Sfoglia il Catalogo Feltrinelli
Catalogo
Mostrati 121-140 di 94266 Articoli:
-
Revolution. Il '68 dei Beatles
«Di anni magici, nella carriera dei Beatles, ce ne sono stati parecchi ma il più rivoluzionario rimane il '68, culmine di una stagione iniziata con Sgt. Pepper, ma anche il punto di non ritorno, quello verso lo scioglimento - Valeria Rusconi, la Repubblica\r\n\r\nSmessi i panni della Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, scesi dal bus del Magical Mystery Tour, i Beatles abbandonano le visioni psichedeliche per rivolgersi alla Trascendenza professata dal nuovo guru, il Maharishi Yogi. Dal suo ashram alle pendici dell'Himalaya, mentre altrove è già tumulto, essi imboccano la Long and Winding Road al termine della quale si scopriranno non più un'unica entità ma quattro individui, ognuno con lo sguardo rivolto a un diverso punto cardinale. Le gemme raccolte lungo questo cammino, stupende quanto diseguali, comporranno l'acclamato White Album, disco di assoluta sincerità sonora dopo l'estasi di sgt. pepper, a conclusione del loro tormentato 1968. Un anno di utopie, tensioni e rivoluzioni anche per la band di Liverpool. La creazione della Apple e il suo maldestro tentativo di “comunismo occidentale”; l'arrivo di Yoko Ono e l'approccio lennoniano all'arte concettuale; i primi progetti solisti; gli scandali e le crisi personali; le voci in...
Siamo tutti figli di Battisti
Con l'aiuto della millenial e aspirante scrittrice Federica, Tony Cicco ripercorre la sua carriera artistica e umana. Dai matrimoni, le feste, i night, le sagre popolari di quando era poco più che un ragazzo; alla nascita del suo gruppo "Formula 3" e la lunga collaborazione artistica con Lucio Battisti. I suoi successi da solista; le sue numerose collaborazioni con cantanti e musicisti. Dagli anni Cinquanta ai nostri giorni un viaggio nelle mode, nei gusti e nei mutamenti del popolo della canzone.
EUR 9.50
Contessa
Due vecchi amici si ritrovano a palare del '68. Gli anni della loro giovinezza e dell'illusione che il mondo potesse essere cambiato. Gli anni in cui "Siate realisti, chiedete l'impossibile" si andò a scontrare con la violenta resistenza della conservazione reazionaria. In questo loro viaggio nella memoria immaginano un confronto intergenerazionale dove la loro fiducia incrollabile sulla possibilità di emancipazione progressiva si scontra con il profondo senso di sconforto delle giovani generazioni.
EUR 12.35
Vini e vinili. Gaber & champagne
Ovviamente non solo Gaber e non solo Champagne ma un viaggio Oltralpe con una colonna sonora tutta italiana per chiudere la trilogia di Vini e Vinili, che nei due volumi precedenti si era concentrata sui piccoli vignaioli del nostro Paese, prima accompagnati dalle canzoni americane e poi da quelle inglesi. Per compensare le nobili bottiglie transalpine occorreva una provocazione musicale: così Maurizio Pratelli e Dan Lerner si sono concessi ai "francesi che si incazzano", per dirla con Paolo Conte, servendo vino con una colonna sonora tutta italiana. Infine, compromessi da una sottile seduzione per i nostri vignaioli, hanno lasciato aperto un piccolo sentiero che ci riporta ancora in Italia. Prefazione di Andrea Scanzi.
EUR 20.90
Bob Dylan in Italia. Un fantastico viaggio in 100(uno) concerti
La prima volta fu nel 1984. L'ultima deve ancora venire, perché il Never Ending Tour del premio Nobel Bob Dylan non accenna a rallentare e include sempre più spesso l'Italia nel suo infinito percorso giramondo. "Bob Dylan in Italia" è il libro che mancava, perché mai prima si era tentato di storicizzare - con parole, date e immagini - i tanti, indimenticabili passaggi dell'artista di Duluth nel nostro paese. Non si tratta però tanto di elenchi e schede, ma piuttosto di un lungo racconto, in cui la descrizione dei singoli eventi è arricchita da aneddoti e curiosità, dalle reazioni del pubblico e dai commenti della critica specializzata, oltre che dall'opinione degli autori, i quali hanno assistito personalmente alla maggior parte dei concerti presi in esame nel libro. Il risultato è un saggio illustrato di ampio respiro su Bob Dylan e la sua arte, e si propone come un punto di riferimento non solo per le migliaia di spettatori che hanno potuto assistere ai concerti di Dylan nel nostro paese, ma anche per coloro che lo hanno visto suonare una volta soltanto o che non hanno mai assistito a un suo concerto, perché leggendo...
Queen in Rocks. Tutte le canzoni dalla A alla Z
"Queen in Rocks" ripercorre le 190 canzoni che hanno scritto insieme Freddie Mercury, Roger Taylor, Brian May e John Deacon. Con singole schede disposte in ordine alfabetico, è sì uno studio sistematico, ma racconta aneddoti e curiosità, e getta luce sul significato che si cela dietro grandi opere, piccole canzoni pop e album compositi. Di ogni brano si profila una spiegazione, parlando di musica e testo e della compenetrazione tra questi, senza tralasciare il valore dei videoclip e dei concerti. Inoltre ogni canzone è presentata con una scheda che indica valore artistico, fama raggiunta, album di riferimento, autore, genere, l'eventuale presenza di un videoclip e persino di un pezzo gemello: quasi ogni brano è infatti associato a un altro di cui sembra essere o lo specchio compositivo o il rifacimento. "Queen in Rocks" è un libro che può affascinare il lettore comune, rivelando mondi improvvisi su canzoni che si canticchiano inconsapevolmente, ma anche soddisfare i fan più esigenti con intuizioni musicali e rivelazioni filosofiche. Il volume è infine uno strumento di consultazione e unta guida critica per il rock, per mostrare ancora una volta la profondità di un'opera spesso sottovalutata.
EUR 23.75
Enciclopedia del rock
L' avventura dei Byrds. Epopea e mito del suono californiano
È trascorso più di mezzo secolo da quando i Byrds fecero irruzione nelle classifiche di vendita dei dischi con la loro rivoluzionaria interpretazione di "Mr. Tambourine Man" di Bob Dylan, uno spartiacque che divise la musica tra un prima e un dopo. Oggi è praticamente impossibile parlare di musica americana e in particolare di country-rock e westcoast senza fare i conti con i Byrds, che siano i cinque fondatori da cui tutto è partito o qualcuno dei loro successori: Crosby, Stills & Nash (e qualche volta Young), i Flying Burrito Brothers, la Dillard & Clark Expedition, Firefall, Desert Rose Band, McGuinn, Clark & Hillman, Manassas, Souther-Hillman-Furay Band. Undici dischi tra giugno 1965 e novembre 1971: in quei pochi anni i Byrds riuscirono a tracciare coordinate ben chiare definendo l'evoluzione della musica americana, dal folk al folk-rock, alla genesi della musica psichedelica, al raga-rock con influenze orientali, al rock spaziale, al country-rock, trasformandosi da gruppo costruito in studio a solida live band, passando dalle esibizioni nei club leggendari di Los Angeles agli oceanici raduni in cui il loro nome figurava appaiato a quelli di Led Zeppelin, Frank Zappa, Pink Floyd, Santana, Jethro Tull. Questo...
Dietro ogni voce c'è un personaggio. 1967-1977. La Nuova Compagnia di Canto Popolare e il decennio di Roberto De Simone
I primi dieci anni di attività della Nuova Compagnia di Canto Popolare sono determinanti per la costruzione dell'identità di questa che è ormai un'istituzione della cultura italiana del Novecento, e oltre. Il decennio che va dalla fondazione - 1967 - al debutto di Gatta Cenerentola al Festival dei Due Mondi di Spoleto - 1976 - è segnato dalla presenza e dal progetto artistico di Roberto De Simone. Ed è proprio su questa fase del gruppo che si concentra lo studio di Anita Pesce, volto a evidenziare come e quanto le scelte di De Simone siano state innovative, se non addirittura rivoluzionarie. Nella riscoperta delle musiche folkloriche avvenuta in Italia nella seconda metà degli anni Sessanta, Roberto De Simone, anziché adagiarsi sul ricalco degli originali, scelse un'altra via, indirizzandosi verso la rielaborazione stilistica dei materiali, attualizzati grazie agli interpreti (voci/personaggi) che componevano il gruppo musicale e che con lui sperimentarono e riproposero i repertori popolari campani. Nell'incessante confronto tra letteratura e oralità, De Simone impresse una spinta decisiva e moderna all'evoluzione della cultura musicale partenopea, creando uno stretto rapporto tra la NCCP e il teatro d'avanguardia napoletano; in questo senso, fu determinante l'influenza che...
Lady Gaga. La seduzione del mostro. Arte, estetica e fashion nell'immaginario videomusicale pop
Star internazionale e brand commerciale che ha costruito un autentico impero finanziario, Stefani Germanotta alias Lady Gaga domina da una decina di anni l'orizzonte della popular culture; ereditata la corona dalla regina Madonna, Gaga ha saputo rinnovare l'immaginario pop, coniugando provocazione e sperimentazione visiva, i linguaggi dell'alta moda e le arti visive. In piena logica postmoderna, androginia e neostoria, post-human e blasfemia partecipano a una spirale vertiginosa finalizzata ad alimentare il potenziale di seduzione, una seduzione amorale che adotta come tecniche di attrazione l'eccesso e il parossismo visionario più che la dimensione erotica, il morboso e l'anamorfico più che la bellezza, l'alieno e il mostruoso più che il glamour. Come risulta evidente nella sua produzione videomusicale, che come per i servizi fotografici annovera i migliori professionisti e creativi del settore, nella sua ricerca Lady Gaga ha lavorato sempre sulla polarità tesa tra concetti inconciliabili: amore/odio, nascita/morte, naturale/artificiale, umano/inumano. Attraverso l'analisi dei suoi video, facendo riferimento all'outfit, al fashion design e all'apparato estetico complessivo (dalle scenografie alle coreografie, dalle tecniche di ripresa alle ambientazioni), questo importante saggio mette in evidenza come proprio il videoclip musicale, testo postmoderno per eccellenza, si dimostri non solo una...
Dance per la mente. Estetica ed evoluzione culturale dell'intelligence dance music
Cos'è l'Intelligent Dance Music? Come ha fatto un genere di musica elettronica, partito da una nicchia ristretta di artisti nel Regno Unito, a soverchiare valutazioni storiche sulla musica da ballo? Lo sviluppo di quella che venne molto presto definita da critica e appassionati "dance per la mente" è il racconto, che si colloca agli albori degli anni Novanta, della fine di un ciclo e l'inizio di una nuova era. La cosiddetta IDM, nel giro di pochi anni, porta all'interno della cultura da club un'idea completamente rivoluzionaria, ponendo i propri obiettivi sull'estro di una composizione che riesce a fare a meno dei canonici particolari della dance, pur essendone per caratteristiche direttamente associata. L'ascesa repentina della Warp Records di Sheffield - da cui gran parte del movimento "brain dance" deriva - crea talenti in grado di rendere una musica così complessa e singolare un prodotto d'ascolto, adatto anche a chi non aveva mai varcato la soglia di un club prima d'allora. Artisti come Aphex Twin, Boards of Canada, Autechre e The Orb sembrano inconsciamente - eppure abilmente - apprendere tecnicismi e prerogative di composizioni dalla storia: da Beethoven ai Kraftwerk, passando per Luciano Berio e...
Fuori campo. Storie e personaggi nelle canzoni dei Modena City Ramblers
Non c'è un termine esatto per definire questo libro: esegesi è troppo formale e ingessato; i testi delle canzoni vengono presi in considerazione per essere ampliati, non spiegati. Anche biografia non è corretto: i Modena City Ramblers fanno sì da sostegno al racconto, che è scandito dai loro lavori, ma ne sono co-protagonisti, non attori unici. Loro stessi ne hanno scritto la traccia, disseminando di riferimenti il proprio percorso artistico. E allora l'intento del libro è di creare un percorso fra le storie contenute nei testi, mettendo in connessione luoghi, personaggi, avvenimenti. Capita così di trovarsi a viaggiare assieme a Emiliano Zapata o Nestor Serpa Cartolini, di leggere di Enrico Mattei e trovare subito dopo Pinelli; si racconta di Bobby Sands come di Peppino Impastato. Tutto scorre in questo sincretismo culturale, in questa santeria laica: le canzoni dei Modena City Ramblers sono al tempo stesso il motore di questo lavoro e il carburante, sono la passione che alimenta la conoscenza, sono la poesia delle lacrime per i torti subiti e di quelle versate quando c'è da festeggiare. Leggere "Fuori campo" è come viaggiare in una via Emilia che passa dall'Irlanda, per proseguire in...
Rockfiles. 500 storie che hanno fatto storia
Cosa sarebbe successo se Elvis avesse continuato a fare il camionista? E se i Beatles fossero rimasti ad Amburgo? E se Dylan non avesse infilato il jack nella sua chitarra, Hendrix avesse abbandonato l'esercito americano e Morrison non si fosse lasciato convincere da Manzarek a fare il cantante? Probabilmente, il rock non sarebbe esistito. E le vite di tutti noi sarebbero state diverse. Invece, a sessant'anni di distanza dal giorno in cui "un bel ragazzo con le basette" registrò a Memphis una canzone per la sua mamma, il rock'n'roll è considerato una delle più importanti forme artistiche del Novecento, nonché un'invenzione di assoluta rilevanza socio-culturale. Sono tanti i momenti che hanno segnato la storia di questa musica e scandito un'evoluzione stilistica e concettuale che l'ha portata a essere, al tempo stesso, fenomeno di aggregazione giovanile, espressione di movimenti controculturali, voce di nuove tendenze, moda commerciale. Si tratta di fatti, episodi, aneddoti ormai assurti allo status di leggenda ma dei quali spesso non si conosce la reale portata se non addirittura i veri retroscena. 500 di queste storie sono state estratte dai grandi "archivi del rock", selezionate in virtù della loro forza narrativa e...
Born on the Bayou. La storia dei Creedence Clearwater Revival
I Creedence Clearwater Revival rappresentano la quintessenza del rock'n'roll. Un rock essenziale e stringato che ha il marchio indelebile di quel piccolo genio di John Fogerty e dei suoi compagni di viaggio. Negli anni a cavallo fra i Sessanta e i Settanta, i Creedence hanno interpretato l'ala moderata del San Francisco sound e della California, un gruppo atipico sia musicalmente sia filosoficamente. Eppure sono stati la punta di diamante dell'industria discografica, abili come nessun altro a confezionare meravigliose canzoni senza tempo a 45 giri così come in Lp di straordinario impatto artistico, sonoro ed emotivo. La formula era semplice: pochi fronzoli, arrangiamenti secchi e precisi, la voce di gola ruvida e arrabbiata, una sezione ritmica pulsante e coinvolgente, un ritmo forsennato che si rigenera mescolandosi alle paludi della Louisiana, al blues del Mississippi, alle ballate epiche, al country del Sud e ai trip lisergici della baia. Il loro sound è un concentrato di emozioni epidermiche con ritornelli immortali come quelli di Proud Mary e Born on the Bayou. Questo doveroso omaggio al gruppo californiano vuole essere un libro esaustivo e definitivo che, oltre a una lunga biografia e a una dettagliata discografia, contiene...
Robert Wyatt. Folly bololy. Testi commentati
Robert Wyatt è una figura emblematica per comprendere l'evoluzione lirica e musicale dei decenni successivi al secondo conflitto mondiale. Puramente inglese nella sua quieta disperazione, dotato dell'infantile capacità di giocare con la verità e incline alla visione laterale, alla sperimentazione non fine a se stessa, al dadaismo e alla curiosità politica e sociale, Wyatt è una lente variopinta attraverso cui guardare per comprendere le spinte che animano un uomo solo e la sua volontà all'interno di una società rumorosa, esaltante, opprimente e conflittuale. Bambino attratto dalle possibilità creative della musica nel fiabesco reame di Canterbury, si troverà tra Londra e gli Stati Uniti a lavorare spalla a spalla con le massime personalità musicali del suo tempo: da Jimi Hendrix a Brian Eno, da Bjórk a Daevid Allen. Formerà un gruppo di inquieta sperimentazione come i Soft Machine, e come solista affiancato da amici talentuosi darà vita a opere che splendono di luce propria. Un uomo mutante nella forma e nei contenuti, dalla personalità oscura e luminosa, che abbraccia linguaggi altrui per formarne uno proprio, assoluto e inconfondibile. Dall'ascolto di una musica fatta di suoni liberi associati a canoni variabili, e dei testi -...
Cantattori. Dal set al microfono con «dignitoso» furore
Un approfondito "viaggio a tappe" tra le stelle del cinema, della televisione e del teatro che si sono ritagliate, tra badilate di colleghi talvolta insulsi ma esaltati da astute e costose campagne commerciali, anche una credibile e sincera carriera parallela tra sala d'incisione e palcoscenico. Dai trionfi del Rat Pack alla dedizione pianistica di Hugh Laurie e alla carica selvaggia di Juliette Lewis; dai lodati tour di registi come Woody Allen, Emir Kusturica e John Carpenter fino a insospettabili virtuosi come il pluripremiato Steve Martin o il talentuoso della sei corde Billg Bob Thornton; da Judy Garland e Jayne Mansfield fino a Ilona Staller, Whoopy Goldberg o Scarlett Johansson. Solo per fare qualche nome. Niente operazioni da ascensore o da corridoio di centro commerciale (benché, per amor di completezza, vengano qui citate anche queste figure secondarie), ma soltanto artisti realmente dotati "anche" nel ruolo di musicisti, autori e/o cantanti, protagonisti di incisioni di indubbio valore e motivati da autentica passione. Decine e decine di nomi, stranieri e italiani (a questi ultimi viene riservata un'apposita sezione: da Alberto Sordi, Renato Rascel e Totò passando attraverso il poliedrico Bud Spencer e il batterista professionista Massimo...
Politics. La musica angloamericana nell'era di Trump e della Brexit
«Il libro analizza a fondo le dinamiche musicali - e politiche - degli ultimi decenni, soprattutto rispetto alle cosidette "canzoni di protesta" contemporanee negli USA e nel Regno Unito.» - La Repubblica\r\n«Gli anni 60, Trump, la Brexit. Un percorso attraverso le mille descrizioni dei cambiamenti politici e sociali raccontati nelle canzoni. Dalle invettive di Bob Dylan e Sex Pistols fino alla rabbia del grime e alla denuncia colta di Kendrick Lamar» - Robinson, La Repubblica\r\nLa musica ha sempre avuto la capacità di descrivere i cambiamenti sociopolitici che attraversano determinati periodi storici. Gli ultimi anni non fanno eccezione: eventi che stanno segnando le dinamiche sociali come l'elezione di Donald Trump e il referendum sulla Brexit sono due estremi che intersecano problematiche legate alla questione razziale, al tema del gender e all'abuso di potere a sfondo misogino, all'era della post-verità e alle reazioni contro gli attacchi terroristici internazionali. Politics. La musica angloamericana nell'era di Trump e della Brexit prova ad analizzare la connessione tra gli accadimenti storici che stiamo vivendo da vicino e un'intensa e variegata produzione musicale che accomuna le due sponde dell'oceano Atlantico. Si tratta di una reazione estetica e concettuale figlia di...
Elettronica hit-tech. Introduzione alla musica del futuro
"Retromania", il celebre libro di Simon Reynolds del 2011, spiegava come grazie all'avvento di Internet tutto il mondo si fosse ritrovato tra le mani un grandissimo archivio che forniva la possibilità di accedere al passato in maniera semplice e veloce, generando la più forte esplosione revivalistica degli ultimi 15-20 anni. Forse per risposta alla provocazione, o forse semplicemente perché erano maturi i tempi, da quell'anno una copiosa serie di uscite futuristiche e dalle sonorità ultratecnologiche ha trovato il modo di mettere in discussione la tesi di Reynolds. Quello che è successo dal controverso Far Sede Vertual di James Ferraro, vera e propria pietra miliare che ha incoraggiato l'avvio del genere, a Garden of Delete di Oneohtrix Point Never, che è evidentemente un punto di non ritorno, ha assunto importanza tale da spingere il critico Adam Harper a rinominare il tutto col nome "Estetica hi-tech". È infatti un vero e proprio macrogenere, che spazia dall'eleganza da sound designer dell'ambient per arrivare al furore anfetaminico della gabber, passando per il grime e addirittura il pop. Porre l'obiettivo di tratteggiare un quadro generale di questo movimento significa inevitabilmente parlare dell'elettronica pre-2011, quindi degli Autechre e di...
Bowienext. Interviste, ricordi e testimonianze sull'Uomo delle Stelle. Ediz. illustrata
Ma ci ha davvero lasciati David Bowie? Non si direbbe, dando un'occhiata a tutte le iniziative sorte intorno al suo nome e alla sua opera dal 10 gennaio 2016. Anche l'Italia ha dato il suo contributo con il film "Bowienext" di Rita Rocca andato in onda il 13 giugno 2018 su Rai 5, e in versione streaming sul sito di Rai Play. Si è trattato di un labour of love della regista, che usando il web e i social network ha chiesto ai fan di tutto il mondo di mandare dei contributi video (cortometraggi, animazioni, testimonianze di vita, spettacoli teatrali, performance, brani originali dedicati all'artista). Nato come progetto indipendente dal respiro internazionale, nel corso di due anni di lavorazione "Bowienext" si è arricchito anche di interviste a musicisti/artisti che hanno lavorato o che hanno conosciuto David Bowie, e critici musicali che ne hanno approfondito l'opera. Questo volume, oltre a essere un "companion piece" di "Bowienext", mira a presentare un panorama più completo, includendo spezzoni di interviste, immagini, testi di canzoni, poesie e racconti che per ragioni di tempo e di opportunità non è stato possibile inserire all'interno del film. Il libro è anch'esso,...
The Who. A little million memories. Ricordi di una rock'n'roll band
La prima cosa cui solitamente si pensa quando si ascoltano gli Who è il movimento. Non inteso come generica variazione di moto, ma un movimento sempre e specificatamente incalzante, incessante, sostenuto. In gergo Mod si direbbe "Action"; perché sì, gli Who, pur non essendo Mod, dell'essere Mod avevano quell'attitudine a collocarsi sempre un poco più avanti rispetto a un tempo tanto musicale quanto storico e sociale. Sempre più urgenti nell'esecuzione, sempre più esigenti nello sviluppare e nel superare continuamente certi stilemi, gli Who declinano azione e movimento in una maniera completamente inedita. Erano, in questo senso, un'entità proteiforme, in cui i mulinelli di Pete Townshend, le pose drammatiche di Roger Daltrey, lo stoicismo inquieto di John Entwistle e il drumming incessante dí Keith Moon conquistavano prepotentemente l'attenzione del pubblico durante i concerti. C'è stato un periodo, nella carriera degli Who, in cui questo tratto naturale si afferma come non mai. Questo libro intende concentrarsi proprio su quel momento, sviluppandosi ìn due modi: approfondendo e analizzando criticamente il periodo di massima crescita degli Who, identificato tra il 1967 e il 1974, e avvalendosi di una vasta raccolta di testimonianze esclusive che riguarda tutta la...