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In nessuna lingua In nessun luogo. Le poesie in dialetto (1938-2009)
Questo libro inaugura la possibilità di una nuova lettura di uno dei grandi poeti del nostro tempo.\r\n«"In nessuna lingua in nessun luogo" raccoglie l'integrale della produzione in trevigiano del poeta di Pieve di Soligo, estrapolando i testi dai contesti originari e costruendo un vero e proprio "canzoniere" parallelo all'opera italiana» - Blow Up\r\nPer definire il dialetto, Zanzotto si è servito più volte dell'espressione che nei Vangeli e nell'Apocalisse designa il messia: logos erchomenos, "parola che viene", veniente - ha aggiunto - «di là dove non è scrittura né grammatica», parola che rimane per questo «quasi infante nel suo dirsi». Il dialetto non è, cioè, per Zanzotto, una lingua accanto alle altre, ma l'esperienza della stessa sorgività della parola, qualcosa come la struttura stessa del linguaggio nel suo nascere, nel punto in cui il parlante «tocca con la lingua (nelle sue due accezioni di organo fisico e sistema di parole) il nostro non sapere di dove la lingua venga, nel momento in cui viene, monta come il latte». Per questo la pubblicazione di tutte le poesie in dialetto di Zanzotto, qui raccolte insieme per la prima volta accompagnate dalla traduzione in lingua e con...
Mozziconi
«Le parole sono il luogo su cui Mozziconi ha un potere, mentre \tRoma è una città ingovernabile, anche se noi vorremmo affidarla a uno, dieci, mille Mozziconi e alla loro poetica marginalità» - Nadia Terranova, Il Foglio"Mozziconi è uno straccione che vive sotto i ponti del Tevere, una specie di filosofo anarchista, che pensa e mette i pensieri in bottiglia e li affida alle acque del Tevere; un poveraccio, d'animo aristocratico, che non fa lega con gli altri barboni, ignoranti e di scarso pensiero, che neppure leggono i giornali vecchi trovati in mezzo al pattume, come fa lui. Mozziconi è in fondo una specie di filosofo cinico, come l'antico Diogene, che viveva in una botte ad Atene facendo a meno di tutto, a cui perfino Alessandro Magno portava rispetto; al giorno d'oggi la filosofia cinica non è più di moda, solo Malerba le ridà dignità, mettendo in bocca a Mozziconi discorsi che somigliano a profonde verità o a stupidaggini, difficile dire cosa prevale, sempre però con la leggera comicità e divertimento, come è nel suo stile migliore. La prima e unica edizione è stata Einaudi 1975." (E. C.)
EUR 12.35
Maggiori...
Tesoretto dell'amico di casa renano
Nel 1811 è lo stesso Hebel a pubblicare in volume il Tesoretto, con una scelta delle sue prose. Il libro è sempre stato molto ammirato dai massimi scrittori di ogni tempo (tra cui Goethe, Kafka, Walser, Benjamin, Canetti) per la sua prosa garbata e di inarrivabile incanto.\r\n«Tratta di tutto: prose didattiche sugli animali e la natura, sull'astronomia e i fenomeni dell'universo, semplici storie popolari d'almanacco, genere molto diffuso nella Germania di allora» - Marco Filoni, Il Venerdì\r\n«La prosa di Hebel è incantevole: che inventi raccontini edificanti o ammannisca minime moralità quotidiane, si pone comunque sotto il segno di una grazia e di un candore in cui anche la didascalia conquista una levità d'arabesco» - Blow Up\r\n«Il fascino maggiore di Hebel sta nella sua capacità di parlare, con acutezza, delle capitali del mondo, e delle piccole città di provincia in cui trascorse la sua vita» - Alias\r\n«Le persone istruite non sanno poi tutto, e spesso vanno alla cieca»\r\n\r\nQuesto è un libretto da leggere un po' tutte le sere a letto, per addormentarsi poi estasiati e sereni. Sono le storielle che Hebel scriveva per un calendario molto diffuso soprattutto tra i bassi ceti sociali, «L'Amico...
Lingue oscure. L'arte dei furfanti e dei poeti
Sembra incontestabile che il linguaggio serva a comunicare, ma la parola può assolvere anche un'altra funzione: quando è necessario, essa confonde e occulta. Lo sanno gli adulti e i bambini, i filologi e i banditi: tra le facoltà implicite del linguaggio, c'è quella di smontare e ricostruire una lingua per farne un idioma nuovo, sconosciuto, accessibile soltanto a pochi.\r\n«Solo il verso ispirato funzionerebbe da antidoto contro il lavoro linguistico che caratterizza l'automatismo del call center e le ingegnose peripezie della formazione permanente. In un panorama così intricato l'ultimo libro di Daniel Heller-Roazen è uno strumento formidabile, che si serve di una splendida silloge di esempi - Marco Mazzeo, Alias\r\n«Leggendo "Lingue oscure. L'arte dei furfanti e dei poeti" viene un forte desiderio di dedicarsi a studi di letteratura comparata e una subitanea invidia per chi, come lui, lo può fare con il profitto e il divertimento che da questo libro in più punti saltano fuori» - Azione\r\n«Lo studioso si inoltra in idiomi, vernacoli e codici che fanno parte della storia passata, e lo fa con acribia filologica.» - la Stampa\r\nÈ dal Quattrocento, in Europa, che si attestano le prime lingue intenzionalmente segrete. Sviluppate da...
Movimenti del pensiero. Diari 1930-1932/1936-1937
I diari di Wittgenstein tornano finalmente alla luce.\r\n«In queste pagine private scopriamo un Wittgenstein intimo, tormentato dall'amore per una donna e da una tensione spirituale vertiginosa» - Il giornale\r\nI diari di Wittgenstein, scritti per metà a Cambridge fra il 1930 e il 1932, per l'altra metà a Skjolden, in Norvegia, fra 1936 e il 1937, fanno parte di un unico quaderno venuto alla luce solo nel 1996.\r\nLa prima parte coincide col ritorno di Wittgenstein alla filosofia, una sorta di riavvìo del suo pensiero immerso fra i referenti concreti della vita quotidiana. Le domande sul senso, la fatica e il tormento del filosofare, si affiancano a considerazioni esplicite sui personaggi che costellano la sua esistenza: Ramsey, Moore, Keynes, Bachtin, Loos (ma anche Freud, Kraus, Spengler); gli amici (Hänsel, Francis Skinner ecc.) e i familiari. Senza contare il confronto con la musica e i musicisti dell'epoca; le divagazioni sul cinema americano, persino sullo sport.\r\nIl secondo periodo dei diari è invece quello della solitudine norvegese (nella baita in cui redasse la prima versione delle Ricerche filosofiche); qui gli interrogativi di natura “morale” (spesso al limite dell'autoflagellazione), sfociano di continuo in questioni specificamente “religiose”, concernenti la “fede”,...
I baffi del bambino. Scritti sull'arte e sugli artisti
Vengono qui raccolti i testi sull'arte che Luca Bertolo, ormai da vent'anni, affianca alla sua attività di pittore. L'autore si confronta con dei nuclei tematici ben precisi, come il rapporto tra arte e politica o lo statuto della pittura contemporanea nel contesto di un'arte che si suppone postmediale, riflettendo allo stesso tempo sulla crisi attuale della critica d'arte. Questi temi vengono variamente declinati da Bertolo attraverso ritratti di artisti della sua generazione, recensioni di mostre e riflessioni teoriche più generali, restando sempre fedele all'urgenza di mostrare in controluce gli aspetti essenziali della propria pratica artistica.
EUR 20.90
Potere e visibilità. Studi su Michel Foucault
La lotta per la visibilità è una delle principali ragioni di conflitto che le società occidentali hanno conosciuto in un periodo storico di lunga durata che arriva fino a oggi. Michel Foucault ne scrive in un piccolo saggio del 1977, "La vita degli uomini infami", ma in realtà tocca la questione durante tutto l'arco del suo percorso di ricerca. Pur non affrontandola mai in modo sistematico, ne lascia emergere lo spessore ogni volta che tratta problemi come l'esclusione e l'emarginazione sociale, la prigione, il crimine, le pratiche di costituzione del sé, ma anche esperienze estetiche come la letteratura e la produzione di immagini. Intorno alla lotta per la visibilità si gioca infatti una parte fondamentale dei rapporti fra gli individui e il potere. Non è un fenomeno a senso unico. Per un verso siamo catturati in un regime di visibilità sempre più esteso che mira ad afferrare ogni dettaglio delle nostre esistenze. Per un altro, conquistando nuove forme di visibilità, otteniamo dignità di parola nello spazio pubblico e rivendichiamo il nostro ruolo di soggetti politici. L'intreccio di potere, pratiche sociali ed estetica nella lotta per la visibilità è il nucleo intorno a cui...
Il furibondo cavallo ideologico. Scritti sul Novecento
Tenere a bada il «furibondo cavallo ideologico» fu forse il dovere che Delio Cantimori impose più costantemente al suo lavoro di storico. Come testimoniano gli scritti qui raccolti, stesi tra il 1946 e il 1965, il compito fu tutt'altro che semplice per lo storico degli eretici e degli utopisti dell'età moderna. La prima metà del Novecento aveva lasciato tracce profonde nel suo percorso umano e intellettuale. Per lui, mazziniano per tradizione familiare, poi fascista, quindi comunista e iscritto al Pci sino alla svolta del 1956, riflettere su quel recente passato non fu un esercizio dettato da narcisismo. Frammenti di memoria personale si mescolano alla storia collettiva, mentre il filo rosso dell'autobiografia (che unisce buona parte degli scritti qui presentati) gli consente di tracciare, sia pure di scorcio, il ritratto di personalità centrali della cultura storica del Novecento, da Johan Huizinga a Federico Chabod. Per Cantimori, che in gioventù aveva registrato in presa diretta gli umori di un'«Europa sotterranea» di cui si erano nutriti nazismo e fascismo, tornare su quegli anni a distanza di tempo comportò perciò il passaggio dalla testimonianza alla storiografia, il tutto all'insegna di una spietata autocritica.
EUR 23.75
Wittgenstein. Un'introduzione
Il volume offre una presentazione generale dei principali nodi teorici dell'opera di Ludwig Wittgenstein, dal Tractatus agli ultimi scritti. \r\n«Il commentatore austriaco propone una ricostruzione più tradizionale ma non per questo piatta» - Alias\r\nA partire da una ricostruzione, basata sulle principali fonti documentarie, della vita e degli anni di formazione tra Austria, Germania e Inghilterra, il libro ripercorre in cinque capitoli concettualmente densi ma di agevole leggibilità l'itinerario filosofico wittgensteiniano, le cui tappe sono scandite e discusse per temi o, meglio, per concetti-chiave: da quelli logici degli scritti giovanili a quelli grammaticali della transizione, dalla concezione dei giochi linguistici alla critica dei fondamenti della matematica e infine dall'analisi della certezza ai concetti di Weltbild e di Lebensform. La Postfazione, aggiunta alla ristampa tedesca del 2016 e alla presente edizione italiana, costituisce non soltanto un prezioso aggiornamento delle tematiche svolte nel libro, ma fornisce anche istruttive informazioni sulle acquisizioni della più recente esegesi wittgensteiniana. Di particolare interesse e attualità la discussione sui problemi connessi a un'auspicabile edizione critica degli scritti, pubblicati per lo più postumi e selezionati nel corso degli anni da vari curatori, e sui criteri per determinare quale sia da considerare un'“opera”...
Progetto e metropoli. Saggio su operaismo e architettura
Il rapporto tra operaismo italiano e architettura è stato, negli ultimi anni, oggetto di una particolare attenzione da parte della critica internazionale.\r\n«Si costruisce una critica anti-utopica, strutturata sulla polemica contro le figure ideologiche del socialismo, di quello social-democratico d'antan per arrivare a quello "reale" sovietico» - Toni Negri, Il Manifesto\r\n\r\n Si tratta di un capitolo del pensiero italiano, forse per troppo tempo trascurato, che vede al suo centro il lavoro di Manfredo Tafuri e della scuola di Venezia, ma che, sul finire degli anni Settanta, si apre ad altri percorsi di ricerca e si conclude con una serie di domande inevase - ancora attualissime - sul ruolo, la funzione e le possibilità inesplorate dell'arte del costruire nel suo rapporto con i grandi spazi dell'urbanizzazione contemporanea. Libera da ogni residuo di nostalgia, corrosiva nei confronti delle più diffuse mode culturali, la critica operaista dell'architettura ha tratteggiato i limiti ideologici della disciplina e i contorni materiali di un settore determinante della produzione contemporanea, attraverso un brillante incontro tra filosofia e tecnica, militanza politica e pratiche professionali.
EUR 15.20
Filosofia e politica in Ernst Bloch. Lo spirito dell'utopia un secolo dopo
Ernst Bloch (1885-1977), protagonista della cultura d'avanguardia tedesca ed esponente tra i più eterodossi del marxismo occidentale, pubblica nel 1918 Spirito dell'utopia. Quel libro presentava all'Europa, ferita dal primo conflitto mondiale, i primi elementi di un'ontologia del non-essere-ancora come spazio di pensabilità per una rivoluzione tanto spirituale quanto sociale. Era l'inizio di una ricerca a cui Bloch dedicherà tutta la sua vita. A un secolo dalla prima edizione di quell'opera fondamentale, gli autori di questo volume rileggono l'intero percorso filosofico di Bloch tentando di cogliervi un prisma concettuale in grado di interrogare il nostro presente. Questo approccio individua nella riflessione blochiana una fertile torsione del marxismo, riscoprendone l'operatività ai fini di una filosofia politica intesa come sapere della trasformazione. Il pensiero di Bloch ha il volto di Giano: guardando a ciò che non è ancora riuscito nel passato, al di là di ogni visione contemplativa e commemorativa, esso indica quello che nel futuro è ancora da fare - che non si tratta di prevedere, bensì di anticipare.
EUR 23.75
Armonia segreta. Carlo Scarpa e il progetto della forma
Che il mondo delle architetture scarpiane derivi da una estenuante ricerca condotta sulle forme e i materiali è fatto noto ed evidente; meno noto è che questa ricerca sia fondata su una attenta applicazione dei tracciati regolatori e dei principi proporzionali derivati dalla sezione aurea.I disegni pubblicati in questo saggio ci raccontano, in maniera suggestiva e sottile, della instancabile ricerca della bellezza che Carlo Scarpa compie attraverso i numeri e le forme. Il fascino inafferrabile della sua architettura risiede anche in questa traccia segreta che nasconde, sotto l'apparente chiarezza delle soluzioni adottate, un lungo processo di affinamento della composizione che aspira e tende alla perfezione assoluta.
EUR 17.10
Pourparler
Questo volume, che raccoglie conversazioni e dialoghi con Gilles Deleuze, rappresenta il rapporto che mantiene la filosofia con le grandi Potenze della nostra epoca (le religioni, gli Stati, il capitalismo, la scienza, il diritto, l'opinione pubblica, la televisione). La filosofia, divisa tra la collera contro il mondo contemporaneo e la serenità che porta a chi la pratica, non può ingaggiare nessuna battaglia contro queste Potenze, ma può condurre una guerra senza battaglie, una guerriglia. Non può dialogarci, non ha nulla da dirgli, nulla da comunicare, e allora sceglie di avviare dei pourparler. Poiché le potenze non si accontentano di rimanere esteriori, ma penetrano anche in ciascuno di noi, grazie alla filosofia ci troviamo tutti incessantemente in pourparler e in guerriglia con noi stessi.
EUR 15.20
L' Europa di Simone Weil. Filosofia e nuove istituzioni
Il punto di partenza della riflessione comune che questo volume offre ai lettori è stata la frase che Simone Weil (1909-43) scrive in chiusura de La persona e il sacro: «Al di sopra delle istituzioni destinate a proteggere il diritto, le persone, le libertà democratiche, occorre inventarne altre destinate a discernere e abolire tutto ciò che nella vita contemporanea schiaccia le anime sotto l'ingiustizia, la menzogna e la bruttezza. Occorre inventarle perché sono sconosciute, ed è impossibile dubitare che siano indispensabili».\r\n«"Pensare l'Europa"... Ci riusciremo mai?» - Alfonso Berardinelli, il Foglio\r\nA partire da essa, alcuni autorevoli studiosi del pensiero weiliano italiani e stranieri si sono chiesti, anche in riferimento all'attuale situazione europea, quali potessero essere le riflessioni di Simone Weil da prendere in considerazione per rispondere a domande sempre più urgenti: quale orizzonte etico e spirituale, quale filosofia possono far nascere le nuove istituzioni di cui Weil avvertiva la necessità? Che tipo di istituzioni potrebbero essere? Quale relazione tra spiritualità, etica e politica si dovrebbe articolare in esse, e secondo quali modalità? Il risultato di questo ragionare comune vorrebbe essere, innanzitutto, une réflexion en vue d'un bilan, come scriveva Weil, non solo sulle potenzialità...
Gli Stati Uniti d'Europa
Al centro di questo volume vi è un intreccio di tematiche approfondite a più riprese da Vincenzo Cento, prima con la Memoria, premiata al Concorso internazionale per l'Europa del 1924 e ripubblicata alla fine dello stesso anno su «La vita internazionale»; quindi, nel 1926, con il saggio su Gli Stati Uniti d'Europa, nella versione definitiva che qui si ripropone. Il testo è ispirato da un bisogno pressante di pace e di collaborazione internazionale, che l'autore tuttavia interpreta in maniera alternativa tanto alla soluzione confederale di marca wilsoniana - quella di una Società delle Nazioni che troppo concede alle sovranità dei singoli Stati -, quanto alla soluzione federale di ispirazione kantiana, che di quelle sovranità dichiara di voler fare completamente a meno. Il futuro degli Stati Uniti d'Europa, se futuro può esservi, è un altro. È il futuro assicurato da un legame organico e solidaristico fra Stati sovrani, federati tra loro su basi comuni non astrattamente idealistiche, ma immediatamente storiche e politiche, commerciali e culturali.
EUR 13.30
Occhiacci di legno. Dieci riflessioni sulla distanza. Ediz. ampliata
«Tutto il mondo è paese non vuol dire che tutto è uguale: vuol dire che tutti siamo spaesati rispetto a qualcosa e a qualcuno.» Il libro indaga, da punti di vista diversi, le potenzialità cognitive e morali, costruttive e distruttive dello spaesamento e della distanza. Perché una lunga tradizione ha attribuito allo sguardo dell'estraneo - del selvaggio, del contadino, dell'animale - la capacità di svelare le menzogne della società? Perché la riflessione sul mito serve a distanziare la realtà, mentre il mito è spesso uno strumento politico per controllare gli ignari? Perché nel Medioevo, durante i funerali dei re di Francia e d'Inghilterra, veniva portato in processione un fantoccio detto «rappresentazione»? Perché il cristianesimo fece propria la proibizione mosaica delle immagini ma favorì da un certo momento in poi la diffusione di immagini devozionali? Perché lo stile è stato usato, a seconda dei casi, per includere o escludere la diversità culturale? Perché ricorriamo così spesso a metafore visive come «prospettiva» o «punto di vista»? Uccidereste un mandarino cinese sconosciuto se vi venisse offerta una grossa somma? Gesù era cristiano? Dieci sguardi sul mondo, da vicino e da lontano. Nuova edizione accresciuta.
EUR 19.00
Vedi Offerta Come frantumi di mondi. Teoria della prosa e logica delle emozioni in Gadda
Carlo Emilio Gadda, uno dei più grandi narratori del Novecento, è ancora ai margini del canone scolastico per via della sua complessità: il lettore che si avvicini per la prima volta all'opera gaddiana rischia di essere scoraggiato dalla densa stratificazione di problemi linguistici, filologici e logici posti da una compagine testuale così intricata da poter apparire illeggibile.\r\nCome frantumi di mondi è un libro sulla costruzione narrativa di Gadda, che prova a trattare Gadda come una sineddoche per interrogarsi sulla dialettica fra logica del mondo e racconto letterario. Vi si affrontano questioni di teoria della letteratura e di logica dell'interiorità lungo due linee di indagine diverse: quella psicologico-psicoanalitica, condotta sulla scia di Freud e Matte Blanco; e quella filosofico-scientifica, esplorata nei suoi legami con il pensiero di Leibniz, Spinoza e Kant, ma anche di Einstein, Heisenberg e Pauli. L'impostazione teorica di Come frantumi di mondi rispecchia, così, la cultura gaddiana, articolandosi attorno a tre coppie antinomiche che ritornano in tutti i capitoli: matematica ed emozioni; logica e caos; convenzioni letterarie e vissuto.
EUR 19.00
Franco Fortini. Scrivere e leggere poesia
Franco Fortini è certo conosciuto principalmente nella veste di intellettuale e di saggista, ma, quasi a dispetto del suo ruolo di coscienza critica del Novecento italiano, nel suo lungo e articolato percorso ha sempre avuto un ruolo centrale la poesia, sia scritta sia letta. Il libro ha diversi autori ma un solo intento: cercare di raggiungere, partendo da diverse prospettive, questo legame tra scrivere e leggere, così necessario per Fortini da spingerlo a proporre la sostituzione dell'immobile parola “letteratura” con la coppia di attività “lettura-scrittura”. Parlando sempre di poesia, pertanto, si toccano questioni di politica, lingua, stile, metrica, traduzione (tradurre era per Fortini il modo più vero di leggere), critica, teoria, lavoro editoriale. E, nell'ultima parte, si può sentire quanto sia rimasto della poesia di Fortini nella voce di alcuni poeti delle generazioni successive: Gianni D'Elia, Umberto Fiori, Biancamaria Frabotta, Fabio Pusterla.
EUR 20.90
Album dei giuramenti. Tavole dei giuramenti
Album dei Giuramenti e Tavole dei Giuramenti - i due volumi che qui presentiamo - vogliono condividere con il lettore i tratti di un'avventura teatrale memorabile - che ha portato allo spettacolo omonimo - e soprattutto fissare quanto si è depositato nel lungo periodo di lavoro, in pensieri, versi e immagini, quanto cioè, al di là dello spettacolo, mantiene vitalità propria, in dialogo col più vasto e comune canone teatrale. Dopo due anni di incontri e seminari, Cesare Ronconi ha formato un gruppo di dodici attori e con loro, in un luogo appartato e selvatico, l'Arboreto di Mondaino, ha guidato tre mesi di vita in comune, in un tempo che era insieme di prove teatrali, di studio, di vita nel bosco, fino alla formazione di un «corpo di corpi», cioè di un Coro teatrale caratterizzato da «empatia, impasti profondi che lo generano e lo tengono in vita».
EUR 28.50
Trenta poesie famigliari di Giovanni Pascoli
«Si ripubblica il saggio in cui il grande critico raccontava l'"inferno" del poeta, chee per tutta la vita si rifugiò nel suo nido casalingo per proteggersi dalla realtà» - Il Venerdì"Questo libro di Cesare Garboli (prima edizione 1990) sarebbe a prima vista il commento a trenta poesie minori di Pascoli; se non fosse diventato un'indagine accuratissima e divertente su quel romanzo non scritto e sepolto nell'opera poetica di Pascoli, dove il poeta, immerso nella sua irresoluta angoscia, gode dei suoi fangosi piagnistei, come il più orfano personaggio di tutta la letteratura. Quasi metà del libro è occupato dalla interessantissima biografia, in forma di cronologia; trama appunto di questo romanzo nascosto, che in fondo, dice Garboli, è anche molto divertente. Un modo di accostarsi a Pascoli, a questo straordinario poeta, con una chiarezza e un'intelligenza non comuni; e soprattutto un modo che spazza via l'impoverimento e la banalizzazione scolastica." (E. C.). Con un saggio introduttivo di Emanuele Trevi.
EUR 19.00