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Isole di cinema. Figure e forme dell'insularità
Che cos'è un'isola? Perché definire un paesaggio come "insulare"? La chiusura, la delimitazione ne fanno uno spazio sottratto dalla realtà quotidiana, ma allo stesso tempo affacciato sull'infinito - spazio chiuso, delimitato dai suoi bordi, dal cerchio dell'orizzonte; l'immensità però lo circonda. L'isola si pensa sempre rispetto a ciò che non è. Una dimensione spazio-temporale altra: si parte per rifugiarsi, evadere, per chiudersi entro i suoi confini protettivi, come vogliono tutte le fughe insulari della storia. Ma il cerchio non sempre protegge, a volte imprigiona, trattiene - isola-edenica/isola-inferno. Al cinema, l'insularità è condizione che incide fortemente sulla creazione: significa lasciare che qualcosa del luogo entri nel modo di filmare, sapere che qualcosa modificherà lo sguardo. Tutti i film insulari ritornano su forme simili di trattamento dello spazio - da Stromboli di Rossellini a Monica e il desiderio di Bergman, da L'avventura di Antonioni a Ai confini del mondo di Powell (ecc.) - un sistema di rime figurative che nasce per induzione dalla materia stessa dell'isola. I racconti dei set lo testimoniano: racconti di situazioni insulari tanto quanto i posti in cui si trovano, luoghi in cui ci si costringe per portare avanti progetti "impossibili"....
Rapporto 2009. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Il Rapporto 2009 su "Il Mercato e l'Industria del Cinema in Italia" è il seguito naturale del precedente che, per la prima volta in Italia, forniva un quadro organico di questo settore vitale dell'economia. Il consenso ottenuto dall'edizione dello scorso anno ha indotto i promotori della ricerca a procedere nel percorso di lettura e di analisi con l'integrazione di altri dati che arricchiscono quest'opera realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce S.p.a. Un aspetto essenziale di questa seconda edizione è la ricerca di una migliore definizione degli operatori e degli assetti economici delle varie componenti della cinematografia italiana e per la prima volta si presenta con due appendici inedite: la prima è dedicata all'operato e al ruolo svolto dalle Film Commission in tutta Italia; la seconda ripercorre la storia di Cinecittà fino alla sua fusione con l'Istituto Luce.
EUR 9.40
Friedrich Wilhelm Murnau. L'arte di evocare fantasmi
Friedrich Wilhelm Murnau (1888- 1931), considerato uno dei più grandi autori della storia del cinema, è stato tra i principali protagonisti dell'intensa stagione del cinema di Weimar. Nonostante una filmografia assolutamente eclettica per generi e temi affrontati, nella sua opera prende forma un discorso sulla visione e sull'organizzazione della forma tra i più incisivi dell'intera stagione del muto, che attraversa tanto il cinema europeo che i modelli del film hollywoodiano. Un'immaginazione creativa totalizzante e un controllo di tutte le componenti della messa in scena che trova nelle atmosfere gotiche di Nosferatu il vampiro (1921), negli innovativi movimenti di macchina messi a punto in L'ultimo uomo (1924), e nella composizione plastica di Faust (1926), Sunrise (1927) e Tabù (1931), alcuni degli esiti più alti della storia delle forme filmiche. Rielaborando il lavoro di figurazione sul paesaggio del cinema scandinavo degli anni Dieci alla luce della tradizione pittorica del romanticismo tedesco, fondendo la lezione del teatro di Max Reinhardt con alcuni motivi e suggestioni dell.espressionismo, Murnau elabora un progetto di formalizzazione radicale dell.inquadratura che si muove tuttavia sullo sfondo di un sensualismo della visione e di una più generale malinconia della natura in cui le...
La realtà dopo il cinema. Percezione, senso, azione nel mondo visto
All'origine di questo volume sta un convegno - il XIII Convegno Internazionale di Studi Cinematografici "Tertio Millennio". All'origine di quel convegno stava un'idea: sia che il dispositivo teorico preesistesse alla possibilità della sua esistenza concreta, sia che, invece, sia stata la messa in collezione di una serie di scoperte e invenzioni a far nascere il cinema, dopo la comparsa dell'"immagine in movimento" il mondo non è stato più lo stesso. Che il cinema abbia originato o seguito le rivoluzioni silenziose degli occhi e delle teste è discutibile. Quel che è certo è che dopo, non solo ci si è trovati nella necessità di ridefinire le categorie percettive e i modelli cognitivi, ma la stessa fisiologia della percezione si può dire abbia subito una lenta e sostanziale mutazione. Mentre s'inizia a comprendere la ricchezza estetica ed espressiva del cinema, mentre i diversi ambiti disciplinari tentano nuove alleanze per dar conto, retrospettivamente, dello "shock" cinematografico, il cinema, forse è già finito. Che senso avrebbe dunque chiedersi cosa sia, oggi, il mondo "nell'era della sua riproducibilità tecnica"? La risposta è che se forse il cinema come dispositivo materiale storicamente definito sta esaurendo la sua traiettoria, il...
Sentieri di immaginazione. Paul Ricoeur e la vita fino alla morte: le sfide del cinema
Sui sentieri dell'immaginazione, il testo coniuga un.operazione della fantasia con un auspicio dell'esistenza reale, la poiesis con la praxis, la fabula con la vita. Allo scopo, tralasciando l.immaginario poetico del post-mortem e quello consolatorio-fideistico di certi linguaggi religiosi, gli autori si mettono in dialogo con Paul Ricoeur, uno dei grandi Maestri che hanno attraversato e occupato la scena del XX secolo fino a un recente passato. In questa ottica, da una parte viene letto il problema filosofico-esistenziale della vita fino alla morte; dall'altra vengono discusse le modalità con cui il mondo dell'arte e, in particolare, del cinema esplorano i vissuti dell'uomo di fronte all'annuncio, all'imminenza, all'angoscia della morte. Nei due casi, si tratta di un interrogativo che suscita i più vari atteggiamenti, dal tentativo mediatico di esorcizzarla, fino al discuterne per coglierne i tratti, nel tentativo di assumerla con consapevolezza e senza terrore. Il lavoro è diviso in tre parti: La vita fino alla morte; Il regno dell.immagine; Testimonianze. Ciascuna accoglie un saggio di Ricoeur, quasi a rendere visibile il dialogo degli autori con il Maestro in un confronto ermeneutico in cui al di là del dialogo faccia a faccia con l'autore, di...
L' anticonformismo intelligente di Rodolfo Sonego
Raccontare l'anticonformismo intelligente di Rodolfo Sonego, uno dei maestri della commedia all'italiana, è quello che si cerca di fare in questo libro, risultato di un percorso ventennale di studi sullo sceneggiatore. La particolare ironia con la quale Sonego ha affrontato la figura dell'italiano medio, di cui Alberto Sordi è stato l.interprete più eloquente, è frutto anche del sodalizio nato nel 1954 tra lo sceneggiatore bellunese e l'attore romano. La fusione di due caratteri antitetici ma compatibili, ha permesso una descrizione coraggiosa e anticonformista della società italiana prima e dopo il boom economico. Seguendo una linea diacronica, il libro fonde vita e opere di Sonego, un viaggiatore del mondo e dell'animo umano, un antropologo innato che unendo umanismo e scienza alla sua innata curiosità, ha saputo descrivere, attraverso l'osservazione costante dell'individuo e la semplicità disarmante di uno stile narrativo privo di sovrastrutture ingombranti, la genesi e lo stato attuale dei mali che affliggono la nostra società contemporanea.
EUR 14.16
Nouvelle vague. Forme, motivi, questioni
Fenomeno complesso, situato all'incrocio di congiunture multiple e differenti, la Nouvelle Vague è stato uno dei momenti più alti ed intensi della storia del cinema e in quella storia ha lasciato un segno profondo. Questo libro raccoglie ed integra gli atti del Convegno Internazionale 50 fois Nouvelle Vague, svoltosi a Roma, presso l'Ambasciata di Francia in Italia, il 17 e 18 febbraio 2009, nella ricorrenza dei cinquant.anni della cosiddetta nascita pubblica della Nouvelle Vague, a Cannes nel maggio del 1959. Il convegno ha costituito la seconda tappa di un più ampio ciclo di convegni internazionali promossi dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dedicati alle stagioni cruciali o più semplicemente esemplari di ciò che siamo soliti chiamare il cinema moderno. Sulla scorta del lavoro già effettuato nel convegno d'avvio, incentrato sul neorealismo italiano, ci si era prefissi il compito, a un tempo elementare e ambizioso, di promuovere un'indagine volta ad osservare per quali vie la Nouvelle Vague fosse ancora capace oggi di dar da pensare, di presentarsi come un territorio il cui attraversamento storico, critico, teorico, fuori da ogni mitologia e mitografia, fosse ancora produttivo e pregnante. I lavori di quell'inverno 2009 hanno così...
Sguardi incrociati. Cinema, testimonianza, memoria nel lavoro teorico di Marco Dinoi
Alcuni libri si prolungano, si allargano, sprofondano e stillano fuori dai margini, talvolta continuano a scriversi anche senza il loro autore. Altri libri cercano di prendersene cura, sperimentando nuovi possibili innesti del pensiero e della teoria.Sguardi incrociati. Cinema testimonianza, memoria nel lavoro teorico di Marco Dinoi è fin dal titolo un libro che parla di un altro libro, riprendendo le riflessioni che Marco Dinoi, docente di "Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico" e "Metodologia della critica cinematografica" presso l'Università di Siena, ha raccolto nelle pagine di Lo sguardo e l'evento. I media, la memoria, il cinema, pubblicato postumo nella primavera del 2008.A partire dallo studio condotto da Dinoi su una delle sequenze televisive più traumatiche del nostro tempo, quella del crollo delle Twin Towers l'11 settembre 2001, i saggi che compongono questo volume trattano di teoria dell'immagine e di analisi del film senza smettere di confrontarsi con le domande dell'etica e della politica: «in che modo l'immagine offre e affida a chi la guarda il ruolo di testimone? A quali condizioni si dà come traccia, reperto, oggetto di archivio, funzione della memoria?».
EUR 14.16
Western. Una storia dell'Occidente
Il cinema è passione per il nuovo, creazione del nuovo e, come scriveva Marguerite Duras, fa venir voglia ai ragazzi di fare l'amore e alle ragazze di fuggire di casa, rende impazienti, e nella sua notte apre ad una comunione fra sala e schermo, desiderio e immagine. Questa impazienza è la condizione ipnotica di cui parla anche Roland Barthes, la disponibilità a vagare fra le stelle della notte e a sperimentare, a lasciarsi andare. Il western - il cinema americano per eccellenza - non solo è un genere ricco, articolato e mobile, una forma di concetti e materie, un metodo e una costellazione di topoi e segni (che conferma la sentenza adorniana secondo cui un'opera d'arte per essere tale deve non sembrarlo), ma, soprattutto, è il racconto della genesi di qualcosa di nuovo, emozionante e sperimentale, una nuova cultura che si schiude nel West selvaggio e non ancora civilizzato: uno spazio di trasformazione e novità. Il western è un esercizio di esodo, un cammino inedito lungo la Frontiera, in fuga dai disagi della civiltà europea e di "Monsieur le Capital". È la storia di una lotta febbrile e coraggiosa contro la vigliaccheria dell'inerzia,...
Rapporto 2011. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Il Rapporto, giunto alla sua quarta edizione, è un prodotto editoriale dedicato al Cinema italiano e alla sua industria, che si pone l'obiettivo di fornire un quadro fedele di questo settore vitale della nostra economia, non solo in termini di diffusione del prodotto cinematografico e promozione, ma anche in riferimento al management legato all'industria cinematografica. Il crescente consenso degli operatori del settore e dei semplici lettori ha indotto ad arricchire quest'opera, realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce SpA, di importanti apporti, primi tra tutti quelli di Anica, Film Commission Torino Piemonte, Schermi di Qualità, Banca Intesa e molti altri.
EUR 9.40
La maschera del potere. Carisma e leadership nel cinema
Il potere e la leadership contengono una forza e un'attrazione irriducibili e a volte anche indossare una semplice uniforme può radicare in ognuno di noi un falso, inestinguibile senso di superiorità. Charlie Chaplin, splendido attore che si calava sempre a perfezione nel ruolo che stava interpretando, quando per la prima volta indossò i panni di un personaggio tirannico e arrogante, Hynkel, rimase stupefatto dal risultato e si lasciò sfuggire un commento: "È solo perché ho addosso questa dannata cosa che mi comporto così". Anche nelle mani dei cineasti, però, si concentra una sorta di "potere": quello di poter guidare lo spettatore. Per questo, alla fine degli Trenta, turbato e angosciato dal dilagare delle dittature, Chaplin impugna la sola arma a sua disposizione, la comicità, per ritrarre Hitler proprio mentre si sta trasformando da convinto ultranazionalista a vero "leader trasformativo", macchiandosi di quelle scelte rischiose e immorali che cambieranno il corso della Storia. Nel Grande dittatore, del 1940, il clown Charlot veste i panni del povero barbiere ebreo, per un curioso caso del destino identico al crudele e dispotico Hynkel, con cui verrà scambiato. La meravigliosa caricatura della tecnica oratoria di Hitler - realizzata...
Il cinema e le emozioni. Estetica, espressione, esperienza
In quanti modi un film può affascinarci e sollecitare le nostre reazioni più istintive? E in quali termini le tecnologie influiscono sul nostro rapporto emozionale con ciò che vediamo sullo schermo? Come e con quali mezzi, nel corso dei decenni, cineasti e artisti hanno lavorato per rappresentare i sentimenti sotto forma di immagini e suoni? E, soprattutto, di che cosa parliamo quando parliamo di emozioni al cinema? Sono, queste, soltanto alcune delle domande poste dai saggi raccolti nel presente volume. Il lettore vi troverà una pluralità di punti di vista e proposte di indagine sul potere delle immagini e sul complesso fenomeno del coinvolgimento emotivo. Quello che ne deriva è un panorama ricco e articolato sul passato e sul futuro delle immagini (cinema, televisione, fotografia, arti visive) in un universo che sempre più si fonda sulla loro capacità di comunicare per affetti e di parlare alle nostre menti così come ai nostri corpi.
EUR 14.16
Manoel De Oliveira. Il visibile dell'invisibile
Manoel de Oliveira (1908) - Tra i massimi cineasti viventi ancora in attività, la sua età è quasi quella del cinema e la sua opera ne ha attraversato scoperte, figure, mutamenti, nella costruzione di uno stile e di uno spessore filosofico che si traduce ogni volta in cristalline ed enigmatiche espressioni artistiche. Il regista lusitano è Maestro di un cinema di pensiero entro cui si dipanano i valori dell'immagine, la costruzione dello spazio filmico, l'esplorazione del tempo e del gesto, l'interrogazione del linguaggio, la densità simbolica, la misura classica della poesia, il senso universale della storia, il sentimento del mistero, l'enigma della religiosità. Nei suoi film la centralità del cinema nell'orizzonte del moderno si misura sul rapporto costante con le arti, dal teatro alla parola letteraria, dalla pittura alla musica. Il suo amore per la tradizione si accompagna a una inesausta tensione sperimentale. Ciò fin da un film-chiave della avanguardia cinematografica come Douro, lavoro fluviale (1931) e attraverso la forma singolare di realismo fantastico di Aniki-Bóbó (1942), passando per quello straordinario documento poetico di vita e verità che è Atto di primavera (1963) e per la rivelazione del sublime nella forma-melodramma della quadrilogia...
Abbas Kiarostami. Immaginare la vita
Abbas Kiarostami (1940) è uno dei maggiori registi viventi a livello internazionale e forse in assoluto il più importante cineasta iraniano. Dopo una formazione artistica e un inizio come pubblicitario, si avvicina al cinema grazie alla collaborazione con il Kanun, l'istituzione pubblica iraniana per l.educazione dei giovani. Al suo primo lungometraggio, Il pane e il vicolo (1970), segue un.intensa produzione di corti e mediometraggi, tra i quali vanno ricordati La ricreazione (1972), Esperienza (1973) e The Traveller (1974), nonché Il coro (1982) e Concittadini (1983). La fama internazionale gli arriva con Dov'è la casa del mio amico? (1987), cui seguono Close-Up (1990), E la vita continua (1992) e Sotto gli ulivi (1994). Questi ultimi due compongono con il film del 1987 un'ideale trilogia. Vanno ricordati anche Il sapore della ciliegia (1997), ABC Africa (2001), Dieci (2002) e i più recenti Shirin (2008), Copia conforme (2010), e Qualcuno da amare (2012) senza tralasciare la sua regia cinematografica per lo spettacolo teatrale Tazieh (2003) andato in scena presso il Teatro India di Roma.
EUR 12.26
Product placement made in Italy. Le marche nei film italiani dal 2004 al 2011
La pubblicazione contiene i risultati di un'ampia ricerca sull'impiego del product placement all'interno dei film prodotti in Italia dal 2004 al 2011 ed è preceduta da un'introduzione al tema del product placement cinematografico come forma di comunicazione aziendale, di cui approfondisce le condizioni di efficacia. L'analisi ha riguardato i primi 30 film per anno (produzioni 100% italiane o coproduzioni non di minoranza) per presenze totali, giungendo a individuare nel complesso 114 lungometraggi con inserimenti di marche citate nei titoli di coda. Attraverso la predisposizione di un originale protocollo di ricerca sono stati rilevati e analizzati gli inserimenti di 356 marche presenti almeno una volta in almeno un film, valutando per ciascun placement tutti gli aspetti che ne determinano l'efficacia potenziale (tra i quali, visibilità, nitidezza, dinamicità, superficie occupata e ruolo svolto nel contesto narrativo).
EUR 11.30
La vertigine e il volo. L'esperienza filmica fra estetica e neuroscienze
Dalla camminata in precario equilibrio di un funambolo alla passeggiata spaziale di un astronauta sospeso nello spazio siderale, questo libro offre un vertiginoso percorso nelle forme con cui il cinema contemporaneo coinvolge e sconvolge lo spettatore intensificando le sue percezioni e le sue emozioni. Per la prima volta nell'ambito degli studi sull'esperienza filmica, il paradigma della cognizione incorporata e l'ipotesi della simulazione incarnata vengono adottati per descrivere la relazione dello spettatore con i personaggi e con i mondi della finzione cinematografica, in un serrato dialogo fra teorie del cinema, estetica e neuroscienze cognitive. Acrobazia, caduta, impatto, capovolgimento, deriva sono le cinque tappe di questa esplorazione - quasi un unico movimento che scaturisce dalla capacità del film di attivare la mente e il corpo dello spettatore e che conduce quest'ultimo verso il senso più profondo e umano dell'atto di partecipare empaticamente alle azioni, alle emozioni e ai desideri del personaggio.
EUR 11.30
Nuovo cinema tedesco (Junger/neuer deutscher film). Vol. 17: Studi.
Questo volume raccoglie ed integra gli atti del Convegno Internazionale Nuovo Cinema Tedesco. Storia, figure, eredità svoltosi a Roma, all'Istituto Italiano di Studi Germanici, il 6 e 7 ottobre 2011. Con quelle giornate, costituisce l'ultimo tassello di un pluriennale progetto che in un ciclo di incontri internazionali si proponeva di ripensare alcune delle più significative e più note stagioni del cinema europeo cosiddetto della modernità: il neorealismo italiano, la Nouvelle Vague francese e appunto quel fenomeno articolato e complesso della storia del cinema del secondo Novecento che è stato il Nuovo Cinema Tedesco (Junger/Neuer Deutscher Film), la cui ampia parabola si compone, come noto, in un arco di tempo che dagli anni Sessanta - dall'ormai quasi leggendario proto-avvio di Oberhausen, nel 1962 - giunge fino alle primissime stagioni degli anni Ottanta del secolo scorso, nutrita da una eccezionale ricchezza di talenti, e di forme, di stilemi, di sguardi. Come già nelle altre stazioni di questa ideale trilogia, le giornate romane sul Nuovo Cinema Tedesco e questo libro che ne è derivato si sono dunque incaricati di rileggere in profondità quell'esperienza, di reinterrogare quel cinema per il tramite di angolazioni e prospettive differenti, di...
Ontologia del corpo nel cinema comico
Questo libro non pretende certo di risolvere il problema filosofico del Comico, ma ne percorre le tappe attraverso la storia del cinema, tramite l'utilizzo del Corpo, dal muto alla commedia sofisticata, dalla farsa alla commedia all'italiana, fino al rapporto speciale dei comici con il cosiddetto cinema d'autore, e addirittura con la morte, avanzando una semplice ipotesi: il Comico è un formidabile rivelatore del non-senso generalizzato, e la risata è una reazione difensiva salutare, l'unica alternativa alla disperazione. Deleuze, a proposito di Nietzsche, ha parlato della potenza del Comico, ossia del necessario rapporto dell'arte con la gioia, per quanto i suoi contenuti possano essere tragici. Gioia? Sì, ma non di sostituire al senso un altro senso "più vero", bensì di rivelarne l'inestricabile vicinanza al non-senso: operazione di per sé tutt'altro che tranquillizzante. La resistenza del Comico (contro i poteri costituiti, ma anche contro le abitudini, i cliché, i più vari conformismi) si mescola spesso - specialmente in campo cinematografico a una funzione consolatoria, come è testimoniato anche dai grandi incassi che (non solo in Italia) accompagnano l'uscita di tanti film di questo genere. Ma non è solo questione di ridere, o sorridere, in maniera...
Giovanni Pastrone. I sogni della ragione
Giovanni Pastrone (1882-1959) è stato uno dei principali protagonisti della storia del cinema muto. La sua personalità professionale e artistica, così prismatica e controversa, a seconda dei casi mitizzata o sminuita, banalizzata o strumentalizzata, resta ancora oggi di non semplice interpretazione. Artefice di Cabiria, il più influente film del primo cinema italiano, nella sua carriera di produttore ha sperimentato formule innovative come la serie comica, con André Deed (il celebre Cretinetti); il kolossal storico a lungometraggio, con La caduta di Troia; il film atletico d'avventura, con Maciste; il diva film nella sua variante più aggressiva e morbosa, con Il fuoco. Profondo conoscitore della tecnica cinematografica, efficiente e severo organizzatore, amministratore avveduto ma aperto al rischio, Pastrone è stato anche, e soprattutto, tra i maggiori registi degli anni Dieci: un artista dal grande gusto estetico e compositivo, dotato, per citare D'Annunzio, di uno «straordinario istinto plastico». Nelle sue regie, spesso attente a indagare gli aspetti più inquieti della femminilità, la razionalità e la fiducia verso la scienza s'intrecciano con un'inclinazione al barbarico, al pessimismo fatalista, all'irrazionale e al macabro, all'allucinato e all'onirico, quasi a suggerire una potente alchimia tra le certezze, in realtà inquiete,...
9/11 la 25° ora del cinema americano
Il libro 9/11, la 25a ora del cinema americano di Andrea Chimento parte dalla convinzione che l'11 settembre 2001 il cinema americano sia entrato in una nuova fase. Il fantasma dell'attentato ha agito in forme e stratificazioni diverse, modificando scelte narrative, formali e stilistiche. Prendendo avvio dai film che hanno messo direttamente in scena le immagini della catastrofe, il testo si articola in due ampie sezioni: la prima impostata come una diretta sull'"evento"; la seconda incentrata sul periodo successivo all'accaduto. Se da un lato, in quei film che lavorano per allegorie e simbologie dell'11 settembre è evidente il concetto di "ri-narrazione ossessiva", dall'altro sono preponderanti nuovi modelli di raffigurazione dei cambiamenti, degli stati d'animo e delle (in)certezze da parte del cinema americano. Quindici anni dopo l'immagine dello schianto è ancora impressa nei nostri occhi come nella storia del cinema americano.
EUR 11.18