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Un romanzo russo
«La follia e l'orrore hanno attanagliato\r\nla mia vita» scriveva Carrère presentando\r\nUn romanzo russo ai lettori francesi. «Di\r\nquesto, e di nient'altro, parlano i miei libri». \r\n"Hai creduto che l'amore di Sophie, la lingua russa, le ricerche sulla mia vita e sulla mia morte ti avrebbero liberato, ti avrebbero permesso ti chiudere i conti con un passato che non è il tuo ma che si ripete in te in modo ancora più implacabile proprio perché non ti appartiene. Ma l'amore ti ha mentito, ancora non riesci a parlare russo correttamente e quello che in me era irrimediabilmente infetto continua a infettare anche voi, i miei nipoti, e vi sta uccidendo l'uno dopo l'altro. Per morire non c'è bisogno di saltare dalla finestra, ci sono quelli come te che muoiono restando vivi. Per te non c'è liberazione. Ovunque tu vada, qualunque cosa tu faccia, ti aspettano l'orrore e la follia."\r\n\r\nUn giorno, però, dopo aver concluso\r\nla stesura dell'Avversario, alla follia e all'orrore\r\ndecide di sfuggire. Trova un nuovo\r\namore e accetta di realizzare un reportage\r\nsu un prigioniero di guerra ungherese\r\ndimenticato per più di cinquant'anni\r\nin un ospedale psichiatrico russo. Arriva\r\ncosì in una cittadina a ottocento chilometri\r\nda Mosca, dove tornerà poi...
Vite brevi di tennisti eminenti
Un intrico di storie e di scoperte sui personaggi del tennis.\r\n\r\n\r\n«Dopo una pausa di indecisione, si era avvicinato alla tribuna, aveva fissato negli occhi lo spettatore e, con un'aria tra il sofferto e l'oltraggiato che nessun altro avrebbe retto per più di tre secondi, gli aveva detto una cosa, in realtà, serissima: "Ah non, monsieur, je vous en prie. Je vouns en prie". Altra pausa e addirittura un accenno di inchino: "Je fais du théâtre"»\r\n\r\nPrima che il ragazzone in copertina, Jack Kramer, lo chiudesse per sempre nella confortevole camicia di forza del professionismo, il tennis era un mondo libero e per molti versi alieno, dove ognuno sembrava dare, del gioco, un'interpretazione quantomeno personale: Torben Ulrich tentava di cogliere, in stadi e palazzetti, il suono perfetto della palla sulle corde; « Teach » Tennant, che aveva insegnato a Carole Lombard e Joan Crawford, cercava di trasformare le sue giocatrici in « statue di tennis »; e Art Larsen - oh, Art seguiva sempre e solo i consigli del suo coach immaginario, l'aquila reale appollaiata, durante i match, sulla sua spalla. Quel mondo rivive in questi racconti, che sono lunghe didascalie di altrettante foto d'agenzia...
La signora nel furgone e le sue conseguenze
Mancava un po' a tutti, l'intrattabile Miss\r\nShepherd. Ai moltissimi lettori della Signora\r\nnel furgone, naturalmente. Ma soprattutto\r\nal suo riluttante e devoto biografo, Alan\r\nBennett.\r\n"MISS SHEPERD Questo pomeriggio ho visto un serpente. Veniva su per la Parkway. Era lungo, e grigio. Un boa constrictor mi sa.\r\nA.B. Ma no...\r\nMISS SHEPERD Aveva l'aria velenosa. Strisciava contro il muro. Secondo me puntava al furgone.\r\nA.B. Ma no, Miss Sheperd...\r\nMISS SHEPERD Ho pensato di avvisarla, per sicurezza. Io me la sono già vista brutta, coi serpenti.\r\nA.B. Miss Sheperd, mi stia a sentire. A Camden Town non ci sono boa constrictor.\r\nMISS SHEPERD Mi sta dando della bugiarda? Guardi che so riconoscere un boa contrictor, sa?"\r\n\r\nAlan Bennett come si poteva immaginare\r\nha colto al volo la proposta del regista\r\nNicholas Hytner: scrivere un film che avrebbe\r\nvisto Maggie Smith nel ruolo della\r\nprotagonista. Dal lavoro sul film è nato\r\npoi questo libro, che oltre al testo originale\r\ne alla sceneggiatura contiene uno scritto\r\nintroduttivo di pungente sincerità dove\r\nper la prima volta Bennett, anche grazie a\r\nnuove pagine di diario, racconta fino in\r\nfondo la singolare relazione che per quindici\r\nanni lo ha legato al più eccentrico dei\r\nsuoi personaggi, svelando a uno a uno,\r\ncon nostro irrefrenabile divertimento, i\r\nlati più curiosi dello strano mestiere che,\r\nsenza...
Le arti in Russia sotto Stalin
Le arti in Russia sotto Stalin e Una\r\nvisita a Leningrado, che Berlin definì, con sommo understatement,\r\n«resoconti» della sua missione diplomatica\r\nin Unione Sovietica, sono\r\nin realtà entrambi memorabili:\r\nuna vera e propria storia della\r\ncultura russa nei decenni iniziali\r\ndel Novecento, «cronaca della profetica\r\ngenerazione della Achmatova», il primo; un intenso reportage\r\nsu Leningrado a meno di due anni\r\ndalla fine dell'assedio tedesco, il\r\nsecondo.
EUR 5.25
Viaggio in Africa
A Manganelli, che nel 1970 la attraversa\r\ndalla Tanzania all'Egitto portandosi\r\nappresso l'immagine illusoria e il cliché\r\ncinematografico elaborati dal disagio\r\neuropeo, l'Africa si rivela d'improvviso.\r\nPachiderma planetario dove l'uomo\r\nè un'eccezione, affida la sua dignità\r\nnon allo splendore di monumenti intimidatori,\r\nma a simboli inconsapevoli,\r\n«intensamente araldici»: gli animali. E\r\nil viaggiatore, di fronte a quella minacciosa\r\nintensità, non può che sentirsi «esotico\r\ned estraneo», affascinato, allarmato.\r\nÈ uno choc che lascerà tracce profonde:\r\nsulla via del ritorno, il Partenone apparirà\r\na Manganelli un gesto di «violenza\r\nragionevole nei confronti della stessa\r\ndemonicità greca».
EUR 5.95
La mente colorata
Comprendere l'Odissea significa comprendere\r\n«noi stessi, l'arte moderna, il nostro futuro».\r\n\r\nNato da un progetto a lungo accarezzato, La mente\r\ncolorata è soprattutto un'interpretazione narrata dell'Odissea,\r\ndove velocità e leggerezza celano un immane\r\nlavoro di documentazione. Un racconto, dunque,\r\nche «conquista senza scampo», come ha scritto\r\nPiero Boitani, giacché «intrecciare ancora una volta\r\nil tessuto stupefacente dell'Odissea, e insieme interpretarlo\r\nnell'arazzo più vasto della letteratura greca,\r\nnon è esattamente cosa facile», e Citati lo fa apparire\r\n«semplice e limpido». Ma c'è di più: per Citati,\r\nche coltiva in egual misura la passione per gli antichi\r\ne per i moderni, l'Odissea inventa le leggi dell'arte\r\ndel narrare, ne sperimenta ogni forma e possibilità,\r\nsicché dal poema si dipartono luminosi tragitti,\r\nche ci proiettano verso i libri che verranno: Gli\r\nanni di apprendistato di Wilhelm Meister, Anna Karenina,\r\nla Recherche sono costruiti secondo lo stesso principio\r\nsinfonico; nell'isola dei Feaci Ulisse fonda il\r\nracconto fantastico, che ha ispirato le storie delle\r\nMille e una notte, Potocki, Hoffmann, Poe, e nella capanna\r\ndi Eumeo il racconto d'avventura, da cui discendono\r\ni romanzi ellenistici, Dumas, Stevenson.
EUR 11.90
In caso di disgrazia
Con mano da maestro, Simenon ci fa percorrere tutte le tappe di un amour fou turbinoso e funesto, regalandoci uno dei suoi romanzi più intensamente erotici, più strazianti e appassionati.\r\n\r\n«Alla luce di quanto oggi sappiamo della vita di Simenon, per sue dirette ammissioni, i turbamenti erotici del protagonista appaiono come un'adombrata liberatoria confessione: "Una fame di sesso puro, se così posso esprimermi senza far sorridere, ossia che prescindesse da qualsiasi considerazione sentimentale e passionale". Sono le parole di Gobillot, di fronte all'irrefrenabile impulso che lo governa...». (Piero Gelli)
EUR 10.20
Il porto di Toledo
«La vecchia natura delle cose non mi andava. Inventai dunque una me stessa che voleva un'aggiunta al mondo, che gridava contro la pianificazione ottimale della vita. Che vedeva, nella normalità, solo menzogna. Che protestava contro il soffocamento del limite, esigeva pura violenza e nuovo orizzonte. La cultura nuova (del mondo) non era nuova. Era una coltivazione di virus. L'immobilità e la soddisfazione erano dovunque. Era un pullulare di luoghi comuni sui vantaggi della vita, e questa vita era ormai un nido di mostri. Non vedevo nessuna colomba arrivare dall'orizzonte come segno che l'alluvione era finita ... Toledo non è dunque una storia vera, non è un'autobiografia, è rivolta e "reato" davanti alla pianificazione umana, alla sola dimensione umana che ci è stata lasciata.» (Anna Maria Ortese)
EUR 13.60
Il mercante di coralli
Fra i grandi scrittori del Novecento, Joseph Roth è quello che più pervicacemente ha saputo tener fede alla figura del narratore. Raccontare storie disparate, intesserle, farle risuonare l'una con l'altra, fare dei propri racconti «una grande casa con molte porte e molte stanze per molte specie di uomini»: questo è il sogno che Roth perseguì in tutta la sua vita di scrittore. E lo riconosciamo subito leggendo queste narrazioni, sparse nell'arco di più di vent'anni, chiuse alcune nella misura essenziale dell'apologo, dove avvertiamo ogni volta di muoverci all'interno di un unico, ma quanto mai vasto e variegato mondo. Molte sono le vie che Roth tenta, e più di una volta si può dire che esse conducano alla terra della perfezione, come nel caso almeno del "Capostazione Fallmerayer", della "Leggenda del santo bevitore" e del "Leviatano".
EUR 10.20
Le persiane verdi
"Bevve il terzo bicchiere a occhi chiusi. Poi ne bevve un quarto e solo allora si eresse in tutta la sua altezza, spinse il petto in fuori, gonfiò le guance e tornò a essere quello che tutti erano abituati a vedere. Si guardò intorno, osservando le facce che fluttuavano tra le nuvole di fumo, e contrasse le labbra in una smorfia, la sua famosa smorfia, feroce e patetica insieme, che alla fine produsse l'effetto desiderato, li fece ridere, come a teatro faceva ridere la platea, il tipico riso nervoso di chi per un attimo ha avuto paura." \r\n«Forse questo è il libro che i critici mi chiedono da tanto tempo e che ho sempre sperato di scrivere» azzarda Simenon, che ha terminato "Le persiane verdi" in una sorta di stato di grazia, all'indomani della nascita del secondo figlio. Ha tutte le ragioni di essere soddisfatto: è riuscito a scolpire una figura larger than life, Emile Maugin, celeberrimo attore giunto, a sessant'anni, all'apice del successo e della fama, che un giorno apprende di avere, al posto del ventricolo sinistro, «una specie di pera molle e avvizzita». «Maugin non è ispirato né a Raimu, né...
Il tango
«Vi troverete davanti il più puro spirito di Borges, la sua narrazione calda, avvolgente, intrisa di qul vago mistero arcano che fa di uno scrittore un custode dei sigilli del reale, per cui niente è citato ma tutto rivive, in un rinnovato battesimo del tempo» - Stefano Massini, RobinsonIl tango, è stato scritto, è «un pensiero triste che si balla». Ma la malinconia del tango, la sua natura di scena drammatica, di lamento amoroso, di ballo lento, languido e voluttuoso, sono legate al periodo in cui si afferma nelle capitali europee (a Parigi, anzitutto) e viene universalmente accettato. Un periodo che a Borges poco interessa, perché nulla ha a che vedere con le sue origini di ballo audace e indecente, di «rettile da lupanare», come lo definiva Lugones. Per salvaguardare quelle origini lontane, nell'ottobre del 1965 Borges ha tenuto un ciclo di quattro conferenze che, fortunosamente registrate, solo di recente sono tornate alla luce e sono diventate un libro, inatteso e sorprendente. Perché nelle parole di Borges rivivono la Buenos Aires della sua infanzia - una piccola città di case basse con il patio, senza alberi, circondata da campi aperti -, le milonghe...
Dalle odi. Scelte e tradotte da Guido Ceronetti
L'amore per Orazio e il desiderio di tradurlo accompagnano\r\nGuido Ceronetti sin da quando, diciottenne,\r\nsi cimentava in versioni oggi «ripudiatissime»\r\n\r\nL'Orazio interruptus viene poi ripreso al principio\r\ndegli anni Ottanta col progetto, mai realizzato,\r\ndi una piccola edizione concepita come prima\r\ntappa di un «viaggio ascetico verso il puro non-essere,\r\nlo spogliarsi d'ogni illusione e farsi jıvanmukta\r\nin compagnia di Orazio». Per Ceronetti, infatti,\r\nOrazio è lontano mille miglia dal poeta sondato\r\ne scrutato dalla filologia classica: il suo stile non è\r\nfredda accademia augustea, semmai «contrazione\r\ndella vita, mediante l'impegno della parola», il che\r\nesige «tutto il fuoco della passione rivolto ad un $ne\r\nche la contraria» - fuoco contratto, dunque. E a lui ancor\r\nmeglio che a Kavafis si attaglia quel che diceva la\r\nYourcenar: «Siamo così abituati a vedere nella saggezza\r\nun residuo delle passioni spente, che fatichiamo\r\na riconoscere in lei la forma più dura, più condensata\r\ndell'Ardore, la particella aurea nata dal\r\nfuoco, e non la cenere». Dopo più di trent'anni\r\nil viaggio attraverso il «deserto fiorito» di Orazio\r\nha preso la forma di ventotto traduzioni, che bastano\r\na metterci di fronte a qualcosa di totalmente\r\nimprevisto: malgrado la sua fama ininterrotta,\r\ndel più classico dei classici ci era sinora sfuggita l'anima\r\nsegreta.
EUR 10.20
Uomini e cani
Sullo sfondo\r\ndi una natura riarsa, in una terra che\r\nsembra posta agli estremi confini del mondo,\r\nsi consuma una serie di drammi strettamente\r\nintrecciati fra loro. E a raccontare\r\nquesta umanità sconfitta e allucinata,\r\nc'è la lingua di Omar Di Monopoli.\r\n«S'inoltrò sulla sabbia abbandonando gli stivali a terra. Il fragore delle onde coprì ogni altro suono e quello fu il momento in cui la vide. Era di spalle, nuda. La pelle chiara come il latte. Una cascata di capelli sciolti e bagnati che le si appiccicavano sulla schiena. Buba si bloccò, pietrificato. Lei si portò i capelli davanti al viso, si piegò e li immerse nel mare. I seni ricchi, morbidamente lambiti dal dondolio della corrente sul pelo d'acqua. Poi, con un movimento brusco, tirò la testa all'indietro e i capelli scuri percorsero nell'aria un arco picchiettato da mille goccioline che luccicarono al sole. Prese a cantare, una canzone che lui non aveva mai sentito prima, e quando finalmente si voltò, non fece altro che continuare a cantare. Raccolse le braccia attorno al petto e rabbrividendo uscì dall'acqua, lo sguardo di sottecchi.»\r\n«Passami quell'asciugamano, disse.»\r\n\r\nIn una immaginaria, ma più che verosimile,\r\ncittadina del Salento, chiamata Languore,\r\nnon esistono buoni e cattivi,...
Inviata speciale
Finalista del Premio Lattes Grinzane 2019.Con Inviata speciale Jean Echenoz torna\r\nalla narrazione pura, e insieme al noir e\r\nalla spy story, di cui è da sempre appassionato,\r\nmettendo la sua impareggiabile ironia\r\ne tutte le scintillanti risorse della sua\r\nscrittura al servizio della più affettuosa celebrazione.\r\n\r\n«Ecco la persona, generale, ha detto Objat.\r\nSenza rivolgerle la parola né tantomeno\r\nsalutarla, il generale ha squadrato a lungo\r\nConstance dalla testa ai piedi, con una\r\nrapida deviazione sul cigarillo. A Constance\r\nera già capitato di essere scrutata in quel\r\nmodo ma stavolta le è parso che l'esame\r\nnon avesse intenti medici o libidici. Poi,\r\nvoltandosi verso Objat: Ha ragione, ha detto\r\nBourgeaud, credo proprio che possa fare\r\nal caso nostro.\r\n«Mi scusi, si è spazientita Constance, ma di\r\nquale caso sta parlando È semplice, ha risposto\r\nil generale, la manderemo a destabilizzare\r\nla Corea del Nord»\r\n\r\n\r\nTrentaquattro anni, camicetta azzurra attillata,\r\npantaloni skinny antracite, corto\r\ncaschetto alla Louise Brooks - in una parola,\r\nincantevole. È così che ci appare Constance,\r\npoco attiva e poco qualificata, ma\r\nin compenso duttile, molto incline alle disavventure\r\nsentimentali e misteriosamente\r\ncapace di scatenare, con la sua morbida\r\nsvagatezza, l'imprevedibile. Una quindicina\r\ndi anni fa, fra l'altro, Constance è\r\nstata l'interprete di un successo planetario,\r\nExcessif, una di quelle canzoni che fanno\r\nballare il mondo intero, dalla Lapponia\r\nallo Yemen, e assicurano a...
I riti di caccia dei popoli siberiani
La caccia, in Siberia, è una questione di vita\r\no di morte, uno scontro inesorabile tra\r\nl'uomo e le potenze invisibili che dominano\r\nle immense distese ghiacciate, le foreste,\r\ni monti, i laghi, e a cui appartengono\r\ngli animali. \r\n"Dietro l'animale il cacciatore scorge una schiera di forze soprannaturali pronte a intervenire contro la sua irruzione nel loro dominio. I ruoli sono invertiti: l'uomo, inerme, si batte in condizioni di inferiorità contro un avversario più grande di lui. Affronta un guerriero le cui doti non sono affatto inferiori alle sue, protetto da potenze superiori e che deve acconsentire alla propria uccisione. Se dovesse confidare nelle sue sole forze, l'uomo non oserebbe nulla. Di per se stesso, egli non esiste."\r\nIn un mondo dove tutto è\r\npieno di dèi, popolato da spiriti di ogni\r\nsorta con le loro gerarchie e antipatie reciproche,\r\nil cacciatore che si addentra nella\r\nforesta o s'avventura per mare «deve trovarsi\r\nin uno stato di grazia, come il sacerdote\r\nche si accosta al sacrificio». Si muove\r\ndunque con circospezione, protetto solo\r\ndalla magia, mediante la quale stipula un\r\npatto con l'«altro lato», perché «il diritto\r\ndi uccidere si paga, come un permesso di\r\ncaccia rilasciato da potenze superiori», e\r\nin cambio dei sacrifici le divinità concederanno\r\nselvaggina in abbondanza....
Il libro di sabbia
Nel febbraio del 1969, a Cambridge, su una panchina davanti al fiume Charles, Borges incontra un uomo che ha la sua stessa voce e gli è più intimo di un figlio nato dalla sua carne. L'uomo è Borges ventenne, a Ginevra, seduto su una panchina davanti al fiume Rodano. Comincia così, con un vertiginoso ritorno al «vecchio tema del doppio» e alle atmosfere lucidamente visionarie degli scritti degli anni Quaranta, "Il libro di sabbia", che raccoglie tredici, memorabili, racconti - cui se ne aggiungono qui, in appendice, altri quattro. Racconti di carattere fantastico. O forse sogni. O forse incontri con apparizioni spettrali. «In questi esercizi da cieco» scrive Borges «ho voluto essere fedele all'esempio di Wells: la congiunzione di uno stile piano, a volte quasi orale, con una trama impossibile» - e il risultato è una prosa pacata ed essenziale, ma come non mai modulata e musicale.
EUR 10.20
Non dirlo ad Alfred
Gli aspetti più esilaranti dell'ambiente diplomatico\r\neuropeo degli anni Cinquanta.\r\n\r\nCatapultata dalla tediosa cerchia accademica di\r\nOxford fino all'ambasciata britannica a Parigi, dove\r\nil marito Alfred è stato inopinatamente nominato\r\nambasciatore, Fanny, la narratrice, ci fa assaporare\r\ngli aspetti più esilaranti dell'ambiente diplomatico\r\neuropeo degli anni Cinquanta: una vita\r\ndi società gaia ma ancora formale, nella quale si affacciano\r\na sorpresa i quattro $gli ormai cresciuti\r\ndella coppia, al$eri della rivoluzione giovanile ai\r\nsuoi albori. E se i personaggi di Nancy Mitford, come\r\nlei stessa ebbe a dire, «vivono in un mondo di\r\nsuperlativi», il migliore esempio ne è senz'altro la\r\ndivina Northey, giovanissima segretaria particolare\r\ndi Fanny, che dopo aver messo a soqquadro col\r\nsuo fascino il bel mondo parigino ci elargisce un\r\nmirabolante finale.
EUR 10.20
Storia di Matilde
«Il più bel romanzo scritto in Italia negli ultimi vent'anni» - \r\nPietro Citati\r\n\r\nPer adeguarsi al ritmo ininterrotto di Storia di Matilde\r\noccorrerà un piccolo sforzo iniziale, come quando\r\ns'impara un nuovo ballo; ma presto i passi diventeranno\r\nspediti, il lettore si lascerà prendere, si lascerà\r\nandare, e sarà ricompensato dalla storia bellissima e\r\nstruggente di un inganno crudele consumato da tutta\r\nuna società a spese di un uomo semplice e povero,\r\nnonché da una miriade di storie minori, di pace e di\r\nguerra.
EUR 10.20
La debuttante
Donna dall'eccentricità indomabile, Leonora\r\nCarrington fu una delle «muse inquietanti\r\n» del surrealismo, dal quale però\r\nnon smise mai di tenersi a debita distanza,\r\nanche negli anni in cui viveva con Max\r\nErnst. \r\n\r\n«Hai l'ingenuità di credere che il passato muoia?».\r\n«Sì», disse Margaret «Se il presente gli taglia la gola».\r\n\r\nI suoi quadri, enigmatici e beffardi,\r\nsono oggi celebrati e ricercati, ma non meno\r\nrivelatrice è la sua opera in prosa - e in\r\nparticolare questi racconti, nei quali già\r\nBreton riconosceva un vertice dello «humour\r\nnero» (definizione che a lui risale).\r\nQui il lettore potrà incontrare per la prima\r\nvolta le sue creature predilette, esseri\r\ndalla natura sempre mutevole e indecifrabile,\r\noscillanti tra l'aria ingannevole della\r\nnursery - deposito di sogni e relitti infantili\r\n- e l'orrore puro. Come nel racconto da\r\ncui prende il titolo la raccolta, dove una\r\ngiovane debuttante, per evitare di partecipare\r\nal ballo organizzato dalla madre in\r\nsuo onore, chiede a una iena il favore di\r\nsostituirla: con conseguenze feroci e esilaranti.\r\nTutti «fantasmi di famiglia», su cui\r\nsentiamo aleggiare la risata rauca e affettuosamente\r\ncrudele della Carrington.\r\nPer lei, ciò che per altri fu la scoperta della\r\nsurrealtà, era la normalità stessa - come\r\nconstatò sin dall'infanzia passata in una\r\nmagione goticheggiante, che si poteva trasformare\r\nfacilmente in un'allucinazione.
EUR 14.45
Lezioni di letteratura
Rischiarati da un'intelligenza\r\nappuntita e beffarda, sfilano sette\r\ncapolavori delle letterature occidentali,\r\nda Mansfield Park di Jane Austen all'Ulisse\r\ndi Joyce. \r\n\r\n\r\n«Il mio corso è, tra le altre cose, una sorta\r\ndi indagine poliziesca sul mistero delle\r\nstrutture letterarie». Del detective - e\r\ndello studioso - Nabokov possiede la passione\r\nbruciante per il dettaglio. Ma anche\r\nuna voracità linguistica che lo guida\r\na inseguire, negli scritti altrui, astuzie e\r\ntrucchi verbali rivelatori; e una felice insistenza\r\nnella ricostruzione dei luoghi,\r\ndegli spazi - dai mobili di una stanza a\r\nuna città, e una regione - in cui si manifestano\r\nle storie. Sa bene, e lo ripete provocatoriamente,\r\nche utili insegnamenti e\r\nbuoni propositi nulla hanno da spartire\r\ncon la letteratura. Che è invece composta,\r\nin parti uguali, di esattezza e incantamento:\r\n«la precisione della poesia e l'intuizione\r\ndella scienza». E questo insegna\r\nNabokov nelle sue Lezioni di letteratura: a\r\nleggere con occhio penetrante, ma disposto\r\nalla magia. A non guardare soltanto\r\nalle storie, ma al modo in cui sono raccontate.\r\nA riconoscere, al tempo stesso, il\r\ngenio individuale dello scrittore e l'architettura\r\ndei testi. Rischiarati da un'intelligenza\r\nappuntita e beffarda, sfilano sette\r\ncapolavori delle letterature occidentali,\r\nda Mansfield Park di Jane Austen all'Ulisse\r\ndi Joyce. E lui, il professor Nabokov\r\n- docente a Wellesley e quindi alla\r\nCornell tra il 1941 e il 1958 -, li racconta\r\nagli...