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La chiesa post-moderna. Verità e consolazione
Dopo un lungo tempo di emarginazione, la Chiesa cattolica è tornata nuovamente e prepotentemente in prima pagina. Un protagonismo stimolato dalle folle che accolgono il papa nei suoi viaggi, dai media che ne amplificano continuamente le immagini, i gesti, le parole. A questa nuova attenzione si accompagna una rinnovata capacità: la Chiesa sembra oggi in grado di rispondere, meglio e più acutamente di tante altre istituzioni del nostro tempo, a una generale richiesta di senso, di serenità, di benessere interiore. Solidamente collocata al centro di questo nostro mondo post-moderno, l'istituzione cattolica conosce così, forse come non mai, la soddisfazione del successo; molti la esaltano, tutti la rispettano, nessuno o quasi più la combatte.Ma - sostiene Filippo Gentiloni in questo intenso pamphlet, un sasso scagliato dall'interno dello stesso mondo cattolico - si tratta di un successo che la Chiesa rischia di pagare al prezzo di un notevole appiattimento della sua cruciale missione. Non più e non tanto la verità sembra infatti essere l'oggetto della sua predicazione, quanto piuttosto la ricerca della consolazione; non tanto l'al di là, quanto piuttosto l'al di qua. Il prete stesso, un tempo figura centrale dell'annuncio della verità, finisce con...
Manuale di filosofia pratica. Vol. 2
"Io vivo, dunque io spero. Noi speriamo sempre e in ciascun momento della nostra vita. Ogni momento è un pensiero, e così ogni momento è in certo modo un atto di desiderio, e altresì un atto di speranza". (Giacomo Leopardi). La felicità è il tema di questo secondo percorso, tracciato da Leopardi sul retro della stessa scheda che contiene anche gli Indici del Trattato delle passioni, quasi a segnarne così la specularità e la necessità reciproche. Di fronte alla passione, che vince sempre sulla ragione, e quindi di fronte all'analisi delle pulsioni che muovono il comportamento individuale, si delinea il discorso del Manuale di filosofia pratica, definito dall'autore «un Epitteto a modo mio»: questa definizione dà il significato del discorso leopardiano, volto in prima istanza a tracciare sull'esempio di Epitteto un manuale, cioè un insieme di regole per cercare di essere felici.La ricetta per la felicità risiede, secondo le norme dell'insegnamento stoico epittetiano, nel controllo delle passioni, nel limite al desiderio, nella scelta di una regola fondamentale cui attenersi per vivere moralmente. A questa scelta filosofica, che comunque sente come sua per elevatezza e senso elitario, Leopardi si oppone, non riuscendo ad arginare...
Storia medievale
UN NUOVO MANUALE DI STORIA PER L'UNIVERSITÀ. STORIA MEDIEVALE. Presentazione dell'editore. A dispetto delle periodiche dichiarazioni di crisi, nelle società contemporanee la storia rimane una delle discipline essenziali per la formazione civile. Si modificano i suoi statuti, si trasformano gli ambiti della sua applicazione, mutano i confini e i punti di contatto con altri saperi, cambiano le gerarchie dei fatti e le sensibilità con cui essi vengono rilevati: ma la storia resta al centro dei percorsi intellettuali e delle strategie formative della nostra cultura. Negli ultimi tempi, però, la storia sembra aver perso molte delle sue certezze esplicative, e soprattutto la capacità, se non di divinare il futuro, di prefigurarne almeno la direzione, indicando il senso del movimento che dal passato porta al presente. Caduta l'idea di uno sviluppo lineare delle società umane, spezzatosi il filo di un percorso evolutivo che legasse irrevocabilmente le conquiste e i progressi della conoscenza a un «avanzamento» generale e condiviso, messa in forse la tensione verso un obiettivo ultimo, verso un fine da raggiungere, la storia può sembrare - e a molti così oggi appare - una fatica inutile, un esercizio erudito fine a se stesso.Dove trovare...
Cool Britannia. Gli inglesi (e gli italiani) visti da Londra
"Cool Britannia" è un'espressione chiave per comprendere l'Inghilterra di oggi; "cool" vuol dire più o meno quello che in Italia vuol dire "ganzo", "figo": qualcosa di nuovo, di creativo, qualcosa che fa tendenza. E' certo che la Gran Bretagna è oggi "un punto d'osservazione molto elevato per leggere la modernità: forse è il punto più elevato d'Europa". Forte di questo convincimento, Antonio POLITO, uno dei più prestigiosi e autorevoli giornalisti italiani, ha deciso, qualche tempo fa, di accettare l'incarico di corrispondente da Londra per il suo giornale, «La Repubblica». Ma questo libro non è la raccolta di articoli già editi. È, al contrario, lo sforzo di praticare un differente e originale registro di riflessione. L'Inghilterra ha imboccato con più decisione di ogni altro paese la strada della deindustrializzazione, della deregulation, della flessibilità: tutte cose cui Polito guarda con dichiarata simpatia. E i cambiamenti non riguardano solo gli aspetti esteriori, ma coinvolgono in profondità gli stili di vita.Una serie di sguardi taglia quest'isola della trasformazione in atto, e la riconnette con i suoi tratti costitutivi di lungo periodo: le "geometrie" della politica britannica, in cui maggioranza e opposizione siedono contrapposte, e non affiancate senza...
Lo stato sociale in Francia dalle origini alla seconda guerra mondiale
Il "ritirarsi" dello Stato, la globalizzazione degli scambi economici, l'indebolimento degli Stati-nazione, la diminuzione della capacità di contribuzione dei cittadini e l'invecchiamento della popolazione costituiscono le tematiche intorno alle quali, troppo spesso, si costruisce il dibattito sullo stato sociale. Tuttavia le politiche sociali non si riducono alle implicazioni delle difficoltà finanziarie o ai rischi del commercio internazionale. Esse pongono, come in controluce, il problema eminentemente politico dei rapporti tra l'individuo e la collettività, della materialità del legame sociale che si esprime nelle diverse forme di tutela dell'integrità fisica della persona.La questione in gioco è quella, fondamentale, del divenire delle democrazie, e comporta l'interrogarsi intorno all'evoluzione dei sistemi di protezione sociale che queste hanno posto in essere, superando gli aspetti economici e finanziari per ricollocare il problema nelle sue vere dimensioni. In tale prospettiva si muove la riflessione storica sul caso francese che qui presentiamo. L'obiettivo del volume è infatti quello di ricondurre il dibattito attuale nella dimensione storica e politica, che sola permette di spiegare come si sono strutturate in Francia le politiche inscritte al centro del patto sociale espresso dall'Etat-providence.Come organizzare la necessaria solidarietà e la sopravvivenza collettiva delle società moderne, assicurando...
Introduzione alla sociologia della conoscenza
Nella tradizione del pensiero occidentale, la conoscenza è stata a lungo concepita come rispecchiamento neutrale della realtà oggettiva. A partire da Francis Bacon e Galilei fino al positivismo e al neo-empirismo attuale, il modello logico-matematico della scienza ha costituito la base dello sviluppo tecnologico che caratterizza la modernità.Con Vico e con lo storicismo tedesco è andata tuttavia progressivamente affermandosi la consapevolezza dei condizionamenti storico-sociali cui sono sottoposte tutte le forme di sapere. Marx, Freud e Nietzsche hanno posto le premesse della sociologia della conoscenza come disciplina che studia, appunto, le interrelazioni reciproche tra strutture sociali e processi cognitivi. Grazie ai contributi teorici di autori diversi come Weber, Mannheim, Simmel, Scheler, fino a Wittgenstein e a Bloor, la nostra concezione della funzione conoscitiva si è oggi radicalmente trasformata. Persino la scienza, applicando a se stessa il proprio metodo critico, è venuta riconoscendo che i suoi presupposti sono sempre condizionati da interessi e punti di vista derivanti dalla concreta esperienza storico-sociale.Questa introduzione espone con grande originalità e chiarezza le principali teorie sociologiche della conoscenza e i nodi problematici da esse attualmente sollevati: si tratta, quindi, di una guida indispensabile per quanti desiderano orientarsi nel complesso...
Bernini e il Salvatore. La «Buona morte» nella Roma del Seicento
La «buona morte» raccontata da Irving Lavin è quella che Gian Lorenzo Bernini si andò preparando negli ultimi anni di vita e che volle esprimere concettualmente in alcune opere tarde. I saggi contenuti nel volume affrontano un percorso inconsueto e ricco di spunti. La condotta del grande e vecchio artista del Barocco, nell'imminenza della sua fine terrena, appare come un vero programma di salvezza, tanto rappresentato quanto vissuto.Ma per lo studioso americano si può andare oltre e connettere l'idea di «buona morte» con un senso più universale di carità cristiana, concretizzato allora in un'iniziativa che prelude a un moderno e istituzionalizzato stato sociale.Si intrecciano così vari piani: il racconto della morte di Bernini secondo i suoi biografi, la descrizione attenta e coinvolgente di opere meno note, a volte, di attribuzione discussa, l'incursione nel mondo dei senza tetto in una città di tremendi contrasti. Un tema, come dice lo stesso Lavin, che gli ha permesso di passare dagli archivi e dai musei alle strade della Roma barocca.
EUR 18.65
Storia moderna
UN NUOVO MANUALE DI STORIA PER L'UNIVERSITÀ. STORIA MODERNA. Presentazione dell'editore. A dispetto delle periodiche dichiarazioni di crisi, nelle società contemporanee la storia rimane una delle discipline essenziali per la formazione civile. Si modificano i suoi statuti, si trasformano gli ambiti della sua applicazione, mutano i confini e i punti di contatto con altri saperi, cambiano le gerarchie dei fatti e le sensibilità con cui essi vengono rilevati: ma la storia resta al centro dei percorsi intellettuali e delle strategie formative della nostra cultura. Negli ultimi tempi, però, la storia sembra aver perso molte delle sue certezze esplicative, e soprattutto la capacità, se non di divinare il futuro, di prefigurarne almeno la direzione, indicando il senso del movimento che dal passato porta al presente. Caduta l'idea di uno sviluppo lineare delle società umane, spezzatosi il filo di un percorso evolutivo che legasse irrevocabilmente le conquiste e i progressi della conoscenza a un «avanzamento» generale e condiviso, messa in forse la tensione verso un obiettivo ultimo, verso un fine da raggiungere, la storia può sembrare - e a molti così oggi appare - una fatica inutile, un esercizio erudito fine a se stesso.Dove trovare...
I governi del maggioritario. Obiettivi e risultati
Qual'è il rendimento dei tre governi del maggioritario? L'introduzione di un nuovo sistema elettorale e gli altri importanti mutamenti intervenuti nell'ultimo decennio, tutti preordinati in vario modo a rafforzare la stabilità e l'efficacia dell'esecutivo, ne hanno effettivamente migliorato la capacità di realizzare gli obiettivi di programma? Governi di diverso orientamento politico si differenziano in modo significativo per i risultati ottenuti? Sono queste le principali domande alle quali il libro intende dare risposta attraverso la misurazione dei risultati conseguiti dai governi Berlusconi, Dini e Prodi in sei politiche, quelle di razionalizzazione normativa, privatizzazione, contenimento della spesa, decentramento, semplificazione amministrativa, liberalizzazione.Tutti i governi del maggioritario hanno inserito questi obiettivi nel proprio programma e dedicato al perseguimento degli stessi un numero corrispondente di iniziative. Ciò consente di svolgere l'indagine su un duplice livello: quello della comparazione dei risultati ottenuti da governi diversi e quello della valutazione dell'efficacia decisionale degli apparati governativi in quanto tali.L'esame è articolato su tre distinti piani. Il primo è quello del confronto tra le iniziative e i programmi al fine di verificare se gli atti intrapresi dal governo corrispondano ai propositi annunciati. Il secondo analizza la sorte delle proposte del governo in...
Della natura degli uomini e delle cose. Vol. 3
"Non abbiamo ancora esempio nelle passate età, dei progressi di un incivilimento smisurato, e di uno snaturamento senza limiti. Ma se non torneremo indietro, i nostri discendenti lasceranno questo esempio ai loro posteri, se avranno posteri". (Giacomo Leopardi). Con questo terzo volume prosegue la pubblicazione dell'edizione tematica dello "Zibaldone" leopardiano, che ha già visto l'uscita dei volumi "Trattato delle passioni" e "Manuale di filosofia pratica". Si entra così nel pieno dell'argomentazione filosofica di Leopardi. Non a caso, nei "Disegni letterari" il poeta ebbe modo di definire il "Della natura degli uomini e delle cose" come l'opera che avrebbe contenuto la sua metafisica, aggiungendo che sarebbe stata l'opera della sua vita. E infatti in questo libro si tratta dei più arditi problemi filosofici: l'essere e il nulla, l'infinito dei mondi, spazio e tempo, Dio, ma anche degli effetti che la "Civiltà", portata alle sua estreme conseguenze, determina sull'uomo e sulla natura: la morte delle illusioni è allora parallela alla distruzione della «salvatichezza» in natura. E' poi affrontato tutto il problema della natura nei suoi vari significati: caso e necessità, ma anche luogo primitivo e originario da difendere contro ogni alterazione. In questo libro si...
Romanticismo e tempo dell'industria. Letteratura, libertà e macchine nell'Italia dell'Ottocento
Alla ricerca di un tempo perduto della Nazione. Da alcuni anni si discute e si scrive con rinnovato accanimento attorno all'identità dell'Italia, al suo essere o non essere nazione, ai suoi usi civili, alla sua unità "occasionale". Rivivono in questa fine secolo giudizi, metafore e sentimenti che avevano caratterizzato parte significativa dell'intellettualità italiana all'inizio del Novecento: le due Italie, l'inadeguatezza delle classi dirigenti, i pericoli e le asfissie dell'industrialismo nostrano. Si ripropone l'oscuro risentimento di cui sembra ancora preda una parte rilevante degli italiani rispetto alle origini unitarie del nostro paese.Ma se si guarda con occhio attento e disincantato non solo all'Italia, ma all'Europa intera, è facile scoprire che l'incontro tra cultura romantica e industrialismo fu, fin da subito, un incontro contrastato. Stendhal, Heine e Tocqueville, così come Foscolo, Leopardi e Manzoni si presentano come spettatori disarmati e critici delle magnifiche macchine dell'industrialismo; esprimono - ciascuno a suo modo - il proprio dissenso nei confronti dei tempi nuovi, scanditi dai ritmi della incalzante rivoluzione industriale. E dietro di essi, larghe schiere di scrittori, storici e poeti danno voce al loro dissenso culturale dal tempo dell'industria.In Italia, in particolare, la letteratura finisce con il...
Teorica delle arti, lettere. Parte speculativa. Vol. 4
"L'uomo potrebb'esser poeta caldissimo in prosa, senza veruna sconvenienza assoluta: e quella prosa, che sarebbe poesia, potrebbe senza nessuna sconvenienza assumere interissimamente il linguaggio, il modo, e tutti i possibili caratteri del poeta". (Giacomo Leopardi). "Disseminati nello Zibaldone, e raccolti nel mobile recinto di un altro "libro possibile", i frammenti che meditano sulle arti - sui loro fondamenti e principi, sui loro effetti - mettono in scena una sola, insistente, passione, o preoccupazione: mostrare il sensibile e il corporeo e il soggettivo che anima ogni rappresentazione, mostrare il relativo, il variabile, il provvisorio che guida ogni sguardo. Questa tessitura, attenta a restare al di qua di ogni dichiarazione di assoluto, esposta al vento della transitorietà - di gusto, di giudizio, di opinione, di percezione - sfugge all'ordine espositivo del trattato di estetica, per abbandonarsi al tempo aperto di una scrittura fatta di riprese, illuminazioni, ostinati ritorni, frammentarie acquisizioni. In questo movimento del dire, in cui il sapere è anzitutto quotidiana formazione del gusto, non solo è messa in questione una metafisica dell'arte, ma sono anche disgregate le settecentesche classificazioni, ed è rifiutato ogni ordine che sia fondato su una filosofia del linguaggio scorporata...
Box populi. Il sapere e il fare della neotelevisione
Da più di un decennio un cambiamento radicale ha investito le pratiche e i saperi connessi con la televisione. Al vecchio modello pedagogico e paternalistico si è sostituito un criterio ispiratore che fa della neotelevisione un elemento di continua interazione con la nostra quotidianità. Da "oggetto", il pubblico è divenuto "padrone" del mezzo, nel senso che ne determina in ultima istanza il successo o l'insuccesso, attraverso la sanzione dell'audience e dunque delle quote del mercato pubblicitario. E' una forma di controllo ben strana, però, quella che il popolo generalista degli spettatori esercita attraverso lo zapping. Giacché ciò che gli viene offerto è già sapientemente predisposto, con tecniche assai sofisticate, al fine di suggerire, offrire, determinare significati. La "scienza" della neotelevisione si presenta infatti come un complesso intreccio di competenze pratiche e teoriche, che hanno determinato la formazione di figure professionali alquanto raffinate non solo sul versante della produzione, ma anche su quello dello studio dei comportamenti del pubblico.A fronte di questi fenomeni, la critica della neotelevisione non ha conosciuto uno sviluppo adeguato. Si è infittita in questi ultimi anni l'attenzione nei confronti del prevalere di stili trash nei palinsesti televisivi, tanto che la...
Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto
Valerio Valeri ha rappresentato uno dei punti più alti e significativi del pensiero antropologico contemporaneo. Italiano, affetto da «una profonda attrazione e repulsione per l'esotico», situato per nascita e cultura «ai confini tra quanti creano l'antropologia e quanti ne sono creati», aveva scelto la sua disciplina sulla base di un profondo bisogno filosofico. La carriera dell'antropologo gli era sembrata anzi «la logica conseguenza della filosofia moderna». Se l'unità e il senso del mondo, secondo l'insegnamento di Kant, poggiano sull'uomo, se è l'uomo a costituirne il fondamento e il soggetto, si trattava di rendere più chiara la natura collettiva e condivisa di questa soggettività trascendentale, applicando il principio dell'identità non a un Io universale, ma all'Io di una cultura, di un gruppo particolare. La «morte della filosofia speculativa» aveva insomma comportato per la generazione di Valeri - quella del Sessantotto e dintorni - un bisogno pressante di contatto con la realtà: «volevamo fare ancora i filosofi, ma solo nella nostra lotta metodologica con la concretezza dell'attività umana». In controtendenza rispetto alla gran parte della sua generazione, però, Valeri non si concentrò sullo studio delle moderne società capitalistiche. Come racconta nel saggio di apertura di...
Il mare, la morte, l'amore. Gli etruschi, i greci e l'immagine
La storia della mentalità etrusca non può essere costruita sui testi letterari che - se esistevano - sono perduti. Ci è rimasto però un'insieme importante di immagini - dalle pitture tombali alle decorazioni dei templi e dei vasi - che fanno da specchio rivelatore della mentalità di quel popolo. Di queste immagini è necessario decifrare la lingua, non meno difficile di quella delle iscrizioni. Possediamo tuttavia una chiave: le storie, degli dei e degli uomini, che questi monumenti propongono, sono le stesse che conosciamo attraverso la letteratura e i monumenti dell'antica Grecia. Questo libro cerca di misurare coincidenze e discordanze, per ricavare la risposta a due domande. Perché gli Etruschi avevano bisogno di queste immagini? Quale era la loro percezione di questo immaginario mitico?Il filo che conduce a una risposta viene cercato nelle coordinate critiche del loro mondo: il consumo sociale del vino, il rapporto tra la morte, il mare e l'amore, quello tra il mondo civilizzato e la natura selvaggia.
EUR 20.61
Lo stato sociale in Italia 1999. Rapporto annuale Iridiss-Cnr
Due sono le linee di lettura, tra loro strettamente connesse, lungo le quali si muove l'analisi del welfare condotta come ogni anno dall'Istituto di ricerca sulle dinamiche della sicurezza sociale (Iridiss) nel suo Rapporto annuale, e sinteticamente riconducibili a due coppie di termini: equità/iniquità e inclusione/esclusione. In questo quadro, il Rapporto sviluppa temi come quelli dell'equità redistributiva, delle forme di esclusione rilevabili nel sistema formativo, delle ambiguità connesse all'alternativa tra razionalizzazione e razionamento nell'ambito dei servizi sanitari, delle prospettive del settore assistenziale.Particolare attenzione viene dedicata ad alcune delle più recenti prospettive di sviluppo del sistema italiano di welfare, come nel caso della previdenza complementare regionale (il Trentino Alto Adige è la prima regione a muoversi in questa direzione) o in quello della ridefinizione delle strutture regionali che si occupano di mercato e politiche del lavoro (a partire dal caso della Campania, visto peraltro in termini comparativi rispetto alle altre regioni italiane).
EUR 19.63
Goethe. L'insidia della modernità
L'esperienza umana e letteraria di Goethe è stata davvero straordinaria. Non è esagerato dire che nella sua vicenda biografica si condensa uno dei nodi cruciali di tutta la nostra cultura. In questo libro, in assoluto equilibrio tra rigore e racconto, Marino Freschi istituisce un rapporto diretto con l'autore del "Faust", ricostruendo anzitutto il clima storico-culturale di quell'epoca che è stata chiamata l'«età di Goethe». La storia della vita di Goethe si dipana così dagli anni dell'infanzia e dell'adolescenza a Francoforte, ancora «goticamente» medievale, all'esperienza con la cultura illuministica e rococò a Lipsia, passando poi all'illuminazione della propria vocazione poetica a Strasburgo. E' qui che sorge lo "Sturm und Drang", culminato nella epocale intuizione dell'insidia nichilistica che pervade la modernità. Una tale crisi, cruciale per la storia spirituale della cultura tedesca ed europea, ha sollecitato l'attenta e insieme travolgente raffigurazione del "Werther". La sofferta riflessione sull'inquietudine stürmeriana si risolve nella geniale accettazione di collaborare al governo del ducato di Weimar, proponendo un audace esperimento di cooperazione tra aristocrazia illuminata e borghesia intellettuale, confortata dagli ideali di fratellanza mediati dalla concezione massonica della "Humanität". La presa di coscienza dei cospicui limiti del tentativo weimariano, nonché...
Patrizi in un mondo plebeo. La nobiltà piemontese nell'Italia liberale
Come si comportarono le nobiltà europee nella fase della loro decadenza? Come vissero, cosa pensarono, in quali nuove classi sociali confluirono i «patrizi», in un mondo che si faceva «plebeo»? Questo libro affronta il problema attraverso uno studio analitico del caso italiano tra la metà dell'Ottocento e la prima guerra mondiale. Tutte le ricerche sul ruolo dei gruppi nobiliari nella società italiana si sono fin qui inscritte nel vivace dibattito sulla supposta debolezza della borghesia di questo paese. I vecchi approcci marxisti hanno sottolineato l'arretratezza delle classi medie e la loro predisposizione al compromesso con gli elementi dell'aristocrazia «semifeudale». Una nuova leva di studi revisionistici ha messo in dubbio questa immagine di una subordinazione borghese, a favore di una visione che sottolinea la vitalità delle classi medie e la corrispettiva marginalità e impotenza dei vecchi gruppi aristocratici.Gli storici revisionistici, nonostante gli indubbi meriti, hanno però avuto il difetto di sottovalutare la funzione dei valori culturali, delle pratiche simboliche, e più specificamente dei meccanismi informali di prestigio e di influenza che servono a perpetuare l'identità di gruppo aristocratica. Cardoza si concentra sulla più significativa tra le nobiltà regionali dell'Italia unita, quella di diretta ascendenza...
L' eredità di Weimar
Quello della Repubblica di Weimar rappresenta uno dei più discussi e problematici capitoli della vicenda storico-politica del Novecento europeo: un avvenimento sul quale sempre di nuovo si riflette e si polemizza. Pionieristico tentativo di risposta antitotalitaria alla crisi dell'età liberale, ma anche clamoroso esempio di autodissoluzione di una democrazia. Luogo di sperimentazione del Moderno ma, al tempo stesso, manifestazione della sua più brutale e irrazionale negazione. Per questo, come giustamente osserva Gian Enrico Rusconi, «le lezioni di Weimar» non finiscono mai. E la vicenda di quella che è stata la prima repubblica tedesca continua ad accendere e a dividere gli animi. Tanto più oggi, quando la Germania, tornata nuovamente ad essere con la riunificazione uno Stato pienamente sovrano con Berlino capitale, si appresta ad affrontare il futuro del prossimo millennio, riannodando i fili spezzati della sua memoria storica. A causa del terribile shock del nazismo la storia della Repubblica di Weimar, la cui Costituzione venne promulgata ottant'anni or sono, nell'agosto del 1919, è stata troppo a lungo semplicisticamente ridotta a prologo, a preludio di una catastrofe: l'avvento al potere di Hitler. Oggi sappiamo che le cose stanno in modo assai differente: che quella...
La verità? È altrove. All'insegna del New Age
Il XX secolo si chiude in un crescendo di incertezza: i termini pratici e teorici delle prospettive future sembrano essere sempre più labili, mentre si fa più accentuata la rinuncia a ogni controllo razionale di sé e del mondo. All'insegna del new age è cresciuta, nel giro di pochi anni, una letteratura importante che invariabilmente proclama: La verità? è altrove. Dove sia, nessuno sa dirlo, ma a nessuno sembra importare molto stabilirlo. Altrove, cioè dovunque, in nessun luogo.Si assiste così a una rinuncia, tanto più serena in quanto né polemica né programmatica, alla nozione certa di verità. Preceduta da confusi e indecifrabili tremori, la galassia del pensiero new age irride a tutta la tradizione del razionalismo occidentale. Certo, la classica contrapposizione tra razionale e irrazionale non riesce a rendere conto di quell'ampia fascia delle esperienze umane che si situano nella zona dell'abitudinario, dell'a-razionale, in quella grigia radura in cui si svolge il vissuto quotidiano. Ma proprio a partire da questa impossibilità di un dominio razionale su tutto e su tutti, il pensiero new age lancia la sua sfida antirazionalistica. E' una sfida di cui Ferrarotti individua i cattivi maestri in alcuni pensatori post-razionalisti...