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Un mondo lontano
Il mondo lontano che W.H. Hudson evoca in questo libro con quella sua peculiare felicità di tocco che il lettore italiano ha già apprezzato nella Terra Rossa, è quello della sua infanzia: la pampa senza fine, punteggiata di alberi maestosi, gli ombù, la cui unica funzione era allora di segnare per il viaggiatore, come gigantesche pietre miliari, l'enorme distesa di terra, fitta di animali, scarsa di uomini. Qui, in una casa chiamata appunto «I venticinque ombù», Hudson era nato nel 1841 ed era vissuto nella prima infanzia. Molti decenni dopo, quando ormai era diventato un illustre naturalista e un maestro della prosa inglese, Hudson sentì il bisogno di risalire ai suoi primissimi ricordi, e scrisse Un mondo lontano (1918). Vividi e pulsanti come lo sbattere di piume di un qualche amato uccello tropicale, i ricordi obbedirono al richiamo della sua prosa: così egli ritrovò i fatti e le emozioni che avevano costruito il suo essere e ce li ha consegnati in un'opera di raro incanto, quella dove, come scrisse Ford Madox Ford, Hudson «ha più rivelato se stesso». Vi troveremo la storia di una traboccante passione per la natura, tanto straordinaria quanto inconsapevole,...
L' opera del tradimento
Al vecchio chevalier Auguste Dupin, investigatore dilettante immortalato dalla fantasia di E.A. Poe, mentre rovista fra le ingiallite scartoffie, ricordi di tanti memorabili casi da lui risolti, capita sotto mano una misteriosa cartella che porta limpegnativa scritta: evadenda. Con grande sorpresa vi scopre labbozzo di un suo vecchio racconto sul traditore di Cristo. E ora si ricorda: ecco lunico caso, il caso Giuda che egli non ha ancora risolto, e neppure seriamente affrontato. La presenza del suo altrettanto vecchio amico, compagno inseparabile della giovinezza e attento interlocutore nelle sue lunghe riflessioni ad alta voce, lo induce a improvvisare una disquisizione sul sommo delitto che, offrendo pochi indizi concreti, si presta eminentemente a essere trattato con il metodo analitico di Dupin, che permette al suo inventore il lusso di non dover mai rinunciare alla comodità della propria poltrona. Con questa trovata della chiacchierata in poltrona lautore alleggerisce notevolmente limplicita gravità dellargomento che da duemila anni eccita la fantasia di studiosi, scrittori e artisti. E affidando allacume, al brio, allo spirito battagliero di Dupin lanalisi e la soluzione del delitto più misterioso della storia, quasi gli addossa una parte della responsabilità dei singolari risultati dellindagine....
Momenti d'ozio
Momenti d'ozio, una delle opere supreme di tutta la civiltà giapponese, fu scritto fra il 1330 e il 1332, e si compone di 243 capitoli di lunghezza oscillante fra le poche righe e le poche pagine. Secondo una versione dei fatti accreditata per lunghi anni, l'autore, il monaco buddhista Kenkō, avrebbe via via incollato le strisce di carta contenenti i singoli brani del libro sulle pareti della sua casa. Dopo la sua morte, altri avrebbero messo insieme tali frammenti, in cui molti lettori dovevano trovare quello che è forse il più essenziale concentrato dello spirito giapponese. Tale leggenda servì, in certo modo, a giustificare quel peculiare carattere di 'non finito', di 'non forma' che è proprio di questo libro e che è stato per lungo tempo, in Giappone, un vero metodo di composizione, chiamato zuihitsu, cioè «segui il pennello» - certo il più adatto per Kenkō, nemico di ogni imperiosità della scrittura, di ogni volontà di chiudere, di ogni pretesa di fissare le cose per sempre, impareggiabile innanzitutto come maestro di eleganza, di sprezzature e di understatements, tanto da far apparire goffi e maldestri i massimi rappresentanti dell'estetismo in Occidente. Un paesaggio, un...
Edda
«Vi fu un tempo remoto / in cui nulla era: / non sabbia né mare / né gelide onde. / Non c'era la terra / né la volta del cielo; / ma voragine immane / e non c'era erba». Nelle sale altissime del Walhalla, dal tetto coperto di scudi dorati, il re Gylfi, «uomo saggio ed esperto di magia», ascolta questa prima risposta alle sue appassionate domande: «Quale fu l'inizio? e come ebbe principio ogni cosa? e prima che c'era?». Sono i fondamentali interrogativi di ogni mitologia, che si riferisce sempre a un tempo originario e separato dalla durata comune: nell'Edda di Snorri a rispondere saranno gli stessi dèi nordici, mutevoli e ambigui, pronti al travestimento e all'inganno, perché la loro essenza è appunto di travestirsi continuamente nelle apparenze del mondo che li manifesta. E dietro la voce degli dèi ci parla quella di uno straordinario scrittore, in cui si riuniscono qualità che raramente hanno potuto trovarsi congiunte. Islandese, Snorri Sturluson visse dal 1178 al 1241, quando cadde assassinato, probabilmente per ragioni politiche. Era un grande erudito, paziente raccoglitore delle tradizioni storiche, letterarie e mitologiche del suo popolo, che poi si sarebbero riverberate...
Il libro dei sogni
«Un tale sognò di vedere nella luna il proprio volto... Un tale sognò di imboccare il proprio membro con pane e formaggio, come se fosse un animale... Un tale sognò di scuoiare il proprio figlio e di farne un otre... Una donna sognò di avere un occhio nella mammella destra... Un tale sognò che dal cielo cadesse una stella, e che un'altra salisse in cielo dalla terra... Un tale sognò di mangiare i propri escrementi insieme al pane, e di gustarli». Il significato di questi e di centinaia di altri sogni ci viene illustrato nell'opera di Artemidoro, vera enciclopedia teorica e pratica del sogno, scritta nel II secolo dopo Cristo, compendio di tutta l'antica e complessa tradizione greca su questo tema, che nel mondo moderno è stato posto, dopo Freud, al centro di tutta la psicologia e si è rivelato una fonte inesauribile di conoscenze e di misteri. Artemidoro era un interprete di sogni per professione e la sua ambizione era di scrivere un manuale definitivo della sua scienza: con diligenza e minuzia, utilizzando tutta la letteratura precedente, oggi in gran parte perduta, e insieme la sua diretta esperienza, Artemidoro classifica tutti i...
I racconti delle fate
Nel 1875, sei anni prima di scrivere Pinocchio, Collodi accetta dall'editore Paggi di Firenze un incarico che dapprima lo incuriosisce e lo attrae e alla fine lo appassiona: quello di tradurre dal francese le fiabe di Charles Perrault, l'insuperato maestro di un genere che tra il Sei e il Settecento toccò il suo apice alla Corte del Re Sole, lasciandoci quei capolavori della letteratura infantile che sono ancora oggi il patrimonio fantastico di bambini e adulti, da Cappuccetto Rosso alla Bella addormentata nel bosco, da Cenerentola a Barba-blu, al Gatto con gli stivali. A queste fiabe Collodi ne aggiunse altre delle maggiori favoleggiatrici francesi del Sei-Settecento, Madame d'Aulnoy e Madame Le Prince de Beaumont, scrittrici di raffinata eleganza e delicata sapienza psicologica. Egli però non si limita a tradurre con impareggiabile aderenza: spesso il suo istinto narrativo lo porta a colorire e vivificare il linguaggio un po' inamidato degli originali, mettendovi tocchi di arguzia toscana e di spontaneità popolaresca. E la Corte di Versailles si trasferisce così, con il suo seguito luminoso, in una Toscana granducale e umile. I racconti delle fate ebbero immediato successo e segnarono una svolta nella vita dell'autore, avvicinandolo...
Nuova enciclopedia
«Sono così scontento delle enciclopedie, che mi sono fatto questa enciclopedia mia propria e per mio uso personale. Arturo Schopenhauer era così scontento delle storie della filosofia, che si fece una storia della filosofia sua propria e per suo uso personale». Con questa lapidaria dichiarazione Alberto Savinio ci introduce a questa sua Nuova Enciclopedia, a cui lavorò negli anni Quaranta e che solo ora vede la luce. Fin dalle prime pagine, dove spiccano gloriosamente le voci «Abat-jour» e «Abbiategrasso», si ha limpressione di trovarsi di fronte allopera che, proprio per lirriverente paradossalità della sua forma, più di ogni altra è adatta a rappresentare la totalità Savinio, questo intricato coacervo di talenti che nascondeva uno dei rari grandi scrittori italiani di questo secolo. E se ormai tanti, in Italia e fuori dItalia, concordano nel riconoscere il magistero del pittore e del narratore visionario, non altrettanta attenzione si è fatta finora a un lato di Savinio che si manifesta allo stato puro in queste pagine: la sua strepitosa intelligenza, lacutezza di un pensiero senza timori, capace di passare agilmente dal ridicolo quotidiano al ridicolo universale, dalla metafisica ai segreti dello stile, dai lapsus alla cronaca...
Divertimento 1889
Come fa un re a evadere dai suoi doveri regali, che gli si manifestano poi per lo più come opprimente burocrazia? È la domanda che balena nella mente non certo complessa di Umberto I, appena gli si presenta l'occasione di trattare direttamente un affare vantaggioso per le incerte finanze della Real Casa, e in più con una misteriosa e altolocata signora tedesca, e oltre tutto in Svizzera, e in incognito! Le delizie dell'incognito sono infatti per lui quanto di più esotico e inebriante possa riservargli la vita: così, ben deciso a difendere la sua temporanea libertà, assistito da un colorito seguito di personaggi di Corte, senza i quali non potrebbe neppure muoversi, Umberto I traversa impavidamente il Gottardo, gettandosi in questa avventura finanziaria e galante, che minaccerà poi di travolgerlo in una sequenza di intrighi e incontenibili equivoci, coinvolgendo persone del tutto impreviste, dall'importuno Kaiser tedesco a un altrettanto importuno giornalista italiano che si spaccia per inglese. Mai Morselli si è abbandonato così felicemente al suo estro inventivo, escludendo con fermezza qualsiasi sottofondo di 'tesi', come in questo romanzo, unica operetta italiana che sembra meritare la musica di Offenbach, deliziosa, esilarante divagazione fra...
Misteri pagani nel Rinascimento
Misteri pagani nel Rinascimento è il capolavoro di Edgar Wind, libro ormai classico, che ha permesso di leggere per la prima volta in tutta la sua complessità il senso di alcune delle opere più famose e splendide del Rinascimento dalla Primavera di Botticelli allAmor sacro e profano di Tiziano e a tante altre di Michelangelo, Correggio, Raffaello. Intorno a queste opere Wind è riuscito a ritessere la rete di pensieri, allusioni ed enigmi che le accompagnava, le ha restituite al loro luogo naturale, che è larea immensa del neoplatonismo rinascimentale, e partendo da esse e dai testi di Ficino, Pico e altri neoplatonici, ha ricostruito quello sconcertante fenomeno che fu la riscoperta dei misteri pagani. Questi furono rielaborati in una «filosofia dei misteri», che avrebbe poi continuato per secoli, richiamandosi alla tradizione ermetica, a percorrere segretamente la storia del pensiero europeo. Nel suo complesso, lopera di Wind rappresenta, a un livello sommo, la lignée che in questo secolo ha rivoluzionato lo studio dellarte, quella della cosiddetta «scuola iconologica»: Giehlow, Warburg, Saxl, Panofsky. Ma è in particolare al geniale spirito di Aby Warburg, del quale fu collaboratore e amico, che si ricollegano le ricerche...
Le sorelle Brontë. Opera comica in quattro atti
«Sorprendente libretto in dialetto italo-alessandrino, Le sorelle Brontë Da Alessandria DEgitto ci giunge questo libretto, dalla città che per millenni produsse barbariche o preziose creature della ibridazione. Fra gli ultimi frutti del luogo è una lingua sviluppatasi dopo il 1880 nellambiente della servitù italiana ivi operante. Cameriere genovesi, chauffeur triestini, lavorando nelle case di ricchi cosmopoliti, i quali usavano parlare con i domestici in un italiano deformato e allagato da altri lessici, hanno prodotto naturalmente, attraverso una sottile contaminazione di linguaggi, una lingua franca presto cristallizzatasi in piena autonomia. Diverse sono le ragioni per cui loperina in questione è destinata fra noi a folgorante carriera. Una di queste è la geniale novità che impone a ogni battuta di essere cantata sul ritmo e la melodia di note canzoni popolari, vecchie e nuove, tali da evocare nel lettore o nello spettatore risonanze imprevedibili; le quali risonanze o echi del proprio passato vengono ad aggiungere la loro incongruenza allintrinseca assurdità di questa lingua È la storia folle e improbabile delle sorelle Brontë, le tre sorelle romanzieri del lontano Yorkshire. È una delicata, pura e mai volgare dissacrazione» (Rodolfo Wilcock). Il gergo italo-internazionale con cui i...
Il pellegrinaggio in Oriente
Il pellegrinaggio in Oriente (1932), il più perfetto dei romanzi brevi di Hesse e quasi lo stemma di tutta la sua opera, racconta un'esperienza unica e inaudita, che ha luogo, non a caso, in quel «periodo torbido, disperato, e tuttavia così fertile che seguì la prima guerra mondiale». Uniti in una misteriosa Lega, le cui regole paradossali e sapienti ripetono - riflesse nello specchio del Bund romantico - quelle di antichi gruppi iniziatici, uomini disparati si mettono in cammino verso una meta che non è un luogo ma una dimensione altra della realtà. Ricercatori del tao e della kundalini, silenziosi aiutanti, il pittore Paul Klee, lo stesso Hermann Hesse, che è il protagonista, e tanti altri personaggi partecipano a questo singolare viaggio che non ha certo inizio con loro ma è un incessante movimento che percorre il tempo da sempre, e in cui tutti i nomi della storia possono comparire quali momentanei compagni. Ma questo è solo il primo dei molti e conturbanti segreti che incontrerà il lettore nei meandri di una favola che insegna un nomadismo radicale da una realtà che ci è imposta verso un'altra, sfuggente, beffarda e piena di tranelli,...
La religione dei cinesi
Fra i grandi sinologi di questo secolo, Marcel Granet ha lasciato un insegnamento che appare oggi sempre più attuale. Nelle sue interpretazioni il passato della Cina viene presentato per la prima volta come fatto totale, dove gli aspetti del culto, della lotta politica, del pensiero, della mitologia e della vita sociale si collegano fra loro punto per punto, in accordo con quel carattere di peculiare compattezza che definisce la civiltà cinese. Il Confucianismo, il Taoismo e, più tardi, il Buddhismo cioè le grandi religioni che si perpetuano in Cina fino ai tempi moderni vengono così ricondotti, nelle loro forme e nelle loro forze, al grande fondo cinese, che è restato sorprendentemente costante, dietro tutti i violenti mutamenti della storia. La religione dei Cinesi è in tale senso una sintesi preziosa; ma in questo libro apparirà evidente anche unaltra qualità di Granet: il suo dono di scrittore. Con una prosa duttile e sapientemente calcolata, egli riesce a delineare in pochi capitoli un quadro dassieme della storia religiosa dei Cinesi, dalle origini fino agli Anni Venti del nostro secolo, cioè fino al momento della stesura del libro, e a farlo vivere davanti ai nostri occhi...
Carteggio
Questo vivacissimo carteggio ci fa assistere all'incontro e ai ricchi scambi di idee fra Georg Groddeck, l'«analista selvaggio», e il fondatore della psicoanalisi. Diversi in tutto, ma legati da una immensa stima reciproca, Groddeck e Freud si sono scritti per più di quindici anni, dal 1917 al 1934, lettere che spesso toccano, con rara immediatezza, i problemi cruciali della psicoanalisi. Fin dall'inizio Groddeck si presenta come un 'eretico', che non vuole però essere condannato dal grande maestro, e Freud come il maestro che tiene più alla sua pecora nera che non a certi altri seguaci, fedeli ma di mente stretta, che poi avrebbero fatto di tutto per isterilire la psicoanalisi. L'intemperante, antisistematico, visionario, beffardo Groddeck era invece, per Freud, molto vicino ai segreti della psiche, tanto che da lui Freud prese - e lo riconosce appunto in queste lettere - il termine Es, la denominazione più pregnante dell'area inconscia. Ma ciò che più affascina in questo rapporto sono i contrasti di fondo, che continuamente ricompaiono e che riguardano soprattutto i rapporti fra mondo organico e mondo psichico. È un problema immenso, e in queste lettere Freud e Groddeck formulano le loro tesi con...
101 storie zen
«Lo Zen non è una setta ma un'esperienza». Da questa esperienza, che ha al suo centro la nozione di satori, "illuminazione", è nata una letteratura immensa, dalle numerose ramificazioni, a partire dal sesto secolo in Cina (sotto il nome di Ch'an) e a partire dal dodicesimo secolo fino ai nostri giorni in Giappone (sotto il nome di Zen). Ciò che in Occidente ha finito per presentarsi spesso come moda banale è dunque una ricchissima tradizione religiosa, senza la quale è impensabile una grande parte della filosofia, della letteratura e dell'arte estremo-orientali. Per avvicinarsi a questo intricato complesso poche introduzioni sono altrettanto giuste nel tono, svelte e amabili come questa raccolta di storie Zen curata da Nyogen Senzaki e Paul Reps. Il lettore vi troverà una scelta dalla "Raccolta di pietre e di sabbia" di Muju, maestro giapponese del tredicesimo secolo, e da altri testi classici Zen, sino alla fine del secolo diciannovesimo. Con sobrietà e grazia Senzaki e Reps hanno saputo presentare in rapidi tratti apologhi capitali o ignoti, intrecciandoli con felice precisione, in modo che il lettore possa entrare in contatto immediato con le grandi questioni (e con le grandi soluzioni) dello...
E l'uomo incontrò il cane
A Konrad Lorenz è stato conferito il Premio Nobel 1973 per la medicina in riconoscimento della sua opera fondatrice di una scienza che rivela sempre più la sua enorme portata: l'etologia. Ma Lorenz non è soltanto un grande scienziato: pochi libri hanno affascinato così tanti lettori in questi ultimi anni come le storie di animali da lui magistralmente raccontate nell'«Anello di Re Salomone». Ora, in «E l'uomo incontrò il cane», il lettore troverà una sorta di proseguimento di quelle storie, tutto dedicato all'animale che più di ogni altro crediamo di conoscere e sul quale però tante cose abbiamo da scoprire - il cane. Lorenz ci guida qui innanzitutto verso le origini dell'«incontro» fra l'uomo e il cane, quando il rapporto era piuttosto con i due, assai differenti, antenati dei cani attuali: lo sciacallo e il lupo. Queste origini lasciano le loro tracce in tutte le complesse forme di intesa, obbedienza, odio, fedeltà, nevrosi che si sono stabilite nel corso della storia fra cane e padrone. Spesso ricorrendo a dei casi a lui stesso avvenuti, Lorenz riesce in queste pagine a illuminare rapidamente tutto l'arco della «caninità» con la grazia di un vero narratore,...
Ewald Tragy. Rhacconto
Ewald Tragy è un «ritratto dell'artista da giovane», e in clima di fine secolo, opera di un Rilke giovanissimo e già compiutamente scrittore, che osserva come attraverso un potentissimo cannocchiale il momento del distacco dell'insofferente poeta Ewald Tragy dalla sua famiglia e delle sue prime esperienze nella vita indipendente, da artista, a Monaco. C'è una sorprendente ironia e rilevata nettezza nei particolari di questa prosa 'segreta' - che Rilke scrisse nel 1897 ma fu pubblicata solo dopo la sua morte, in un'edizione privata del 1927 poi ristampata più volte nel dopoguerra - tanto che la si legge come un primo delicato pannello che introduce alle più vaste e desolate orchestrazioni dei Quaderni di Malte Laurids Brigge. Rilke, questo grande poeta la cui opera oggi, dopo una certa eclissi, ha acquistato ormai un nuovo fascino e viene perciò riscoperta anche dai lettori più giovani, dimostra in queste pagine di aver seguìto con piena lucidità, con una strana freddezza, quasi, i propri primi passi nel mondo della letteratura, che qui già sottopone a una rapida e sferzante parodia. E sono passi dove si riconoscono molti tratti di quello che sarebbe stato il suo destino: estraneo...
Sull'utilità e il danno della storia per la vita
Incubo e idolo dell'età moderna, la storia - come storicismo e senso storico - non è solo una conquista dello spirito illuminato, ma una «febbre divorante», una «virtù ipertrofica» che può essere rovinosa: questo il punto di partenza di Nietzsche non ancora trentenne nell'affrontare il tema della seconda «Considerazione inattuale», che fu pubblicata nel 1874. Più di cento anni sono passati da allora e l'attualità clamorosa di questo Nietzsche perennemente «inattuale» appare sempre più evidente. Le pagine che qui leggiamo hanno trovato e trovano conferme continue, non più soltanto negli atteggiamenti della cultura, ma in tutti i meccanismi della società. Il passato, ormai disponibile in tutte le sue forme, anche le più remote, minuziosamente archiviato e setacciato, non è per ciò divenuto più vivo né aiuta la vita - anzi appare sempre più come una immane e oppressiva allucinazione. E così è, argomenta Nietzsche, proprio perché il senso storico non permette lo scontro bruciante con le forze del passato, ma vuole inglobarle in sé come reliquia esotica, con ingiustificato sottinteso di benevola superiorità - e quindi cela un movimento ostile alla vita, tende a svellere la sua stessa base, che è quella «cosa...
Per chi suona la cloche. Un album per degli anni Venti
Figlia di un re del dentifricio, grassoccia, calata dal suo Middle West nell'Europa dei «favolosi Anni Venti», avida di ogni novità, di grandi sarti e memorabili parties, ma soprattutto di uomini poco raccomandabili - che sceglie generalmente fra boxeur, gigolo e toreri -, la sconsolata vedova Maisie si lancia in sgangherate avventure, che vengono rievocate a più voci, dopo il suo funerale, da figli, parenti e amici. Imbarazzati da tale invadente personaggio, tutti devono però ammettere, a denti stretti, che Maisie, nella sua irrimediabile ineleganza e voracia, era l'unica fra loro che sapesse veramente obbedire al grande imperativo dell'epoca: «divertirsi». Angus Wilson, scrittore dall'infallibile orecchio per i toni sociali, ha costruito su questo pretesto un delizioso balletto - dove le quinte sono Bal Nègre e Cecil Beaton, Josephine Baker e Dékobra, Noel Coward e Cocteau, Isadora Duncan e Gertrude Stein -, un rapido libro dove il lettore, con ogni sforzo, non riuscirà a non ridere, aiutato anche dai pungenti disegni di Philippe Jullian. Pubblicato per la prima volta nel 1953, Per chi suona la cloche è la felice parodia non soltanto di un'epoca e di un costume, ma di un fenomeno che si...
Potere e sopravvivenza. Saggi
Pochi scrittori hanno oggi il grande pregio di Elias Canetti. Romanziere, saggista, drammaturgo, autore di un ricchissimo diario, la sua opera, a partire dagli Anni Trenta, è tutto un ostinato e ossessivo combattimento con alcuni grandi temi: la massa, il potere, la metamorfosi, il rifiuto della morte, riflessi ogni volta in forme diverse, affrontati nei loro più elusivi segreti, colti nelle più varie manifestazioni, illuminati dall'interpretazione dei testi più diversi: antropologici, letterari, storici, filosofici. In questo volume, che raccoglie scritti recenti di Canetti, il lettore troverà prose dense e fulminee, dedicate, fra l'altro, agli ultimi anni di Tolstoj, alla fascinazione di Karl Kraus - che ebbe un'influenza capitale sulla giovinezza di Canetti, a Vienna -, ai folli progetti architettonici di Hitler, al senso segreto dell'insegnamento di Confucio, al diario di un testimone di Hiroshima - infine al tema che dà il titolo al libro e segretamente ricompare in tutti questi saggi: il potere e la sopravvivenza. Insieme narratore e pensatore, Canetti concentra qui in poche pagine e in una prosa straordinariamente incisiva, una riflessione e un'esperienza lungamente maturate, che lasciano una traccia indelebile su tutti gli argomenti che toccano.
EUR 9.35
Gli otto peccati capitali della nostra civiltà
In questo limpido libretto del 1973, Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina, affronta, nella prospettiva della biologia e dell'etologia, alcuni problemi capitali che si pongono al mondo di oggi. Tali problemi, secondo Lorenz, corrispondono ad altrettanti «peccati capitali», che la civiltà occidentale ha accumulato nella sua evoluzione e che minacciano oggi di ucciderla. La sovrappopolazione, la devastazione della terra, l'indottrinamento coatto, le armi nucleari, l'ostilità e l'indifferenza che si annidano nel corpo della società sono tutti anelli di una stessa catena fatale, prodotta da un atteggiamento incurante e rapace verso la vita. Distesamente e acutamente, con l'occhio lucido dello scienziato e insieme con appassionata partecipazione, Lorenz analizza le cause e i meccanismi di questi e altri peccati, la cui gravità è spesso tanto maggiore in quanto non vengono riconosciuti come tali - e le sue pagine daranno una prova convincente di quale aiuto prezioso possano offrire antiche e nuove scienze, come la biologia e l'etologia, nel tentativo di comprendere processi che coinvolgono oggi la vita di tutti.
EUR 10.20