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Commedia
i>«Egli se ne stava lì, ritto al sole, e il suo manchevole abbigliamento gli diveniva sempre più insostenibile. Quel po' di iattura gli faceva perdere la testa. Possiamo in effetti diventare spaventosi se la nostra situazione ci appare spaventosa. Se abbiamo spavento di noi, anche gli altri si spaventano di noi. Mi auguro che tutti voi lo abbiate già sperimentato almeno una volta. Vi prego di ricordarvene. Una sottilissima, lievissima, dico un'ombra di capacità d'uccidere, e che?, non è forse dentro ciascuno di noi? Dico il residuo fievolissimo di una disposizione risalente a secoli addietro?? Me lo domando. Domandatevelo anche voi. Nessuno di noi è in grado di sapere se non sia peggio di quel che è»\r\n\r\nUna Cenerentola che ama servire e farsi battere\r\ndalle sorelle; il principe che all'improvviso s'innamora\r\ndella matrigna di Biancaneve, la quale\r\nperò gli preferisce il ben più prestante cacciatore\r\n(«val quanto diecimila principi»); Rosaspina che\r\nrespinge il principe azzurro, reo di avere destato\r\nlei e gli abitanti del castello dalla beatitudine del\r\nsonno. Nei «piccoli drammi» in versi, provocatori\r\nrifacimenti - ma sarebbe forse più giusto parlare\r\ndi sabotaggi - di Fiabe dei Grimm, l'invenzione\r\nlinguistica e l'ironia di Walser toccano uno dei loro\r\nvertici. E se la...
Lo spirito errabondo
Maugham fu non solo un maestro del romanzo e\r\ndel racconto, ma un saggista estroso, che talvolta -\r\ne vorremmo fosse accaduto più spesso - si abbandonava\r\nalla vena vagabonda del suo umore, così\r\nincontrando i soggetti più disparati: da un pittore\r\ncome Zurbarán a un grande filosofo politico come\r\nEdmund Burke - e perfino Kant, il quale, pur\r\nnella quotidianità scandita da ritmi draconiani,\r\nemerge come abile giocatore di carte e di biliardo\r\noltre che, beninteso, estensore della celebre Critica.\r\nLo seguiremo anche in un'escursione nella detective\r\nstory, tra Hammett e Chandler, per percorrere\r\ninfine con lui una superba galleria di ritratti\r\ndal vivo di altri romanzieri, dove spicca, tenero e\r\nspietato, quello di un Henry James pomposamente,\r\nperdutamente aggomitolato nei suoi grovigli\r\nverbali anche di fronte alla più effimera, scontata\r\nchiacchiera salottiera. Cuori delicati e buoni, e\r\nlingue che non sono né l'una né l'altra cosa, costituiscono\r\nla migliore compagnia del mondo, rileva\r\na un certo punto Maugham. E qui magistralmente\r\nlo prova.
EUR 12.75
Grande trampoliere smarrito
Le vicende delle\r\nsua breve, tumultuosa esistenza di Arthur Cravan, che Edgardo Franzosini\r\nripercorre con il tono narrativo lieve e insinuante\r\nche lo contraddistingue\r\n\r\n«Poiché, dopo un lungo periodo di tremenda pigrizia, sognavo ardentemente\r\ndi diventare ricchissimo (mio Dio,\r\nquanto spesso l'ho sognato!); poiché\r\nero eternamente fermo al capitolo dei\r\npropositi, e sempre più mi esaltavo al\r\npensiero di raggiungere la prosperità\r\nin modo disonesto, e sorprendente, attraverso\r\nla poesia - ho sempre cercato\r\ndi considerare l'arte un mezzo e non\r\nun fine -, mi dissi allegramente: “Dovrei\r\nandare a trovare Gide, è milionario. Sul\r\nserio, che spasso, infinocchierò quel vecchio\r\nletterato!”»\r\n\r\n\r\n«Quante volte ho fatto scalpore» si compiace Arthur\r\nCravan, un «colosso mistico» di quasi due metri\r\nper circa cento chili di peso, che sfidava sul ring\r\npugili come Jack Johnson e Jim Smith, sosteneva\r\n(non del tutto abusivamente) di essere nipote di\r\nOscar Wilde e dava conferenze (indossando, talvolta,\r\nsolo un cache-sexe) in cui annunciava il proprio\r\nsuicidio. Inoltre, sulle pagine della rivista di\r\ncui era editore e redattore unico (e che distribuiva\r\nandando in giro per Parigi con un carretto da\r\nfruttivendolo), osava pubblicare l'esilarante resoconto\r\ndi una sua visita ad André Gide da cui, come\r\naffermò in seguito André Breton, il «venerato maestro\r\n» non si sarebbe mai più ripreso. Blaise Cendrars\r\nriconosce la sua influenza decisiva su Duchamp,\r\nPicabia e...
Buongiorno, mezzanotte
«Per favore, vi prego, monsieur e madame, signore, signora e signorina, ce la sto mettendo tutta per essere come voi. Non ci riesco e lo so. Ma ce la metto tutta. Tre ore per scegliere un cappello; a ogni risveglio, un'ora e mezzo per cercare di avere l'aspetto che hanno tutti gli altri. Ogni parola che dico ha una catena alla caviglia, ogni pensiero è gravato da grossi pesi. Da quando sono nata, ogni parola pronunciata, ogni moto, ogni pensiero pensato, tutto quello che ho fatto non è forse stato legato, gravato, forzato a terra con catene? E badate, so bene che il mio travestimento nonostante tutto non funziona. Oppure funziona, a sprazzi maledettamente bene. Troppo bene... Ma non m'importa. Pensate a me con un briciolo di pietà. Voglio dire, se ci riuscite, razza di scimmie, cosa di cui dubito»\r\n«Attenzione: questo romanzo è meraviglioso.» Teresa Ciabatti\r\n«Tristesse, che parola graziosa...». Nella\r\nParigi degli anni Trenta, dove ogni alberghetto\r\nè uguale all'altro e ogni café\r\npuò celare un nuovo, tormentoso incontro,\r\nuna donna che scopre di non essere\r\npiù giovane insegna a sé stessa l'arte del\r\ndistacco. E Londra, dove presto dovrà\r\ntornare, non le riserva niente di meglio:\r\n«Perché non ti sei...
Gli Undici
Un quadro\r\nche non esiste, come non è mai esistito\r\nFrançois-Élie Corentin, il suo autore, ma\r\nche mancava, e a cui solo Michon, con la\r\nfastosa potenza della sua parola, poteva\r\ndar vita.\r\n\r\n«E fra questi colpi bassi (idea di Collot, a quanto si dice, dell'enigmatico Collot) c'era il seguente: far dipingere in segreto un quadro che ritraesse il Comitato, nel quale Robespierre e i suoi fossero raffigurati in gloria, un quadro che conferisse un'esistenza ufficiale a quel Comitato che teoricamente non esisteva, ma che per il semplice fatto di apparire in un dipinto sarebbe stato considerato per quel che in effetti era: un esecutivo insediatosi nella sede aborrita del tiranno, un tiranno a undici teste, esistente e regnante a pieno titolo, e che sfoggiava addirittura, alla maniera dei tiranni, la raffigurazione della propria sovranità - o forse, se le cose si fossero messe altrimenti, se Robespierre fosse riuscito a consolidare il suo potere senza alternative possibili, l'intento era quello di far apparire, mediante il dipinto, il Comitato come un esecutivo perfettamente consacrato dalla legge, la crème dei Rappresentanti, fraterni, paterni e legittimi come un'assemblea di sindaci o un conclave».\r\n\r\nIn una gelida notte del mese di nevoso\r\ndell'anno II, ossia...
Arte monologica?
Nel 1952 le colonne della «Neue Zeitung» ospitarono un memorabile dialogo-\r\nconfronto, attraverso due lettere\r\naperte, tra Lernet-Holenia e Gottfried\r\nBenn. Il tema non avrebbe potuto essere\r\npiù arduo - la natura dell'arte -, e le\r\nposizioni più distanti: a Lernet-Holenia\r\nche lo esortava a rivolgersi «agli altri, in\r\nquei grandi dialoghi sui quali si fonda\r\nogni vera poesia», ribadendo il vincolo\r\ntra la poesia e il divenire storico, Benn\r\nrispondeva nel nome di «un'arte monologica\r\n»: «Esprimi il tuo io: al tu consegnerai\r\nallora la tua vita, alla comunità e\r\nalla lontananza consegnerai allora la\r\ntua solitudine» - e ci consegnava così il\r\nsuo testamento spirituale, la cui formulazione\r\npiù articolata si trova nel celebre\r\nsaggio su Nietzsche, che qui fa seguito\r\nalla lettera a Lernet-Holenia.
EUR 5.95
Il signore delle anime
«Chi ha amato Suite francese non può perdersi\r\nquesto romanzo della Némirovsky. Un Faust di\r\ninizio '900, la storia drammatica dell'emigrato\r\nDario e di sua moglie Clara, originari di Odessa,\r\nche sperano di trovare a Parigi un paesaggio umano\r\nche li redima dalla fame e dal disprezzo ...\r\nUna storia potentissima, sporca di fango e con accenti\r\ngotici, un'analisi dolorosa dell'essere umano\r\ne delle sue bassezze ... Un capolavoro» - \r\nValeria Parrella
EUR 8.50
Una storia vera e altre opere scelte da Alberto Savinio
Le opere di Luciano di Samosata (II secolo\r\nd.C.) sono qui proposte nella classica versione\r\ncui Luigi Settembrini attese, intorno alla metà\r\ndel l'Ottocento, durante la prigionia nell'isola\r\ndi Santo Stefano, e che Savinio ha provveduto\r\nad ammodernare cautamente e «“lucianizzare”\r\nal massimo»; ciascuna è preceduta da un cappello\r\nintroduttivo dello stesso Savinio. Questa\r\nedizione è apparsa per la prima volta nel 1944.
EUR 11.90
Il morto piovuto dal cielo e altri racconti
Quattro nuove inchieste per l'esuberante dottor Jean Dollent, non più solo un investigatore per caso\r\n\r\n«Il paese era grazioso e ridente come una miniatura.\r\nNon mancava neanche l'allegro rumore\r\ndel martello sull'incudine del fabbro, né il caldo\r\nprofumo del pane fresco che usciva dalla bottega\r\ndel fornaio...\r\n«Il castello era la raffigurazione perfetta della\r\ncasa felice, dell'eleganza sobria e discreta. L'uomo\r\nche vi abitava, e che era abbastanza ricco da\r\npoter condurre altrove una vita dissipata, coltivava\r\npiaceri sereni e profondi, l'ordine e il buon\r\ngusto.\r\n«Ma allora quella storia dei paletti, della buca\r\nai piedi del fico e del metro srotolato in giardino...\r\n«E l'altro tizio, che nessuno aveva riconosciuto\r\ne che chissà da dove veniva, come poteva essere\r\nMarcel Vauquelin-Radot, se quest'ultimo\r\nera ufficialmente morto da cinque anni».
EUR 10.20
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
Una prima versione del romanzo, incompleta, apparve su rivista nel 1946, una seconda, riscritta e ampliata ma pur sempre inconclusa, nel 1957. Grazie alle carte d'autore è tuttavia possibile oggi chiarire in gran parte l'enigma finale. Con una nota al testo, che ricostruisce anche la filologia del romanzo, di Giorgio Pinatti, Adelphi torna a pubblicare uno dei capolavori della letteratura italiana.\r\n\r\n«Tutti oramai lo chiamavano don Ciccio. Era il dottor Francesco Ingravallo comandato alla mobile: uno dei più giovani e, non si sa perché, invidiati funzionari della sezione investigativa: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi».\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nNel giro di pochi giorni, nel marzo del 1927, un furto di denaro e gioielli ai danni di una svaporata e fantasiosa vedova, la contessa Menegazzi, e poi l'omicidio della ricca, splendida e malinconica Liliana Balducci, sgozzata con ferocia inaudita, incrinano la decorosa quiete di un grigio palazzo abitato da pescecani, in via Merulana, come se una «vampa calda, vorace, avventatasi fuori dall'inferno» l'avesse d'improvviso investito - una vampa di cupidigia e brutale passione. Indaga su entrambi i casi, forse collegati, Francesco Ingravallo, perspicace commissario-filosofo e segreto ammiratore di Liliana: ma la sua livida, rabbiosa determinazione, il suo...
Nemici. Una storia d'amore
Un giorno, a una domanda sull'importanza che aveva avuto l'amore nella sua vita, Isaac Bashevis Singer rispose: «Grandissima, perché l'amore è amore della vita. Quando ami una donna ami la vita che è in lei».\r\n\r\nMa che genere di amore è quello che lega Herman, il protagonista di «Nemici», a Yadwiga, la contadina polacca che lo ha salvato dalla deportazione nascondendolo per tre anni in un fienile, nutrendolo e curandolo, e che lui ha portato con sé a New York e ha sposato? E che genere di amore lo lega a Masha, la donna, scampata ai lager, del cui corpo non riesce a fare a meno, ma che percepisce come una minaccia - perché quel desiderio, più che alla vita, si apparenta alla morte? Ed è ancora amore il sentimento che lo lega alla moglie Tamara, che credeva morta e che gli riappare davanti all'improvviso? Di fronte a simili domande Herman è paralizzato, incapace di trovare una via d'uscita. A rendere tutto molto, molto più complicato è la fatica quotidiana del vivere, in quella New York che è sembrata un miraggio di felicità, ma che si rivela ogni giorno più inospitale e più aspra....
Il bagno di Diana
Il mito di Diana e Atteone ha avuto sempre\r\nqualcosa di decisivo da dire agli uomini,\r\ne nelle sue numerose versioni - così come\r\nnelle rappresentazioni pittoriche, da\r\nTiziano a Rembrandt - ha sedotto le più\r\ngrandi menti del pensiero e della letteratura\r\noccidentali. \r\n… È successo tutto in fretta: - è stato stamattina o mesi fa che Atteone ha lasciato la reggia? Gli sembra di vederla da un'eternità, stupefatto, trattenendo il respiro - Diana, che lui immaginava sempre in piena corsa, ora se ne sta lì ferma, alta e imponente, leggermente riversa, appoggiata sui gomiti, distendendo le lunghe gambe di cui s'impadroniscono due delle sue ninfe per sfilarle i calzari; ha il capo eretto, lo sguardo fisso su un punto lontano\r\nIn questo libro, a metà tra\r\nil saggio e la favola, tra l'excursus erudito\r\ne la «meditazione occasionale», Pierre\r\nKlossowski, mitografo eterodosso, racconta\r\ne decifra sapientemente ogni dettaglio\r\ndella storia, scomponendo il quadro in una\r\nrete di elementi simbolici. «Diana al bagno\r\n» appare così come un'epifania paradossale\r\ndel divino: una teofania che si realizza\r\nattraverso una visione sacrilega eppure\r\nnecessaria. Ma è anche una caccia tragica,\r\ndionisiaca. Diana si materializza tramite\r\nlo sguardo di Atteone, che la fa, letteralmente,\r\nconsistere; e Atteone abbraccia il\r\nproprio destino di intermediario sacri$cale\r\ntra l'umano e...
I geroglifici di Sir Thomas Browne
Prima di essere decifrati da Champollion, i geroglifici egiziani vennero interpretati - in una lunga e grandiosa linea di pensiero che va dalla tarda antichità al diciassettesimo secolo, da Plotino ad Athanasius Kircher - come una lingua non discorsiva, segreta e rivelatrice, fatta solo di immagini. Sir Thomas Browne (1605-1682) pose in atto questa concezione in tutta la sua opera di erudito e sommo prosatore - opera discreta, elusiva, difficilmente classificabile; fondata su di una cultura composita, stratificata e ormai remota; scritta in una lingua coperta dalla patina del tempo, in cadenza naturalmente religiosa e cerimoniale. Un'opera che si presenta come una complessa figura sul punto di disfarsi, come un mosaico le cui tessere stiano per essere separate e disperse. Alcuni degli elementi che sono delicatamente congiunti in quelle pagine, in un equilibrio ricco e precario, non si sono mai più ritrovati in così stretto contatto. In Browne la medicina e la teologia, l'erudizione antiquaria, la scienza naturale e il simbolismo ermetico si compongono in un solo discorso dalle molteplici e divergenti articolazioni. Il tempo, che ha rivelato sempre più lo splendore della sua prosa, ha anche confuso i tratti di quel discorso,...
La cattiva strada
Questa è la storia di un amore. Un amore indomabile, travolgente. E innanzitutto proibito.\r\n«La cattiva strada esce in italiano nella nitida versione di Simona Mambrini che sa restituire sia il passo veloce sia la leggerezza cangiante di uno stile prodigato con perfetta nonchalance» - Massimo Raffaeli, Il Venerdì\r\n«Suor Clotilde rivide Denis. Capì che aveva fatto la strada di corsa per precipitarsi da lei. Aveva gli occhi più belli, più neri che mai e pieni di una felicità stupefacente. Tutto divenne confuso, lei gli chiese scusa, gli diede un bacio sulla guancia. E nella frazione di secondo in cui le sue labbra toccarono la pelle di Denis, lei capì che era vero, che il male era in lei, che non doveva più rivederlo, non doveva più vedere il suo sorriso né sentire la sua voce, doveva dimenticarsi di quel bacio e della morbidezza della sua mano.»\r\n\r\nQuesta è la storia dell'amore che lega un ragazzo appena quattordicenne a una suora che di anni ne ha ventisei. La passione che vivono, fino in fondo e senza rimorsi, queste due giovanissime creature viene raccontata con candore e precisione, senza compiacimenti e senza moralismi, da uno scrittore che...
Paranoia
L'angoscia che si insinua in noi nell'intravedere la presenza del Male\r\n\r\n«Senta,» disse Mr. Beresford «voglio scendere».\r\n«Certamente» rispose l'autista. «Alla prossima fermata».\r\n«Ne ha appena saltata una » disse Mr. Beresford.\r\n«Non c'era nessuno ad aspettare» disse l'autista.\r\n«E comunque non me lo ha detto in tempo». Mr. Beresford attese. Dopo un minuto vide un'altra fermata e disse: «Ecco». \r\nL'autobus non si fermò, ma oltrepassò il cartello senza rallentare.\r\n«Mi denunci» disse l'autista.\r\n«Insomma, stia a sentire» disse Mr. Beresford, e l'autista gli lanciò un'occhiata; sembrava divertito. \r\n«Mi denunci» ripeté. «Il mio numero è qui, su questa tessera».\r\n«Se salta anche la prossima fermata,» disse Mr. Beresford «spacco il vetro della porta e chiamo aiuto».\r\n«Con cosa pensa di spaccarlo?» domandò l'autista. «Con la scatola di cioccolatini?».\r\n\r\n\r\nUn giorno, a metà degli anni Novanta, Laurence Jackson Hyman, il figlio maggiore di Shirley Jackson, apre la porta di casa e - sorpresa - si trova davanti una scatola di cartone senza traccia di mittente. Dentro, immediatamente riconoscibili dai fogli di carta gialla e dai caratteri della sua Roval, una messe di scritti inediti della madre, morta ormai da trent'anni. Da quell'imprevista cornucopia, e dalle successive ricerche nel suo Fondo presso la Biblioteca del...
«Arte»
Yasmina Reza, di cui conosciamo la penna affilata e lo sguardo chirurgico, tocca in questa commedia nera vette di comica crudeltà, si diverte e ci fa divertire - perché ridiamo molto, anche se sempre più a denti stretti.\r\n\r\nSERGE Per me non è bianco.\r\nQuando dico per me, intendo oggettivamente.\r\nOggettivamente, non è bianco.\r\nHa un fondo bianco, ma con tutta una gradazione di grigi…\r\nC'è perfino del rosso.\r\nMolto pallido, diciamo.\r\nFosse bianco non mi piacerebbe.\r\nMarc lo vede bianco… È il suo limite…\r\nMarc lo vede bianco perché si è fissato che è bianco.\r\nMarc può pensare quello che vuole, di lui me ne strafotto\r\n\r\n\r\n\r\n«Il mio amico Serge ha comprato un quadro» annuncia Marc, da solo in scena, ad apertura di sipario. «È una tela di circa un metro e sessanta per un metro e venti, dipinta di bianco. Il fondo è bianco, e strizzando gli occhi si possono intravedere delle sottili filettature diagonali, bianche». Subito dopo Marc viene a sapere dallo stesso Serge che il quadro bianco a righe bianche è stato pagato duecentomila franchi: cosa che Marc giudica grottesca, poiché secondo lui è «una merda». Un terzo amico, Yvan - che ha già abbastanza guai con i preparativi del...
Nondimanco. Machiavelli, Pascal
Un invito a leggere tra le righe, lentamente, testi cifrati, spesso criptici. Per anni Carlo Ginzburg ha lavorato su casi molto diversi tra loro, tutti però fortemente anomali. L'incontro con la casistica - ossia la tradizione, all'incrocio tra teologia e diritto, che riflette sulla tensione tra norma e anomalia, a partire da casi specifici - era forse inevitabile. Un tema insieme lontanissimo e vicino: ferita a morte da Pascal e resuscitata dalla bioetica, la casistica non smette di interrogarci, nei suoi risvolti tragici o grotteschi.Machiavelli, Pascal: un accostamento inatteso, per più versi sorprendente. Machiavelli, frugando nella biblioteca di suo padre, scopre la casistica medievale e mette il rapporto tra la norma e l'eccezione al centro di un mondo inventato (la "Mandragola") e di quello in cui vive e agisce ("Il Principe"). Pascal, feroce avversario della casistica (soprattutto quella dei gesuiti), legge Machiavelli attraverso la lente di Galileo, e la realtà del potere attraverso Machiavelli. Un viaggio negli intrichi della lettura, sulle tracce di due lettori straordinari - e dei loro interlocutori, avversari, seguaci. Vi si affacciano personaggi famosi (Campanella, Galileo) visti dal loro censore, il domenicano Niccolò Riccardi, detto «Padre Mostro»; e personaggi...
Altre menti. Il polpo, il mare e le remote origini della coscienza
Da un ramo dell'albero\r\ndella vita assai distante dal nostro\r\nè nata una forma di intelligenza superiore,\r\ni cefalopodi - ossia calamari, seppie\r\ne soprattutto polpi \r\nProtendo una mano e allungo un dito, ed ecco che lentamente un suo braccio si srotola e viene a toccarmi. Le ventose mi si attaccano alla pelle, la sua presa è di una forza sconcertante. Una volta attaccate le ventose, mi abbraccia il dito attirandomi delicatamente verso l'interno. Il braccio è zeppo di sensori, centinaia su ognuna delle ventose, che sono decine. Mentre attira a sé il mio dito, lo assaggia. Pieno com'è di neuroni, il braccio è un crogiolo di attività nervosa. Dietro di esso, per tutto il tempo, i grandi occhi rotondi continuano a fissarmi\r\nBenché mammiferi e uccelli siano unanimemente\r\nconsiderati le creature più intelligenti,\r\nsi va imponendo una diversa,\r\nsorprendente, evidenza: da un ramo dell'albero\r\ndella vita assai distante dal nostro\r\nè nata una forma di intelligenza superiore,\r\ni cefalopodi - ossia calamari, seppie\r\ne soprattutto polpi. In cattività, i polpi\r\nsono in grado di distinguere l'uno dall'altro\r\ni loro guardiani, di compiere scorrerie\r\nnotturne nelle vasche vicine per\r\nprocurarsi del cibo, di spegnere le luci\r\nlanciando getti d'acqua sulle lampadine,\r\ndi mettere in atto ardite evasioni. Com'è\r\npossibile che una creatura...
Una visita al Bates Motel
«Un'indagine che si estende tra la detection e l'erotismo misterico, tra il fremito conoscitivo e la conoscenza stessa come fremito di possessione, e costruisce una fitta rete di rimandi capaci di combinare analisi del film, riferimenti alla cultura classica e a effigi di storia dell'arte» - La Lettura\r\nQuesta indagine nasce da una serie di indizi curiosi: un refuso rivelatore - Psyche invece di Psycho - nel primo trafiletto che annunciava il nuovo progetto di Hitchcock. Una statuetta di Amore e Psiche di Canova che s'intravede in una scena del film. Una sibillina dichiarazione del regista, che presentò Psycho alla stampa come un'«escursione nel sesso metafisico». Continua con un sopralluogo sui luoghi del delitto ormai disabitati: il Bates Motel e la casa arcigna in cima alla collina, che Hitchcock volle allestire come gallerie d'arte o Wunderkammern. E diventa una visita guidata che si svolge, con i brividi di prammatica, fra il bric-à-brac degli arredi cupi, e sotto l'occhio impassibile di uccelli impagliati. Una stanza dopo l'altra, il detective Vitiello - e dietro di lui, lo spirito di un Hitchcock mistagogo e sornione - ci aiutano a vedere la spettrale dimora vittoriana di Psycho come...
Il rosa Tiepolo
Tiepolo: l'ultimo soffio di felicità in Europa\r\n\r\n«Il rosa Tiepolo getta sull'opera del pittore veneziano una luce fulminante, che la fa apparire per quello che essa è, ovvero il riepilogo e l'apogeo, nel linguaggio delle forme, del genio italiano tanto pagano quanto cristiano.» - Marc Fumaroli\r\n«Un libro che ha la forma del suo oggetto.» - Umberto Eco\r\n\r\n\r\n\r\n«Tiepolo: l'ultimo soffio di felicità in Europa. E, come ogni vera felicità, piena di lati oscuri, non destinati a scomparire, anzi a prendere il sopravvento. Riconoscibile dall'aria che spira senza ostacoli e senza sforzi, come non sarebbe più avvenuto dopo quella volta. In paragone con Tiepolo, la felicità di Fragonard è costruita operando tacite esclusioni. Mentre Tiepolo non esclude nulla. Neppure Morte, che viene accolta fra i suoi personaggi e non si fa troppo notare. La felicità che Tiepolo emana non necessariamente abitava in lui stesso. Può darsi che le abbia detto in molte occasioni di ripassare più tardi, perché al momento doveva finire un lavoro ed era in ritardo».
EUR 15.30