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Mostrati 1521-1540 di 97664 Articoli:
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La reputazione. Chi dice che cosa di chi
Come si crea o si distrugge la reputazione? Le ragioni di un anonimato prolungato o di una celebrità folgorante, del peggioramento o del miglioramento della nostra immagine, per lo più ci sfuggono. Eppure la reputazione attraversa da un capo all'altro le nostre vite. Da un lato ci preoccupiamo talmente tanto della nostra immagine che ci capita di commettere gesti inconsulti nella vana speranza di tenere sotto controllo l'opinione che gli altri hanno di noi. Dall'altro facciamo talmente tanto affidamento sulla reputazione degli altri che possiamo arrivare a scegliere, basandoci solamente su di essa, un medico, il candidato politico da votare, un giornale, o anche a far nostra un'idea. Il fatto è che la reputazione tocca la nostra esistenza nel suo aspetto più intimo. Questa nozione essenziale è stata stranamente trascurata dalle scienze sociali. Attraverso un percorso multidisciplinare, Gloria Origgi ci mostra che la reputazione non è mai stata così cruciale come nelle società contemporanee: intimamente legata ai temi dell'informazione e della comunicazione, la sua presenza pervasiva e ubiqua - sui motori di ricerca, nei social network, in seno alla comunità scientifica e ai modi con cui essa produce e valida il sapere -...
Il futuro che (non) c'è. Costruire un domani migliore con la demografia
Welfare, lavoro, cultura, mercato, democrazia, innovazione, sviluppo sostenibile: questi temi evocano sempre più spesso apprensione e timori, come se ogni questione di ampio respiro fosse all'origine di nuovi problemi e ulteriori insicurezze. Eppure è in queste parole che si nasconde il futuro. Ma che cosa hanno in comune i processi di trasformazione che segnano questo scorcio di secolo? Una chiave di lettura efficace per spiegare e unificare fenomeni tanto complessi è offerta dalla demografia: con la sua capacità di interpretare i mutamenti che rivoluzionano i rapporti tra le generazioni, la vita dei singoli e le loro interazioni, dimostra come solo ponendo al centro le persone si possa produrre vera crescita. La sfida sta nel mettere in relazione positiva da un lato l'aggiunta di qualità (e non solo di anni) alla nostra vita, dall'altro la possibilità di contribuire al benessere condiviso, per tutti e a tutte le età, misurabile non solo in termini di ricchezza materiale.
EUR 12.00
La battaglia delle idee. Alle radici della crisi (e del futuro) dell'euro
La crisi dell'euro ha portato a un sovvertimento sismico nella distribuzione del potere all'interno dell'Europa. A partire dai problemi finanziari che hanno afflitto in modi e misure diversi Grecia, Irlanda, Spagna, Italia e altri paesi dell'eurozona, è venuta allo scoperto una guerra fra differenti filosofie economiche, quella tedesca e quella francese. Alla prima fanno riferimento Austria e Finlandia (con Slovacchia e Polonia che sembrano più tedesche dei tedeschi), mentre la Francia è a volte vista come campione dell'Europa mediterranea. Uno scontro di idee e di ricette: regole vs. discrezionalità, responsabilità vs. solidarietà, austerità vs. stimoli alla crescita. Queste differenze avevano avuto un ruolo importante già a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, durante i negoziati di Maastricht. È stata proprio la crisi finanziaria globale a riaccendere il dibattito. I paesi creditori e debitori erano impegnati in un gioco strategico, gli uni e gli altri convinti che la controparte avesse tutto l'interesse a evitare il crollo del sistema; perciò la strategia di tener duro fino all'ultimo e spingersi sul ciglio del precipizio appariva plausibile e premiante. In questo modo, l'interazione tra le idee e la riflessione strategica sugli interessi ha condotto l'Europa a...
I pochi eletti. Il ruolo dell'istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492
Nel 70 d.C. gli ebrei erano per la maggior parte contadini analfabeti, residenti in Eretz Yisrael e in Mesopotamia. Nel 1492 erano diventati una piccola popolazione istruita e sparsa in una miriade di centri urbani, da Siviglia in Spagna a Mangalore in India, che si dedicava a mestieri artigianali specializzati, al commercio, al prestito di denaro e alla professione medica. Che cosa determinò questa radicale trasformazione? Il libro offre una nuova risposta a questa domanda. Tale trasformazione non fu innescata da persecuzioni o restrizioni giuridiche contro gli ebrei, quanto piuttosto dall'emergere di una nuova norma religiosa dopo il 70 d.C. che imponeva a ciascun ebreo di leggere e studiare la Torah e di mandare i propri figli a scuola o in sinagoga per fare altrettanto. Nei secoli successivi gli ebrei si trovarono a essere istruiti in un mondo di quasi totale analfabetismo.
EUR 10.36
Complicazioni inutili. Banche e pensioni: l'arte di rendere difficile il possibile
A volte sembra che chi ci governa cerchi soluzioni intellettualmente stimolanti ma poco lineari, anziché semplici da applicare. Ne sono un esempio alcuni provvedimenti presi per "salvare" le banche, ma anche l'astrusa idea di far pagare il canone RAI assieme alla bolletta dell'energia elettrica e gli ultimi provvedimenti annunciati dal governo in tema di pensioni. Temi che ci coinvolgono nel quotidiano, che riguardano l'aspirazione al buon governo della cosa pubblica e che a volte richiedono interventi radicali. Temi interessanti da dibattere alla ricerca di rimedi che abbiano fondamento in principi di dottrina, consapevoli che curare evitando di essere medici pietosi quasi mai accresce la fama, mentre ingigantire la complessità - esercitando la fantasia per soluzioni articolate, ma spesso non definitive - può appagare desideri di popolarità.
EUR 14.25
Chi ha paura delle riforme. Illusioni, luoghi comuni e verità sulle pensioni
«L'ampliamento dei benefici pensionistici implica un regalo e i regali fatti con i soldi pubblici o corrispondono a solidarietà e sono pienamente legittimi, oppure creano privilegi e allora sono socialmente inaccettabili.» Elsa Fornero, professore ordinario di Economia politica presso l'Università di Torino, ha ricoperto diversi incarichi istituzionali a livello nazionale e internazionale. Dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 è stata ministro del Lavoro e delle politiche sociali, con delega alle Pari opportunità, nel governo guidato da Mario Monti. Il suo nome è legato alla riforma del sistema pensionistico e a quella del lavoro varate durante quella legislatura.
EUR 15.10
Sola andata. Trasporti, grandi opere e spese pubbliche senza ritorno
I politici, anche onesti, vogliono almeno essere rieletti. Cercano quindi di spendere il più possibile e in tutti i modi possibili. E, se possibile, in modo che gli elettori percepiscano chiaramente chi devono ringraziare per i benefici che arrivano loro da queste spese. E che cosa è meglio delle grandi infrastrutture a questo fine? Si vedono, si inaugurano con grandi cerimonie mediatiche, fanno contenti i costruttori, gli utenti (anche se quelli reali sono relativamente pochi) e i politici locali. Occupano gente e non attirano la concorrenza di imprese straniere, le opere pubbliche infatti sono molto «locali». E così ovunque nel mondo. Il fatto che spesso possano essere soldi sprecati, cioè che generino molti più costi che benefici per la collettività, interessa pochissimo, e misurare questo scarto è pericoloso. Proprio in termini di consenso...
EUR 11.62
L' inganno generazionale. Il falso mito del conflitto per il lavoro
Disoccupazione giovanile in aumento: siamo proprio sicuri che i numeri sbandierati dai media restituiscano un'immagine oggettiva della realtà?\r\nEsodati, uscite anticipate, APE: è davvero questa la strada per creare lavoro per i giovani?\r\nCon il supporto di analisi di dati, una lettura che smonta i luoghi comuni su un tema cruciale e che dimostra la sostanziale insussistenza di un conflitto generazionale in ambito lavorativo.\r\n \r\nPreoccuparsi del futuro dei giovani e della sicurezza degli anziani è normale in tempi di crisi e doveroso per una società che tiene alla giustizia distributiva e alla solidarietà verso i più deboli. Nel nostro paese però le preoccupazioni sono alimentate da un dibattito carico di polemica e vuoto di analisi, interessato più a suscitare indignate lamentazioni - spesso esagerate, qua- si sempre infondate - che a cercare soluzioni.\r\nC'è una schizofrenia tra il progetto politico di chi si preoccupa di salvaguardare il sistema previdenziale, con manovre impopolari finoa dover vivere sotto scorta, e chi disfa la tela tessuta con fatica, senza tener conto degli effetti di lungo periodo, con la sola preoccupazionedi accontentare gli elettori.\r\nQuesto libro smonta i luoghi comuni che imperversano e dimostra come i dati rivelino invece realtà più...
Comunicazione e potere. Nuova ediz.
I media sono lo spazio dove oggi si decide la lotta politica fra attori, idee e interessi contrapposti. Se le élite politiche cercano di imporre i propri modelli interpretativi sugli eventi riportati da giornali e notiziari, la comunicazione via web e cellulare consente la diffusione virale di messaggi alternativi che svelano i silenzi dei media e le bugie del potere, dando luogo a opposizione sociale ai sistemi statali di controllo e alle logiche capitaliste di networking.
EUR 14.16
House of Trump. Ritratto di una presidenza privata
Il volume di Giovanni Borgognone che ripercorre le vicende della presidenza Trump proponendone una lettura critica e originale: quella di una presidenza privata.\r\n\r\nNegli ultimi decenni le democrazie elettorali sono state non di rado biasimate per avere spoliticizzato la cittadinanza: il progressivo declino dell'impegno civico ha reso i cittadini sempre più ricettivi agli appelli antipolitici, a un acritico nazionalismo, all'evocazione della paura e a una cultura politica in cui menzogna e mistificazione sono prassi comuni. In quest'ottica, la presidenza statunitense di Donald Trump sembra aver compiuto un passo ulteriore: a una cittadinanza apolitica corrisponde, infatti, il tentativo di conversione dello stesso potere politico alle logiche del privato\r\n\r\nImprenditore spericolato, star televisiva, infine presidente della prima superpotenza globale: quella di Donald Trump è una parabola unica, che ha segnato una cesura nella storia politica statunitense. L'ostentazione della sua personalità narcisistica, l'ideologia privatistica, la costruzione populistica della sua figura come outsider contro l'establishment si riassumono nell'inclinazione di Trump a spostare tutto nel «privato», nel voler risolvere da questo punto di vista ogni problema, anche sul piano delle relazioni internazionali. Ne discende una gestione del potere a metà tra la sceneggiatura del reality-show The Apprentice e quella della...
Deficit democratici. Cosa manca ai sistemi politici, alle istituzioni e ai leader
Tutte le democrazie si dotano di istituzioni per consentire la partecipazione del popolo (demos) al potere (kratos). Tutte cercano un equilibrio fra la rappresentanza delle preferenze, delle identità, degli interessi dei cittadini e la capacità dei governi di prendere decisioni coerenti con tale rappresentanza. Nessuna democrazia è in grado di evitare momentanei deficit di rappresentanza e di decisionalità, ma tutte, anche quelle deficitarie, dispongono di possibilità di apprendimento e di (auto)correzione. Un pluralismo aperto alla competizione costringe alla responsabilità e alla ricerca di correttivi. I leader saranno obbligati a spiegare e giustificare quello che hanno fatto, non fatto, fatto male. Questo succederà più spesso se i cittadini supereranno i loro deficit di interesse e di partecipazione al voto. Chi si astiene contribuisce al deficit democratico. In una fase in cui l'antipolitica dilaga, riverita e alimentata dalla comunicazione, è tempo di denunciare che deficit profondi si annidano in una pluralità di associazioni corporative che generano società "incivili". I deficit democratici abitano anche nella società. Dobbiamo criticarli con lo stesso vigore e rigore che rivolgiamo alla politica. I deficit sono come gli esami: non finiscono mai. Ma come gli esami possono essere superati da chi...
Fausto Pagliari
«Ho conosciuto Fausto Pagliari quand'ero "assistente effettivo" di Gino Zappa, il mio Maestro: era il 1949; avevo 22 anni. Lo frequentai per alcuni anni: quand'egli morì (nel 1960) avevo 33 anni ed ero ordinario all'Università di Parma. Sono passati molti anni, da allora, ma ricordo lucidamente quando lo accompagnavo dalla Bocconi verso casa, cercando di aiutarlo a portare un pesante pacco di libri, riviste e giornali che aveva a tracolla. Il suo week-end (come oggi si dice) consisteva soprattutto nel leggere e catalogare tutta quella carta stampata. Pagliari era stato assunto nel '25 da Angelo Sraffa, quale direttore-bibliotecario, con lo scopo di convertire la ricca, ma disordinata, biblioteca dell'università in una biblioteca altamente specializzata, soprattutto in materia economica, a disposizione della comunità scientifica e della città. E ciò avrebbe fatto, nei lunghi anni trascorsi in Bocconi, trasformando la stessa in una biblioteca d'uso e non di sola conservazione, aprendo per l'intera giornata le sale lettura agli studenti e al pubblico dei fruitori, largheggiando nei prestiti a domicilio, aggiornando speditamente i cataloghi e le bibliografie sistematiche per materia, al fine di consentire a quelli che chiamava i suoi "clienti" di essere al corrente delle...
Disuguaglianze
«La disuguaglianza è conseguenza della concentrazione del capitale in poche mani, nel qual caso la tassazione e la redistribuzione del capitale potrebbero mettervi fine? La disuguaglianza dei salari riflette più o meno il gioco dell'offerta e della domanda per differenti tipi di lavoro? La disuguaglianza si trasmette principalmente a livello familiare? L'aumento delle spese per l'istruzione può ridurre in modo decisivo la disuguaglianza delle opportunità? I prelievi sui redditi alti hanno raggiunto un livello in cui qualsiasi redistribuzione supplementare ridurrebbe pericolosamente gli incentivi al lavoro oppure questi effetti sono di un'ampiezza trascurabile? I moderni sistemi di prelievo e trasferimento assicurano una redistribuzione considerevole o sarebbe opportuno riformarli profondamente? Facendo ricorso alle teorie economiche anche più recenti per rispondere a domande di questo tipo, il libro rimette in discussione un buon numero di false convinzioni e contribuisce a un dibattito dove in gioco c'è qualcosa di essenziale per tutti».
EUR 11.30
L' era dello sharp power. La guerra (cyber) al potere
Siamo di fronte a una rivoluzione nella scienza delle relazioni internazionali. Il trend è globale: l'immagine dell'uomo forte, la creazione di un nemico comune, la narrazione del «noi contro di loro» promosse da regimi illiberali come Russia, Cina e Iran esercitano un'attrazione sempre più forte sulle opinioni pubbliche di tutto il mondo. È l'era dello sharp power, che come un coltello affilato trafigge il contesto mediatico e politico nei Paesi presi di mira. La lotta per la leadership globale, a colpi di fake news, manipolazione e controllo, vede nel cyberspazio un teatro d'importanza cruciale: qui a fronteggiarsi non sono solo gruppi di troll e hacker con il tacito benestare dei governi di riferimento, ma anche vere e proprie unità militari create ad hoc. Una guerra digitale e d'informazione a tutto campo che, evidenzia questo volume, minaccia anche il nostro Paese.
EUR 15.68
Oltre la Grande Muraglia. Uno sguardo sulla Cina che non ti aspetti
La Cina odierna genera allarme, persino paura, ma allo stesso tempo attrae fortemente. Come mai? Forse perché è antica, ma anche la Grecia è antica; forse perché è vasta, ma anche la Russia è vasta; forse perché è popolosa, ma l'India lo è altrettanto; forse perché la Cina è le tre cose insieme, o perché nei riguardi della Cina è viva ancor oggi una sorta di mitologia del mistero, una mitologia del resto in parte giustificata, poiché nell'inconscio occidentale quel paese conserva un'immagine di estraneità e di difficile accesso, quasi si trattasse di una creazione onirica. Eppure oggi più che mai è necessario compiere uno sforzo per comprendere meglio e più a fondo questo gigante che ha saputo conquistarsi un posto di primo piano sulla scena mondiale, coniugando assenza di libertà e vertiginoso sviluppo economico in un modo che non finisce di stupire l'Occidente, ed esercitando sullo scacchiere geopolitico un sapientissimo soft power che, se oggi lo vede misurarsi quasi alla pari con gli Stati Uniti, partner e rivale a un tempo, configura per il futuro scenari inattesi e sorprendenti. Tra approfondite analisi politiche ed economiche e i ricordi di quanto vissuto in...
Un sessantotto
Questa non è una storia del Sessantotto. Non è un racconto di eventi, conflitti, discorsi di quegli anni, bensì la proposta di un'interpretazione. La sconfitta del Sessantotto fu l'anticipazione della sconfitta definitiva del movimento operaio ufficiale e dei suoi partiti, alla fine degli anni Ottanta. Da quel movimento però si sarebbero potute sviluppare una cultura e una pratica politiche diverse, fondate su un'idea di democrazia partecipativa e deliberativa. Sulla base dell'analisi di una selezione di fonti, l'autore tratteggia un'immagine significativa del bagaglio intellettuale dei protagonisti nella fase aurorale della rivolta studentesca. Srotolando all'indietro il film della storia, vengono ricostruite le straordinarie potenzialità, i profondi limiti e lo slittamento di quel movimento verso una radicalizzazione destinata alla sconfitta.
EUR 11.62
Perché disturbarsi a votare?
Con il crollo dei partiti tradizionali in tutto il mondo e con gli esperti che predicono una crisi della democrazia, il valore delle elezioni come metodo per selezionare da chi e come siamo governati è messo in discussione. Quali sono le virtù e le debolezze delle elezioni? Ci sono limiti a ciò che possono realisticamente farci ottenere? Le elezioni, sostiene l'autore, sono intrinsecamente imperfette ma restano il modo meno sbagliato di scegliere i nostri governanti. Anche se le loro imperfezioni potessero essere affrontate, sarebbe ingenuo presumere che esse possano risolvere tutti i mali della società. Il più grande valore delle elezioni, di per sé sufficiente a difenderle, è che elaborano qualsiasi conflitto possa sorgere nella società in termini di libertà e di pace. Resta da vedere se riescano a farlo nel clima politico turbolento di oggi.
EUR 15.20
Le chiavi della prosperità. Gli atteggiamenti mentali che generano sviluppo
Come scrisse in una postilla al suo testamento il senatore e diplomatico americano Patrick D. Moynihan, scomparso nel 2003, il convincimento centrale del pensiero conservatore è che sia la mentalità - non la politica - a determinare il successo di una società; al contrario, il convincimento centrale del pensiero liberale è che la politica possa cambiare la mentalità e salvarla da se stessa. Questo libro svela le condizioni grazie alle quali il convincimento liberale può inverarsi. E lo fa riempiendo un vuoto che andava colmato. O meglio, tre vuoti, come afferma Guido Tabellini nella sua Prefazione al volume. Primo, offre una sintesi recente e aggiornata di una linea di ricerca che sta trasformando il modo di studiare lo sviluppo economico. Secondo, sebbene scientificamente documentato, completo e aggiornato, il libro si rivolge anche a lettori non tecnici o particolarmente esperti della materia, parlando in modo semplice e facilmente accessibile. Terzo, è scritto in una prospettiva italiana, pensando agli specifici problemi della nostra economia, una prospettiva particolarmente interessante in una fase politica ed economica così difficile per il nostro paese.
EUR 19.00
L' illusione del cambiamento. L'Italia di oggi, l'Italia di domani
Riflettere sul cambiamento per non ridurlo all'illusione di una banale propaganda: questo il senso provocatorio di questo libro, a partire, volutamente, dal titolo. Se il cambiamento è la costante del nostro panorama esistenziale, tuttavia, l'idea che esso ci sollevi dalla responsabilità di comprenderlo e interpretarlo, resta una chimerica illusione. Continuare a trascurare, in un discorso pubblico attardato sui quadri interpretativi del passato, la natura e le conseguenze di quelle fondamentali tendenze storiche che hanno generato il cambiamento contemporaneo, dall'egemonia della Tecnica all'indebolimento dello Stato-nazione, dalla pervasività della mediatizzazione all'esplosione della mobilità, può condurre solo alla caotica e irrazionale deriva dialettica che si pone alla base di una sistematica eterogenesi dei fini dell'iniziativa pubblica. I nuovi paradigmi concettuali, dal richiamo a una metodologia del disincanto al passaggio identitario dal territorio alla civilization, possono apparire ostici, ma di fronte alle inedite sfide che la storia ci ha riservato, un "progetto umano" può sopravvivere solo se mostra il coraggio di non adagiarsi sulle scelte dettate dalle retoriche egemoni.
EUR 15.20
Il mosaico della libertà. Perché la democrazia vale
Lo spazio pubblico in cui si confrontano soluzioni (alternative e confliggenti) ai problemi collettivi è uno spazio sociale, fatto di valori e delle voci della cittadinanza, non uno spazio istituzionale. Ma l'incertezza del processo democratico è virtuosa solo se si svolge entro i confini e i limiti della certezza costituzionale.
EUR 14.25