte di Napoleone
Louis de Lavai, il giovane francese protagonista della storia, dopo aver passato gli anni dell'adolescenza in Inghilterra, dove la sua nobile famiglia aveva trovato scampo alla Rivoluzione, attraversa nottetempo il canale della Manica per tornare in patria. A spingerlo è una lettera dai contorni misteriosi firmata dallo zio rimasto in Francia ed entrato, nel frattempo, nelle grazie di Napoleone. Fin dall'inizio, però, qualcosa va storto. Louis non è l'unica merce sbarcata quella notte, e suo malgrado si ritroverà a ostacolare i piani di un gruppetto di giacobini irriducibili che hanno in mente un piano per sovvertire l'ordine ed eliminare Bonaparte. Attraverso un susseguirsi di colpi di scena e un gioco di camuffamenti e rivelazioni, il giovane incontrerà finalmente lo zio misterioso, primo gradino per arrivare all'imperatore, e conoscerà l'inquietante cugina Sibylle, che lo mette in guardia: c'è qualcuno che ha pianificato tutto e trama contro di lui... Parte così la trama di un romanzo sospeso tra enigma e storia, sullo sfondo delle imprese di Napoleone. Il romanzo fu scritto nel 1897, un anno dopo la nascita fortunatissima dell'alter ego di Sherlock Holmes, vale a dire il brigadiere Gerard, personaggio creato da Conan Doyle...
Cosa fanno i bambini?
Le zone grigie. Conformismo e viltà nell'Italia di oggi
Il 2010 non è stato per l'Italia un anno qualsiasi, perché ha visto incrinarsi il regime berlusconiano. Anche se a questi segnali di cedimento non è sinora corrisposto un risveglio della sinistra, soprattutto di quella ufficiale, che si è fatta complice volontaria o "innocente" del disastro antropologico e morale del paese. Ad agire da detonatore è stata la crisi internazionale della finanza e dell'economia "globalizzate", che ha indotto il riaprirsi di situazioni di conflitto più radicali delle quali si andava perdendo il ricordo. Poche sono state le voci che, a sinistra, hanno saputo interpretare questo passaggio e in qualche modo annunciarlo. Attraverso i suoi arguti e puntuali interventi sulla carta stampata, nonché in occasione di convegni e incontri pubblici, Goffredo Fofi ha cercato di dar conto, momento per momento, di ciò che si agitava sul fondo, guardando oltre le superfici e incurante di ogni appartenenza e di ogni "opportunismo". Bersaglio principale i politici, non meno dei giornalisti - che Fofi considera forse più responsabili del nostro disastro - e degli intellettuali, sia quelli che hanno taciuto che quelli che hanno parlato troppo e pensato poco. Ne viene fuori il quadro di una realtà...
Popolo in festa. Sessant'anni di feste de l'Unità. Con DVD
Come scrive Alfredo Reichlin nella Prefazione, «Dietro quelle tavolate festose e quelle donne che fanno i tortellini c'è stata una grande idea. Una operazione politica e culturale originale, molto ambiziosa che, dopotutto, rappresenta la spiegazione vera della forza del Pci». Popolo in Festa ricostruisce in chiave narrativa l'esperienza storica delle feste de l'Unità, attraverso le testimonianze di militanti, dirigenti, artisti, intellettuali e una ricognizione delle fonti archivistiche e iconografiche, della stampa e della letteratura critica. Insieme al testo di Fabio Calè e al documentario di Federico Mercuri, l'opera contiene due filmati inediti: Festival de l'Unità Roma 1972, di Ettore Scola, dedicato alla prima festa nazionale della segreteria di Berlinguer, e 1999 - L'ultimo Festival di David Riondino, originale favola surrealista con la partecipazione di Sergio Staino, Remo Remotti, Dario Vergassola, Fernando Arrabal e Alejandro Jodorowsky, insieme ai volontari della Festa di Modena.
EUR 14.25
Quando finisce il mai
Dopo essere stato un sanguinario killer di camorra, Ferdinando decide di collaborare con la giustizia. Lo fa per sé, per riscattare un'esistenza regalata alla malavita, ma soprattutto per la sua famiglia: la giovane moglie Anita e i suoi due bambini, costretti a una vita d'inferno dalla latitanza del padre. Il calvario però non è ancora finito. D'improvviso, infatti, agli occhi degli investigatori l'attendibilità di Ferdinando è messa a repentaglio da un imprevisto giudiziario: l'alibi per l'omicidio del giornalista Giancarlo Siani crolla in aula. Ferdinando è condannato all'ergastolo e rischia di perdere il regime di protezione garantito dallo Stato. È qui che entra in scena il personaggio chiave: l'avvocato Buongiovanni che, convinto della buona fede di Ferdinando, si ostina a trovare nell'impianto accusatorio la falla capace di ristabilire la credibilità dell'imputato. Il dipanarsi del percorso umano e professionale di Buongiovanni precipita il lettore nei meandri di un'inchiesta tristemente famosa e nelle dinamiche giudiziarie e umane che caratterizzano l'universo a sé stante dei pentiti di camorra. Un mondo in cui il confine netto tra il bene e il male, il crimine e la giustizia, il detenuto e il carceriere, e anche tra il giudice e...
Così piangevano. Il cinema melò nell'Italia degli anni Cinquanta
Nel cinema italiano non si è mai pianto così tanto come negli anni cinquanta. E mai si sono viste tante protagoniste femminili. Le platee del nostro paese sono conquistate dai mèlo di Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, nei quali confluiscono le eredità della sceneggiata napoletana e del romanzo d'appendice, gli scenari del neorealismo e la novità del fotoromanzo. Donne piangenti o perdute, mariti emigrati o reduci: personaggi che parlano a un pubblico che è l'ultimo dell'Italia contadina. Eppure, in questi film non solo si dà vita a un nuovo divismo, quello delle Mangano, delle Bosè e delle Loren, ma matura anche il grande cinema moderno: le eroine di Antonioni nascono qui, mentre registi come Lattuada, Comencini, Cottafavi caricano il mèlo di spinte trasgressive. E su questo immaginario lavorerà astutamente, da subito, un nuovo mezzo: la tv. Il cinema strappalacrime è al centro di un gioco di incroci e di mutazioni: tra autori e genere, tra film e aspettative del pubblico, tra nuovo sistema dei media e antiche forme di spettacolo popolare, mentre si affaccia la "prima generazione" di giovani. Il saggio di Emiliano Morreale parla di film e non solo,...
Polvere di ferro. Tre racconti alle origini del realismo americano
Siamo nel 1861 a Wheeling, West Virginia, al confine fra Sud e Nord, sull'orlo della guerra civile. Le "oscure sataniche officine" della rivoluzione industriale sono un territorio ancora quasi inesplorato dalla letteratura, e Rebecca Harding Davis - all'epoca sconosciuta scrittrice di provincia - si addentra, con il suo racconto "Vita nelle ferriere", nella luce rossa di questa città di fabbriche che pongono una domanda inespressa e terribile: che cos'è questo mondo nuovo? E davvero degna di chiamarsi "vita", quella che si agita in quei luoghi? Al centro della narrazione c'è Hugh Wolfe, operaio, spossato dalla fatica e avvilito dall'ignoranza, che ruba dalla fabbrica gli scarti della lavorazione del ferro per dar vita a un'opera d'arte: le membra possenti di una donna abbrutita dalla fatica, ma pervasa da una brama indistinta, le mani protese ad afferrare il vuoto, la bocca spalancata in un grido di desiderio senza suono. A raccontare la storia è una donna, reclusa in casa, che riconosce nella piccola scultura e nel suo disperato creatore non solo la testimonianza di una condizione operaia ancora invisibile, ma anche la metafora di altre esclusioni, a partire da quella femminile; il grido muto della...
La formazione della dirigenza locale in Europa
Il volume affronta un problema decisivo per il funzionamento delle amministrazioni locali, quello della formazione della dirigenza, e prospetta un nuovo approccio alla questione sulla base dell'esame dei sistemi utilizzati in altri paesi europei. È stata quindi realizzata una ricerca nella quale si sono analizzati il rapporto tra decentramento e formazione e le metodologie di formazione all'accesso al pubblico impiego locale in alcuni paesi europei. L'indagine ha messo in risalto che le iniziative in tal senso si indirizzano verso la formazione continua e che le migliori performance sono quelle in cui a livello locale è prevista la formazione iniziale. Dopo una carrellata generale sulla situazione europea, si sono approfonditi i casi di Germania, Francia e Svizzera. Nell'ambito della ricerca è stato poi promosso un incontro di esperti dei tre paesi con quelli italiani per verificare il grado di comunicabilità delle esperienze: rispetto al contesto europeo preso in esame, quello italiano rivela una profonda difformità in quanto, sebbene anche in Italia esista un sistema di formazione iniziale per l'amministrazione centrale (curato dalla SSPA), tuttavia per le amministrazioni locali esso è limitato alla figura dei segretari comunali e provinciali. Non esiste invece alcuna formazione d'accesso...
L' orso che non lo era
"Ehi tu, torna al lavoro. Sono il caporeparto e se non lavori ti faccio rapporto". L'Orso disse: "Io non lavoro qui. Io sono Un Orso". Il Caporeparto scoppiò a ridere: "Questa sì che è una bella scusa per non lavorare... mettersi a dire di essere u Orso". "Ma, io sono un Orso", disse l'Orso. Età di lettura: da 6 anni.
EUR 5.00
Camminare, una rivoluzione
"Avviso ai lettori. Lasciate stare. Se cercate insegnamenti sul camminare all'ultima moda, con tanto di lezioni, corsi universitari e relativi professori, oppure sul camminare come cura di sé, o infine pagine e pagine di resoconti di camminate che si perdono invariabilmente tra il noioso, l'elegiaco o il paranoico, ripeto a scanso di equivoci: lasciate stare. Questo libro non fa per voi." Inizia così l'itinerario che Adriano Labbucci suggerisce al lettore e che del camminare si serve come di una bussola per percorrere un paesaggio insieme geografico e mentale, alla ricerca di punti di riferimento, alla scoperta di un modo diverso per impostare il nostro rapporto con gli altri e con il mondo che ci circonda. Al punto che camminare non solo è un'attività ormai poco praticata, ma spesso è anche guardata con sospetto e fastidio; un atteggiamento che può sfociare in frasi paradossali come questa: "Il pedone rimane il più grande ostacolo al libero fluire del traffico". Potrebbe sembrare una battuta di Woody Alien, ma in realtà è stata pronunciata da un gruppo di urbanisti consulenti del sindaco di Los Angeles: si tratta, scrive l'autore, dell'"espressione tragica e surreale di quel mondo capovolto...
Scienziate d'Italia. Diciannove vite per la ricerca
Una sola donna nella storia italiana è stata insignita del premio Nobel in area scientifica: Rita Levi Montalcini. Tuttavia, un consistente numero di scienziate ha raggiunto negli ultimi centocinquant'anni risultati importanti. In occasione del compleanno italiano, una rinomata matematica racconta le storie di diciannove grandi donne che - dal 1861 a oggi - hanno dedicato la loro vita alla ricerca, collaborando al progresso della scienza, nonostante il ritardo della nostra politica, nonostante le difficoltà oggettive, e in una condizione palese di assenza di pari opportunità rispetto ai loro colleghi maschi. Queste donne hanno lavorato spesso in condizioni difficili, in tempi di guerra, durante le persecuzioni razziali e scontrandosi con stereotipi di genere e pregiudizi, restandone a volte irreparabilmente colpite. Il libro di Elisabetta Strickland vuole raccontare le vicende di alcune di esse, scelte per la peculiarità complessiva delle loro vite, radiografando la società in cui si sono mosse e sottolineando l'originalità dei risultati raggiunti, senza dimenticare gli uomini che hanno creduto nel loro potenziale e le hanno incoraggiate. L'intento è duplice: rendere un tributo al lavoro caparbio delle scienziate italiane e alla loro straordinaria intelligenza, e riflettere sul ruolo della donna nella ricerca...
La malattia per la morte
Lazzaro, l'amico di Gesù, è malato. Marta e Maria, le sorelle, lo mandano a dire a Gesù. "Signore, ecco, il tuo amico è malato". Udendo quelle parole, Gesù dice: "Questa malattia non è per la mor-te, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato" (Giovanni 11,4). Lazzaro però morì, dunque la sua malattia era mortale. Eppure quella malattia non fu per la morte, non fece il gioco della morte, perché divenne fonte di fede. Se quella malattia non è per la morte, c'è nella nostra epoca una malattia che sia per la morte? C'è, risponde Kierkegaard, ed è la disperazione. La disperazione è il peccato dell'uomo contro il mondo, contro gli altri, contro Dio. E la malattia dello spirito, del sé, la malattia che fa desiderare la morte pur tenendo sempre in vita, pur condannando sempre alla vita. Per questo la disperazione è per la morte, è a servizio della morte senza essere mortale, fa vivere la morte senza concedere la morte. La malattia per la morte, pubblicata nel 1849, è una fenomenologia della disperazione, e descrive una parabola che va dalla disperazione che non sa...
La città giusta. Idee di piano e atteggiamenti etici
Fra urbanistica e politica si colloca lo spazio dell'etica. Da qui Ugo Ischia muove per una riflessione sulla città giusta, con uno sguardo rivolto al pensiero urbanistico italiano fra gli anni cinquanta e settanta: dal dopoguerra all'epoca del conflitto sociale. Il testo di Ischia anticipa di molti anni i dibattiti odierni sulla città e la giustizia urbana: a partire dal titolo, che si è voluto mantenere quale deciso dall'autore nel 1996. A tutt'oggi, il libro rappresenta una voce originale nel panorama teorico disciplinare italiano e internazionale nell'affrontare il problema della costruzione della città, affidando al piano la responsabilità della costituzione del giusto. Entro questa angolazione, la legittimità dello strumento di pianificazione e delle pratiche che ne derivano rimanda ai processi di democrazia che stabiliscono il passaggio da un'etica dei valori a un'etica procedurale. "La città giusta" viene pensato e scritto fra il 1985 e il 1996; porta con sé tracce delle assidue conversazioni con Bernardo Secchi e della lettura dei testi di Giulio Preti. Non può essere tuttavia disgiunto da quanto accadde e da quanto vissuto dall'autore negli anni settanta; anni che imponevano, come nel dopoguerra, una presa di posizione nei confronti della...
Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello
"Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello" è una poesia, un inno alla vita che scorre e attraversa le sue fasi senza mai fermarsi, proprio come un corso d'acqua. Il ruscello è come un testimone che il nonno passa al nipotino, e che lo accompagnerà dai giochi e le paure dell'infanzia, ai fremiti e alle incertezze dell'adolescenza, fino alle scelte e alle sicurezze dell'età adulta. Quel bambino, sa far tesoro di quel dono e in ogni passaggio della vita, riconosce tra le acque, gli uccelli, i fiori, i colori del ruscello le tracce del passaggio di quel nonno, che da lontano gli sorride sornione e bonario, ora per sostenerlo, ora per spronarlo, ora per proporsi come complice di avventure tra le onde all'insaputa dei genitori. Un ruscello che è come un ponte gettato tra le generazioni, un invito alla lettura insieme: nonni e nipoti, genitori e figli. Acqua, fiori, pesci, erbe selvatiche, alberi, sassi, uccelli, gocce, onde, dune di sabbia, e poi ancora indiani, vele, marinai, ghiacci e lame di pattini: le stagioni dell'anno e le età della vita si addensano lungo il ruscello, grazie ai pennelli morbidi e ai colori...