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Sophón. Aforismi per l'anima
"'Il vero signore della filosofia, la sua causa e il suo fine, non è il filosofo, che pure è al maschile, bensì qualcosa di neutro: ciò che è saggio senza qualifiche limitative perché è saputo oggettivamente e non soggettivamente. Il sophón, come diceva Socrate'. Con queste parole Italo Valent apre lo spazio della filosofia alla trama dialettica di un pensiero trasfigurato, 'neutro', alla sincerità enigmatica di un discorso che si fa riflesso - speculazione - della realtà con i suoi eterni enigmi. Psiche, Relazione, Senso e Nonsenso, Nulla, Sogno, Destino, Desiderio, Dolore, Morte, Follia... Toccare queste categorie universali dell'umano, tratteggiarne la figura e scoprirne l'intima essenza, significa parlare dell'anima e all'anima. La costruzione di questo libro di aforismi è l'esito di un procedimento di astrazioni, grazie al quale alcune parti del testo sono state 'tratte via', separate e poi ricomposte, seguendo un ordine dato dagli argomenti di cui esse "danno un segno". Sophón mostra il corpo della scrittura filosofica di Italo Valent con un taglio di luce che dà risalto alla intrinseca potenzialità del linguaggio, dove il frammento è specchio dell'intero: in ogni aforisma si annuncia l'eternità dell'anima, in ogni soffio dell'anima si...
Un altro mondo in questo mondo. Mistica e politica
"C'è una grande risorsa nella tradizione mistica, dal Medioevo fino ai nostri giorni: molti e molte, soprattutto donne, ne hanno tratto l'autorità per contestare l'ordine vigente, i dispositivi di potere e le codificazioni normative, e per far venire alla luce un invisibile della realtà ancora latente, in gestazione. Ne hanno tratto la forza per accompagnare il movimento della realtà verso il suo meglio, per dare spazio a un potenziale intravisto e per farlo crescere. Hanno fatto esistere un altro mondo in questo mondo. Come Simone Weil, che indica con l'espressione "infinitamente piccolo" quell'atomo di bene puro che abita in noi e che aspira al bene e alla giustizia, nonostante che tutto il resto in noi obbedisca alla forza. Infinitamente piccola è anche la possibilità che la realtà non sia tutta piegata ai meccanismi di potere, ma si apra ad altro, a un ordine senza nome né forma che noi non possiamo definire ma che tuttavia ci orienta. Abbiamo voluto attingere alla fecondità di intuizioni come questa per aiutarci a confidare nel lato invisibile della realtà, per affinare la nostra capacità di scorgerlo e di accompagnarlo verso il suo meglio, un meglio che, per...
La stanchezza del mondo. Ombre e bagliori dalle terre della poesia
Ripercorrere il senso, il ruolo e il valore che la poesia può ancora avere nel mondo è un compito che va ben oltre le questioni linguistiche o di poetica, il vaglio degli strumenti retorici o le annose discussioni sul canone: è un compito che chiede a tutti noi - poeti, critici o puri lettori - il coraggio di considerare con chiarezza la situazione dell'uomo in questo momento storico. Se fosse possibile individuare una chiave per descrivere i nostri anni nel loro insieme, cosa potremmo dire se non che questa è l'età della stanchezza? Innumerevoli opere, non solo di poesia, grondano oggi stanchezza: sono voci opache, espressioni d'apatia, testimonianze d'una vitalità ottusa e perplessa benché non di rado ammantata di colori falsamente sgargianti. Presi in un intreccio inestricabile fra la stanchezza delle parole e le parole della stanchezza, gli uomini appaiono sempre più rassegnati, incapaci di credere davvero che qualche grande novità possa trasformare in meglio la storia. Ciò nonostante nella poesia resiste una forza refrattaria alla tentazione di adagiarsi nel sentimento dello sfacelo. È forse un caso se già Hölderlin aveva osservato, in limine alla grande crisi del moderno, "ciò che resta lo...
Parole sonanti. Filosofia e forme dell'immaginazione
"Si tratta di un percorso lungo il quale vorremmo provare a ripensare i diversi linguaggi dell'umano alla luce di una fondamentale 'risonanza': la sola che sembra in grado di farci riconoscere tanto il riverbero della verità nella musica, quanto la potenza sonora della pittura; ma anche le perplessità della significazione poetica, nonché le oblique intermittenze dell'immaginazione chiamate in causa dalla creazione artistica in generale. I saggi che compongono il volume evocano figure di pittori come Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian e Carlo Ciussi, o come quella del pittore-poeta Virgilio Guidi, ma anche quelle di sommi facitori della parola come Andrea Zanzotto e Mario Luzi; a essere chiamati in causa sono poi anche il Rinascimento italiano, nonché molte delle esperienze che avrebbero reso grande il linguaggio artistico della modernità." (Dalla prefazione dell'autore)
EUR 19.00
Valichi
Giovanni Parrini è un poeta che cerca nel visibile la via per l'invisibile, nella finitezza delle cose e nello scorrere del tempo la dimensione dell'infinito. Una ricerca ardua, disseminata di dubbi, di esitazioni, smarrimenti. Gli uomini paiono sperduti in un mondo di cui ignorano il senso, e in cui sembra prevalere la legge della sofferenza, che non risparmia nemmeno la materia inerte, o gli oggetti della nostra vita quotidiana, come il lampeggiante di un'autoambulanza che all'improvviso sembra percepire "il volto vero" del fato. Eppure, proprio questo è il compito che Parrini assegna alla poesia: vincere l'aridità del cuore, l'indifferenza dello sguardo, spingersi "nell'oltre delle cose", come recitava il titolo del libro precedente. Questo doppio movimento - della mente che indaga e giunge alla percezione di un nulla cosmico; del cuore che si ribella, e s'inoltra per vie nuove, che aprono a una forma più misteriosa di conoscenza - si rispecchia nel movimento strappato dei versi, ora brevissimi ora lunghi, quasi al limite del respiro. Una poesia di natura meditativa e di forte tensione metaforica, che obbliga il lettore a confrontarsi con il significato della vita, a discendere nelle profondità del tempo e della...
Oltre l'ombra del femminile. Riflessioni sul potere
Una delle maggiori trasformazioni della Storia sta avvenendo sotto i nostri occhi: il lento, ma ormai inarrestabile, accesso della donna alla vita pubblica e l'affermarsi in essa dello spirito femminile, le cui conseguenze si preannunciano radicali a tutti i livelli, pratici e teorici. Da differenti punti di vista i saggi di due studiose - psicoanaliste e antropologhe - si intrecciano con quello di un sociologo per anni impegnato sul fronte della differenza di genere nella società contemporanea. Ne scaturisce un volume che integra elementi estratti dalla Politica Sociale, dall'Antropologia e dalla Psicoanalisi, senza patriottismi di disciplina. Al tempo stesso è un'opera sostenuta da una passione fortemente argomentata che l'anima e coglie un processo che in tutto il mondo, ma soprattutto in Occidente, vede la vita pubblica e l'impegno che l'accompagna non più un fatto solo circoscritto al mondo maschile. L'apertura al femminile non è più un puro fatto strumentale a scadenze elettorali, ma il reale emergere di un ethos nuovo. Si prospetta così un nuovo modo di vedere e percepire il sociale e i meccanismi di potere che lo accompagnano, fondato sulla convinzione che lo spirito di empatia di cui le donne sono...
Quaderni di poesia
Questi "Quaderni di poesia" raccolgono una parte del lavoro poetico dell'autore negli ultimi decenni, antologizzandolo secondo una quadripartizione orientativamente tematica. Il primo quaderno mette a contrasto l'amore buono (che alimenta la vita, la quale, senza quel nutrimento, languirebbe fino a spegnersi) e l'Ombra dell'amore, il malamore, tossico e malato. Il terzo quaderno (Storia e geografia) è dedicato ai viaggi il cui obiettivo non è l'arrivare ma l'andare ("Itaca ti ha donato un bel viaggio", ricorda Kavafis al suo Ulisse), a quel viaggiare che è pellegrinaggio mai concluso. Il viaggio, nello spazio e nel tempo, si affaccia talvolta su frammenti di Storia. E della Storia il viaggiatore deve riconoscere il male, col timore che, per citare Ceronetti, "il male sia struttura di fondo, sulla quale si può intervenire debolmente e solo un poco, diminuendone piccole aree, riducendone qualche angolo". Questo, anche, può essere il compito della poesia: operare, limitatamente, come strumento di una qualche diminutio malis. Il quarto quaderno cerca la comunione tra vivi e i morti, il dialogo della memoria. Ma la figura tutelare di tutta la raccolta è quella dello sciamano del secondo quaderno (Il canto dello sciamano).
EUR 13.30
Il labirinto di Narciso. Sade e Nietzsche nei simulacri di Pierre Klossowski
Creatore infaticabile attraverso la parola filosofica, la narrazione romanzesca e l'immagine pittorica di simulacri - cioè di luoghi in cui le intensità vitali possano svelarsi - Klossowski percorre da un capo all'altro il ventesimo secolo, nella sua devozione irriducibile per quelle forze, talora passioni, talora intuizioni, che abitano l'anima umana, restituendola enigmaticamente al suo senso. Condotto attraverso lo sguardo di due figure cardine del pensiero eterodosso occidentale - Sade e Nietzsche - riflesse nello specchio inquietante del più inclassificabile dei pensatori francesi contemporanei, l'occhio del lettore è invitato a un viaggio che lo spinge a interrogarsi sul significato dell'immagine e della fantasia, dell'eros e del corpo, del tempo e del mito, seguendo le tracce di un doppio sentiero in cui dispersione e raccoglimento, volontà e abbandono, parola e silenzio divengono i termini di un itinerario paradossale come unica via possibile all'esperienza dell'indicibile.
EUR 17.10
Desiderare invano. Il mito di Faust in Goethe e altrove
La leggenda del patto tra Faust e il demonio può essere letta come un mito: ovvero come una narrazione primordiale, grazie alla quale interrogarci sulla natura dell'essere umano e finanche sulla sua essenza. È quanto fa Francesco Roat in "Desiderare invano", seguendo passo per passo la vicenda narrata da Goethe, ma senza dimenticare - in frequenti, vertiginosi excursus - le tante altre opere letterarie, teatrali o musicali ispirate alla figura dello studioso che sottoscrive il più celebre dei patti stipulati tra l'essere umano e il diavolo. E lucidissima, a questo proposito, la riflessione che l'autore mette in campo intorno alle forme del desiderio e ai suoi aspetti irrisolti e paradossali. Il desiderio di conoscere ogni cosa e di carpire tutti i misteri del mondo è un'ambizione che eccede l'umano e si traduce, come osserva Roat, "non già in un anelito sovrumano quanto disumano"! L'umanità sta da un'altra parte. Si rivela solo affrancandosi dalle illusioni. Ritenere di poter sfuggire all'esperienza della morte e del dolore è perversione, è tradimento, è corteggiare un precipizio. Solo la coscienza della profonda unità del cosmo - alla quale siamo chiamati nascendo - può placare l'angoscia della caducità e...
Testa rasata
"Sono versi vibranti e fluidi, che sottolineano la potenza tematica di un libro che ha al centro il corpo femminile, usato, disprezzato e vilipeso. L'autrice rappresenta con audacia, in brevi taglienti quadri di vita, la violenza subita ancora oggi dalle donne, come nell'antichità, dalle più povere e derelitte, alle più altolocate, alle martiri poi santificate. Il tumulto emotivo trova espressione nell'ordine poetico, che dà voce alla specificità della scrittura, incrementando la diversificazione del pensiero poetico femminile. Sgorgano chiare le parole che dicono del corpo femminile ferito, eterno lutto dell'anima violata, senza apparente riscatto. Esemplari e dolenti, ci vengono incontro figure come Agata, alla quale furono strappati i seni perché si rifiutò al console di Catania, e alla rinuncia a se stessa preferì la tortura. O Lucia, bellissima, che si negò a un giovane e alla quale, per vendetta, furono cavati gli occhi. (...) Maddalena Capalbi parla di una sopraffazione che in nome di un piacere malato, di un'immonda vendetta, o di una trasfigurazione perversa dell'amore, si rivolge contro i corpi, ma che in realtà ha, e ha sempre avuto, come fine l'annientamento della soggettività femminile. Non è solo la tragicità, tuttavia, il filo...
L' ombra del flâneur. Scritti in onore di Augusto Romano
I saggi che costituiscono il presente volume, scritti in onore di Augusto Romano in occasione del suo ottantesimo compleanno, si confrontano con temi che a lui sono particolarmente cari: quello dell'ombra e quello del Wandereur. A essi egli ha dedicato pagine intense, lasciandoci immaginare un che di autobiografico, radice della sua sobria e rigorosa etica, ma anche di una visione appassionata e curiosa dell'esistenza, mai edulcorata da facili illusioni buonistiche sulla prevalenza finale del bene. Questi personaggi, pervicaci, creativi e sofferenti insieme, procedono sempre oltre, verso una patria che "è l'utopia, ma è anche la morte, il luogo definitivo, che ti prende tra le braccia e più non ti abbandona". Romano non ha esitazioni a rintracciare, sotto i panni dei suoi viandanti, l'archetipo del puer aeternus, il portatore di tutte le potenzialità, ancora allo stadio germinativo, colto però da lui non nella sua staticità, bensì in quello snodo cruciale dell'esistenza in cui si trova davanti alle possibilità trasformative. Per questo, riconoscendo in essi una possibile redenzione, egli ribadisce la necessità che l'analista si occupi con rispetto e dedizione - nella dinamica falsamente oppositiva tra salita allo spirito e discesa alle madri - di...
Teoria dell'andatura
Balzac si pone al centro di quella che lui stesso definisce "contemporaneità", scorgendovi un intreccio di forze e di energie che hanno, come egli stesso ha scritto, modificato "le leggi dello spazio e del tempo". Sono queste forze, infatti, che hanno scoperto la terra incognita della metropoli, un mondo "di suoni in cui" scrive ancora Balzac "nessuna armonia è assente. Vi si può percepire il frastuono del mondo come la poetica pace della solitudine": mille voci e tra questa anche quella del silenzio. La Commedia umana è appunto l'insieme di queste mille voci, dei destini che con le loro mille diverse traiettorie definiscono lo spazio della contemporaneità. "Teoria dell'andatura" è, in apparenza, un piccolo trattato "beffardo". In realtà essa occupa un posto importante nel progetto di Balzac di "vedere tutto, di far vedere tutto", come ha detto Baudelaire. E infatti un grande testo di narrazione ed è, al contempo, un grande saggio, che rinvia ai testi filosoficamente più tesi e drammatici della Commedia Umana.
EUR 13.30
Generare la luce del bene. Incontrare veramente Platone
Perché incontrare, ancora oggi, Platone? Cosa significa incontrarlo "veramente"? Questo libro risponde alle due domande senza proporre alcuna nostalgia archeologica. Il lavoro di Salvatore Lavecchia intende riconoscere a Platone il suo posto, di nuovo centrale nella formazione della cultura europea, ma non per i consueti motivi che si trovano nei manuali di filosofia. Il percorso proposto nel libro mostra come il pensiero di Platone possa aprire un inedito percorso di esperienza spirituale ed etica. Nuova è la concezione della filosofia platonica come filosofia pratica in cui è centrale la luce del bene, non più intesa come esterna all'esistenza umana (come si intendeva quando si pensava Platone come puro idealista), ma anzi come esperienza generabile personalmente, nella condizione umana. L'autore rivela le pratiche di Platone orientate verso il futuro, nella luce del bene: individui e comunità, persone e universo, così, non vivono più in lacerante dicotomia, ma sono trasformati da una nuova creatività generata dallo splendore dell'esperienza del bene. Non ultimo aspetto d'interesse del libro consiste nella ridefinizione di parole-chiave della filosofia di Platone, resa possibile dalla competenza filologica dell'autore.
EUR 11.40
Con i piedi fasciati. Uno sguardo junghiano sulla cultura e la psicologia cinese
Lo spunto del libro nasce dal ricordo personale di un avvenimento sincronistico. L'autrice racconta di avere incontrato, durante gli anni a Zurigo, un'anziana signora cinese che passeggiava appoggiandosi a un bambino e a un bastone. In quell'occasione Shirley See Yen Ma si rese conto che l'anziana signora aveva avuto i piedi fasciati e provò un'inspiegabile sensazione di disagio e d'inferiorità. Il legame tra i piedi fasciati dell'anziana signora e i sentimenti di insicurezza e di inferiorità provata in quell'occasione, ebbero su di lei l'effetto di un'illuminazione: "[...] scoprii che anche i miei piedi, così come quelli di tante donne con le quali avrei poi lavorato, erano stati psicologicamente fasciati". Questa presa di coscienza fu la spinta all'ampia riflessione sul fenomeno dei piedi fasciati e sulla "fasciatura psicologica", che sono diventati l'oggetto del libro. Si narra che l'uso della fasciatura dei piedi risalga all'ultima imperatrice della dinastia Shang (1520-1030 a.C), una figura mitologica che aveva il potere di trasformarsi in volpe. Per nascondere le zampe di volpe, l'imperatrice iniziò a fasciarle. Un giorno danzò con queste zampette fasciate la "Danza della luna sul fiore di loto" davanti all'imperatore. Egli fu talmente affascinato dallo spettacolo,...
Caramuel. Vescovo ed eclettico
I manoscritti inediti di un autore dimenticato tornano dal passato: i testi qui pubblicati sono stati scoperti e trascritti da Bianca Garavelli, durante il suo lavoro di ricerca nell'Archivio Storico della Diocesi di Vigevano, la città di cui Juan Caramuel y Lobkowitz fu vescovo dal 1673 al 1682. Sono quattro manoscritti di diverso contenuto e genere, accomunati dal fatto di essere in lingua italiana, una delle molte lingue che il vescovo di Vigevano conosceva, ma che non sempre aveva scelto per esprimere le sue qualità letterarie. Un dialogo di tono politico fra due personaggi allegorici che frequentano la corte di Carlo II di Spagna, Speranza e Tempo; una lettera a papa Innocenzo X, che è un trattato politico in difesa della Spagna di Filippo IV contro la Francia di Luigi XTV; un breve trattato tecnico-scientifico su come contenere il corso dei fiumi per salvare terreni coltivati e centri abitati dalle inondazioni; un poemetto dedicato all'episodio evangelico della Strage degli Innocenti. Per la curiosità dei lettori di oggi, in queste pagine tornano i protagonisti della grande Storia: la monarchia di Spagna sull'orlo della crisi, ormai sul punto di cedere il dominio del mondo all'avversaria...
Europa inerme. Testo tedesco a fronte
1921: all'indomani della prima guerra mondiale Robert Musil traccia un bilancio dello spirito europeo. La diagnosi è impietosa: stiamo vivendo una "bancarotta metafisica". Dopo secoli di protagonismo l'Europa appare inerme. "Ci sono mancati i concetti per interiorizzare il vissuto": la guerra ha lacerato l'esistenza e ha mostrato in un immane esperimento di massa la discrepanza tra ideologia e vita. Nel campo dello spirito manca l'analogo della funzione matematica: una forma spirituale che ponga ordine nel pullulare dei fatti. In una condizione disperata assistiamo all'indifferenza reciproca tra anima e intelletto. "È come nuotare sott'acqua in un mare di realismo, trattenendo il respiro, ostinatamente, ancora un po' più a lungo: semplicemente con il pericolo che il nuotatore non riemerga più".
EUR 13.30
Tutto brucia tranne i fiori
"Tutto brucia tranne i fiori" di Roberto Dall'Olio è un poemetto incentrato sulla straordinaria vicenda di Abelardo e Eloisa, che scosse il mondo filosofico e religioso dei primi anni del XII secolo per la sua tragica conclusione. Abelardo, nato nel 1079, è da tempo il filosofo alla moda di Parigi; Eloisa, nata nel 1100, è una ragazza colta e ardente, che s'innamora del grande maestro, condividendo con lui, fra il 1116 e il 1117, una storia di passione e di conoscenza. Abelardo ed Eloisa leggono, studiano, si amano con furore, provocando lo sdegno moralistico dei familiari di lei e delle autorità religiose, che puniranno con brutalità e violenza Abelardo, costringendo Eloisa a prendere i voti. In monastero la donna, che si era formata più sui versi di Lucano e di Ovidio che sulle pagine delle Sacre Scritture, scriverà in una lingua dotta e immaginifica lettere brucianti di passione; lui, da tempo coinvolto in dispute teologiche, anch'egli costretto a prendere i voti, compone la "Historia calamitatum mearum" ("Storia delle mie disgrazie"), in cui racconta con spirito già moderno la propria vita e le battaglie filosofiche intraprese a difesa del proprio pensiero e della propria...
La nostalgia. Quando dunque si è a casa? Ulisse, Enea, Arendt
"Questo libro interroga, con la 'nostalgia', il rapporto tra patria, esilio e lingua materna. L'Odissea, che racconta le peripezie di Ulisse e del suo ritorno incessantemente differito, è il poema per eccellenza della nostalgia. Il segno, squisitamente simbolico, che Ulisse è finalmente tornato 'a casa', nella sua patria, è il letto radicato, scavato con le sue mani in una pianta d'ulivo intorno a cui ha edificato la sua dimora, un segreto che condivide con la sua sposa. Radicamento e sradicamento: ecco la nostalgia. La patria, Enea la porta con sé quando fugge da Troia in fiamme con il padre Anchise e gli dèi lari sulle spalle. Va errando di luogo in luogo finché Giunone, il cui odio lo insegue, concede di lasciargli fondare quella che diventerà Roma, ma a una condizione: che dimentichi il greco e parli, dice Virgilio, 'con una sola bocca' insieme e come i Latini. L'epopea fondatrice è anche, in questo caso, fondatrice di lingua. Avere per patria la propria lingua, per unica patria addirittura. Così, nei tempi bui in cui vive, Hannah Arendt, 'naturalizzata' nel suo esilio americano, sceglie di definirsi non rispetto a un paese o a un...
Utopie e realtà
"Come conciliare melancolia e utopia con il realismo? Molti stupidi o ingenui, o magari in malafede, pensano che il realismo escluda l'utopia, e che consista nell'accettazione della realtà. Ma ovviamente (e questo libro ne è una prova esemplare) non è così. Essere realisti significa voler conoscere il mondo così come è, per poterlo cambiare, e renderlo il più vicino possibile alle utopie e ai desideri. Non si vede altro modo per cambiare. Conoscere l'attrito del reale, la difficoltà dei mutamenti, e soprattutto la straordinaria debolezza umana, è la sola maniera per poter trasformare il mondo. Dire, invece, "Yes, we can" è un modo per mettersi l'anima in pace, o meglio per convincere gli altri di qualcosa di cui non siamo convinti noi stessi. Di qui l'antropologia negativa che costituisce il centro più vero e profondo del libro di Cuozzo. Il peggiore utopista, l'utopista che illude e basta, è quello che proclama che "l'uomo è nato libero, ma è dappertutto in catene". Ma proprio partendo di qui l'uomo può migliorarsi, anzitutto rimediando alle proprie insufficienze. L'uomo è l'animale malato. E l'immensa produttività della tecnica, così come l'immensa attrattività degli oggetti che produce, e l'immane...
La danza della forza. Yoga e filosofia per la vita femminile
Nel mondo contemporaneo le donne sono ovunque, nel mondo del lavoro, della politica, della scienza, della filosofia ecc. La novità del protagonismo espone ogni giorno alla pressione dei cambiamenti in corso, delle trasformazioni nel mondo del lavoro, delle nuove responsabilità che sempre più donne intendono asumersi, anche nella vita pubblica. Per affrontare tutto questo la vita femminile ha necessità di mantenersi ben orientata e radicata, ha necessità di creare, preservare e nutrire la forza e la determinazione, nel pensiero e nell'agire. Le due maestre autrici (una di yoga, l'altra di filosofia) hanno provato a intrecciare la loro sapienza in questo libro, in cui propongono esercizi yoga, sequenze di posizioni e meditazioni filosofiche sul tema della forza nella vita femminile. Lo scopo è quello di mettere a disposizione sapienza psicofisica concreta per aiutare la vita femminile a fare amicizia con la propria forza e a danzarne la fecondità politica e la bellezza estetica. In questo libro si trovano semplici sequenze Yoga Ratna e brevi percosi di meditazione per sostenere e trasformare la vita femminile.
EUR 11.40