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Rainer Maria Rilke. Un incontro
"Rappresenta un'esperienza di scrittura insolita, nell'intimità del dialogo fra Lou Andreas-Salomé e il poeta, la monografia che lei volle dedicargli subito dopo la sua morte il 29 dicembre 1926. Pubblicato nel 1928, Rainer Maria Rilke. Un incontro raccontava "un incontro" senza precedenti. Vi erano trascritti, è vero, passi interi di un dialogo epistolare all'epoca ancora inedito, ma non si trattava qui di ricostruire un rapporto di amicizia o di salvaguardarne la memoria: il lavoro del lutto da cui il saggio prendeva avvio era, appunto, soltanto l'avvio di una valutazione complessiva dell'itinerario umano e poetico di Rilke. L'abituale agilità della scrittura di Lou Andreas-Salomé nel contravvenire alle regole dei generi letterari permetteva anche qui, allo stile, di muoversi fra l'indagine critica, il trattato scientifico, la prosa poetica, ma il suo libero movimento corrispondeva d'altro canto alla necessità di montare, in forma narrativa, un insolito dialogo. Al di là del dialogo, e a quasi un secolo dalla sua pubblicazione, l'intelligenza critica di queste pagine rimane incontestata." (Amelia Valtolina)
EUR 12.35
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Chi è l'uomo?
"Sono due le domande che dovrebbe porsi il lettore che affronta l' opera di Heschel. Vuole davvero sapere ciò che vuole? Vuole davvero uscire dal disorientamento (non privo di vantaggi, come ogni nevrosi) in cui tutti oggi vivono? Vuole davvero abrogare i «giubilei di frustrazioni»? Vuole davvero sentirsi staccato dai possessi diventati «emblemi delle sue repressioni»? Se l'offuscamento dei fini (suoi e altrui) gli è troppo caro, rinunci alla lettura, che non avrebbe alcun effetto su di lui. Ma se desidera chiarezza e dunque libertà, avrà grazie a Heschel tutti gli aiuti possibili. Dovrà però fare dei conti precisi con la sua tradizione. Se è ebreo, Heschel potrà inebriarlo d'una sobria ebbrezza rievocando felicità non necessariamente perdute. Ma a chiunque, di qualsiasi tradizione, Heschel porge lo stesso dono e ammaestra comunque nella cosa comune a ogni uomo che sia umanamente compiuto, l'arte di pregare, di congiungere il noto all'ignoto, e da quella premessa la tradizione specifica verrà rischiarata. E grazie al metro oggettivo della tradizione cui il destino l'ha legato, l'uomo cessa di essere chiuso nella prigione della sua soggettività soggettivistica, è costretto a sentirsi giudicato invece di giudicare, ad ascoltare invece di...
Carteggio
«L'ultimo Nietzsche aveva perso ogni contatto, non solo con Burckhardt, ma anche con quanti lo avevano seguito, vicini e lontani, nella sua avventura ormai volta verso il tragico epilogo (subito dopo verranno seguaci e adepti, ma tutti saranno ingannati dalla multilateralità del suo pensiero, fonte di equivoci anche grotteschi). Cionondimeno, quando sta per lasciare la sfera del mondo cosciente, Nietzsche ritorna, tipicamente, a tutti gli amici del passato con i messaggi torinesi. Di questi, i due più lunghi e commoventi sono indirizzati a Burckhardt. Prima che il sipario della pazzia scenda a difenderlo (anche contro la gloria imminente ed equivoca), Nietzsche fornisce a Burckhardt la chiave per comprenderlo: "alla fine sarei stato molto più volentieri professore basileese che Dio; ma non ho osato spingere così lontano il mio egoismo privato da omettere, per causa sua, la creazione del mondo". Queste parole hanno un significato, e non richiedono commenti. Ma Jacob Burck-hardt continua a essere il "grande, grandissimo maestro" di Nietzsche: è giusto ricordarsi dei propri maestri, anche quando abbiamo dovuto abbandonarli.» (Dalla Prefazione di Mazzino Montinari)
EUR 18.05
Una notte con Amleto e altre poesie
Fu questa splendida traduzione a far scoprire ai lettori italiani il grande poeta ceco, uno dei massimi del Novecento.\r\n\r\n«Una voce che in Italia ha risuonato a lungo» - La Lettura\r\n«Il precario e l'irripetibile sono le certezze assiali, le leggi del nostro vivere. L'implacabile determinismo che ci governa fa dell'esistenza, un castigo inflitto già prima della colpa, una condanna senza riscatto. (...) La storia è per Holan un costante deturpamento della verginità e della purezza. Sciuparsi della purezza, lenta degradazione dal ventre alla bara, e agguati e inganni e stupri e violenze e assassinii: ecco il tetro destino degli uomini. Ma v'è qualche barlume consolatorio nelle pieghe d'un tale universo? Solo l'affetto materno e il candore dell'irrevocabile infanzia». Così scrive Angelo Maria Ripellino nella presentazione della sua traduzione di Una notte con Amleto, il capolavoro di Vladimír Holan (1905-1980), pubblicata da Einaudi nel 1966 e che qui si ripresenta.
EUR 19.00
Il sacro
"Questo libro di Rudolf Otto" scrive lo storico del cristianesimo Ernesto Buonaiuti (1881-1946), a cui si deve questa traduzione "è di una potente ricchezza di contenuto. Esso racchiude le prime linee di una filosofia della religione destinata - noi lo crediamo fermamente - a una singolare larghezza di ripercussioni e di applicazioni". Apparso per la prima volta in Germania nel 1917, indaga "ciò che costituisce l'intima essenza di ogni religione", di ogni fenomeno religioso, ossia la categoria del sacro, il cui dato fondamentale e originale è il "numinoso", il razionalmente indeducibile, il concettualmente inesplicabile. In esso il divino si manifesta come "mysterium tremendum" e "fascinans", come il nascosto, il non rivelato, l'"assolutamente altro", che terrorizza e al tempo stesso affascina, che sconvolge e sbigottisce con la sua "tremenda majestas", dinanzi a cui ogni creatura è schiacciata nella propria nullità, nel suo essere "fango e cenere e nient'altro". Il sacro è dunque essenzialmente, originariamente, "tremendum" e "fascinans" e solo più tardi la religione - al suo livello più alto nel cristianesimo - si autofonda come autonoma esperienza, si razionalizza, dando corpo da una parte alle idee di giustizia, di legge morale, di peccato e...
Il diario fiorentino
"Il soggiorno di Rilke a Firenze non fu lungo; ma l'attività svolta dovette essere intensa. Musei, chiese, palazzi, conventi, gallerie (persino quella del principe Corsini, di difficile accesso), nulla rimase inesplorato. Furono fatte escursioni non solo a Bellosguardo, a Fiesole, a Settignano e alla Certosa, ma a Maiano, a Rovezzano, a Bagno a Ripoli. Il frutto di tale primo contatto con realtà profondamente diverse da quelle conosciute sino allora non fu tanto l' albo o quaderno di riflessioni e ricordi che riempì per donarlo, testimonianza di amore e di ammirazione, a Lou Salomé, la donna amata, quanto un nucleo di idee e di concezioni che attraversano in modo più o meno visibile tutta la sua opera e alimentano la fase estrema della sua poesia." (dalla postfazione di Giorgio Zampa)
EUR 18.05
Il cappotto
Akakij Akakievic Basmackin è un mite impiegato, deriso dai colleghi, copiatore di lettere ad un ministero, così povero da dover risparmiare un intero anno per potersi far fare un nuovo cappotto dal sarto. La felicità di sfoggiarlo dura un solo giorno: la sera stessa viene assalito e derubato del suo bene prezioso. La polizia lo tratta malamente e non riesce neppure una colletta tra i colleghi. Dopo pochi giorni Akakij Akakievuc muore di disperazione e di freddo.
EUR 12.35
Da un'opera abbandonata
"Per intuire quello spirito singolare e isolato che è Beckett, bisognerebbe insistere sull'espressione "tenersi in disparte", motto silenzioso di ciascuno dei suoi istanti, su ciò che essa presuppone di solitudine e di ostinazione sotterranea, sull'essenza di un essere situato al di fuori, che prosegue un lavoro implacabile e senza fine. Di colui che tende all'illuminazione si dice, nel buddhismo, che deve essere accanito come 'il topo che rosicchia una bara'. Ogni vero scrittore compie uno sforzo simile. È un distruttore che accresce l'esistenza, che l'arricchisce scalzandola. [...] Credo che sia pertinace come un fanatico. Neppure se il mondo crollasse, abbandonerebbe il lavoro in corso o cambierebbe argomento. Nelle cose essenziali non è certamente influenzabile. Per il resto, per l'inessenziale, è senza difesa, probabilmente più debole di noi, più debole perfino dei suoi personaggi... Prima di redigere queste note, mi ero proposto di rileggere ciò che, in prospettive differenti, Meister Eckhart e Nietzsche hanno scritto sull''uomo nobile'. - Non ho realizzato il mio progetto, ma non ho dimenticato un solo istante di averlo concepito." (Dallo scritto di E.M. Ciorari)
EUR 12.35
La centuria poetica
"La poesia giapponese è l'espressione di una ispirazione improvvisa, di un'emozione istantanea, accennata con pochi, rapidi tratti. È un'arte essenzialmente basata sull'accenno, spesso appena adombrato, e sulla metafora, a cui l'abilità del poeta conferisce la facoltà di evocare nell'animo del lettore tutto un mondo di immagini. È stato detto più volte, e giustamente, che mentre il poeta occidentale descrive, quello giapponese suggerisce, accenna. [...] Lo Hyaku-nin Is-shù, letteralmente "Una poesia (per ognuno) di cento poeti", reso da noi con "La centuria poetica", è un'antologia privata (Shisen-shù) attribuita a Fujiwara-no-Sadaie, più comunemente noto, leggendo il suo nome alla cinese, come Fujiwara Teika. Questa raccolta riflette i gusti e le tendenze artistiche dell'epoca più splendida della poesia giapponese." (dallo scritto di Marcello Muccioli)
EUR 10.50
Lenin. Testo russo a fronte
"Quando Giulio Einaudi mi propose di tradurre il 'Lenin' di Vladimir Majakovskij, restai sulle prime perplesso. Perché il 'Lenin', composto dall'aprile all'ottobre del 1924, è tra i poemi di Majakovskij il meno robusto e il più povero di invenzioni e metafore, e quello in cui più si svela il suo assillo di schiacciare la gola della propria canzone. Mi perseguitava la dura frase con la quale Pasternàk, nello 'Schizzo autobiografico', condanna la poesia politica majakovskiana: 'Non mi dicono nulla queste ricette goffamente rimate, questa ricercata vuotaggine, questi luoghi comuni e le trite verità formulate in maniera così artificiosa, confusa e piatta'. Del resto i torrenti di apologetica, che grondano da un capo all'altro del poema, mi avevano sempre respinto, anche se l'idolo in esso osannato non ha perduto grandezza nella rovinosa distanza del tempo e può ancora apparire, come afferma Leiris, 'l'apôtre ou le saint de ce XX siècle travaillé de courants si divers'." (Dalla Postfazione di Angelo Maria Ripellino)
EUR 19.95
I sette colori
«Tutti coloro che hanno riflettuto sulla tecnica del romanzo hanno notato l'estrema libertà del genere, e la sua facilità ad ammettere tutte le forme. Sono stati considerati come romanzi, nel corso dei secoli, racconti, frammenti di diari, raccolte di lettere, poesie, costruzioni puramente ideologiche come "Séraphita e Louis Lambert", dialoghi come quelli che furono di moda prima della guerra. Un monologo interiore surrealista è forse un romanzo, e una serie di documenti cuciti insieme (com'è stato fatto ad esempio per la morte di Tolstoj) può passare per un'altra forma di quest'arte. Nella maggior parte dei romanzi, del resto, racconto, dialogo (anche dialogo indiretto), saggio o massime, documenti, lettere, pagine di diario, monologo interiore si mescolano in una stessa opera, e le pubblicità di César Birotteau, le lettere di Madame de Merteuil, il discorso dell'"Ulisse" fanno parte integrante del genere romanzesco. È sembrato che si potesse tentare almeno una volta di presentare questi diversi elementi non più confusi, ma dissociati, per quanto è possibile, e che ciascuna di queste forme potesse convenire meglio di un'altra per descrivere un particolare episodio, nel corso del tempo che fugge».
EUR 22.80
Lezioni sulla storia d'Europa
" Una volta compreso che non vi furono né vi saranno le età dell'oro di cui si favoleggia, ci si libera dalla follia di sopravvalutare qualche epoca passata o di disperare del presente o di sperare nel futuro, e si riconosce nella contemplazione dei secoli un'occupazione tra le più nobili: è la storia della vita e delle sofferenze dell'umanità nel suo complesso. Eppure l'antichità avrebbe per noi una grande, speciale importanza obiettiva: da essa deriva la nostra idea di Stato; è la culla delle nostre religioni e della parte duratura della nostra civiltà. Molte delle sue produzioni plastiche e letterarie sono esemplari e ineguagliate; di essa dobbiamo tener conto per infiniti rispetti di affinità e di opposizione. Ma può bastare che sia per noi il primo atto del dramma dell'uomo, ai nostri occhi già di per sé una tragedia, con fatiche, colpe e sofferenze smisurate. E anche se discendiamo da popoli ancora immersi nel sonno dell'infanzia accanto ai grandi popoli civili dell'antichità, pure ci sentiamo i veri discendenti di questi ultimi, perché in noi è passata la loro anima, e sopravvivono in noi la loro opera, la loro missione, il loro fato".
EUR...
Su Nietzsche
«L'aspirazione estrema, incondizionata, dell'uomo è stata espressa per la prima volta da Nietzsche a prescindere da un fine morale e dal servizio di un Dio. Nietzsche non può definirla con precisione ma essa lo anima, egli la assume sotto tutti gli aspetti. Ardere senza rispondere a qualche imperativo morale, espresso drammaticamente, è certo un paradosso. È impossibile predicare o agire partendo da queste premesse. Ne deriva un risultato sconcertante. Se di uno stato d'ardore noi non facciamo più la condizione di un altro, successivo e dato come bene attingibile, lo stato proposto sembra una pura folgorazione, uno struggimento vuoto. [...] Nietzsche non ebbe chiara coscienza di questa difficoltà. Dovette constatare il suo fallimento: seppe alla fine che aveva parlato al deserto. Eliminando l'obbligo, il bene, denunciando il vuoto e la falsità della morale, distruggeva il valore d'efficacia del linguaggio. La fama tardò e poi, quando venne, egli non poté più far nulla. Nessuno rispondeva alla sua attesa. Oggi credo di dover dire: quelli che lo leggono e lo ammirano, lo scherniscono, ed egli lo seppe, lo disse. Escluso me? (semplifico). Ma tentare di seguirlo come lui chiedeva significa abbandonarsi alla stessa prova, allo...
Seneca. Con una antologia di testi
«Seneca non avrebbe potuto essere un martire: fu sempre un intellettuale e niente di più. Un intellettuale per cui la gloria è impossibile. Fedele a una ragione senza trascendenza, a una ragione naturale. La ragione di Platone e di Plotino, l'idea, non era più di questo mondo, come non lo è la pura verità. Seneca celebrava la ragione della mediazione, della relatività. Per questo il suo pensiero, e ancora più del suo pensiero, la sua immagine, la sua figura, è viva in tutti i tempi in cui la ragione, senza fede, vuole mediare tra un mondo irrazionale e il regno puro che ha dovuto lasciare. Seneca tornerà in vita ogni volta che di fronte all'inesorabilità della morte e del potere umano si troverà, tra una fede che si estingue e un'altra che la sostituisce, una Ragione abbandonata».
EUR 15.00
Realtà e mistero. Le radici universali dell'idealismo e la filosofia del nome
"Non esiste uomo che, seppur per un attimo, non sia stato seguace di Platone. Chi può dire di non essersi sentito spuntare le ali dell'anima? Chi non l'ha sentita levarsi verso la contemplazione diretta, immediata di ciò che la grigia coltre di nuvole del quotidiano nasconde alla vista? Chi, grazie all'"eros", non ha toccato profondità della conoscenza alle quali la ragione non ha accesso? Chi non ha visto svelarsi la realtà altra e luminosa dove colui che ha conosciuto l'ispirazione incontra "de visu" gli archetipi eterni delle cose? Chi non ha assistito al crollo, alla caduta del muro invalicabile tra soggetto e oggetto, chi non ha visto l'Io abbandonare i limiti della propria introversione egoistica per respirare a pieni polmoni l'aria rarefatta della conoscenza e fondersi con tutto il creato? E quei 'sogni d'amore meravigliosi, puri, senza nulla di terreno, intessuti di profumo di fiori e luce lunare, con i quali oggi si ottenebrano i giorni della giovinezza e che sono sulle labbra di tutti i poeti di tutte le nazioni colte' non sono forse figli del platonismo?".
EUR 12.35
Lettere alla cugina. Testo tedesco a fronte
Le vicissitudini della pubblicazione di queste lettere di Mozart sono state illustrate dalla moglie Constanze: "Anche le lettere alla cugina, di gusto certo discutibile, ma molto spiritose, meritano una menzione, ma non devono essere pubblicate". Anche molti biografi e studiosi di Mozart rinunciarono a una pubblicazione delle "Lettere" per ragioni di decoro. Per la "pruderie" dell'Ottocento le "audaci espressioni" di Mozart non erano ammissibili. Ancora nel 1914 la "prima completa edizione critica" delle lettere di Mozart e dei suoi familiari espunge le parti incriminate per "ragioni estetiche" e solo nelle edizioni successive verranno pubblicate, sia pur parzialmente.
EUR 12.35
Ciò che resta del fuoco. Testo francese a fronte
Riprendendo e sollecitando una frase indecidibile e forse senza appartenenza posta a sigillare, commemorativamente, una delle precedenti opere di Derrida, "il y a là cendre" (là, vi è cenere; vi è la cenere: nella "Dissémination"), questo "polylogue" dipana, intreccia, annoda e disperde - attraverso un intersecarsi di voci maschili e femminili, anche responsive o rivolte alla voce dell'autore - il motivo della cenere in quanto resto sia di ciò che "fu" (feu) sia di ciò che è stato "dato al fuoco" (feu): così già nel titolo, anch'esso indecidibile e intraducibile, "Feu la cendre". Resto che non serba traccia né di sé né di niente, emblema della "traccia" in quanto cancellazione progressiva del percorso, la cenere, nel polylogue, è anche ciò che si consuma e si disperde di un grande rogo (di un olocausto), fatto di parole e di nomi (nomi comuni e nomi propri), di lettere rubate e di cartoline ("cartes postales"), di firme e di dediche: polvere del fuoco, ma per ciò stesso "polvere innamorata".
EUR 11.40
L' amore nel Tantra
"Il Tantra si fonda sulla vita. Il Tantra è l'arte di vivere e di amare. Il Tantra è il metodo attraverso cui entri in rapporto con la tua sensualità, con la tua fisicità, con la tua sessualità. E tu ne hai paura perché ti è stato detto che in tutto questo c'è qualcosa di malato. Hai paura di incontrare il tuo corpo e il corpo dell'altro, perché in profondità temi di fronteggiare il terrore assoluto della morte nel sesso, quando il sesso tocca un punto estremo".
EUR 12.35
Elogio della filosofia
"Nell'Elogio della filosofia Merleau-Ponty avvia una riflessione su quale sia l'essenza e la funzione del pensiero filosofico sia nell'ambito del sapere e della cultura, sia più in generale nella vita. Il sapere filosofico ha la sua origine nella condizione costitutivamente umana del non-sapere, sul modello di quella esperienza socratica che da sempre alimenta e giustifica la tradizione della filosofia e la sua storia. Il rapporto dell'uomo con la verità, il suo modo di avere il mondo, l'espressione profonda della sua libertà vivono e sussistono solo nello scarto e sul fondamento della finitezza di ogni esperienza, nel suo carattere mai risolutivo e mai deciso. Il modo temporale dell'esistenza umana, cioè il suo tratto essenziale e peculiare, è affidato a una presenza mobile che apre continuamente la duplice prospettiva del futuro e del passato, come orizzonti liberi e disponibili a un processo di infinita interpretazione e invenzione. Nel suo 'senso' la filosofia non è mai una dottrina, ma uno stile interpretativo in atto, un atteggiamento descrittivo rivolto al mondo e a noi stessi, e da questo punto di vista la filosofia è da sempre fenomenologica." (Dallo scritto di Carlo Sini)
EUR 12.35
Maggiori...
I turbamenti del giovane Törless
"Robert Musil è generalmente considerato autore di un solo libro. L'uomo senza qualità, di fatto, è l'opera della sua vita, il traguardo verso il quale, come provano, tra l'altro, i diari, il suo spirito tese sino dalla prima formazione. Se c'è libro, nella storia delle lettere moderne, che possiede carattere di unicum, questo è l'incompiuto romanzo di Musil. In modo, forse, insuperabilmente paradigmatico, l'osmosi tra esistenza e creazione, in questo caso, è tale che il dato autobiografico si scioglie, senza il minimo residuo, nel destino del personaggio; mentre altra forma di esistenza non sentiamo possibile per Ulrich, se non quella grigia, appena intossicata dall'ironia e dall'amarezza, dello scrittore dal destino postumo. Tuttavia Ulrich, il protagonista dell'Uomo senza qualità, ha una sua preistoria, e questa è oggetto di un'opera a sé: Die Verwirrungen des Zöglings Törless. Il libro, per la narrativa degli ultimi cinquant'anni d'importanza fondamentale, è da noi completamente ignorato; in Germania, anche se più letto, è ancora lontano dall'avere avuto il riconoscimento che merita. (...) Mondato di qualche frangia, di qualche svolazzo liberty, 'I turbamenti del giovane Törless' si presenta oggi con la solidità, la precisione, il peso delle opere che reggono...